ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/07112

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 600 del 22/11/2021
Firmatari
Primo firmatario: SQUERI LUCA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 22/11/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PORCHIETTO CLAUDIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/11/2021
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/11/2021
POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/11/2021
TORROMINO SERGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 22/11/2021


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 22/11/2021
Stato iter:
23/11/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 23/11/2021
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2021
Resoconto TODDE ALESSANDRA VICE MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 23/11/2021
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 23/11/2021

SVOLTO IL 23/11/2021

CONCLUSO IL 23/11/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07112
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Lunedì 22 novembre 2021, seduta n. 600

   SQUERI, PORCHIETTO, BARELLI, POLIDORI e TORROMINO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   secondo una recentissima nota del Centro studi Confindustria la manifattura italiana sta facendo da traino alla ripresa dell'Europa, mentre in Francia e in Germania il riassorbimento dell'impatto indotto dalla crisi pandemica sembra ancora lontano. Secondo lo studio i numeri del fatturato interno mostrano un incremento del 7 per cento a fronte del 2,8 per cento di aumento per quello estero;

   commentando il documento il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha espresso la posizione del Governo secondo la quale nei prossimi 10 anni il rapporto tra gli investimenti e il Pil dovrebbe essere stabilmente oltre il 3 per cento, con lo scopo di stimolare le imprese a fare investimenti non solo in beni strumentali, ma anche nella capacità di fare innovazione;

   a giustificare l'ottima tenuta della manifattura della penisola c'è un fattore significativo, consistente nella ridotta esposizione delle imprese manifatturiere italiane alle strozzature che stanno affliggendo le catene globali del valore: solo il 15,4 per cento delle imprese italiane ha infatti lamentato vincoli di offerta nella produzione per via della mancanza di materiali o dell'insufficienza di impianti, contro una media dell'Unione europea del 44,3 per cento e del 78 per cento delle aziende interpellate in Germania;

   si registra inoltre l'incremento del cosiddetto, «backshoring», il rientro della produzione nel Paese d'origine: il 23 per cento delle aziende che aveva optato per la delocalizzazione, ha avviato, negli ultimi cinque anni, processi totali o parziali di rientro in Patria. Le motivazioni principali consistono nella disponibilità di fornitori idonei in Italia, nella possibilità di abbattere i tempi di consegna e nell'aumento dei costi di fornitura dall'estero. Per quel che riguarda le emissioni climalteranti e l'efficienza energetica, la manifattura italiana si conferma, anche nel 2020, tra le più virtuose al mondo e questo le consente di reggere meglio sia la crescita dei prezzi dell'energia sia i maggiori oneri sugli Ets;

   negli USA il fenomeno del backshoring è stato oggetto di specifici interventi legislativi, a cominciare dal Blueprint 2012 dell'amministrazione Obama. Nel Regno Unito dal 2014 è operativo il Reshore UK-Government advisor service. In Francia l'Invest in France agency (Afii) fornisce un piano di azione per la rilocalizzazione, realizzato in coordinamento con le realtà locali –:

   quali ulteriori iniziative, anche in coordinamento con altre amministrazioni e le regioni, intenda portare avanti il Ministro per favorire nel settore manifatturiero sta il rientro in Italia di imprese precedentemente delocalizzate, sia l'insediamento sul territorio nazionale di imprese estere.
(5-07112)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 23 novembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-07112

  Grazie Presidente, Grazie Onorevoli!

  Con il quesito in parola vengono richieste apposite iniziative a sostegno del settore manifatturiero, al fine di scoraggiare il fenomeno della cosiddetta delocalizzazione, che ha colpito duramente l'attività di impresa nel nostro Paese (per citare alcuni esempi: GKN, Timken, Gianetti ed altre).
  Come evidenziato con l'atto in parola, infatti, accade spesso che anche iniziative economiche attive, abbandonino il nostro Paese e si spostino verso aree che promettono maggiori benefìci in termini – ad esempio – di costo del lavoro ovvero di natura fiscale.
  In via generale, dal punto di vista normativo, si evidenzia che il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87 (Decreto Dignità) dedica alle «Misure per il contrasto alla delocalizzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali» l'intero Capo II.
  Com'è noto, l'articolo 5 del citato decreto infatti dispone che le imprese italiane ed estere, operanti nel territorio nazionale, che abbiano beneficiato di un aiuto di Stato a fronte di investimenti produttivi decadano dallo stesso qualora l'attività economica interessata o una sua parte della stessa venga delocalizzata in Stati non appartenenti all'UE.
  In queste situazioni si prevede, oltre alla perdita del beneficio, altresì l'applicazione di una sanzione amministrativa in misura da 2 a 4 volte l'importo dell'aiuto fruito. È evidente che l'impresa che intende delocalizzare dovrà fare una valutazione di costi-benefìci rispetto alla scelta di trasferirsi altrove.
  Si sta ora lavorando a misure di carattere strutturale, volte sia a disincentivare comportamenti opportunistici che a promuovere la costruzione di percorsi virtuosi di mitigazione dell'impatto occupazionale, sociale ed economico connesso alle chiusure dei siti produttivi.
  In linea con gli obiettivi del PNRR, che punta a garantire uno sviluppo sostenibile, è necessaria l'attivazione di un percorso da parte dell'azienda per la salvaguardia dei livelli occupazionali nonché sono necessari interventi per la gestione non traumatica dei possibili esuberi, tra i quali: ricollocazione presso altra impresa, misure di politiche attive del lavoro, prospettive di cessione dell'azienda con finalità di continuazione dell'attività, eventuali progetti di riconversione del sito produttivo.
  Questo percorso dovrà, poi, essere sostenuto con incentivi sia sul versante delle politiche attive del lavoro sia su quello della reindustrializzazione.
  Vorrei segnalare tra gli strumenti normativi volti a supportare percorsi di ripresa e ristrutturazione delle aziende interessate da crisi, mediante il coinvolgimento di nuovi investitori, il Fondo per la salvaguardia dei livelli occupazionali e la prosecuzione dell'attività d'impresa istituito con l'articolo 43 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
  Il Fondo opera attraverso interventi nel capitale di rischio delle imprese in difficoltà economico-finanziaria, nonché attraverso misure di sostegno al mantenimento dei livelli occupazionali, in coordinamento con gli strumenti vigenti sulle politiche attive e passive del lavoro.
  A tale intervento si aggiunge la direttiva del Ministro dello sviluppo economico, con la quale le Direzioni generali del Ministero dello sviluppo economico sono state invitate ad inserire negli atti di prossima adozione – che comportino le concessioni di incentivi, agevolazioni o misure di sostegno finanziario a valere su risorse del MiSE – una clausola di preferenza per i soggetti che si siano impegnati all'assunzione di lavoratori che risultino percettori di interventi di sostegno al reddito ovvero risultino disoccupati a seguito di procedura di licenziamento collettivo.
  Inoltre, si sta procedendo alla revisione della tematica degli incentivi alle imprese che ha interessato in particolare i Contratti di Sviluppo, al fine di favorire il rafforzamento delle filiere produttive e segnatamente la permanenza delle aziende sul territorio nazionale.
  Altresì, sentita la Direzione Generale competente del Ministero dello sviluppo economico, si informa che anche il decreto ministeriale di attuazione dell'articolo 1 comma 126 della legge 178 del 2020 conterrà una «premialità» per quei piani industriali che prevedano il recupero di impianti dismessi al fine di facilitare il reshoring nonché di richiamare potenziali investimenti esteri.
  Si ricorda che anche il disegno di legge bilancio per il 2022 ha previsto una serie di misure in tale ambito. In particolare, l'articolo 30 del citato disegno di legge ha previsto un apposito esonero contributivo per i datori di lavoro privati che assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato, lavoratori subordinati da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d'impresa.
  Infine, senz'altro un rilevante contributo potrà scaturire in tale ambito all'esito del dibattito parlamentare sul disegno di legge n. 2021 recante «Misure per il contrasto alle delocalizzazioni e la salvaguardia dei livelli occupazionali» e sul disegno di legge n. 2335 contenente «Misure di contrasto alle delocalizzazioni produttive» assegnate di recente in sede redigente alle competenti Commissioni del Senato.
  In conclusione, si rappresenta che questo Governo, nella convinzione che il sistema imprenditoriale costituisca il pilastro intorno al quale costruire le strategie complessive per la crescita e il recupero di competitività, ha avviato una serie di iniziative, anche normative, al fine di rendere più attrattivo per le imprese investire in Italia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impresa estera

rendimento energetico

aumento dei prezzi