ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07557

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 640 del 17/02/2022
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/08981
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 17/02/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SODANO MICHELE MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 17/02/2022


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 17/02/2022
Stato iter:
25/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/05/2022
Resoconto GAVA VANNIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
 
REPLICA 25/05/2022
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MISTO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/02/2022

DISCUSSIONE IL 25/05/2022

SVOLTO IL 25/05/2022

CONCLUSO IL 25/05/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07557
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo di
Giovedì 17 febbraio 2022, seduta n. 640

   VILLAROSA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   l'Etna, con i suoi 3350 metri di altitudine e 35 chilometri di diametro alla base, è il vulcano ad attività persistente più grande d'Europa;

   si definiscono ad attività persistente quei vulcani che danno eruzioni continue o separate da brevi periodi di riposo, dell'ordine di mesi o di pochissimi anni. Sono vulcani che eruttano frequentemente e che, per le condizioni di attività a condotto aperto, presentano una pericolosità ridotta ed a breve termine;

   negli anni l'Etna, ma anche lo Stromboli, alternano attività effusive ed esplosive, con colate di lava e depositi piroclastici, che hanno portato alla stratificazione di prodotti vulcanici;

   dal risveglio dell'Etna, avvenuto il 16 febbraio 2021, si contano già 16 episodi parossistici con intense e prolungate attività e numerose emissioni di nubi eruttive che hanno creato grossi disagi ai cittadini dei comuni colpiti;

   come si apprende dalla stampa (https://www.lasicilia.it): «La cenere dell'Etna: sta diventando un problema molto grosso. Anche stavolta dal cielo è piovuta una grande massa di sabbia, lapilli e pulviscolo vario che ha travolto i paesi della fascia meridionale del vulcano: da Trecastagni a Pedara fino a Belpasso, Misterbianco e naturalmente Catania. Ma l'areale di distribuzione della pioggia di cenere, rilevato dall'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio Etneo, sarebbe assai più ampio: sono giunte alla sede di piazza Roma segnalazioni di ricaduta di cenere da Carlentini e da Augusta»;

   in uno studio del dipartimento di ingegneria civile ed architettura dell'università di Catania, finanziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, chiamato progetto Reucet, «Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee» si evince come le ceneri prodotte durante un'eruzione vulcanica siano ancora oggi considerate come «rifiuto che spesso è gestito in deroga alla normativa vigente»;

   come evidenziato anche dal professor Paolo Roccaro, responsabile scientifico del progetto, «l'uso delle ceneri vulcaniche in sostituzione di materiali naturali consentirebbe di ridurre il consumo di risorse naturali e di evitare lo smaltimento della cenere come rifiuto, promuovendo la transizione verso un'economia circolare... Ad oggi, le ceneri vulcaniche etnee vengono classificate come rifiuto da conferire in discarica o negli impianti di recupero di inerti con notevole risparmio. Costi che si aggiungono a quelli della raccolta con l'impiego di risorse pubbliche per sostenere le amministrazioni locali» –:

   se il Ministro interrogato fosse a conoscenza della problematica di cui in premessa e se non si ritenga necessario, nell'ottica della transizione ecologica che il nostro Paese vuole perseguire, adottare iniziative per valutare una corretta classificazione delle ceneri vulcaniche prodotte durante le numerose eruzioni avvenute negli ultimi anni e soprattutto se intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a sviluppare o incentivare filiere sostenibili nel recupero delle ceneri vulcaniche in modo tale che siano utilizzate nei vari settori produttivi industriali, favorendo in tal modo anche una riduzione dei costi per la raccolta e lo smaltimento che gli enti locali interessati dalla problematica devono sostenere.
(5-07557)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 25 maggio 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-07557

  Con riferimento alla questione posta dall'interrogante, concernente la classificazione e l'utilizzo delle ceneri vulcaniche, si rappresenta quanto segue.
  Come rappresentato nell'interrogazione, negli ultimi anni sono state osservate diverse eruzioni vulcaniche esplosive dell'Etna, le quali hanno prodotto notevoli quantità di ceneri vulcaniche che costituiscono un onere specialmente per le amministrazioni locali, dal momento che, essendo rifiuti, sono necessarie attività quali la raccolta, lo smaltimento ed il conferimento in discarica.
  Pertanto, al fine di rendere più agevole la gestione di certi beni, che possono, fin dall'origine, essere considerati non rifiuti, con il decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 convertito con modificazione dalla legge 29 luglio 2021, n. 108 e, nello specifico, con l'articolo 35 rubricato Misure di semplificazione per la promozione dell'economia circolare comma 1 lettera b), è stato integrato l'articolo 185, comma 1 lettera c) del decreto legislativo n. 152 del 2006, relativamente all'esclusione dall'ambito di applicazione della disciplina rifiuti, inserendo, appunto, le ceneri vulcaniche, «[...] laddove riutilizzate in sostituzione di materie prime all'interno di cicli produttivi, mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente né mettono in pericolo la salute umana».
  Si precisa che, nel rispetto delle suddette prescrizioni, le ceneri vulcaniche, in determinate circostanze, non sono da considerare «rifiuto», bensì materiale che può essere utilizzato in nuovi cicli produttivi.
  Pertanto, per quanto in precedenza affermato, le stesse potranno essere utilizzate nell'ottica dell'economia circolare, in sostituzione di materie prime, purché i processi o metodi utilizzati non arrechino danni all'ambiente e/o alla salute umana.
  Lo stesso progetto REUCET – Recupero e utilizzo delle ceneri vulcaniche etnee, condotto dall'Università di Catania e finanziato da questo Ministero, richiamato dall'Onorevole interrogante, ha messo in risalto l'elevata porosità della cenere vulcanica tale da risultare adeguata a svolgere funzioni di isolamento termico, considerando anche diverse alternative «end of waste».
  A tal proposito si sta valutando un possibile utilizzo delle stesse, nel confezionamento di malte, intonaci e pannelli isolanti, e di materiali ceramici in sostituzione di materiali naturali, nonché nella creazione di miscele per pavimentazioni stradali, evitando così lo smaltimento del materiale vulcanico come «rifiuto».
  Nell'ottica di una «circolarità» nell'uso delle risorse, ma anche in previsione di un abbattimento dei costi che gravano sulle amministrazioni locali per lo svolgimento di attività quali la raccolta delle ceneri, e il trasporto delle stesse, sono auspicabili accordi tra il settore pubblico e i soggetti privati (ad esempio imprese agricole, imprese di costruzione, produttori di fertilizzanti), al fine di organizzare e programmare le successive lavorazioni del materiale prodotto dalle eruzioni vulcaniche.
  Si rammenta, altresì, che qualora le ceneri vulcaniche siano riutilizzate in maniera diversa da quanto descritto nell'art. 185 del decreto legislativo 152/2006, le stesse costituiscono rifiuto e debbono sottostare alla disciplina di settore, in termini di prescrizioni ed atti autorizzativi, per quanto attiene alla attività di raccolta, stoccaggio, trasporto e conferimento agli idonei impianti di trattamento.
  Si segnala altresì che in occasione delle attività eruttive in argomento, che hanno generato la caduta di ceneri vulcaniche anche in aree distanti dalle aree contermini, numerosi comuni hanno adottato apposite ordinanze, ex articolo 191 del decreto legislativo 152/2006, al fine di gestire tali ceneri come rifiuti.
  Tuttavia, questo Ministero, nella valutazione di suddette ordinanze, ha segnalato ai comuni interessati e alla regione Sicilia la possibilità, ai sensi del richiamato articolo 185, di escludere dall'ambito di applicazione della gestione rifiuti suddetti materiali qualora impiegati in un ciclo produttivo. Proprio in tal senso, e così come auspicato, è stato suggerito di approntare convenzioni o accordi preliminari ad ulteriori eventi eruttivi al fine di garantire che la raccolta delle ceneri vulcaniche non rappresenti un costo aggiuntivo per le amministrazioni interessate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

eruzione vulcanica

consumo

deposito dei rifiuti