ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06829

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 575 del 12/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: EMILIOZZI MIRELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 12/10/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/10/2021
Stato iter:
21/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/10/2021
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 21/10/2021
Resoconto EMILIOZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 12/10/2021

DISCUSSIONE IL 21/10/2021

SVOLTO IL 21/10/2021

CONCLUSO IL 21/10/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06829
presentato da
EMILIOZZI Mirella
testo di
Martedì 12 ottobre 2021, seduta n. 575

   EMILIOZZI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 30 settembre 2021, il Governo etiope ha ordinato l'espulsione dal Paese di 7 alti funzionari delle Nazioni Unite per «ingerenza» nei suoi affari interni;

   l'iniziativa sarebbe stata presa in seguito all'allarme lanciato dai funzionari umanitari dell'Onu, i quali hanno affermato che il blocco degli aiuti imposti dal Governo etiope avrebbe costretto alla carestia centinaia di migliaia di persone nella regione settentrionale del Tigrai, dove è in atto un conflitto che va avanti ormai da quasi un anno;

   i sette funzionari, che includono membri dell'Unicef e dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Unocha), sono stati dichiarati «persona non gradita» e invitati a lasciare il Paese entro 72 ore. Tra loro Grant Leaity, vice coordinatore umanitario dell'Ocha, e Adele Khodr, rappresentante dell'Unicef in Etiopia. Gli altri espulsi sono: Kwesi Sansculotte, Saeed Moahmoud Hersi, Ghada Eltahir Midawi e Marcy Vigoda, tutti dell'Ocha insieme a Sonny Onyegbula dell'ufficio dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani;

   la decisione è stata condannata dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che attraverso la sua portavoce ha dichiarato: «Tutte le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite sono guidate dai principi fondamentali di umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza. In Etiopia, le Nazioni Unite stanno fornendo aiuti salvavita tra cui cibo, medicine, acqua e forniture igienico-sanitarie alle persone in disperato bisogno. L'Onu è impegnata ad aiutare il popolo etiope che fa affidamento sull'assistenza umanitaria, Ora stiamo impegnandoci con il governo dell'Etiopia nella speranza che il personale delle Nazioni Unite interessato possa continuare il suo importante lavoro»;

   in una dichiarazione, il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha sottolineato che Washington «condanna fortemente» la decisione e chiede «un'inversione immediata» di passo, rilevando che le Nazioni Unite sono fondamentali per gli sforzi di soccorso umanitario nel mezzo di un crescente grave rischio di carestia. «L'espulsione è controproducente per l'impegno internazionale volto a mantenere i civili al sicuro e a fornire un'assistenza umanitaria salvavita a milioni di persone in disperato bisogno», ha affermato Blinken;

   per l'Alto rappresentante Ue Josep Borrell: «l'espulsione di sette alti funzionari dell'Onu da parte dell'Etiopia, in un momento in cui milioni di persone hanno un disperato bisogno di aiuto, è inaccettabile»;

   la regione del Tigrai ospita sei milioni di persone ed è in guerra con l'Etiopia e i suoi alleati da quasi un anno. Dopo l'occupazione delle truppe etiopi della regione a novembre dello scorso anno, in estate le milizie tigrine hanno contrattaccato espellendo dal Tigrai sia i reparti delle forze armate di Addis Abeba sia le milizie Amhara loro alleate. Questi combattimenti hanno provocato una gravissima crisi umanitaria. Ma, secondo l'Onu, nelle ultime settimane, solo il 10 per cento degli aiuti umanitari ha raggiunto le aree bisognose;

   secondo quanto riportato da media internazionali alcuni carichi umanitari sarebbero stati in realtà dirottati dalle forze del Tplf, che avrebbero sequestrato 428 camion per trasportare le proprie truppe in altre zone del Paese. Si registrano anche notizie di violazioni analoghe, nello specifico trasporto di armi, perpetrate a livello governativo –:

   quali iniziative abbia adottato o intenda assumere il Ministro interrogato, anche a livello multilaterale, con i partner internazionali e in particolare nell'ambito dell'Unione europea e sotto la guida delle Nazioni Unite, per fornire un immediato sostegno alla popolazione duramente colpita dalla gravissima crisi umanitaria in atto nel Tigrai.
(5-06829)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06829

  Il tradizionale impegno italiano in Etiopia e nell'intera regione del Corno d'Africa ci porta ad essere particolarmente preoccupati per l'escalation militare nel Tigrè, ormai perdurante ed estesa anche alle regioni Amhara, Afar e Oromia. La ripresa dell'offensiva militare da parte delle forze federali a pochi giorni dall'inizio del secondo mandato del Primo Ministro Abiy Ahmed, il 4 ottobre, non va certo nella direzione auspicata.
  La situazione umanitaria nelle regioni settentrionali del Paese è particolarmente allarmante e in continuo deterioramento. Oltre 5 milioni di persone hanno bisogno di assistenza e circa 2 milioni sono ormai gli sfollati, in aggiunta all'elevato numero di vittime. Le gravi violazioni e abusi di diritti umani e diritto internazionale umanitario registrate dalle Agenzie delle Nazioni Unite e da numerosi media riguardano attacchi ai civili, violenza sessuale e di genere, torture ed esecuzioni extragiudiziali, provocando crescente apprensione nella Comunità internazionale. Come rilevato dall'Interrogante, la situazione è stata ulteriormente esacerbata dalla recente decisione del Governo federale di espellere sette funzionari delle Nazioni Unite, inquadrati in UNICEF e nell'Ufficio per gli Affari Umanitari (OCHA), dichiarati «persona non grata» con l'accusa di ingerenza negli affari interni.
  Di fronte a questa drammatica situazione, l'Italia prosegue lo stretto coordinamento con gli altri partner dell'Etiopia, primi fra tutti l'Unione europea e gli Stati Uniti, per mantenere la pressione diplomatica sulle Autorità etiopi e su tutte le parti in causa e per favorire una soluzione della crisi. Un'azione internazionale coordinata è l'unica strada per esercitare un'influenza concreta. Per questo sosteniamo con forza le seguenti priorità condivise a livello Unione europea: piena e immediata cessazione delle ostilità; ritiro totale delle truppe eritree dal suolo etiopico; pieno, sicuro e incondizionato accesso umanitario alle regioni di conflitto, nel rispetto del diritto internazionale umanitario; indagini trasparenti e indipendenti sulle gravi violazioni e gli abusi dei diritti umani; urgente avvio di un processo di dialogo nazionale inclusivo. È altrettanto fondamentale incoraggiare le autorità etiopi a non ostacolare l'operato delle Nazioni Unite e a favorirne anzi l'azione di sostegno umanitario alla popolazione.
  Abbiamo trasmesso questi messaggi in tutte le occasioni di interlocuzione politica. L'ultima in ordine di tempo, dopo l'incontro tra il Ministro Di Maio e il Ministro della giustizia etiope Gedion il 14 giugno a Roma, è stata il colloquio tra la Viceministra Sereni e l'allora Ministro etiope dell'acqua, dell'irrigazione e dell'energia Bekele, svoltosi sempre a Roma il 7 ottobre a margine della terza Conferenza Ministeriale Italia-Africa. In questa occasione abbiamo manifestato il nostro sostegno a ogni azione volta a promuovere la pacificazione dell'Etiopia, a cominciare dalla mediazione promossa dal neo-nominato Alto Rappresentante dell'Unione Africana per il Corno d'Africa, Obasanjo.
  Per fare fronte alle gravi violazioni dei diritti umani cui si è fatto cenno, l'Italia ha fin dall'inizio sostenuto l'indagine congiunta da parte della Commissione Etiope per i Diritti Umani e dell'Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, avviata a maggio e i cui risultati sono attesi il primo novembre.
  Anche la missione d'inchiesta sul Tigrè della Commissione Africana sui Diritti dell'Uomo e dei Popoli in ambito Unione africana ha ricevuto da parte nostra pieno sostegno. Durante la 47esima sessione del Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite tenutasi tra giugno e luglio, l'Italia ha ribadito l'appello al pieno rispetto dei diritti umani e promosso, insieme agli altri Paesi dell'Unione europea, una risoluzione di condanna delle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario in Tigrè. Alla 48esima successiva sessione del Consiglio, terminata l'8 ottobre, l'Italia è intervenuta sul tema anche a titolo nazionale nel Dialogo Interattivo con l'Alta Commissaria Bachelet, oltre che mediante l'intervento dell'Unione europea a nome dei 27 e l'adesione alla dichiarazione congiunta promossa dagli Stati Uniti. In tutte queste occasioni è stato ribadito l'appello a cessate il fuoco immediato, ritiro delle forze straniere e rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario. Sempre nel quadro della 48esima sessione del Consiglio Diritti Umani e in risposta all'espulsione dei funzionari delle Nazioni Unite dall'Etiopia, l'Italia ha aderito alla dichiarazione congiunta promossa dal Regno Unito e sostenuta da tutti i Paesi UE, ad eccezione dell'Ungheria, per riaffermare il sostegno alle Agenzie ONU e al loro personale, chiedere al governo etiope di ritirare immediatamente la decisione di espellere i funzionari delle Nazioni Unite e di consentire loro di tornare nel Paese per continuare il loro lavoro senza ulteriori impedimenti.
  Per quanto riguarda più nello specifico la crisi umanitaria, debitamente sottolineata dall'interrogante, la Farnesina ha adottato una serie di iniziative per far fronte alla drammatica situazione nel Tigrè. Nel 2020 la Cooperazione Italiana ha stanziato oltre 6 milioni di euro per interventi di emergenza in Etiopia. Quest'anno sono previste ulteriori iniziative per un valore complessivo di altri 6 milioni euro. Con il trasporto aereo del 15 aprile dalla Base di Pronto Intervento Umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi l'Italia è stata tra i primi Paesi ad effettuare un volo umanitario in Tigrè. Abbiamo, inoltre aderito al ponte aereo umanitario della Commissione dell'Unione europea, partito anche in questo caso dalla base ONU di Brindisi.
  L'aereo con gli ultimi materiali trasportati, concessi da UNICEF grazie al coordinamento di Commissione UE, Italia e Francia, è atterrato a Mekelle, capoluogo del Tigrè, l'8 ottobre.
  L'Italia continuerà a fornire il suo convinto contributo allo sforzo diplomatico dell'Unione europea e della Comunità internazionale, ponendo al centro la necessità di tutelare la popolazione civile drammaticamente coinvolta nel conflitto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ONU

aiuto umanitario

espulsione