CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 settembre 2021
662.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-06725 Quartapelle Procopio: Sul blocco delle partenze dei volontari impegnati nel servizio civile all'estero.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con riferimento ai progetti di Servizio Civile Universale che si svolgono all'estero, la Farnesina collabora con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei ministri, competente in materia.
  Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale partecipa ai «Tavoli di confronto congiunti», organizzati dal Dipartimento per le Politiche Giovanili, con gli enti e i rappresentanti dei volontari. Inoltre, l'Unità di Crisi della Farnesina partecipa alla «Commissione per la Valutazione dei Programmi di Intervento di Servizio Civile Universale», con specifico riferimento agli aspetti relativi alle condizioni di sicurezza.
  Nell'ambito di questa collaborazione, la Farnesina fornisce al Dipartimento un parere consultivo sulla situazione di sicurezza dei Paesi di invio dei volontari. Come anche ricordato dagli interroganti, un eventuale parere negativo del MAECI non ha carattere vincolante e non corrisponde in alcun modo ad un divieto, bensì mira a fornire al Dipartimento – e, tramite questo, alle Organizzazioni della Società Civile e agli operatori coinvolti – le informazioni necessarie, affinché progetti e partenze dei volontari possano svolgersi in maniera responsabile.
  Per il 2021, il Dipartimento ha segnalato al MAECI 52 Paesi di destinazione dei volontari. L'Unità di Crisi della Farnesina, le Direzioni Generali e le Sedi all'estero competenti hanno concorso alla verifica della situazione di tali Paesi, ai fini della predisposizione dei pareri non vincolanti. La valutazione ha tenuto conto del contesto securitario, dell'emergenza sanitaria globale e delle conseguenti misure restrittive, anche in termini di mobilità all'interno dei Paesi interessati.
  Tutti i casi su cui la Farnesina ha fornito parere negativo riguardano Paesi per i quali anche il sito istituzionale «Viaggiare Sicuri» segnala la presenza di aree di particolare cautela o addirittura sconsiglia del tutto l'ingresso. Tra questi, l'interrogazione menziona in particolare Kenya ed Ecuador. Si tratta di Paesi per cui anche nel 2020 il MAECI aveva trasmesso al Dipartimento parere negativo.
  Lo scorso anno, come noto, il Dipartimento fece firmare una nota informativa ai volontari, che si assumevano così la responsabilità del viaggio, consentendo il prosieguo dei progetti.
  Nel quadro istituzionale vigente, la decisione di bloccare o meno le partenze dei volontari per determinati Paesi rientra nella competenza esclusiva del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale.
  Secondo gli elementi forniti dal Dipartimento, il bando 2021 ha finanziato 736 posizioni di servizio civile all'estero di cui 78 rimaste vacanti. Delle 658 posizioni assegnate 411, oltre il 60 per cento, sono in avvio regolare. Le partenze attualmente bloccate ammontano dunque a 247. Il Dipartimento ha comunicato che, ad esito del lavoro del Tavolo, sta procedendo in questi giorni all'autorizzazione per 63 volontari e al ricollocamento per ulteriori 53 volontari. Rimarrebbero così confermati i blocchi solo per 131 operatori, per i quali il Dipartimento mantiene una costante interlocuzione con gli enti, ai fini dell'individuazione di soluzioni alternative.
  Per quanto riguarda invece la richiesta di inserire il Servizio Civile all'estero tra le motivazioni per le quali gli spostamenti sono consentiti dall'Italia, ai sensi del Pag. 39decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021 e successive ordinanze del Ministro della Salute, si ritiene che tale motivazione sia assimilabile a quella già prevista per lavoro. In ogni caso, qualora ci sia interesse da parte delle Organizzazioni della Società Civile a farsi promotrici nei confronti del Ministro della Salute di un'azione volta a esplicitare il Servizio Civile all'estero tra i motivi di eccezione, la Farnesina non ravvedrebbe motivi ostativi.

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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-06726 Palazzotto: Sul mancato completamento delle operazioni umanitarie di evacuazione dall'Afghanistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

  Con il precipitare della crisi afghana, le Rappresentanze diplomatico-consolari nei Paesi limitrofi all'Afghanistan hanno ricevuto, e continuano a ricevere, numerose richieste di assistenza da parte di cittadini afghani, fuggiti dal loro Paese o intenzionati a farlo. In maggioranza, si tratta di richieste di visto per l'Italia: alcune inquadrabili in specifiche categorie previste dalla normativa vigente, altre riconducibili a generiche richieste di accoglienza in Italia.
  Dopo la fine delle operazioni di evacuazione (27 agosto) e l'inizio del controllo da parte dei Talebani dell'aeroporto di Kabul, i collegamenti internazionali sono sporadici e limitati. Inoltre, gli spostamenti all'interno del Paese sono molto rischiosi a causa del deterioramento del quadro di sicurezza. Ciò nonostante, siamo pronti, come Governo e come Farnesina, a contribuire a eventuali future operazioni qualora si creino le condizioni favorevoli per metterle in atto.
  Diversa è la condizione di cittadini afghani particolarmente vulnerabili che si trovino sul territorio di Paesi limitrofi all'Afghanistan e che abbiano legami con l'Italia. La Farnesina ha infatti già diramato alla rete diplomatico-consolare apposite linee guida che consentono di trattare prioritariamente, e con un elevato grado di flessibilità – ovviamente nei limiti del quadro normativo vigente – specifiche richieste di domande di visto, come ricongiungimenti familiari, motivi di studio, invito o reingresso.
  Inoltre, la Farnesina sta lavorando con il Ministero dell'Interno, le Organizzazioni della Società Civile e gli organismi internazionali (anzitutto Alto Commissariato ONU per i Rifugiati e Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) alla messa a punto di uno schema di corridoi umanitari. Corridoi riservati a cittadini afghani in particolari condizioni di vulnerabilità che si trovino in Paesi terzi, cioè non in Afghanistan, ma che non abbiano documentazione sufficiente a ottenere un visto.
  Grazie alla proficua collaborazione tra Pubblica Amministrazione, Organizzazioni della Società Civile e organismi internazionali stiamo pensando a un programma strutturato con criteri precisi per selezionare i beneficiari e accertare, nei Paesi di partenza, la titolarità all'ottenimento della protezione internazionale una volta in Italia.
  L'eventuale rilascio dei visti di ingresso sarà subordinato all'attivazione di strumenti di accoglienza definiti in stretto raccordo con il Ministero dell'interno, con precise regole per identificare e vagliare, anche sul piano della sicurezza nazionale, i profili dei potenziali beneficiari prima del loro arrivo in Italia. A ciò si accompagna un'attenta predisposizione e una puntuale realizzazione di percorsi di accoglienza dedicati, definiti in collaborazione con le Organizzazioni della Società Civile.