ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06842

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 576 del 13/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: CARNEVALI ELENA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 13/10/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2021
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2021
PINI GIUDITTA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2021
LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2021
RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 13/10/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 13/10/2021
Stato iter:
14/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/10/2021
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 14/10/2021
Resoconto COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 14/10/2021
Resoconto CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/10/2021

SVOLTO IL 14/10/2021

CONCLUSO IL 14/10/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06842
presentato da
CARNEVALI Elena
testo di
Mercoledì 13 ottobre 2021, seduta n. 576

   CARNEVALI, SIANI, DE FILIPPO, PINI, LEPRI e RIZZO NERVO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   secondo l'accordo Stato-regioni, i posti messi a concorso per l'area infermieristica per l'anno formativo 2021-2022 sono pari a 27.824 (23.498 formazione di base infermiere, 1.055 formazione di base ostetriche, 221 formazione di base infermiere pediatrico, 3.050 formazione magistrale di area infermieristica ed ostetrica);

   nonostante un incremento di 8.870 posti nell'area infermieristica, rispetto al precedente anno accademico, l'Italia è ancora lontana dai parametri internazionali così come evidenziato dall'Ocse;

   la stessa Corte dei conti nel Rapporto 2020 sul coordinamento della finanza pubblica, ha sottolineato come in Italia il numero di infermieri e il rapporto tra questi e i cittadini sia ad un livello «molto inferiore alla media europea (...) nonostante il crescente ruolo che questi possono svolgere in un contesto di popolazione sempre più anziana»;

   secondo la Fnopi, in Italia, mancano oltre 60 mila infermieri (27 mila a Nord, 13 mila al Centro e 23.500 al Sud e nelle Isole) e senza una soluzione alla carenza di organico, l'assistenza e l'applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che pone al centro del futuro sistema sanitario l'assistenza territoriale, saranno fortemente penalizzati;

   la carenza cronica di infermieri è stata ulteriormente aggravata dall'epidemia da Covid-19, nonostante l'adozione di alcuni provvedimenti, primo fra tutti, il cosiddetto decreto rilancio che ha previsto l'assunzione di 9.600 infermieri di comunità;

   al di là, dunque, dell'incremento del numero dei posti a concorso per l'area infermieristica, è necessario, nel breve e medio periodo, individuare nuove soluzioni che ridisegnino la figura e il ruolo dell'infermiere anche in vista dell'applicazione della Missione 6 del Pnrr;

   la stessa Fnopi ha evidenziato possibili soluzioni come il superamento del vincolo di esclusività, l'esercizio libero professionale a supporto delle strutture socio sanitarie territoriali; l'individuazione di percorsi di incentivazione per «distacchi» o «comandi»; l'accreditamento delle strutture socio-sanitarie quali sedi di tirocinio dei corsi di laurea in infermieristica; nuove regole di accreditamento delle strutture, nonché la valorizzazione della professione infermieristica nelle strutture socio-sanitarie territoriali –:

   alla luce dei fatti sopraesposti, quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, il Governo intenda adottare per far fronte alla carenza strutturale di personale infermieristico all'interno del nostro Servizio sanitario nazionale anche in vista dell'applicazione del modello di assistenza territoriale prevista dalla Missione 6 del Pnrr.
(5-06842)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-06842

  L'ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato nazionale e in particolare ai corsi di laurea delle professioni sanitarie è disciplinata dalla legge 2 agosto 1999 n. 264 «Norme in materia di accesso ai corsi universitari».
  Dall'a.a. 2017/2018 all'a.a. 2021/2022 il numero di posti per le immatricolazioni al corso di laurea in infermieristica è cresciuto complessivamente di oltre 20 punti percentuali.
  L'aumento maggiore si è registrato nell'a.a. 2021/2022 nel quale il numero degli accessi disponibili è stato pari a 17.394 unità (più 264 per infermieristica pediatrica), ossia 1.394 posti in più rispetto all'a.a. precedente (+9 per cento in un solo anno).
  Tuttavia, nel medesimo periodo, in considerazione degli eventi legati alla pandemia da COVID-19 e alla riorganizzazione del Servizio Sanitario Nazionale con un ruolo sempre più centrale del territorio e della figura dell'infermiere, il fabbisogno espresso dalle Regioni, ai sensi dell'articolo 6-ter del decreto legislativo n. 502/1992, determinato con specifici Accordi Stato-Regioni, è aumentato di oltre 67 punti percentuali.
  Tale aumento, anche se progressivo negli anni precedenti, è imputabile in larga parte all'incremento registrato nell'ultimo anno, pari a +8.297 unità (da 15.201 unità dell'a.a. 2020/2021 a 23.498 unità per l'a.a. 2021/2022, +55 per cento in termini percentuali).
  Mentre dall'a.a. 2017/2018 all'a.a. 2020/2021 il numero di posti definiti in base ai decreti del MUR, pari all'intera capacità formativa degli Atenei, è stato sempre superiore al fabbisogno espresso dalle Regioni, per il corrente a.a. la capacità formativa delle Università non si è rivelata sufficiente a coprire interamente il fabbisogno determinato con l'Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 4 agosto 2021: a fronte di un fabbisogno espresso pari a 23.498 unità i posti disponibili, in ragione della capacità formativa degli Atenei, sono stati pari a 17.394 unità (con una differenza, tra fabbisogno e posti, pari a 6.104 unità).
  Per tale ragione, già all'indomani della definizione dei fabbisogni formativi per il corrente anno accademico, il Ministero si è prontamente attivato con il MUR per la costituzione di un Tavolo, con il coinvolgimento anche delle Federazioni nazionali degli Ordini delle professioni sanitarie, dei rappresentanti delle Regioni e dei presidenti dei corsi di laurea delle professioni sanitarie, inclusa quella infermieristica, con la finalità di giungere alla definizione di una congrua e condivisa programmazione degli accessi ai corsi di laurea e per garantire che l'offerta formativa, in termini di risorse, docenti e strutture, possa effettivamente adeguarsi alle nuove esigenze manifestatesi nel corso del tempo. La metodologia previsionale elaborata dal Ministero della salute per la stima del fabbisogno formativo di professionisti sanitari nel lungo periodo sarà alla base dei lavori del Tavolo, allo scopo di allineare l'offerta formativa al fabbisogno espresso, anche nell'ottica di una diversa allocazione delle risorse tra corsi di laurea. Nelle more del costituendo Osservatorio delle professioni sanitarie, le associazioni di categoria potranno formulare le istanze e le proposte che riterranno opportune in vista della determinazione del fabbisogno per l'anno accademico 2022/2023.
  Il numero dei posti disponibili a livello nazionale, dunque, è la risultanza di un procedimento che tiene conto sia delle esigenze che emergono dalle realtà territoriali che delle esigenze rappresentate da tutte le categorie interessate, oltre che del dato dei pensionamenti, in relazione alla massima capienza formativa espressa dagli Atenei.
  La ratio dell'accesso programmato si fonda, peraltro, sulla necessità di garantire una formazione di qualità agli ammessi che consenta di seguire i corsi usufruendo di spazi laboratoriali, attrezzature adeguate anche sulla base della sussistenza di convenzioni con strutture ospedaliere e nel rispetto di tutti gli altri criteri e norme che regolano l'accreditamento delle istituzioni della formazione superiore.
  Con riferimento ai dati OCSE ed ai parametri internazionali, occorre tener conto che il numero di professionisti operanti in un Paese è strettamente correlato alla specifica organizzazione dei servizi e del sistema sanitario di quel Paese, alla presenza ed al ruolo di altre figure professionali, alla congiuntura economica, alla situazione occupazionale, ecc. Pertanto, un raffronto con la sola media calcolata nei Paesi UE rappresenta un'indicazione di massima e non può costituire, da solo, il metro di valutazione dell'efficienza e qualità di un sistema sanitario nazionale o uno standard assoluto di riferimento.
  Nell'ambito del nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale previsto dalla Missione 6 del Piano nazionale di ripresa e resilienza emerge in modo significativo il ruolo dell'Infermiere di Famiglia e Comunità, impegnato a promuovere proattivamente il contatto con la persona che presenta un bisogno di salute nell'ambito della comunità in cui opera ed a fornire prestazioni assistenziali in ambito ambulatoriale, domiciliare e a livello comunitario.
  Sarà una delle figure professionali di riferimento che assicurerà l'assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità, perseguendo l'integrazione interdisciplinare, sanitaria e sociale dei servizi, interagendo con le reti sociosanitarie, con le risorse della comunità (associazioni, volontariato, ecc.) e dei professionisti.
  Anche per questa ragione ribadisco il massimo impegno del Ministero della salute allo scopo di allineare l'offerta formativa al fabbisogno espresso, anche tenuto conto della prossima riforma della assistenza territoriale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

personale infermieristico

economia pubblica

sistema sanitario