ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06200

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 521 del 09/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: FERRARI ROBERTO PAOLO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 09/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
FANTUZ MARICA LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
GOBBATO CLAUDIA LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
PRETTO ERIK UMBERTO LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
PICCOLO TIZIANA LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021
ZICCHIERI FRANCESCO LEGA - SALVINI PREMIER 09/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 09/06/2021
Stato iter:
10/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 10/06/2021
Resoconto FERRARI ROBERTO PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 10/06/2021
Resoconto PUCCIARELLI STEFANIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 10/06/2021
Resoconto FERRARI ROBERTO PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 10/06/2021

SVOLTO IL 10/06/2021

CONCLUSO IL 10/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06200
presentato da
FERRARI Roberto Paolo
testo di
Mercoledì 9 giugno 2021, seduta n. 521

   FERRARI, BONIARDI, FANTUZ, GOBBATO, PRETTO, PICCOLO, LORENZO FONTANA, CASTIELLO e ZICCHIERI. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

   la decisione degli Stati Uniti di porre fine alla loro presenza militare in Afghanistan sta determinando la progressiva riduzione dei contingenti della missione Nato denominata «Resolute Support», in vista della sua conclusione entro l'11 settembre 2021;

   quanto precede comporterà anche la cessazione della presenza militare italiana in Afghanistan;

   a dispetto degli impegni che potranno essere presi in sede negoziale tra gli americani e gli emissari dei Taliban, esiste il fondato motivo di ritenere che, successivamente al ritiro delle truppe internazionali, possano verificarsi in Afghanistan rappresaglie ai danni di coloro, afghani, che abbiano collaborato con i militari della Nato, fornendo loro servizi di interpretariato e varie altre prestazioni;

   circostanze di questa natura vennero già prese in considerazione durante il procedimento di conversione in legge del decreto-legge 1° agosto 2014, n. 109, allorquando fu chiesto ed ottenuto dal Governo pro tempore, il 9 settembre 2014, l'inserimento all'interno dell'articolo 5 di un comma aggiuntivo – il 5-ter – per contemplare il riconoscimento della protezione internazionale ai cittadini afghani che avessero effettuato prestazioni con carattere di continuità a favore del contingente italiano impegnato nella missione Nato Isaf, nel frattempo conclusasi;

   al medesimo beneficio erano ammessi altresì i coniugi, i figli e i parenti di primo grado degli interessati;

   coloro che hanno collaborato con i soldati italiani sarebbero già stati minacciati ed avrebbero fatto sapere di temere per le vite proprie e dei propri congiunti;

   visitando Herat l'8 giugno 2021, il Ministro della difesa ha assicurato che da metà giugno 2021 il personale civile afghano che ha collaborato con il nostro contingente verrà trasferito in Italia e che sono già in corso accertamenti per stabilire quanti e chi saranno i beneficiari, oltre ai 270 già censiti;

   appare in effetti opportuno tutelare l'incolumità di chi ha lavorato con i nostri soldati affrontando gravi rischi, mostrando nei loro confronti una generosità almeno non inferiore a quella che si riserva ai migranti irregolari che giungono nel nostro Paese da ogni parte del mondo senza particolari benemerenze –:

   se le misure introdotte nel 2014 in favore di coloro che hanno cooperato con i nostri militari nell'Isaf si estendano anche agli afghani che hanno lavorato a favore dei nostri soldati della missione Resolute Support o saranno invece predisposte ulteriori iniziative normative in vista della conclusione dell'intervento Nato in Afghanistan, considerato il grave rischio di vendette e rappresaglie cui sarebbe esposto il personale locale che ha collaborato con il contingente italiano.
(5-06200)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 10 giugno 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-06200

  Il tema della protezione dei collaboratori afghani è da sempre tenuto in assoluta considerazione dal Ministero della difesa.
  Al riguardo, come ha ricordato l'Onorevole interrogante, la protezione internazionale ex decreto legislativo n. 251/2007 è stata già riconosciuta ai collaboratori afghani, a seguito di espressa iniziativa del Dicastero, dall'articolo 5, comma 5-ter, del decreto-legge n. 109/2014, convertito in legge n. 141/2014.
  Secondo tale disposto normativo i cittadini afghani, che avevano effettuato prestazioni con carattere di continuità a favore del contingente militare italiano nell'ambito della missione ISAF e nei cui confronti sussistevano fondati motivi di ritenere che, permanendo in Afghanistan, sarebbero stati esposti al rischio di danni gravi alla persona, potevano, a domanda, essere trasferiti nel territorio nazionale, insieme al coniuge, ai figli e agli eventuali parenti entro il primo grado, per il riconoscimento della protezione internazionale di cui al decreto legislativo 19 novembre 2007, n. 251.
  Le modalità di attestazione della situazione di rischio per gli interessati, di verifica delle condizioni per l'accesso degli stessi nel territorio nazionale, nonché le procedure di trasferimento, sono state definite d'intesa tra i Ministeri della difesa, degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell'interno.
  I requisiti del rapporto di lavoro continuativo e del fondato rischio di danni gravi alla persona in caso di permanenza in Afghanistan mirano a tutelare gli interessi dei citati collaboratori salvaguardando, al contempo, il nostro Paese dai rischi di accoglimento di personale i cui requisiti di provenienza, affidabilità ed esposizione al rischio non siano certi e compatibili con la legislazione in vigore.
  A seguito dell'approvazione del provvedimento normativo sono stati, a suo tempo, individuati oltre 400 cittadini afghani, tra ex collaboratori e familiari, quali potenziali beneficiari della protezione internazionale prevista dalla legge.
  Oggi, in vista dell'imminente chiusura di Resolute Support – dal 1° gennaio 2015 succeduta ad ISAF – l'Italia si è assunta, in sede Nato, l'impegno ad evacuare, con l'operazione AQUILA, il personale civile locale che ha supportato il nostro contingente durante tutte le missioni internazionali in Afghanistan.
  In particolare, sono state redatte due liste di personale che, a domanda, potrà beneficiare di questo supporto: una, di circa 270 unità, tra collaboratori e relativi familiari, per i quali si ha già consolidata evidenza del rapporto lavorativo in essere o a suo tempo prestato; una seconda che attualmente conta circa 400 ulteriori applicanti, per i quali i termini del rapporto di collaborazione sono in corso di accertamento.
  Per i circa 270 civili per i quali è stata accertata l'effettiva collaborazione fornita, si procederà, a partire dalla metà del mese di giugno, al progressivo trasferimento in Italia e, al termine del previsto periodo di quarantena anti-Covid, all'inserimento nel sistema di accoglienza e integrazione disciplinato dal decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39, e successive modificazioni.
  Al riguardo, è stata già predisposta una bozza di provvedimento che riprende, attualizzandolo ed estendendone l'arco temporale di riferimento, il disposto del citato comma 5-ter del decreto-legge n. 109/2014 e che verrà inserito nel primo veicolo legislativo utile.
  Si tratta, onorevoli colleghi, di un atto dovuto, a testimonianza della gratitudine del nostro Paese verso quanti – ben coscienti dei rischi – si sono dedicati, con lealtà, al supporto dei nostri militari.