ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07615

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 646 del 25/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: GRIPPA CARMELA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 25/02/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SEGNERI ENRICA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2022
BARBUTO ELISABETTA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 25/02/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 25/02/2022
Stato iter:
24/03/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2022
Resoconto ACCOTO ROSSELLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 24/03/2022
Resoconto GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/03/2022

SVOLTO IL 24/03/2022

CONCLUSO IL 24/03/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07615
presentato da
GRIPPA Carmela
testo di
Venerdì 25 febbraio 2022, seduta n. 646

   GRIPPA, SEGNERI e BARBUTO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si legge dalla stampa, in un articolo pubblicato sulla pagina web «L'Arena.it» del 13 febbraio 2022, a firma di Paolo Mozzo, titolato «Mancano i portalettere, quasi 9 mila in attesa di stabilizzazione. “Pochi postini? Io sogno di farlo”», ci sarebbero diversi problemi legati alle selezioni per un posto di lavoro presso la società Poste Italiane Spa come segnalato dal soggetto intervistato nello stesso;

   nel medesimo articolo si apprende: «Mancano i portalettere, soprattutto nel Veronese. Assenza di candidati, in particolare degli “autoctoni”? O un problema di sistema, ovvero di Poste Italiane? La premessa e promessa è: “Niente nome, perché io in quell'azienda vorrei ancora entrare”. Ok, in codice sarà Betty. E spiega qualcosa del meccanismo: “Ti viene fatto un contratto di 12 mesi al massimo, con possibilità di accesso a una graduatoria in cui, in base ad accordi, si decide quante persone assumere. Gli ex ‘Ctd’ (contratti a tempo determinato, ndr) in attesa di stabilizzazione sono migliaia”. Sarà perché cambia, negli anni, il requisito legato ai mesi di servizio? “Io ne ho 12, sono stata in tre classifiche ma finora nulla... Non è un lavoro per tutti”»;

   è dello stesso tenore il contenuto di una nota diramata su un post pubblicato da Ugl sulla pagina Facebook nella giornata del 20 febbraio 2022 alle ore 8:03 (intitolata «25.000 Assunzioni e difficoltà a reperire CTD?» in cui si fa espressamente presente che esisterebbero delle illusorie offerte di lavoro da parte della società Poste Italiane e che, al riguardo, vi sarebbero poche stabilizzazioni, a fronte di poche assunzioni rispetto ai circa 100 mila curriculum raccolti negli ultimi due anni;

   a chiarire quanto starebbe accadendo nel settore è stata resa una ulteriore dichiarazione del segretario regionale Sic Cgil Veneto, pubblicata sulla pagina web della Cgil veneto 19 febbraio 2022 con titolo: «Sic Cgil sulle difficoltà di Poste Italiane ad assumere portalettere in Veneto», che descrive il fenomeno in questi termini: «Dal nostro osservatorio e sulla base del rapporto stretto con le lavoratrici e i lavoratori dell'azienda, vogliamo però sottolineare alcune delle ragioni, secondo noi le principali, che concorrono a determinare questa situazione. Oggi, il mondo del precariato al recapito si regge su un modello di sfruttamento fatto di straordinario non pagato e dell'assenza di minime regole di sicurezza (durante il periodo estivo, per esempio, i portalettere della nostra regione non avevano le scarpe dpi). Gran parte dei contratti, inoltre, hanno una durata trimestrale e vengono rinnovati preferibilmente a chi non rivendica i propri diritti. Inoltre, i contratti vengono chiusi sistematicamente entro i 360/362 giorni dal loro avvio, evitando così il completamento di un anno pieno di lavoro (il massimo consentito dal Decreto Dignità). Questo inficia anche la speranza di future stabilizzazioni e favorisce logiche clientelari di gestione dei precari. Le singole giornate di contratto in più, utili a raggiungere i 365 giorni, sono infatti garantite solo a una parte dei lavoratori. Sembra poca cosa e invece può fare la differenza per un'assunzione a tempo indeterminato, essendo quello dell'anzianità di servizio uno dei criteri decisivi per le graduatorie. E visto che il 95 per cento circa dei portalettere vengono da fuori regione, quelli che mancano rinunciano a questa opportunità perché sanno che verranno scavalcati, nelle stabilizzazioni, da chi ha appunto la “fortuna” di aver lavorato appena qualche giorno in più. A tutto ciò si aggiunge una politica di bassi salari che caratterizza storicamente non solo l'azienda, ma l'intero settore. Anche questo rende poco appetibile un percorso lavorativo in Poste Italiane» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e se essi corrispondano al vero;

   quali iniziative intendano assumere, per quanto di competenza, al fine di conoscere la situazione delle assunzioni in Poste su base regionale, nonché al fine di evitare un eventuale sfruttamento del personale assunto nella società, ovvero in ordine a come rendere chiari i percorsi per una stabilizzazione di quello ad oggi precario.
(5-07615)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 24 marzo 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07615

  L'onorevole interrogante sottopone all'attenzione del Governo la situazione assunzionale di Poste Italiane Spa, con particolare riferimento alla selezione e assunzione con contatti a termine dei portalettere nella regione Veneto.
  Poste Italiane, interpellata sulla questione per il tramite del Ministero dello sviluppo economico, ha rappresentato che il personale applicato nelle attività di recapito nella regione Veneto risulta complessivamente coerente con il fabbisogno rilevato.
  In particolare, durante il biennio pandemico, al fine di garantire l'equilibrio delle dinamiche di turn-over; sono state effettuate nella regione Veneto 617 assunzioni a tempo indeterminato tramite la stabilizzazione di personale che aveva in precedente un contratto a tempo determinato. Di queste assunzioni, 130 sono avvenute nella provincia di Verona.
  L'Azienda inoltre riferisce di aver proceduto, nel corrente mese di marzo, a stabilizzare 343 portalettere, di cui 57 nella provincia di Verona.
  Poste italiane ha fatto presente di far ricorso su scala nazionale, nelle attività di recapito, a contratti a termini e contratti di somministrazione, in ragione della variabilità dei volumi dell'attività stessa e delle esigenze di sostituzione dei lavoratori assenti, e comunque sempre nel rispetto delle percentuali massime definite dalla contrattazione collettiva e nel rispetto degli obblighi in materia di sicurezza.
  Certamente la situazione segnalata dagli onorevoli interroganti desta preoccupazione ed è meritevole della massima attenzione e vigilanza, sia per ciò che attiene al ricorso eccessivo ai contratti di lavoro a termine, sia per ciò che attiene alla garanzia di condizioni di lavoro sicure e dignitose per i lavoratori.
  Il Ministero del lavoro ha interessato l'Ispettorato nazionale del lavoro, al fine di acquisire eventuali informazioni sulla situazione occupazionale e sulle condizioni di lavoro di questa platea di lavoratori, con particolare riguardo alla situazione territoriale segnalata dall'interrogante.
  Assicuro quindi la massima attenzione a seguire l'evoluzione della vicenda e la disponibilità a sostenere – per quanto di competenza e d'intesa con le altre Amministrazioni competenti – le eventuali iniziative che le parti sociali intendano promuovere per avviare un'interlocuzione diretta e concertata sulla questione, anche ai fini di un rafforzamento del percorso di stabilizzazione del personale.
  Più in generale, nel condividere le criticità manifestate espressa dall'onorevole interrogante relativamente alla eccessiva flessibilizzazione dei rapporti di lavoro, vorrei soffermarmi sulle misure adottate dal Governo per far fronte alla difficile situazione occupazionale conseguente alla pandemia e agli interventi per il contrasto al lavoro precario.
  Sono state varate importanti misure in materia di politiche del lavoro volte a creare le condizioni affinché – superata definitivamente la situazione emergenziale – sia promosso, incentivato e garantito il lavoro stabile, sicuro e di qualità.
  Come noto, per fronteggiare l'emergenza sono state adottate misure temporanee ed eccezionali, quali la proroga della sospensione delle causali dei contratti a termine introdotte dal decreto cosiddetto «Dignità», in coerenza le altre misure emergenziali adottate a protezione e a sostegno dell'occupazione, quali ad esempio il regime transitorio riferito alle missioni dei lavoratori somministrati.
  Non c'è mai stato un impulso ad incentivare in maniera strutturale la contrattazione a termine, ma solo un intervento di carattere straordinario e temporalmente limitato, che tenesse conto delle esigenze straordinarie di flessibilità delle imprese connesse con la contrazione delle dinamiche produttive.
  Preme ricordare che l'Agenda 2030 colloca il lavoro dignitoso per tutti i lavoratori e le lavoratrici al centro delle politiche per lo sviluppo e per una crescita sostenibile e inclusiva.
  Il Ministero del lavoro ha varato riforme strutturali e misure rilevanti per il lavoro e le politiche sociali, in particolare la riforma degli ammortizzatori sociali, l'attuazione del Programma di occupabilità dei lavoratori, il rilancio dell'apprendistato formativo e dei tirocini extracurriculari, il contrasto alla delocalizzazione, la riforma della disciplina per la sicurezza nei luoghi di lavoro.
  Tutti questi interventi concorrono a definire un sistema di protezione sociale più equo, sostenibile e capace di far fronte alle trasformazioni, nonché alle instabilità del mercato del lavoro, supportando le transizioni occupazionali e attenuando l'impatto sociale delle crisi.
  In questo contesto, quale misura di protezione e sviluppo del mercato del lavoro, risulta fondamentale la valorizzazione ed il rafforzamento dell'integrazione degli ammortizzatori sociali con le politiche attive del lavoro.
  L'obiettivo è quello di garantire tutele adeguate non più attraverso misure meramente assistenziali e disomogenee tra lavoratori e settori produttivi, ma atte a favorire un sostegno al reddito contestualmente all'attivazione di politiche attive dirette alla ricollocazione e alla mobilità professionale verso le reali richieste del mercato del lavoro.
  In particolare, in sintonia con quanto già realizzato e nell'ottica di una piena attuazione degli obiettivi del Pnrr, occorre rafforzare gli interventi sulla formazione e sulla riqualificazione dei lavoratori, che rappresentano l'investimento strutturale più strategico e foriero di garanzie per la creazione di un lavoro stabile e sicuro.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contratto

politica salariale

basso salario