ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06746

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 572 del 05/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: BOLDRINI LAURA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/09/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 30/09/2021
Stato iter:
21/12/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2021
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 21/12/2021
Resoconto BOLDRINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/10/2021

DISCUSSIONE IL 21/12/2021

SVOLTO IL 21/12/2021

CONCLUSO IL 21/12/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06746
presentato da
BOLDRINI Laura
testo di
Martedì 5 ottobre 2021, seduta n. 572

   BOLDRINI. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 14 gennaio 2021 si sono svolte in Uganda elezioni per eleggere il Presidente della Repubblica e i deputati al Parlamento;

   il 16 gennaio 2021 la commissione elettorale ha dichiarato eletto come Presidente Yoweri Museveni, da 35 anni al potere, con il 59 per cento dei voti, mentre il suo principale oppositore, Robert Kyagulanyi Ssentamu, conosciuto come Bobi Wine, avrebbe raccolto il 35 per cento dei consensi;

   da più parti sono state denunciate irregolarità e il candidato dell'opposizione, il 1° febbraio 2021, ha presentato una petizione all'Alta Corte ugandese contestando il risultato delle elezioni;

   non è stato possibile verificare la regolarità delle operazioni di voto, perché le autorità di Governo non hanno permesso la visita di missioni internazionali di osservatori ed esperti elettorali e perfino ad un gruppo di esperti dell'Unione europea è stato impedito di assistere alle procedure di voto;

   le attività dell'organizzazione National Election Watch Uganda, costituita proprio per il monitoraggio delle elezioni, sono state interrotte arbitrariamente dalle autorità governative;

   nei giorni immediatamente prima delle elezioni il Governo ha fortemente limitato l'accesso ad Internet e ai social media;

   i mesi precedenti le elezioni sono stati caratterizzati da una violenta repressione contro militanti e candidati dell'opposizione, organizzazioni della società civile, giornalisti e difensori dei diritti umani;

   l'azione repressiva ha avuto il suo culmine più sanguinoso il 18 e 19 novembre 2020 quando le forze dell'ordine si sono scagliate contro una manifestazione che chiedeva la liberazione di «Bobi Wine» arrestato in quei giorni, uccidendo decine di persone;

   l'azione repressiva non si è fermata neanche dopo il voto, tanto che il leader dell'opposizione è stato posto agli arresti domiciliari. Le autorità hanno impedito all'ambasciatrice degli Stati Uniti Natalie Brown di fargli visita in quei giorni;

   secondo il leader dell'opposizione e il suo partito, la National Unity Plattform, la persecuzione nei confronti degli oppositori prosegue con arresti arbitrari, rapimenti, persone scomparse e violenza estrema anche nei confronti delle donne;

   una ferma condanna sulla violazione dei diritti umani e civili in Uganda è stata espressa dal Parlamento europeo, dal Vice Presidente e Alto Rappresentante dell'Unione europea Josep Borrell, dall'ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani –:

   quali siano gli orientamenti del Governo sui fatti su esposti e come intenda agire nelle relazioni bilaterali e nei consessi europei ed internazionali affinché in Uganda siano pienamente ripristinati lo Stato di diritto e la libertà di opinione e di manifestazione e, come chiede il Parlamento europeo nella sua risoluzione dell'11 febbraio 2021, siano rilasciate «immediatamente e incondizionatamente tutte le persone arrestate e detenute solo per aver partecipato ad assemblee politiche pacifiche o per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e di associazione».
(5-06746)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 21 dicembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06746

  Nel periodo antecedente le ultime elezioni in Uganda si sono effettivamente registrati, prevalentemente a Kampala ma anche in altre città del Paese, episodi di violenza e arresti ai danni del principale partito di opposizione, la Piattaforma di Unità Nazionale guidata da Robert Kyagulanyi Ssentamu, celebre artista conosciuto come «Bobi Wine». Come rileva l'interrogante, l'azione repressiva da parte del Governo ugandese ha avuto il suo culmine il 18 e 19 novembre 2020, quando le forze dell'ordine sono intervenute contro una manifestazione per la liberazione di Bobi Wine, arrestato in quei giorni, provocando oltre 50 vittime. Subito dopo questi tragici fatti, la Delegazione dell'Unione europea a Kampala, insieme all'Ambasciata d'Italia e quelle degli altri Stati Membri, in una dichiarazione congiunta ha invitato pubblicamente i manifestanti ad astenersi da azioni violente e incoraggiato il Governo ugandese ad avviare un'inchiesta indipendente su quanto accaduto.
  In base ai risultati ufficiali il Presidente Yoweri Museveni ha vinto le elezioni con il 59 per cento dei voti, mentre il suo principale oppositore Bobi Wine ha raccolto il 35 per cento dei consensi. La Piattaforma di Unità Nazionale ha rifiutato questo esito, denunciando numerose violazioni nel corso delle operazioni elettorali e, tra le altre cose, il blocco di internet nelle 12 ore antecedenti il voto e nei 5 giorni successivi.
  A differenza del periodo pre-elettorale, il giorno delle elezioni, il 14 gennaio, è trascorso in maniera sostanzialmente pacifica. Nei seggi non sono stati registrati palesi episodi di frode o di corruzione. Il monitoraggio del voto è stato effettuato da una iniziativa presa a livello locale denominata «DiploWatch», cui hanno partecipato osservatori nazionali e internazionali, tra cui il nostro Ambasciatore a Kampala e gli Ambasciatori europei accreditati in Uganda. Gli Stati Uniti hanno invece deciso di cancellare la loro prospettata missione di osservazione elettorale a seguito della decisione ugandese di ammettere solo il 25 per cento degli osservatori che Washington si apprestava a inviare.
  Nei mesi successivi alle elezioni, l'Italia e gli altri Stati Membri dell'Unione Europea hanno mantenuto un approccio dialogante, tenendo aperti i canali di interlocuzione con la Presidenza ugandese e con i membri del Governo della Prima Ministra Robinah Nabbanja. Il nostro obiettivo principale resta la realizzazione di iniziative a tutela dei diritti umani e di cooperazione allo sviluppo, tra cui il sostegno alle attività delle numerose Organizzazioni della società civile che operano da decenni a beneficio della popolazione locale più vulnerabile, in particolare nel settore sanitario.
  Sui sanguinosi fatti del 18 e 19 novembre 2020 abbiamo nel frattempo potuto registrare lo sviluppo positivo della sentenza nei confronti di due ufficiali coinvolti nella repressione dei manifestanti. L'8 dicembre il Tribunale militare della «Uganda Police Defence Force» ha infatti condannato Augustine Mugisha e Mustafa SSali rispettivamente all'ergastolo e a 35 anni di detenzione per aver ucciso alcuni civili nelle proteste di novembre. Si tratta di un primo passo in avanti che va incontro alle richieste di giustizia da parte dei familiari delle vittime. La pronuncia del Tribunale Militare è avvenuta il giorno successivo all'annuncio delle sanzioni statunitensi ai danni del Capo dell'intelligence militare, Abel Kandiho, per presunti crimini contro i membri dell'opposizione nel periodo pre-elettorale.
  La nostra attenzione resta alta anche in ambito multilaterale. Durante la 46esima sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, il 26 febbraio l'Unione Europea ha condannato a nome dei 27 Stati membri le violenze verificatesi durante la campagna elettorale e invitato le autorità ugandesi a garantire un'indagine imparziale di violazioni e abusi affinché i responsabili siano chiamati a risponderne. Nella stessa dichiarazione l'Unione ha anche espresso preoccupazione per le vessazioni nei confronti di esponenti politici e per le restrizioni ai danni della società civile e dei media, evidenziando l'importanza che le denunce degli oppositori siano valutate in modo trasparente.
  Sul piano del rispetto e della tutela dei diritti umani devono essere fatti ancora molti passi in avanti, tenuto anche conto dell'importanza che l'Uganda riveste nella regione. Rampala rappresenta un Paese stabile nell'area a cavallo tra il Corno d'Africa e la Regione dei Grandi Laghi, nella quale svolge un ruolo centrale nell'azione di contrasto al terrorismo internazionale. Ne è un esempio la sua profilata partecipazione alla missione di peacekeeping AMISOM in Somalia. Non a caso poche settimane fa, tra ottobre e novembre, l'Uganda è stato colpito da quattro attentati terroristici rivendicati dalle Allied Democratic Forces, gruppo legato all'estremismo islamico. L'Uganda, inoltre, è il primo Paese per accoglienza di rifugiati in Africa. Ne ospita circa un milione e mezzo, principalmente provenienti da Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, ai quali si sono recentemente aggiunti rifugiati afghani.
  Proprio per la sua importanza, forti dei valori repubblicani ed europei di libertà, democrazia e stato di diritto, insieme ai partner dell'Unione Europea continueremo a sollecitare un Paese amico quale l'Uganda a garantire il più ampio spazio a tutte le forze politiche, oltre che a prevenire e reprimere ogni forma di violenza politica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

diritto alla giustizia

elezioni presidenziali