ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07256

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 614 del 14/12/2021
Abbinamenti
Atto 5/07259 abbinato in data 15/12/2021
Firmatari
Primo firmatario: VISCOMI ANTONIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 14/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021
CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 14/12/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 14/12/2021
Stato iter:
15/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 15/12/2021
Resoconto PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 15/12/2021
Resoconto NISINI TIZIANA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 15/12/2021
Resoconto PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 15/12/2021

DISCUSSIONE IL 15/12/2021

SVOLTO IL 15/12/2021

CONCLUSO IL 15/12/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07256
presentato da
VISCOMI Antonio
testo di
Martedì 14 dicembre 2021, seduta n. 614

   VISCOMI, PELLICANI, SERRACCHIANI, MURA, LEPRI, LACARRA, GRIBAUDO e CARLA CANTONE. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   si apprende da organi di stampa che la storica azienda veneziana «Speedline» un'eccellenza nel panorama nazionale e internazionale, che rifornisce dei cerchi in lega marchi come Ferrari e Porsche, con precisi impegni di investimento presi con il territorio, delocalizza la produzione in Polonia;

   dalla direzione aziendale, è arrivata la conferma ufficiale di quanto trapelato nei giorni scorsi: il gruppo Ronal ha deciso di cessare l'attività dello stabilimento di Tabina (Santa Maria di Sala) entro la fine del 2022 per delocalizzare la produzione;

   l'azienda si difende spiegando che, negli ultimi due anni, l'eccessivo costo di produzione ha portato il gruppo a perdere fatturato;

   gli oltre 600 dipendenti (cui si aggiungono più di cento posti relativi all'indotto), appresa la notizia, hanno bloccato subito la produzione; lo stabilimento è rimasto fermo; ora a turno continuano lo sciopero;

   i vertici dell'azienda hanno affidato alla direzione aziendale e allo studio Alix Partners, per la parte economico-finanziaria, e allo studio legale Bonelli Erede, l'incarico di presenziare al tavolo con le parti sociali;

   i sindacati si sono da subito attivati, hanno fissato diversi incontri, con il sindaco di Venezia, poi attraverso l'unità di crisi della regione Veneto hanno chiesto la convocazione di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico, spiegando che sono disponibili a discutere di un nuovo piano industriale o di qualsiasi prospettiva implichi il mantenimento di tutti i posti di lavoro nel sito veneziano;

   la decisione dell'azienda è irricevibile tanto che tutte le istituzioni devono fare fronte comune contro la delocalizzazione e difendere le centinaia di posti di lavoro per il bene di questo territorio;

   notizia di questi giorni è la manifestazione, programmata per il 19 dicembre 2021, con i rappresentanti istituzionali e sindaci della città metropolitana a Santa Maria a Villa Farsetti e la convocazione per il 21 dicembre di un tavolo al Ministero dello sviluppo economico;

   è sicuramente necessaria un'attenta riflessione sulle motivazioni che inducono le multinazionali a delocalizzare e occorre adottare provvedimenti urgenti contro questa inaccettabile politica, peraltro attuata all'interno dell'Unione europea –:

   quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere, alla luce dei fatti esposti in premessa, per la salvaguardia dei posti di lavoro di questa azienda e per la tutela di tutti i lavoratori, sempre più spesso vittime della delocalizzazione selvaggia delle multinazionali.
(5-07256)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 dicembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-07256

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver opportunamente richiamato l'attenzione del Governo sulla vicenda della Speedline Srl.
  Gli atti di sindacato ispettivo trattano il medesimo tema e pertanto fornirò una risposta congiunta.
  Speedline Srl ha sede in Tabina di Santa Maria di Sala (VE) dove attualmente occupa circa 600 dipendenti.
  Come sottolineato dagli onorevoli interroganti, si tratta di una società attiva nel design, sviluppo, costruzione, produzione e vendita di ruote in lega leggera di alta qualità per il primo equipaggiamento di automobili e per il mercato degli accessori, che rappresenta certamente una realtà produttiva di eccellenza nel panorama nazionale e internazionale.
  La società fa parte del gruppo Ronal, la cui capogruppo ha sede in Svizzera e che è ricompreso tra i produttori leader sul mercato mondiale nel settore delle ruote in lega leggera.
  Secondo quanto riferito dalla Regione Veneto, dall'insorgere della crisi pandemica, Speedline Srl e il suo gruppo di riferimento hanno rappresentato una situazione di difficoltà economica dovuta, inizialmente, ad una riduzione del fatturato connessa alla contrazione della domanda per il settore dell'automotive su scala globale e, più recentemente, anche all'incremento vertiginoso dei costi delle materie prime.
  La Regione Veneto ha comunicato che il gruppo ha avviato un percorso di ristrutturazione e che vi è l'intenzione da parte della società di chiudere entro il 2022 lo stabilimento Speedline di Tabina di Santa Maria di Sala (VE), con l'obiettivo di delocalizzare la produzione in Polonia.
  È stato quindi convocato un incontro in sede regionale il 9 dicembre scorso, alla presenza delle parti sociali e delle istituzioni locali, ma i vertici societari hanno ritenuto di presenziare con il solo responsabile delle risorse umane.
  La Regione Veneto, in considerazione della delicatezza della situazione e del prospettato rischio di licenziamento collettivo, ha richiesto l'intervento del Governo.
  Segnalo che è stato convocato presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo di crisi per il 17 dicembre prossimo, e assicuro che il Ministero del lavoro lavorerà d'intesa con il Mise per sostenere il confronto tra la società e le parti sociali e per supportare soluzioni concrete e positive che consentano di mantenere l'attività produttiva del sito e di salvaguardare i livelli occupazionali esistenti.
  Tale vicenda, purtroppo, si aggiunge al novero delle recenti procedure di licenziamento annunciate da varie multinazionali, che incidono pesantemente sul destino di centinaia di lavoratori e che rischiano di produrre fenomeni di desertificazione industriale.
  Come noto, in alcuni casi le chiusure sono state condotte senza un necessario preliminare confronto con le parti sociali e con le istituzioni per la ricerca di soluzioni costruttive che evitino le ricadute occupazionali, economiche e sociali di queste scelte.
  Con riferimento al più generale tema della delocalizzazione, la volontà del Governo è senza dubbio quella di intervenire con misure di carattere strutturale, volte a contrastare i processi di disinvestimento nel nostro Paese e di abbandono di siti produttivi, soprattutto quando non siano giustificati da ragioni di crisi industriale o finanziaria.
  Faccio presente che il Ministero del lavoro, attraverso serrate interlocuzioni tecniche e politiche con il Ministero dello sviluppo economico, ha elaborato ad un'articolata proposta di carattere normativo, che mira a intervenire con misure di carattere strutturale, volte contemperare – in una soluzione equilibrata – l'esigenza di contrastare efficacemente e disincentivare comportamenti opportunistici da parte di società multinazionali, e l'esigenza di promuovere percorsi virtuosi di mitigazione dell'impatto occupazionale, sociale ed economico connesso alle chiusure dei siti produttivi.
  L'obiettivo della proposta è quello di promuovere azioni condivise di responsabilità sociale e di prevedere misure di carattere incentivante volte a impegnare le imprese, le parti sociali e le istituzioni nella ricerca di soluzioni efficaci per la gestione non traumatica dei possibili esuberi e per la tutela del tessuto occupazionale e produttivo del territorio interessato.
  Inoltre, sono previste misure per gestire con maggiore efficacia le crisi di impresa, prevedendo clausole di preferenza per le aziende che si siano impegnate all'assunzione dei lavoratori che subiscono i processi di licenziamento collettivo connessi a decisioni di disinvestimento.
  L'esame della proposta è stato sospeso in concomitanza con il varo della manovra di bilancio, ma il Ministro del lavoro è impegnato a riprendere la discussione sul tema con i Ministri competenti, al fine di individuare il veicolo normativo più opportuno e di giungere in tempi brevi ad una soluzione efficace che assicuri il contrasto del fenomeno e allo stesso tempo condizioni più attrattive del nostro Paese per investimenti esteri strategici e duraturi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

politica comunitaria

conservazione del posto di lavoro

delocalizzazione