ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/06211

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 523 del 14/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: ERMELLINO ALESSANDRA
Gruppo: MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 14/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 14/06/2021
Stato iter:
25/11/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/11/2021
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 25/11/2021
Resoconto ERMELLINO ALESSANDRA MISTO-CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/06/2021

DISCUSSIONE IL 25/11/2021

SVOLTO IL 25/11/2021

CONCLUSO IL 25/11/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-06211
presentato da
ERMELLINO Alessandra
testo di
Lunedì 14 giugno 2021, seduta n. 523

   ERMELLINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, comunemente nota come «Commissione di Venezia», in qualità di organo consultivo del Consiglio d'Europa, ha osservato nell'ottobre 2020 come l'Ucraina, a fronte di cambiamenti politici importanti, sia incline ad avviare modifiche al sistema giudiziario, il cui risultato è però quello di aver adottato nel corso del tempo vari atti che non hanno mai avuto il carattere di una riforma globale. Si rileva altresì che alcune delle leggi in materia siano state giudicate incostituzionali dalla stessa Corte costituzionale ucraina. Un altro problema è poi la scarsa attuazione delle leggi una volta accolte, «probabilmente – scrive la Commissione di Venezia – a causa di un continuo problema di corruzione e di mancanza di integrità in alcune parti del sistema giudiziario. Comunque, le riforme istituzionali non possono essere la risposta per risolvere problemi che sono sorti a causa della condotta personale di alcuni membri di queste istituzioni»;

   difatti, in un suo recente articolo del 20 aprile 2021, l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell, ha spiegato come e perché l'Unione europea continui ad aiutare l'Ucraina, facendo riferimento ai progressi fatti dal Paese dal 2014 ad oggi, ma sottolineando come resti ancora molto da fare sul fronte della lotta alla corruzione e delle riforme in ambito giudiziario. «Le riforme rendono l'Ucraina più resiliente e più forte; per questo dal 2014 abbiamo mobilitato oltre 16 miliardi di euro per sostenerle, cosicché l'Ucraina è diventato il maggiore beneficiario di aiuti finanziari dell'UE. Con il ministro Kuleba abbiamo convenuto che l'integrazione economica dell'Ucraina e il ravvicinamento della sua normativa a quella dell'UE fanno bene al commercio e all'economia del Paese»;

   l'organismo anticorruzione del Consiglio d'Europa, Greco, nel Rapporto pubblicato il 26 marzo 2020 «Fourth evaluation round. Corruption prevention in respect of members of parliament, judges and prosecutors», appunto sullo stato del fenomeno corruttivo in Ucraina, ha riportato che il Paese ha attuato in modo soddisfacente o trattato in modo soddisfacente cinque delle 31 raccomandazioni contenute nel Rapporto di valutazione suddetto. Delle rimanenti raccomandazioni, 15 sono state parzialmente attuate e 11 non sono state attuate, indicando un tempo di 18 mesi per raggiungere un accettabile livello di conformità alle raccomandazioni espresse nel Rapporto;

   in data 12 maggio 2021 la III Commissione della Camera dei deputati ha tenuto un incontro informale con la Commissione affari esteri del Parlamento ucraino. Con riferimento al suddetto incontro in videoconferenza cui era presente l'interrogante, si sottolinea che i temi sopracitati – riforma della giustizia e fenomeno della corruzione in Ucraina – sono stati nevralgici nell'ambito del confronto;

   da una veloce disamina degli Accordi bilaterali in materia di cooperazione tra le forze di sicurezza ucraine e italiane, si evince che ad oggi un solo accordo lega in materia i due Paesi, entrato in vigore il 28 maggio 1993;

   va tenuto conto del ruolo pionieristico che l'Italia ha rivestito e tuttora riveste anche in ambito europeo sul fronte del contrasto ai fenomeni corruttivi, per cui si ricorda la sponsorizzazione di risoluzioni e raccomandazioni finalizzate all'adozione di strumenti multidimensionali basati su dati economici e statistici sulla criminalità e sulla giustizia penale, come, ad esempio, i numeri sulle denunce, sui procedimenti penali, sulle condanne e sulle confische –:

   se vi siano o siano in corso di definizione altri accordi bilaterali che riguardino la cooperazione tra le forze di sicurezza italiane e ucraine al di là del già citato documento, e se, in caso contrario, vi sia la previsione, per quanto di competenza dei Ministri interrogati, di adottare iniziative, nell'ambito della cooperazione, per sostenere il percorso di riforme istituzionali in Ucraina.
(5-06211)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 25 novembre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-06211

  Gli assi fondamentali della nostra collaborazione con l'Ucraina sono rappresentati dal continuo sostegno a integrità territoriale e sovranità del Paese, non riconoscimento dell'annessione illegittima della Crimea da parte della Federazione Russa e sviluppo delle relazioni tra l'Ucraina e l'Unione Europea.
  In questo quadro generale si inserisce l'impegno italiano a favorire l'avanzamento dell'agenda di riforme da parte di Kiev. Un impegno profuso sul piano non solo bilaterale ma anche multilaterale, grazie al nostro contributo in seno all'Unione Europea e attraverso la partecipazione dell'Italia al Gruppo di Riforme nel formato G7.
  L'incoraggiamento nei confronti dei nostri interlocutori ucraini a proseguire e portare a termine il processo di riforme intrapreso è costante.
  Il Ministro Di Maio lo ha fatto da ultimo nel corso della sua visita a Kiev del 10 giugno. Una visita molto attesa in Ucraina e accolta come un'apprezzata manifestazione di solidarietà da parte dell'Italia nella sua veste di Paese fondatore dell'Unione Europea e membro di G7 e NATO.
  Ad agosto io stesso – al vertice della cosiddetta Piattaforma Crimea – ho ribadito il valore imprescindibile delle riforme interne, concetto che avevo già evidenziato nel mio intervento alla Conferenza sulle Riforme in Ucraina dell'8 luglio.
  L'Italia garantisce all'Ucraina ingenti aiuti finanziari tramite l'Unione Europea. Dal 2014 Bruxelles ha garantito a Kiev 15 miliardi di euro. Le principali Istituzioni Finanziarie Internazionali alle quali contribuiamo, anzitutto il Fondo Monetario Internazionale, hanno inoltre realizzato programmi di assistenza finanziaria del valore di 20 miliardi.
  Sul versante dei rapporti con la NATO ci siamo spesi molto affinché l'Ucraina ottenesse a giugno 2020 lo status di Enhanced Opportunity Partner.
  Il nostro impegno è dunque intenso e articolato. I risultati sinora raggiunti sono importanti e hanno per il momento trovato il loro giusto riconoscimento nella firma dell'Accordo di Associazione e Libero Scambio tra l'Unione Europea e l'Ucraina, entrato in vigore il primo settembre 2017, e nella liberalizzazione dei visti Schengen.
  Si tratta di successi cui dare seguito, anche nel settore della sicurezza. La cooperazione tra le forze di sicurezza italiane e ucraine, già proficua attraverso gli strumenti menzionati dall'Interrogante, è stata ulteriormente approfondita negli ultimi anni.
  Un nuovo Accordo intergovernativo sulla cooperazione di polizia è stato infatti firmato durante la visita di quest'anno del Ministro Di Maio a Kiev, cui ho fatto cenno in precedenza. La conclusione di questo nuovo accordo, siglato per parte ucraina dal Ministro dell'Interno Avakov, è nata dall'esigenza di rafforzare la collaborazione in questo settore e, in parallelo, di rispondere alla crescente necessità di aggiornamento e approfondimento della cooperazione tra le forze di polizia alla luce delle nuove forme di criminalità transnazionale. Da queste iniziative le riforme in Ucraina non potranno che trarre beneficio.
  L'Italia continuerà dunque a sostenere il percorso intrapreso con determinazione da Kiev, anche in ambito multilaterale, senza accontentarsi dei pur significativi risultati raggiunti. In questo sforzo a tutto campo la collaborazione tra Italia e Ucraina nella lotta alla corruzione giocherà un ruolo cruciale, così da garantire la migliore tutela dello Stato di diritto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo bilaterale

politica di cooperazione

diritto comunitario