CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 31 luglio 2019
231.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

Risoluzione n. 7-00299 Scerra: Sul controllo effettuato dalla Corte dei conti europea nei confronti della Commissione europea relativamente al rispetto dei principi di trasparenza nell'assegnazione diretta e indiretta di fondi alle ONG.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La XIV Commissione,
   premesso che:
    il 18 dicembre 2018 la Corte dei conti europea ha pubblicato la relazione speciale n. 35/2018, intitolata «La trasparenza dei finanziamenti UE la cui esecuzione è demandata alle ONG: è necessario compiere maggiori sforzi»;
    l’audit – presentato dalla Corte ai sensi dell'articolo 287, paragrafo 4, secondo comma, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) – ha riguardato i principali settori d'intervento nei quali le organizzazioni non governative Ong gestiscono fondi dell'Unione europea e, in particolare, il settore più ampio di finanziamento, quello delle azioni esterne;
    secondo i dati contenuti nella relazione, si stima che, nel periodo 2014-2017 la Commissione europea abbia stanziato 11,3 miliardi di euro, affidandone l'esecuzione alle Ong che dovrebbero supportare la stessa Commissione ad ideare, attuare e monitorare programmi dell'Unione europea in molti settori d'intervento, quali gli aiuti umanitari e l'aiuto allo sviluppo, l'ambiente, la ricerca e l'innovazione;
    l'obiettivo della relazione speciale è proprio quello di valutare la trasparenza dei finanziamenti dell'Unione europea attuati tramite Ong: in particolare, la Corte ha dapprima valutato le modalità di identificazione di un'entità come Ong da parte della Commissione europea, per poi verificare la destinazione dei fondi la cui esecuzione è demandata alle medesime organizzazioni nonché il processo di adeguata raccolta, verifica e la messa a disposizione da parte della Commissione di queste informazioni sulle Ong modo trasparente;
    all'esito dei controlli effettuati, la Corte dei conti ha rilevato, da parte della Commissione, una gestione poco trasparente e inefficiente dei finanziamenti dell'Unione europea erogati alle Ong per attuare vari programmi europei, tale da rendere di fatto impossibili i controlli sui finanziamenti europei spesi;
    nella relazione si evince come le procedure di selezione delle Ong applicate da organismi delle nazioni Unite non sono state sempre trasparenti infatti «la Corte ha constatato che, per metà dei progetti a gestione indiretta inclusi nel campione di audit, le procedure di selezione delle ONG applicate dagli organismi delle Nazioni Unite mancavano di trasparenza; ciò nonostante, la Commissione aveva espresso una valutazione positiva al riguardo»;
    in particolare, per quanto riguarda il sistema di classificazione di organismi come le organizzazioni non governative, occorre ricordare che il termine Ong nonostante sia ampiamente utilizzato, non abbia una definizione ufficiale nel diritto internazionale né in quello dell'Unione europea: mentre in alcuni Stati membri lo status di Ong è determinato dalla forma giuridica di un'organizzazione, in altri dipende dalla natura delle attività svolte dall'organizzazione;Pag. 152
    in conseguenza di ciò, l'assegnazione dello status di Ong nel sistema contabile della Commissione, basata su autodichiarazioni, e i limitati controlli effettuati dalla Commissione, hanno fatto sì che il sistema attualmente utilizzato, a livello europeo, per classificare le organizzazioni come Ong non sia – secondo l'audit – affidabile e che nella maggior parte dei casi, l'ammissibilità al finanziamento dell'Unione europea non dipenda dallo status di Ong;
    la Corte ha, altresì rilevato che la Commissione non è sufficientemente trasparente circa l'utilizzo dei fondi dell'Unione europea da parte di Ong, non disponendo di informazioni sufficientemente dettagliate su come viene speso il denaro e che una simile mancanza di chiarezza si riscontra anche nei casi in cui i fondi dell'Unione europea sono erogati indirettamente alle Ong, tramite organismi delle Nazioni Unite;
    la Corte osserva inoltre che i dati raccolti sui fondi dell'Unione europea utilizzati da Ong non sono uniformi, e che la Commissione non dispone di informazioni complete, specie per reti di Ong internazionali e per progetti a gestione indiretta, la cui mancanza di informazioni disponibili ostacola i controlli sulle spese;
    in conclusione, la Corte ha eccepito un preoccupante deficit di trasparenza nella gestione e nell'esecuzione dei finanziamenti europei attuati tramite Ong, a causa di un carente e incompleto apparato informativo sui fondi ricevuti e sui contratti conclusi con le Ong, così come a un lacunoso sistema di controllo da parte della stessa Commissione europea,

impegna il Governo:

   ad attivarsi, nelle opportune sedi istituzionali, affinché siano resi disponibili, sugli appositi canali informativi pubblici dell'Unione europea, le informazioni sullo stato dei finanziamenti de quo, al fine di verificare i beneficiari e l'uso delle risorse impegnate anche da parte delle Ong, al fine di rafforzare la trasparenza delle medesime informazioni raccolte e pubblicate dalla Commissione;
   ad attivarsi affinché, come indicato dalla Corte, sia garantita la certezza che, in regime di gestione indiretta, gli organismi richiedenti fondi dell'UE debbano necessariamente dimostrare una capacità di gestione finanziaria e di tutela degli interessi finanziari dell'UE equivalente a quella della Commissione e che i richiedenti agevolino i controlli da parte della Commissione per verificare le informazioni sulle strutture delle entità attuatrici;
   ad attivarsi nelle opportune sedi, per quanto di competenza, affinché la Commissione europea provveda a standardizzare le proprie rendicontazioni sulle Ong che attuano azioni dell'Unione europea, attraverso l'adozione, per tutti i propri servizi, di un approccio uniforme alla pubblicazione nel sistema di trasparenza finanziaria, assicurandosi che vengano indicati tutti i beneficiari incaricati dall'Unione europea, insieme all'importo del finanziamento concesso e alle modalità di gestione e di spesa dei fondi, allo scopo di garantire un controllo rigoroso su come sono ripartiti e spesi i suddetti finanziamenti dell'Unione, nonché la massima trasparenza nei confronti dei contribuenti dell'Unione europea;
   ad attivarsi, nelle opportune sedi istituzionali, affinché si proceda ad una revisione e conseguente armonizzazione, anche a livello di normativa europea, del sistema di assegnazione dello status di Ong, apportando le modifiche e le necessarie integrazioni alla classificazione definita dalla comunicazione della Commissione del 1997, attraverso l'indicazione di criteri ad hoc ai fini della classificazione nel sistema contabile della Commissione, per garantire maggiore attendibilità e uniformità alle entità individuate e classificate come Ong.
(8-00039) «Scerra, Maggioni, Giglio Vigna, Berti, Bruno, De Giorgi, Di Lauro, Galizia, Giordano, Olgiati, Papiro, Penna, Torto, Leda Volpi, Bazzaro, Bianchi, Andrea Crippa, Di Muro, Iezzi, Molinari, Murelli, Ianaro».

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ALLEGATO 2

Risoluzione n. 7-00300 De Luca: Sul controllo effettuato dalla Corte dei conti europea nei confronti della Commissione europea relativamente al rispetto dei principi di trasparenza nell'assegnazione diretta e indiretta di fondi alle ONG.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

   La XIV Commissione,
   premesso che:
    risulta che la Corte dei conti europea, ai sensi dell'articolo 287, paragrafo 4, secondo comma, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, ha depositato la relazione speciale su «La trasparenza dei finanziamenti dell'Unione europea la cui esecuzione è demandata alle ONG: è necessario compiere maggiori sforzi»;
    risulta che le Ong aiutano la Commissione europea ad ideare, attuare e monitorare programmi dell'Unione europea in molti settori d'intervento, quali gli aiuti umanitari e l'aiuto allo sviluppo, l'ambiente, la ricerca e l'innovazione. Si stima in tale relazione che, nel periodo 2014-2017 la Commissione abbia pianificato spese per 11,3 miliardi di euro, affidandone l'esecuzione proprio ad Ong;
    emerge, in particolare, che la Commissione dia esecuzione tramite organizzazioni non governative ai propri obiettivi istituzionali per un equivalente dell'1,7 per cento del bilancio dell'Unione europea e del 6,8 per cento dei Fondi europei di sviluppo (Fes);
    risulta tuttavia che i dati raccolti sui fondi dell'Unione europea utilizzati da Ong non sono uniformi, e che la Commissione non dispone di informazioni complete, specie per reti di Ong internazionali e per progetti a gestione indiretta. Per di più, nella gestione indiretta, la mancanza di informazioni disponibili ostacola i controlli sulle spese;
    in taluni casi le Ong dovrebbero fare degli sforzi ulteriori per adeguarsi agli obblighi di trasparenza nell'utilizzo di risorse che spesso richiedono un notevole sforzo burocratico;
    nella gestione indiretta, inoltre, la mancanza di informazioni disponibili ha ostacolato i controlli della Commissione sulle spese dichiarate;
    le informazioni sui fondi dell'Unione europea la cui attuazione è demandata alle Ong vengono pubblicate in numerosi sistemi, ma le informazioni rese disponibili sono limitate. Nel fornire dati sugli aiuti umanitari e sugli aiuti allo sviluppo nel settore delle azioni esterne, la Commissione ha rispettato, in genere, i princìpi di trasparenza internazionali;
    per cinque dei sei progetti controllati, gli organismi delle Nazioni Unite non hanno pubblicato, o hanno pubblicato solo in parte, i contratti aggiudicati ad Ong e la Commissione non ha controllato se detti organismi avessero rispettato tale obbligo;
    sulla base delle osservazioni riportate nella relazione, la Corte ha formulato una serie di raccomandazioni volte a migliorare Pag. 154la trasparenza dei fondi dell'Unione europea la cui attuazione è demandata ad Ong. La Corte raccomanda alla Commissione di:
     a) migliorare l'attendibilità delle informazioni sulle Ong nel proprio sistema contabile;
     b) verificare l'applicazione di norme e procedure riguardo ai subcontratti di sovvenzione conclusi con Ong;
     c) migliorare le informazioni raccolte sui fondi la cui attuazione è demandata ad Ong;
     d) adottare un approccio uniforme alla pubblicazione di dettagli sui fondi forniti alle Ong e verificare che gli organismi delle Nazioni Unite pubblichino dati completi e accurati sui contratti aggiudicati a Ong utilizzando fondi dell'Unione europea,

impegna il Governo

ad attivarsi nelle opportune sedi, per quanto di competenza, affinché la Commissione europea dia seguito alle raccomandazioni della Corte dei conti europea al fine di migliorare la trasparenza nell'utilizzo e nell'esecuzione dei fondi europei da parte di soggetti, quali Ong negli importanti settori di intervento, in particolare quello delle azioni esterne, in cui aiutano e supportano la Commissione europea ad ideare, attuare e monitorare programmi dell'Unione europea.
(8-00040) «De Luca, Berlinghieri, Rotta, Giachetti, Mauri, Raciti, Sensi».

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ALLEGATO 3

Modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto (C. 2039, approvata dal Senato).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea),
   esaminata, per quanto di competenza, la proposta di legge C. 2039, approvata dal Senato, recante «Modifica all'articolo 1, comma 5, della legge 7 ottobre 2015, n. 167, in materia di proroga del termine per l'adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la revisione e l'integrazione del codice della nautica da diporto»,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE.