CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 maggio 2021
581.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05921 Vallascas: Sull'adozione urgente del decreto Fer 2 al fine incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili anche considerato l'obiettivo della transizione ecologica del Paese.

TESTO DELLA RISPOSTA

  L'impegno del nostro Paese al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 ha trovato conferma ed espressione nel Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) e nella più recente Strategia di decarbonizzazione al 2050 (Long Term Strategy, LTS) pubblicata nel gennaio scorso.
  Il «primo tratto» del percorso di decarbonizzazione, per il periodo 2021-2030, di fatto, è già stato tracciato nel PNIEC che ha individuato obbiettivi puntuali relativamente alla crescita delle fonti rinnovabili (30 per cento sui consumi finali), al miglioramento dell'efficienza energetica (-43 per cento rispetto allo Scenario tendenziale) e alla riduzione delle emissioni di gas serra, declinate tra settori «ETS» e «non-ETS» (rispettivamente almeno -43 per cento e -33 per cento rispetto al dato del 2005).
  A questi obiettivi si deve aggiungere la recente proposta Europea di passare dal 40 per cento al 55 per cento di riduzione rispetto al 1990.
  Va osservato altresì che il raggiungimento degli obiettivi in materia di energia rinnovabile al 2030 e al 2050 implica un grande investimento anche nella ricerca di soluzioni innovative di produzione di energia, sia in termini di tecnologie che di assetti e configurazioni impiantistiche.
  Le azioni che il Governo intende intraprendere e in parte ha già intrapreso sono molteplici e accanto al PNIEC troviamo le riforme e gli investimenti proposti e strutturati nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
  Nello specifico, anche in virtù della recente approvazione della Legge 22 aprile 2021, n. 53 («Legge di delegazione europea») e il conseguente prossimo recepimento della Direttiva RED II, gli obiettivi da perseguire prevedono l'individuazione di aree e superfici idonee alla realizzazione degli impianti FER a cui è inscindibilmente connesso il tema della creazione di un quadro regolatorio semplificato e accessibile per gli impianti FER. Tale previsione si pone in continuità con quanto avviato con il decreto Semplificazioni del 2020 e punta all'obiettivo di completare il meccanismo di sostegno alle FER a tecnologie meno mature o con costi di esercizio elevati.
  Va osservato che la stesura del decreto c.d. FER 2 e i relativi aggiornamenti del testo si sono svolti in parallelo a quelli relativi alla predisposizione del decreto di attuazione dell'articolo 1, commi 524 e 525, legge n. 160/2019, recante disciplina dell'entità, modalità e condizioni per l'incentivazione degli impianti di produzione di energia elettrica esistenti, alimentati a biogas, e ciò al fine di assicurare coerenza tra i due provvedimenti, atteso che il cosiddetto FER 2 si occupa anche di incentivi al biogas.
  Fatta salva l'eventuale revisione del decreto per assicurare la giusta coerenza tra il FER 2 e le misure inserite nel PNRR, nonché l'opportunità di una consultazione pubblica, la prossime fasi del procedimento prevedono l'acquisizione dei pareri della Conferenza unificata e di ARERA e la successiva notifica dello schema di provvedimento alla Commissione Europea per la verifica di compatibilità con le regole UE sugli aiuti di Stato.

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ALLEGATO 2

5-05922 Sut: Sulla compatibilità dei gasdotti nazionali esistenti con l'utilizzo di idrogeno puro.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è noto il Piano nazionale per l'energia e il clima (PNIEC) è frutto del Regolamento sulla governance dell'unione dell'energia e dell'azione per il clima (UE) 2018/1999, entrato in vigore il 24 dicembre 2018 nell'ambito del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei.
  Il meccanismo di governance europeo si basa su piani nazionali integrati per l'energia e il clima (NECP) che coprono periodi di dieci anni dal 2021 al 2030, strategie a lungo termine dell'UE e nazionali al 2050, nonché il monitoraggio e la pubblicazione dei dati.
  L'Italia, nella presentazione del Piano nazionale integrato Energia e Clima (PNIEC) al 31 dicembre del 2019, ha attribuito all'idrogeno una quota pari all'1 per cento dei consumi al 2030. Per raggiungere questo obiettivo, il Ministero dello sviluppo economico ha istituito nel 2019 il «Tavolo Idrogeno» per avviare lo sviluppo dell'uso dell'idrogeno in Italia. Il percorso intrapreso è stato caratterizzato da una serie di interventi mirati a livello nazionale ed internazionale.
  In particolare, a livello internazionale l'Italia ha aderito nel luglio 2018 alla Renewable and Clean Hydrogen Innovation Challenge per accelerare lo sviluppo di un mercato globale dell'idrogeno nell'ambito dell'iniziativa multilaterale «Mission Innovation» che impegna l'Italia a raddoppiare gli investimenti pubblici per le attività di ricerca e sviluppo sulle clean-technologies entro il 2021.
  In data 8 luglio 2020 la Commissione Europea ha pubblicato «A hydrogen strategy for a climate neutral Europe» fissando al contempo i nuovi livelli di riduzione delle emissioni di CO2 dal 40 per cento al 55 per cento rispetto al 1990. Il documento inserisce il vettore idrogeno tra le tecnologie abilitanti per la progressiva decarbonizzazione del modello energetico europeo. Secondo le analisi della UE il peso dell'idrogeno all'interno del mix energetico dovrà passare dall'attuale 2 per cento al 13 per cento-14 per cento al 2050.
  È opportuno sottolineare che la qualità e le caratteristiche di composizione del gas distribuito attraverso la rete destinata al consumatore finale, è definita, attualmente, dal decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 maggio 2018 che aggiorna la regola tecnica sulle caratteristiche chimico-fisiche e sulla presenza di altri componenti nel gas combustibile da convogliare.
  La predetta regola tecnica, contenuta nell'Allegato A al decreto, stabilisce che il gas non deve contenere componenti oltre quelli specificati nella tabella n. 1 di cui al medesimo Allegato, ad un livello che ne impedisca, senza trattamento, il trasporto, lo stoccaggio e/o l'utilizzo; tale tabella non ricomprende l'idrogeno. L'idrogeno, dunque, ad oggi, alla luce e nei termini di cui alla normativa vigente, non può essere contenuto nel gas.
  L'uso potenziale della rete del gas naturale per il trasporto dell'idrogeno è un'ipotesi al vaglio degli operatori italiani ed europei. In tale prospettiva gli Uffici del Ministero dello sviluppo economico (oggi della transizione ecologica) in collaborazione con il Ministero dell'Interno hanno avviato un Gruppo di lavoro con lo scopo di valutare gli aggiornamenti del quadro normativo e di sicurezza necessari per l'utilizzo dell'idrogeno.
  Tali possibili futuri aggiornamenti sono subordinati ai risultati delle ricerche e analisi condotte dai centri di ricerca e di normazione specializzati che vedono il Pag. 175diretto coinvolgimento degli Enti nazionali.
  Queste attività sono propedeutiche al futuro impiego dell'idrogeno e riguardano i principali settori di applicazione (trasporti, industria, uso residenziale, stoccaggio, trasporto).
  Occorre, in ultimo, osservare che la revisione della normativa in materia rientra tra le riforme inserite nel PNRR (Riforma 3.1 - Semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno) all'interno della Missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica.

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ALLEGATO 3

5-05923 Barelli: Sul rifinanziamento degli incentivi per l'acquisto di autoveicoli con emissioni comprese tra 61 e 135 g/km di CO2.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Come è noto la legge 30 dicembre 2018, n. 145 ha introdotto un contributo per incentivare l'acquisto di veicoli a ridotte emissioni di CO2 per il triennio 2019-2021.
  Rispetto al 2019, in cui sono state stanziate risorse pari a 60 milioni di euro, nel 2020, anche a seguito della situazione legata all'emergenza epidemiologica e per dare nuovo impulso all'economia del settore, per i veicoli M1 (autoveicoli) con il decreto-legge Rilancio (34/2020) ed Agosto (104/2020) sono state stanziate risorse per complessivi 609 milioni di euro, notevolmente superiori rispetto all'anno precedente (+920 per cento rispetto al 2019).
  L'incentivo è stato ampliato alle fasce di emissione 61-90 e 91-110 gCO2/km, allo scopo di promuovere anche l'acquisto di autoveicoli a motorizzazione tradizionale, in un momento di difficoltà economiche legate alla pandemia.
  Gli Onn.li interroganti sollevano quindi la questione degli incentivi all'acquisto di autoveicoli con particolari requisiti di emissione (da 61 a 135 g/km di anidride carbonica) e richiamano in modo corretto l'imminente scadenza del regime di incentivazione previsto dalla Legge n. 178 del 2020 per l'acquisto di tali veicoli che risulti accompagnato dalla rottamazione di un veicolo immatricolato prima del 2011.
  Con la legge di bilancio 2021 sono state stanziate, per la misura Ecobonus Veicoli, ulteriori risorse per complessivi 678 milioni di euro e sono stati introdotti incentivi anche per l'acquisto di veicoli di categoria N1 ed M1 speciale.
  Comunque, nel corso del mese di aprile, i fondi stanziati dalla legge di bilancio per il 2021 per l'acquisto di autoveicoli della classe 61-135 g/km di CO2 (pari a 250 milioni di euro) sono stati integralmente esauriti, mentre risultava prenotato circa un terzo del plafond di incentivi (più cospicui) previsti per l'acquisto di autovetture ibride ed elettriche.
  Da metà aprile sono stati resi disponibili per le prenotazioni gli stanziamenti residui del 2020. In tal modo, le risorse per il 2021 sono state incrementate di oltre 76 milioni di euro. I residui relativi alla classe di emissione 61-135 g/km di CO2 sono stati esauriti in pochi giorni.
  Nel mese di maggio, una volta ultimati alcuni adattamenti alla piattaforma di gestione, saranno resi disponibili ulteriori stanziamenti residui del decreto-legge Rilancio per la fascia 0-135 gCO2/km, per un importo molto limitato pari a circa 5 milioni.
  Posso conclusivamente affermare che eventuali ulteriori risorse per il settore automotive dipenderanno dalle disponibilità in bilancio e che il Ministero che rappresento avvierà a tal fine i necessari contatti con il Ministero dell'economia e delle finanze.

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ALLEGATO 4

5-05924 Benamati: Iniziative a sostegno delle imprese del settore degli pneumatici ricostruiti.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In via preliminare, occorre osservare che nella disciplina sui Criteri Ambientali Minimi (di seguito CAM) attualmente in vigore e approvata con decreto ministeriale 8 maggio 2012, non sono inclusi specifici criteri ambientali relativi ai pneumatici. Posso anticipare anche che nel recente aggiornamento del testo, il cui iter di adozione è peraltro già iniziato, lo schema di decreto non individua i criteri ambientali specifici relativi ai pneumatici.
  Come noto, l'utilizzo di pneumatici ricostruiti ha ricadute dirette sul controllo delle emissioni, sulla riduzione dei consumi e soprattutto sulla sicurezza stradale dei mezzi.
  Pertanto si ritiene indispensabile che tali pneumatici vengano costantemente manutenuti/controllati, al fine di verificarne la corretta pressione e lo stato di usura.
  Nella fattispecie, si evidenzia che gli aspetti legati alla manutenzione dei veicoli, esclusi dal citato documento di CAM, sono invece considerati nel nuovo documento CAM «Servizi di trasporto», i cui lavori di predisposizione sono stati avviati da questo Ministero.
  Nello specifico, il testo del nuovo CAM individua i criteri ambientali relativi all'affidamento del servizio di TPL su gomma, del servizio di trasporto scolastico su gomma ed a quello dei servizi di sharing (car, scooter, mppe, bike).
  In sede di adozione del nuovo CAM potranno essere eventualmente affrontati anche considerazioni ambientali relative alle caratteristiche degli pneumatici, non tralasciando, al contempo, le questioni di sicurezza stradale legate soprattutto al Trasporto pubblico.

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ALLEGATO 5

5-05925 Moretto: Iniziative di stabilizzazione e rilancio del meccanismo dei Certificati Bianchi per il quadriennio 2021-2024.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Il meccanismo dei Certificati Bianchi (CB), introdotto dai Decreti Ministeriali del 24 aprile 2001, si è configurato negli anni come il principale strumento messo in campo nel Paese per la promozione dell'efficienza energetica nel settore industriale, ma in realtà interessa trasversalmente tutti i settori.
  Il meccanismo ha dato negli ultimi anni chiari segnali di difficoltà nella capacità di raggiungere gli obiettivi di efficienza prefissati.
  In particolare, la capacità di generazione annua di CB ha subito una progressiva riduzione rispetto alle previsioni elaborate al momento della iniziale definizione degli obiettivi, poi confluiti nel decreto interministeriale 11 gennaio 2017.
  I più recenti provvedimenti, in particolare il decreto 10 maggio 2018, hanno consentito di frenare la corsa al rialzo dei prezzi dei titoli di efficienza energetica.
  Per effetto di queste misure si è registrato nel 2019 un incremento dei progetti presentati pari al +45 per cento rispetto al 2018, mentre nel 2020, anche a causa dell'attuale emergenza sanitaria legata al COVID-19, si è registrato un trend costante rispetto al 2019, non adeguato a sostenere obiettivi più elevati.
  In considerazione del perdurare della scarsa liquidità del mercato, inoltre, con il decreto-legge n. 34/2020, è stata prorogata la scadenza dell'anno d'obbligo 2019 di ulteriori sei mesi, permettendo ai soggetti obbligati di assolvere agli obblighi minimi previsti per legge. Ciò è stato possibile anche tramite il ricorso a circa 2,29 milioni di CB virtuali, ovvero non derivanti da reali progetti (con un incremento pari al 34 per cento rispetto al 2018), a dimostrazione della scarsità di nuovi progetti presentati.
  Nel quadro normativo attuale, il meccanismo dei CB è centrale per il raggiungimento degli obiettivi al 2020 ed è ritenuto fondamentale anche dal Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima (PNIEC) per la generazione dei nuovi risparmi di energia da conseguire al 2030.
  Pertanto, è stato predisposto un aggiornamento del decreto ministeriale 11 gennaio 2017 che, ricevuto il parere dell'ARERA, è in via di discussione in sede di Conferenza unificata per l'ottenimento della relativa intesa.
  Lo schema di decreto agisce su tre punti fondamentali: la definizione degli obiettivi 2021-2024 con la contestuale revisione dell'obiettivo 2020; l'introduzione di misure per incrementare l'offerta di certificati; l'introduzione di misure per migliorare il funzionamento del mercato dei certificati ed assicurare il raggiungimento degli obiettivi.
  Sono stati, inoltre, previsti obiettivi in linea con quelli previsti dal PNIEC, oltre al recupero della quota degli obiettivi «scontati» per il 2020.
  Un aumento degli obiettivi rispetto a quanto previsto porterebbe ad uno sbilanciamento della curva di domanda-offerta dei CB sul mercato, con una ingiustificata impennata dei prezzi dei CB, il ricorso massiccio a CB virtuali, la possibilità di speculazioni sul mercato, extra costi per i soggetti obbligati difficilmente recuperabili e conseguente un aumento dei costi in bolletta per i cittadini. Quanto sopra, impattando negativamente sul meccanismo, non contribuirebbe a ridare fiducia allo stesso.
  Tuttavia, per il caso in cui il meccanismo dovesse fare registrare un aumento di liquidità del mercato, si è previsto nell'ambito dello schema di decreto uno strumento di compensazione finalizzato a dare stabilità al mercato. È stato infatti introdotto un Pag. 179meccanismo di «market stability», ovvero di flessibilità nella definizione dell'obblighi di risparmio, che darebbe l'opportunità per il MITE di poter revisionare gli obiettivi e gli obblighi del meccanismo, sulla base di una periodica analisi di predefiniti parametri di controllo, sostanzialmente legati alla domanda e all'offerta di titoli.

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ALLEGATO 6

5-05926 De Toma: Misure a sostegno di progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi nell'ottica di una industria green.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con l'atto di sindacato ispettivo in oggetto, l'Onorevole interrogante chiede di conoscere in quale misura economica intenda il Governo agevolare e sostenere progetti di ricerca e sviluppo per la riconversione dei processi produttivi delle imprese, oltre a favorire progetti a vocazione territoriale che puntino a realizzare la cosiddetta industria green anche attraverso il sostegno dell'economia circolare.
  A tale proposito si osserva che il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza definisce le principali azioni finalizzate a migliorare la sostenibilità del sistema economico, assicurando una transizione equa e inclusiva, massimizzando i livelli occupazionali e garantendo un contributo alla riduzione del divario tra le regioni italiane.
  Con specifico riguardo a quanto richiesto dagli Onn.li interroganti posso segnalare che le misure principali contenute nel Piano riguardano il settore degli investimenti e delle riforme per l'economia circolare e nello specifico, per la gestione dei rifiuti. Gli obiettivi che dovranno essere perseguiti afferiscono allo sviluppo di una leadership internazionale e tecnologica nelle principali filiere della transizione ecologica, rendendo in tal modo il sistema italiano competitivo e sostenibile nel medio/lungo termine.
  Gli investimenti previsti attengono alla realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti e l'ammodernamento di quelli esistenti. È necessario infatti ridurre il divario impiantistico registrato in molte regioni del centro-sud Italia, dove il sistema risulta carente soprattutto per quel che concerne una rete funzionale di raccolta e trattamento.
  A questo si deve aggiungere l'individuazione di progetti «faro» di economia circolare, con particolare riferimento ai progetti orientati a settori caratterizzati da forte valore aggiunto, considerata la tipologia di rifiuti che gestiscono: RAEE, carta e cartone, plastica e tessile.
  Va sottolineato, inoltre, che il Governo, approvando il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, ha contestualmente individuato sia le risorse economiche e sia gli investimenti che dovranno essere realizzati per attuate la transizione ecologica.
  In ultimo, va osservato che, come rilevato nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, con riferimento al tema concernente l'economica circolare, l'Italia si posiziona al di sopra della media UE per gli investimenti nel settore e per la produttività delle risorse. Il tasso di utilizzo di materiale circolare in Italia si è attestato al 17,7 per cento nel 2017 e il tasso di riciclaggio dei rifiuti urbani al 49,8 per cento, entrambi al di sopra della media dell'UE.

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ALLEGATO 7

DL 52/2021: Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19 (C. 3045 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminato, per le parti di competenza, il testo del disegno di legge di «Conversione in legge del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52, recante misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia da COVID-19» (C. 3045 Governo);

   rilevato che il provvedimento all'esame prevede un dettagliato calendario per consentire la graduale ripresa delle attività economiche e sociali e l'allentamento delle limitazioni degli spostamenti sul territorio nazionale, nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell'epidemia;

   ricordato, in particolare, l'articolo 4 che reca misure concernenti la progressiva riapertura dei servizi di ristorazione al tavolo;

   preso atto con favore, altresì, di quanto disposto dagli articoli 7 e 8 che consentono, nella zona gialla, il primo, a partire dal 15 giugno 2021, lo svolgimento di fiere in presenza e, dal 1° luglio 2021, lo svolgimento di convegni e congressi e, il secondo, a partire dal 1° luglio 2021, lo svolgimento delle attività dei centri termali e dei parchi tematici e di divertimento, nel rispetto dei protocolli e delle linee guida adottati dalle autorità competenti,

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 8

Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001 (C. 2806 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminato il testo del disegno di legge recante «Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001» (C. 2806 Governo),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 9

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019 (C. 2823 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminato il testo del disegno di legge recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica argentina sulla collaborazione negli usi pacifici dello spazio extra-atmosferico, fatto a Buenos Aires il 27 febbraio 2019» (C. 2823 Governo),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.

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ALLEGATO 10

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020 (C. 2824 Governo).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

  La X Commissione,

   esaminato il testo del disegno di legge recante «Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Gibuti sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 29 gennaio 2020» (C. 2824 Governo),

  esprime

PARERE FAVOREVOLE.