ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07850

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 673 del 06/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINO PIERO PARTITO DEMOCRATICO 06/04/2022
PALAZZOTTO ERASMO PARTITO DEMOCRATICO 06/04/2022
BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 06/04/2022
DELRIO GRAZIANO PARTITO DEMOCRATICO 06/04/2022


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 06/04/2022
Stato iter:
07/04/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 07/04/2022
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 07/04/2022
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 07/04/2022
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 07/04/2022

SVOLTO IL 07/04/2022

CONCLUSO IL 07/04/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07850
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 6 aprile 2022, seduta n. 673

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FASSINO, PALAZZOTTO, BOLDRINI e DELRIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 30 marzo 2022, il presidente tunisino Saied ha sciolto il Parlamento, i cui lavori erano stati sospesi fino a data da definirsi otto mesi fa. Difatti, nel luglio 2021, Saied aveva rimosso il Primo ministro, il terzo nel giro di un anno, e aveva sospeso i lavori del Parlamento, con una mossa che i suoi oppositori avevano definito un «colpo di Stato». Ad agosto 2021 aveva esteso la sospensione dei lavori in Parlamento «fino a nuovo avviso» e a settembre 2021 aveva firmato un provvedimento che gli permetteva di governare per decreto, senza dover passare per il Parlamento. A dicembre 2021, infine, aveva annunciato un referendum, fissato per luglio del 2022, per approvare una nuova Costituzione in sostituzione di quella entrata in vigore nel 2014 e per il prossimo dicembre nuove elezioni politiche;

   il motivo alla base della decisione dello scioglimento definitivo riguarderebbe un presunto tentativo di golpe – almeno stando alle accuse di Saied – da parte di un gruppo parlamentare nei confronti del quale è stata ordinata un'indagine immediata e che rischia ora fino alla pena di morte. Difatti, su invito dell'Ufficio dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo, organismo che riunisce la Presidenza del Parlamento e i rappresentanti dei partiti, 120 deputati (su un totale di 217) hanno partecipato alla plenaria online. Centosedici parlamentari hanno votato a favore di un disegno di legge volto a revocare le misure eccezionali adottate da Saied;

   sciogliendo il Parlamento, fondato oltre dieci anni fa, ha precisato l'Osservatorio euromediterraneo dei diritti umani (Euromed Monitor), organizzazione indipendente con sede a Ginevra, «il Presidente continua ad adottare misure che contraddicono i suoi doveri costituzionali, e agisce, non appena vengono annunciate le misure eccezionali, in modo unilaterale senza rispettare la costituzione, che si era comunque impegnato a rispettare sin dal suo insediamento»;

   lo scioglimento del Parlamento tunisino aggrava la grave crisi in corso da tempo in Tunisia, che, negli ultimi anni, era già stata notevolmente complicata dalla forte instabilità politica, da un'intensa crisi economica e dalla pandemia, ma soprattutto dall'autoritarismo dello stesso presidente –:

   quali iniziative bilaterali con le istituzioni tunisine e multilaterali con i Paesi europei intenda avviare il Ministro interrogato per monitorare gli sviluppi istituzionali in Tunisia e consentire elezioni libere che rispettino e garantiscano la crescita democratica tanto agognata dal popolo tunisino con la «primavera araba».
(5-07850)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 aprile 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-07850

  Continuiamo a monitorare con grande attenzione l'evolversi della situazione politica in Tunisia. Paese che rappresenta per l'Italia un partner di importanza strategica.
  Assieme ai nostri principali partner in ambito G7 e Unione europea, abbiamo svolto in questi mesi un ruolo di primo piano nel sensibilizzare le autorità tunisine sulla necessità di fare progressi verso il ripristino dell'ordine costituzionale e di assicurare il pieno rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali.
  La road map sulle riforme politiche e costituzionali portata avanti dal Presidente Saïed rappresenta un importante passo in avanti. Occorre però verificarne la concreta attuazione.
  Alcune recenti decisioni sono infatti fonte di preoccupazione. Basti pensare ai decreti riguardanti le attività del Consiglio Superiore della Magistratura, su cui l'Italia si è pronunciata proprio in questo senso assieme ai partner G7. Le riforme politiche volte al ristabilimento della democrazia e della normalità istituzionale nel Paese devono consentire al potere legislativo di riacquisire le proprie funzioni.
  Continuiamo dunque a monitorare con grande attenzione gli sviluppi su questo versante, anche a seguito dello scioglimento del Parlamento, già congelato dal 25 luglio scorso. La road map del Presidente Saïed culminerà in elezioni legislative programmate per il prossimo dicembre, mentre i partiti politici – anche alla luce delle recenti tensioni citate dalla Onorevole interrogante – chiedono di anticiparne lo svolgimento.
  Anche per questo auspichiamo che il dialogo nazionale annunciato dal Presidente Saïed sia quanto più inclusivo possibile, coinvolgendo in modo efficace la società civile e tutte le istanze del variegato panorama politico tunisino. Una scelta in senso contrario rischierebbe di esacerbare le divisioni interne, provocando nel tessuto politico e sociale del Paese fratture difficilmente sanabili.
  Nella stessa logica abbiamo accolto con particolare favore la recente missione in Tunisia della Presidente della Commissione di Venezia, Claire Bazy-Malaurie. In qualità di Presidenza di turno del Consiglio d'Europa, l'Italia ritiene che un confronto strutturato tra le autorità tunisine e la Commissione di Venezia sui prossimi passi delle riforme politiche e costituzionali possa rappresentare un valore aggiunto.
  Rimaniamo profondamente preoccupati per lo stato dell'economia tunisina. La crisi può avere un forte impatto socio-politico e anche ricadute negative sui flussi migratori.
  La presentazione da parte del Governo tunisino al Fondo Monetario Internazionale di un piano di riforme economiche, condizione necessaria per poter accedere a quelle forme di assistenza finanziaria di cui la Tunisia ha bisogno, va nella giusta direzione.
  La conclusione in tempi rapidi di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale è fondamentale per rassicurare i mercati e gli investitori. L'accordo garantirebbe la sostenibilità delle finanze pubbliche del Paese, a tutela del benessere del popolo tunisino.
  Auspichiamo con forza che i negoziati formali con il Fondo possano essere avviati il più rapidamente possibile. Al tempo stesso, l'Italia rimane impegnata anche in sede europea per scongiurare scenari di dissesto finanziario in Tunisia.
  È importante tenere presente che la guerra in Ucraina rischia di compromettere ulteriormente un quadro economico e sociale già molto fragile, abbattendosi sulla Tunisia e sui Paesi del vicinato mediterraneo anzitutto in termini di sicurezza alimentare. Su questo versante l'Italia sta promuovendo, in partenariato con le Agenzie delle Nazioni Unite, tutte le iniziative necessarie ad assicurare una risposta multilaterale efficace.
  La Tunisia è un nostro partner naturale. La posizione assunta da Tunisi contro l'aggressione russa all'Ucraina, anche in sede ONU, dimostra la nostra vicinanza. Non lasceremo solo questo Paese amico in uno dei passaggi più delicati della sua storia. Continueremo a favorire la ripresa della sua economia così come del pieno funzionamento delle sue istituzioni democratiche.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

parlamentare

rappresentanza politica