ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08322

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 713 del 23/06/2022
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12390
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/06/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 23/06/2022
Stato iter:
06/07/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/07/2022
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 06/07/2022
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/06/2022

DISCUSSIONE IL 06/07/2022

SVOLTO IL 06/07/2022

CONCLUSO IL 06/07/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08322
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Giovedì 23 giugno 2022, seduta n. 713

   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   circa 35 famiglie italiane sono alle prese con il blocco delle adozioni in Cina, da oltre due anni. Alcune di esse sono state, già dal 2020, abbinate, ai fini dell'adozione internazionale, a bambini in Cina, ma, purtroppo la pandemia ha impedito il loro viaggio verso la Cina e dunque il concludersi della procedura adottiva;

   le procedure adottive di cui sopra avrebbero dovuto concludersi nel mese di giugno dello stesso 2020, ma, con l'inizio della pandemia, le istituzioni cinesi, hanno interrotto tutte le comunicazioni istituzionali. Difatti, nel gennaio 2020 è stato firmato il primo documento che impegnava i genitori italiani ad adottare e i due Stati a cooperare affinché l'adozione andasse a buon fine. A marzo sarebbe dovuto arrivare un altro documento, la cosiddetta «pergamena rossa» che consente alle coppie di fare i documenti necessari ai visti per entrare nel Paese. Con la pandemia non è arrivato nulla, tutto si è bloccato fino ad oggi. Il Commissario straordinario per il COVID-19, Figliuolo, aveva anche dato la priorità alle coppie adottive perché fossero vaccinate tra fine aprile e inizio giugno per poter partire, ma la Cina – a quanto ha riferito alle famiglie la Commissione adozioni internazionali – si è trincerata dietro la preoccupazione per la salute dei bambini, temendo che in Italia non siano sicuri;

   nel frattempo 3 coppie hanno ricevuto, da parte del Governo cinese, la revoca degli abbinamenti, con motivazioni non molto chiare, che hanno minato completamente l'equilibrio delle coppie, tanto da generare per alcuni, l'abbandono dell'iter e per altri un sostegno psicologico e farmacologico per gestire il «trauma da stress prolungato». Inoltre, la preoccupazione è aggravata dalla consapevolezza che per aprire un'altra pratica di adozione in un altro Paese, occorre considerare:

    a) che la normativa italiana prevede la rinuncia di quella in corso e questo già provoca un dolore;

    b) la paura che i bambini, che nel frattempo sono cresciuti, perdano per sempre l'opportunità di essere accolti in una famiglia e diventare finalmente figli;

    c) non è prevista alcuna precedenza sulle liste di attesa per cui i tempi potrebbero essere ancora molto lunghi;

    d) non meno importante è l'investimento economico e personale che le famiglie dovrebbero sopportare da sole ancora una volta –:

   quale sia lo stato della trattativa con la Repubblica cinese in merito alle adozioni già avviate prima della pandemia e quali iniziative possano essere intraprese per dare una risposta, ed eventualmente conciliare una proposta alternativa, a queste famiglie in attesa da oltre due anni.

   a) che la normativa italiana prevede la rinuncia di quella in corso e questo già provoca un

   dolore;

   b) la paura che i bambini, che nel frattempo sono cresciuti, perdano per sempre l'opportunità di essere accolti in una famiglia e diventare finalmente figli;

   c) non è prevista alcuna precedenza sulle liste di attesa per cui i tempi potrebbero essere ancora molto lunghi;

   d) non meno importante è l'investimento economico e personale che le famiglie dovrebbero sopportare da sole ancora una volta –:

   quale sia lo stato della trattativa con la Repubblica cinese in merito alle adozioni già avviate prima della pandemia e quali iniziative possano essere intraprese per dare una risposta, ed eventualmente conciliare una proposta alternativa, a queste famiglie in attesa da oltre due anni.
(5-08322)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 luglio 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-08322

  La pandemia ha determinato un rallentamento generalizzato delle adozioni internazionali, dovuto all'effetto delle misure restrittive di contenimento del contagio, tra cui la chiusura delle frontiere (e la conseguente riduzione dei collegamenti aerei), cui si è aggiunto un rallentamento dell'operatività degli uffici preposti alla lavorazione delle pratiche nei Paesi d'origine dei minori.
  Per il «caso Cina», tutte le istituzioni italiane competenti, dai Ministri Di Maio e Bonetti, alla Commissione Adozioni Internazionali (C.A.L), alla Farnesina e alla nostra Ambasciata a Pechino, si sono impegnate con costanti e puntuali interventi a richiedere alle autorità cinesi di riprendere gli iter di adozione già avviati a inizio 2020, anche nel nuovo quadro condizionato dall'emergenza sanitaria.
  Questi i fatti.
  Prima della chiusura della frontiera cinese, 5 coppie sono giunte allo stadio finale dell'iter adottivo, avendo ricevuto l'invito a recarsi nel Paese («pergamena rossa») per completare il procedimento e congiungersi con i minori.(1) A queste cinque, si aggiungono le 35 coppie italiane con abbinamenti a bambini cinesi, ora scese a 31. Tre di queste hanno infatti visto i loro abbinamenti revocati dall'Autorità Centrale Cinese e un'altra ha deciso di interrompere la procedura per motivi personali. Le revoche da parte cinese sono, rispettivamente, dovute; in un caso alla comparsa della madre biologica; negli altri due, alla precedenza accordata ad adozioni nazionali, in applicazione del principio di sussidiarietà, sancito dalla stessa convenzione de l'Aja del 29 maggio 1993, sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale.
  Queste 31 coppie hanno ricevuto la «pergamena verde», ovvero la comunicazione cinese di assenso al proseguimento della domanda di adozione, poi restituita e debitamente controfirmata dalla C.A.I. alle Autorità cinesi.
  Purtroppo però, a causa della pandemia, la Cina ha congelato le procedure e sospeso il rilascio di visti anche per i genitori già in possesso della «pergamena rossa». La sospensione delle procedure per la concessione di questi visti non contempla eccezioni per adozioni.
  Data questa situazione di stallo che so bene aver comportato e continua a comportare dolore e delusioni legittime nelle famiglie toccate, il Governo italiano ha adottato una serie di iniziative volte a sbloccare le procedure.
  Di queste, vorrei qui citare le principali.
  Già dal marzo 2020 con il manifestarsi della pandemia, la CAI si rivolgeva, a più riprese nel corso di quell'anno alle Autorità cinesi del China Center far Children Welfare and Adoption (CCCWA) per chiedere notizie in merito allo stato delle procedure pendenti. L'Italia ha altresì promosso iniziative congiunte con le Autorità centrali di Francia, Spagna e Svezia, per continuare a sollecitare la controparte cinese. Solo nel gennaio 2021, il Vice Ministro degli esteri cinese Qin Gang, rispondeva alle diverse sollecitazioni assicurando l'impegno delle Autorità cinesi a facilitare la definizione delle procedure di adozione pendenti delle famiglie italiane ma solo «nel momento in cui la diffusione del Covid-19 fosse stata effettivamente contenuta in Italia e su scala mondiale».
  È per questo che abbiamo richiesto regolari aggiornamenti alla controparte cinese, sia sullo stato di salute dei minori abbinati alle famiglie italiane sia sulla possibilità – almeno per le famiglie già vaccinate – di potersi recare in Cina per concludere la procedura di adozione. Al riguardo vorrei ringraziare la Commissione Adozioni Internazionali e la nostra Ambasciata a Pechino per l'incessante impegno profuso in questa direzione.
  Così come vorrei ringraziare la struttura di supporto commissariale allora guidata dal Generale Figliuolo, che in tempi molto rapidi ha assicurato la vaccinazione prioritaria di tutte le famiglie in attesa di concludere una procedura di adozione internazionale, così accogliendo un'espressa richiesta della CAI.
  Purtroppo nelle risposte via via ricevute dalle autorità cinesi è emerso sempre più chiaramente un sostanziale atteggiamento di chiusura rispetto alla possibilità per le famiglie adottive di recarsi in Cina, adducendo come motivazione il fatto che la pandemia non fosse ancora pienamente sotto controllo e che i minori fossero soggetti particolarmente vulnerabili e non vaccinati.
  È per questo che con il migliorare della situazione, nel secondo semestre del 2021, la CAI tornava a rivolgersi a più riprese, alle Autorità del CCCWA, per sottolineare il sensibile miglioramento dello stato dell'emergenza epidemiologica in Italia e l'avanzamento della campagna vaccinale, reiterando la richiesta alle Autorità cinesi di autorizzare le famiglie in attesa di concludere l'iter adottivo.
  La posizione di sostanziale chiusura delle Autorità cinesi è stata tuttavia confermata: le Autorità cinesi hanno sempre ribadito che le adozioni internazionali sarebbero ripartite soltanto quando la diffusione dell'epidemia di Covid-19 fosse stata debellata a livello globale.
  Non ci siamo però fermati.
  Cito il Ministro Di Maio che ha sollevato la questione con il Consigliere di Stato e Ministro degli esteri cinese Wang Yi a margine del G20 a ottobre scorso, suggerendo di lavorare congiuntamente per soluzioni concrete, come l'emissione di visti di carattere umanitario, per consentire alle famiglie italiane in attesa di completare le procedure di adozione pendenti. Il Ministro Wang Yi non ha tuttavia nascosto l'intenzione di Pechino di mantenere ancora le misure restrittive in atto.
  Questa difficile circostanza interessa anche altri Paesi europei (Spagna, Francia, Svezia) nonché gli Stati Uniti. Con questi partner abbiamo provato a fare passi congiunti. Ma purtroppo i segnali non sono ancora risolutivi.
  Data l'impasse, la CAI ha accordato alle coppie che hanno avuto formale revoca del rispettivo abbinamento, la possibilità di instradare la procedura adottiva anche in un secondo Paese di origine.
  Dell'ipotesi del ricorso del cosiddetto doppio canale le coppie italiane sono state informate sia dagli Enti autorizzati che in occasione dei numerosi incontri ospitati dalla stessa CAI.
  Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, d'intesa con l'Ambasciata italiana a Pechino e con la CAI, continuerà a seguire con la massima attenzione l'evoluzione della questione e proseguirà nei tentativi di dialogo con le competenti autorità cinesi al fine di sbloccare quanto prima lo stallo. Questo senza far mancare l'ascolto e la vicinanza alle famiglie coinvolte, come fin qui fatto anche attraverso regolari incontri.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

adozione internazionale

Repubblica

malattia infettiva