ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/07277

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 615 del 15/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUGGIERO FRANCESCA ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 06/04/2022


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 15/12/2021
Stato iter:
06/04/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/04/2022
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 06/04/2022
Resoconto RUGGIERO FRANCESCA ANNA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/12/2021

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 06/04/2022

DISCUSSIONE IL 06/04/2022

SVOLTO IL 06/04/2022

CONCLUSO IL 06/04/2022

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-07277
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo presentato
Mercoledì 15 dicembre 2021
modificato
Mercoledì 6 aprile 2022, seduta n. 673

   BUSINAROLO, RUGGIERO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da notizie di stampa recenti (www.ilmattino.padova.it del 9 dicembre 2021) si apprende della diffusione di una nota datata 7 dicembre 2021, diramata dalla direzione generale dell'area sanità e sociale dell'azienda U.l.s.s. n. 6 Euganea (prot. n. 572206), con la quale veniva comunicata la conversione, a partire dall'8 dicembre 2021, del pronto soccorso in punto di primo intervento e la progressiva trasformazione in Covid-Hospital dell'ospedale «Madre Teresa» di Schiavonia (Padova);

   nella Nota veniva evidenziata anche la necessità di adeguarsi alla trasformazione per il 118, poiché la struttura non avrebbe più erogato alcune attività chirurgiche in urgenza;

   la decisione assunta dall'Ulss 6 ha suscitato molte polemiche soprattutto tra i 44 sindaci e i 180 mila residenti della Bassa padovana, preoccupati delle conseguenze di una nuova riconversione dell'unico nosocomio di Schiavonia, ritornato alla normalità, nel mese di giugno 2021, dopo essere stato trasformato, per un anno intero, in ospedale Covid dedicato, con la conseguente interruzione di tutte le attività chirurgiche e il dirottamento dei pazienti «no Covid» in altre strutture spesso lontane;

   dalle dichiarazioni rilasciate da diversi sindaci è emersa molta preoccupazione legata principalmente agli inevitabili disagi derivanti da tale scelta e dalla inadeguatezza del nosocomio ad affrontare una nuova riconversione, per cui sono state suggerite diverse ipotesi alternative, tra cui l'individuazione di altre strutture e la predisposizione di reparti e terapie intensive all'interno delle stesse o la possibilità di un doppio accesso, sia per pazienti Covid che per tutti gli altri, all'interno dello stesso ospedale –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza e in raccordo con la regione, intenda porre in essere, impedendo ricadute negative per il territorio, gravemente penalizzato dalla riconversione in Covid-Hospital dell'unico ospedale, il «Madre Teresa» presente a Schiavonia, che costringerebbe i pazienti a spostarsi spesso verso altre province per accedere ai servizi di diverse strutture ospedaliere, con inevitabili disagi sia di carattere logistico che economico.
(5-07277)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 aprile 2022
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07277

  In relazione al quesito posto dall'onorevole interrogante, rappresento quanto segue.
  A seguito della Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 che ha dichiarato lo stato di emergenza sul territorio nazionale per il rischio sanitario da Covid-19, per fronteggiare l'emergenza pandemica e disporre la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria, sono stati adottati nei mesi successivi numerosi provvedimenti, sia a livello nazionale che regionale.
  Ricordo che l'articolo 5-sexies del decreto-legge n. 18 del 2020 ha espressamente previsto la possibilità di rimodulare o sospendere le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, ivi incluse quelle erogate in regime di libera professione intramuraria.
  Per quanto riguarda la regione Veneto, la stessa regione ha precisato che in data 15 marzo 2020 è stata istituita una Unità di crisi, che ha elaborato e approvato il Piano di Emergenza Ospedaliera COVID-19 del Veneto, prevedendo un incremento dell'offerta di posti letto aggiuntivi e l'individuazione di ospedali interamente dedicati ai pazienti COVID. Ciò anche in attuazione della circolare del Ministero della salute prot. GAB 2627 in data 1° marzo 2020, recante misure per incrementare la dotazione dei posti letto in terapia intensiva e nelle unità operative di pneumologia e di malattie infettive.
  Con Delibera della Giunta regionale 5 maggio 2020 n. 552, è stato approvato il «Piano Emergenziale ospedaliero di preparazione e risposta ad eventi epidemici».
  Con successiva Delibera 6 agosto 2020 n. 1103 è stato approvato il Piano emergenziale per l'autunno 2020, che ha previsto ulteriori interventi nell'ambito dell'assistenza ospedaliera e dell'accesso al Pronto Soccorso, il potenziamento dei laboratori di microbiologia e l'adozione di test rapidi da parte di Pronto soccorso, delle RSA e dei Medici di Medicina Generale.
  La regione Veneto ha attivato le Unità speciali di Continuità Assistenziali (USCA), ha potenziato la rete di assistenza territoriale con particolare riferimento ai pazienti fragili, cronici e/o affetti da patologie invalidanti e resi più vulnerabili durante la pandemia, l'attivazione dei servizi di telemedicina, per continuare a garantire un'assistenza privilegiando la permanenza a domicilio.
  Tra le azioni adottate, si ricorda l'individuazione, tra gli altri, dell'ospedale di Schiavonia come Covid Hospital.
  Con nota del Direttore generale dell'Area Sanità e Sociale datata 7 dicembre 2021, tenuto conto dell'evoluzione della fase epidemica ed al fine di contenere il progressivo aumento dei casi di infezioni, tutte le Aziende ULSS e Ospedaliere, unitamente all'Istituto Oncologico del Veneto e all'Azienda zero, sono state invitate ad attivare le azioni previste nel Piano di Emergenza Autunno, con l'adozione delle misure che accompagnano ciascuna fase – corrispondente a diversi livelli di rischio sanitario – tra le quali figura anche la Fase 3 che contempla anche l'attivazione di Covid Hospital.
  Per l'Ospedale di Schiavonia, la necessità di procedere con la Fase 3, è stata determinata anche dai dati rilevati in merito all'occupazione dei posti letto nell'area padovana nel periodo dal 1 al 7 dicembre.
  Nella relazione che l'Azienda Ulss 6 Euganea ha inviato all'Area Sanità e Sociale nel mese di gennaio 2022, viene evidenziato che l'ospedale di Schiavonia, pur avendo riconvertito un elevato numero di posti letto a favore dei reparti di terapia intensiva, malattie infettive e pneumologia, ha sempre mantenuto la piena operatività per l'area materno infantile, l'oncologia, la dialisi e la psichiatria.
  Inoltre, pur riducendo l'attività ambulatoriale erogata in ambito ospedaliero, sono state assicurate le prestazioni aventi priorità U e B, cioè le prestazioni da garantire rispettivamente entro 24 ore o 10 giorni dalla prenotazione.
  Inoltre, come da indicazioni regionali, l'Ulss 6, ha definito un progetto per garantire la coesistenza dell'attività ordinaria con quella di ricovero dei pazienti Covid presso l'Ospedale di Schiavonia, in quanto l'infezione da Sars-CoV-2 sta assumendo natura endemica con recrudescenze periodiche.
  L'adozione di alcuni interventi strutturali e l'assunzione di ulteriore personale, consentirà, in particolare, da un lato di prestare le cure ai pazienti Covid durante l'incremento dei contagi, dall'altro di dedicare le medesime risorse al recupero delle liste d'attesa quando l'andamento epidemico sarà più contenuto.
  Le problematiche derivanti dall'attivazione delle misure di contrasto al Covid-19, come ad esempio i Covid Hospital, sono state affrontate anche a livello nazionale con la legge 13 ottobre 2020, n. 126 di conversione del decreto-legge n. 104 che ha introdotto specifiche misure in materia di liste d'attesa, autorizzando le regioni ad avvalersi di strumenti straordinari anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente sulla spesa del personale.
  Per quanto riguarda la regione Veneto, con delibera della Giunta regionale 8 settembre 2020, n. 1329, è stato adottato il Piano Operativo regionale per il recupero delle liste d'attesa sia dei ricoveri ospedalieri che delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di screening, prevedendo anche il reclutamento straordinario di personale e l'incremento del monte ore dell'assistenza specialistica convenzionata interna.
  Il ricorso alle soluzioni adottate con l'articolo 38 della legge regionale n. 30 del 2016 (suddivisione in classi di priorità, presa in carico dei pazienti, sistema di recall, aperture serali, prefestive e festive, utilizzo di grandi apparecchiature di diagnostica per immagini, ricorso agli erogatori privati), unitamente agli strumenti previsti dell'articolo 29 del decreto-legge n. 104 del 2020 consentono alle aziende sanitarie di soddisfare le richieste di prestazioni garantendo ai cittadini la continuità delle cure.
  Da ultimo, infine, la regione ribadisce che la sospensione delle attività sanitarie non ha riguardato le prestazioni aventi priorità U e B, né le attività in ambito materno infantile, oncologico, malattie rare e psichiatria, sia per le prime visite che per quelle di controllo; aggiunge che, nel rispetto delle disposizioni del Comitato di crisi emergenza Coronavirus, le Aziende sanitarie sono tenute a garantire le prestazioni valutate come non rinviabili in considerazione del quadro clinico del paziente.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prestazione di servizi

istituto ospedaliero

pronto soccorso