ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00537

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 389 del 31/08/2020
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00082
Firmatari
Primo firmatario: FASSINO PIERO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/08/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 31/08/2020
FORMENTINI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 31/08/2020
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE 31/08/2020
ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 31/08/2020
QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO 31/08/2020
VALENTINI VALENTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 31/08/2020
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA 31/08/2020
PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI 31/08/2020
LUPI MAURIZIO MISTO-NOI CON L'ITALIA-USEI-CAMBIAMO!-ALLEANZA DI CENTRO 31/08/2020
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 31/08/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
01/09/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/09/2020
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/09/2020
ROMANO ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
COMENCINI VITO LEGA - SALVINI PREMIER
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA
SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO
 
PARERE GOVERNO 01/09/2020
DEL RE EMANUELA CLAUDIA VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 01/09/2020

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 01/09/2020

ACCOLTO IL 01/09/2020

PARERE GOVERNO IL 01/09/2020

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 01/09/2020

CONCLUSO IL 01/09/2020

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00537
presentato da
FASSINO Piero
testo di
Lunedì 31 agosto 2020, seduta n. 389

   La III Commissione,

   premesso che:

    il 9 agosto 2020 si sono celebrate in Bielorussia le elezioni per il rinnovo della carica di Capo dello Stato, che nella repubblica presidenziale bielorussa è eletto in modo diretto in forza di un sistema elettorale che impone un quorum pari alla maggioranza assoluta degli elettori e di una norma costituzionale, modificata con referendum nel 1996, che non prevede limiti al numero di mandati consecutivi;

    dal 1994 ad oggi ricopre la carica di presidente della Repubblica di Bielorussia, senza soluzioni di continuità, Aleksandr Lukashenko, che ha ottenuto per la sesta volta la conferma del mandato quinquennale, attestandosi secondo i comunicati ufficiali ad una percentuale di sì pari all'80 per cento dei voti contro il 10 per cento riportato dalla principale antagonista, Svjatlana Cichanoŭskaja;

    tenuto conto del mancato rinnovo dei vertici dell'Osce e dunque della debolezza politica di tale organizzazione ai fini di una de-escalation della situazione, l'ufficio dell'Osce per le istituzioni democratiche e i diritti umani (Odihr), che non ha mai riconosciuto ai processi elettorali in Bielorussia la conformità a standard di trasparenza e regolarità, per la prima volta dal 1991 non ha potuto svolgere il monitoraggio sulle operazioni di voto e di spoglio in quanto le autorità bielorusse hanno mancato di estendere in tempo utile l'invito per l'invio di osservatori internazionali indipendenti. Su tale circostanza si è espressa anche l'assemblea parlamentare dell'Osce, che ha lamentato la mancata osservanza da parte di Minsk degli obblighi a cui sono tenuti tutti gli Stati membri dell'organizzazione in base alla Carta di Copenhagen del 1990;

    l'Odihr e altre organizzazioni internazionali avevano già criticato pubblicamente le iniziative intimidatorie nei confronti dell'opposizione assunte dalle autorità bielorusse durante la campagna elettorale, culminate nell'arresto di numerosi potenziali candidati, cui è stata impedita la registrazione della candidatura o il coinvolgimento nella formazione delle commissioni elettorali;

    alle elezioni presidenziali di quest'anno si era, in particolare, candidato un uomo d'affari e blogger, Siarhei Tsikhanouski, arrestato alla fine di maggio 2020 con l'accusa di spionaggio. Successivamente, il 19 giugno 2020 il presidente Lukashenko aveva annunciato di aver «sventato un tentativo di colpo di Stato», facendo arrestare il maggiore rivale d'opposizione, Viktar Babaryka. Il gruppo per i diritti umani Viasna ha stimato che, tra l'inizio di maggio e l'inizio di agosto, sono state arrestate circa 1.300 persone a vario titolo impegnate nelle fila dell'opposizione al presidente Lukashenko;

    il vasto movimento di protesta che si è levato in tutto il Paese è stato definito dal presidente Lukashenko come il portato di un «complotto straniero» ordito dagli Stati Uniti, dalla Nato o anche dall'Ucraina e dalla stessa Russia, tradizionale alleato con cui però i rapporti sono al minimo storico. Lukashenko ha anche accusato la Bbc di svolgere un ruolo attivo nell'azione di destabilizzazione del Paese e ha minacciato di espellere i media internazionali, giudicati troppo focalizzati sulle imminenti elezioni;

    dopo l'arresto del marito Siarhei Tsikhanouski e dopo l'arresto di Babaryka, Svjatlana Cichanoŭskaja è riuscita a registrarsi come candidata di opposizione al presidente in carica ma l'ondata repressiva seguita all'annuncio sull'esito elettorale l'ha indotta a lasciare il Paese e a riparare in Lituania;

    il contesto in cui si è formalizzata la candidatura di Svjatlana Cichanoŭskaja aveva determinato, per la prima volta dopo oltre vent'anni di dominio del sistema di potere di Lukashenko, un sostegno crescente all'opposizione al presidente Lukashenko da parte di un numero inedito di cittadini bielorussi, stretti intorno alle ulteriori due leader donne: Veronika Tsepkalo, moglie di un imprenditore liberale che si era candidato ma che aveva dovuto lasciare il Paese dopo la minaccia di arresto, e Maria Kolesnikova, coordinatrice della campagna elettorale di Viktor Babaryka;

    l'esito ufficiale delle elezioni ha suscitato reazioni di protesta in tutto il Paese cui le forze di sicurezza bielorusse hanno reagito con un ciclo di dure azioni repressive. Di fronte alla straordinaria dimensione della protesta, agli scioperi generalizzati, alle catene umane di migliaia di donne e anche di uomini che dimostrano contro Lukashenko, continua a crescere il numero delle vittime, dei feriti e delle migliaia di persone arrestate e sparite, tra cui osservatori indipendenti e giornalisti, compreso un reporter italiano liberato dopo le veementi proteste della Farnesina;

    la comunità internazionale ha alzato in modo coeso la propria voce a sostegno delle istanze del popolo bielorusso, invitando il governo bielorusso a cessare la repressione, a pubblicare i reali risultati delle elezioni e a ripristinare diritti e libertà fondamentali, a partire dalla libertà di riunione pacifica, dalla libertà di espressione e di stampa;

    oltre all'Osce, l'Unione europea si è subito espressa attraverso la presidente Von der Leyen che ha dichiarato che: «Non c'è posto in Europa per chi bersaglia e reprime con violenza chi protesta pacificamente. I diritti fondamentali in Bielorussia devono essere rispettati», chiedendo alle autorità di assicurare che i voti dell'elezione siano contati e pubblicati;

    l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, Josep Borrell, ha convocato su proposta polacca, un consiglio degli affari esteri straordinario anche per discutere del voto in Bielorussia, da lui definito «non libero e non equo», arrivando a prospettare possibili sanzioni da parte dell'Unione europea;

    il presidente dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, Rik Daems ha dichiarato che le elezioni bielorusse sono state «ben lungi dall'essere libere ed eque: i candidati non hanno potuto competere e fare campagne liberamente, ci sono state gravi restrizioni alla libertà di riunione e alla libertà di espressione – comprese le detenzioni diffuse di manifestanti pacifici, attivisti e giornalisti – e l'integrità del voto anticipato è stata messa in discussione», esortando le autorità a dare prova della massima moderazione e ad assicurare il libero esercizio dei diritti umani e delle libertà fondamentali, conformemente agli obblighi e agli impegni internazionali della Bielorussia;

    l'assemblea del Consiglio d'Europa – consesso cui la Bielorussia ha chiesto di aderire nel 1997 senza però assicurare le condizioni necessarie in termini di progresso democratico, per cui il processo di adesione è allo stato congelato – ha da tempo esortato le autorità bielorusse ad evolvere verso un «sistema politico veramente competitivo» in cui partiti e candidati possano registrarsi e fare campagna senza ostacoli e gli elettori possano fare scelte libere e informate;

    l'Italia intrattiene con la Bielorussia proficui e costanti rapporti bilaterali fin dal 1992, come confermano il quadro di accordi siglati tra i due Paesi, la visita del presidente Lukaschenko in Italia nel 2016 e le numerose iniziative di solidarietà intraprese dalla società civile italiana nei confronti dei minori bielorussi colpiti dalla tragedia di Chernobyl. L'Italia è soprattutto impegnata nel dialogo con Minsk sul terreno dei diritti umani, in particolare per l'abolizione o la moratoria della pena di morte, al fine di facilitare il dialogo con l'Unione europea e promuovere la reintegrazione della Bielorussia nella comunità politica internazionale, anche attraverso la modernizzazione dell'economia, la mobilità ed i contatti a livello di società civili così come nelle comuni iniziative incentrate sulla memoria delle vittime del nazifascismo;

    il Governo italiano ha espresso profonda preoccupazione per l'ondata di arresti indiscriminati di questi giorni a Minsk, così come per la compressione dei principali diritti civili e delle fondamentali libertà democratiche, inclusa quella di stampa, invitando le autorità di Minsk ad avviare al più presto un dialogo con le opposizioni e a mettere in atto tutte le misure necessarie ad allentare le tensioni, assicurando sostegno ad una Bielorussia stabile e democratica,

impegna il Governo:

   a richiedere alle autorità bielorusse di astenersi da ogni ulteriore misura repressiva nei confronti della popolazione, dalla violazione dei diritti umani e delle libertà civili e a riconoscere i diritti e le prerogative dell'opposizione;

   a proseguire nell'impegno a sostegno delle aspirazioni del popolo bielorusso rispetto ad un ordinamento interno improntato al rispetto degli standard internazionali in materia di Stato di diritto e di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, tenendo conto di tali parametri in eventuali accordi bilaterali in materia di reciproca promozione e protezione degli investimenti e di ulteriori accordi bilaterali;

   a favorire misure di accoglienza e protezione nei confronti dei cittadini bielorussi costretti a lasciare il Paese per sfuggire alla repressione;

   a sostenere la presidenza di turno dell'Osce, al momento detenuta dall'Albania, nella mediazione politica, operando per una celere nomina di un nuovo segretario generale dell'Osce per rafforzare l'impegno diplomatico;

   a sostenere l'attivazione di procedure internazionali per l'accertamento delle responsabilità personali nelle violazioni dei diritti umani e delle libertà civili, concentrando eventuali misure sanzionatorie verso chi se ne sia reso responsabile, senza che le loro negative conseguenze ricadano sui cittadini e sulla società civile;

   a sostenere tutte le iniziative che l'Unione europea e l'Osce assumeranno per ridurre l'attuale tensione e promuovere l'apertura di una nuova fase nella vita politica della Bielorussia.
(7-00537) «Fassino, Cabras, Formentini, Suriano, Zoffili, Quartapelle Procopio, Valentini, Migliore, Palazzotto, Lupi, Boldrini».