ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06185

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 520 del 08/06/2021
Firmatari
Primo firmatario: FOTI TOMMASO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 08/06/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 08/06/2021
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 08/06/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 08/06/2021
Stato iter:
09/06/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/06/2021
Resoconto SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 09/06/2021
Resoconto FONTANA ILARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
 
REPLICA 09/06/2021
Resoconto SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/06/2021

SVOLTO IL 09/06/2021

CONCLUSO IL 09/06/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06185
presentato da
FOTI Tommaso
testo di
Martedì 8 giugno 2021, seduta n. 520

   FOTI, RACHELE SILVESTRI e BUTTI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la pandemia da Sars-Cov-2, tra le molte conseguenze determinate, ha comportato l'inevitabile, quotidiano e reiterato utilizzo, da parte di tutta la popolazione, di dispositivi di protezione individuale (Dpi), quali mascherine e guanti, molto spesso monouso, che — terminato l'utilizzo — diventano rifiuti;

   secondo i dati dell'Ispra per il 2020, la produzione complessiva di rifiuti derivanti dall'utilizzo di Dpi è stata ricompresa in maniera approssimativa tra le 160.000 e le 440.000 tonnellate, con un valore medio di 300.000 tonnellate;

   di fronte a un detto scenario, sempre secondo i dati dell'Ispra, se solamente l'1 per cento delle mascherine utilizzate in un mese non fosse smaltito in maniera corretta, si avrebbero 10 milioni di mascherine al mese disperse nell'ambiente, con conseguente impatto ambientale difficilmente sanabile nel breve periodo e con altrettanto certi danni all'ecosistema, ai quali saremo costretti fare fronte nell'immediato futuro;

   una quantità così elevata di rifiuti richiede uno sforzo immediato e importante del Governo nei confronti dei cittadini così da individuate soluzioni che possano essere ecosostenibili, e ciò anche ricorrendo ad investimenti nella ricerca, così da individuare soluzioni atte a reimmettere nel ciclo produttivo detto rifiuti, nell'ottica di un'economia circolare sempre più efficiente ed efficace, cercando — inoltre — soluzioni che puntino alla produzione di prodotti biodegradabili, al fine di ridurre al minimo gli impatti ambientali –:

   se e quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda adottare, per rendere corretto il ciclo di smaltimento del detto materiale, oltre che — il più possibile — virtuoso, evitando nel contempo il verificarsi di ingenti danni all'ambiente.
(5-06185)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 9 giugno 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06185

  Con riferimento alla questione posta dall'Onorevole interrogante relativa alle iniziative adottate per rendere corretto il ciclo di smaltimento dei dispositivi di protezione individuale (DPI) si osserva che, durante l'emergenza COVID-19, è stato necessario operare la classificazione e la corretta gestione, smaltimento compreso, dei rifiuti da DPI (in particolare: mascherine e guanti).
  A questo proposito, l'ISPRA il 16 maggio 2020 ha pubblicato il rapporto «rifiuti costituiti da DPI usati», nel quale ha fornito le indicazioni sul corretto smaltimento degli stessi in base alla diversa tipologia di utenza e di attività che li ha generati.
  Nel documento, si chiarisce che le istruzioni sono state impartite nella fase di lockdown per la gestione dei rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e dalle utenze produttive e commerciali i cui rifiuti sono assimilati agli urbani.
  Durante la «Fase 2» dell'emergenza, le stesse indicazioni hanno trovato applicazione anche per le ulteriori utenze produttive e commerciali, i cui rifiuti sono assimilati agli urbani.
  Per le utenze i cui rifiuti non sono assimilati agli urbani, l'attribuzione del codice resta in capo al produttore secondo la procedura di classificazione illustrata nel citato rapporto ISPRA, e le modalità gestionali dovranno essere valutate sulla base delle caratteristiche dei rifiuti medesimi.
  Inoltre, ISPRA ha ribadito che, per le utenze sanitarie, si applica quanto disposto dal decreto del Presidente della Repubblica n. 254 del 2003, che individua la corretta codificazione dei rifiuti sia ai fini della classificazione che per le relative modalità di gestione, nonché ha stimato che la potenziale produzione di rifiuti di DPI nell'arco del 2020, ha avuto un valore medio di 300.000 tonnellate.
  Fra i principali provvedimenti del Governo per far fronte a questa emergenza, si segnala l'articolo 229-bis del decreto-legge n. 34 del 2020, riguardante proprio lo smaltimento dei DPI, che ha previsto che il Ministero dell'ambiente oggi della transizione ecologica emanasse linee guida, sentiti ISPRA e ISS, per l'individuazione delle modalità di raccolta dei DPI usati. Tali linee guida sono ancora in corso di redazione.
  Ai sensi dei decreto-legge n. 18 del 2020, inoltre, questo Ministero ha il compito di definire, tramite decreto, specifici criteri ambientali minimi (CAM), in raccordo con il Ministero della salute, al fine di prevenire la produzione dei rifiuti derivanti dall'uso di mascherine filtranti nonché, dove possibile, di altri dispositivi medici e DPI. L'adozione del decreto ha lo scopo di promuovere, conformemente ai parametri di sicurezza dei lavoratori e di tutela della salute definiti dalle disposizioni normative vigenti, una filiera di prodotti riutilizzabili più volte e confezionati, per quanto possibile, con materiali idonei al riciclo o biodegradabili.
  In particolare, i CAM relativi alle mascherine filtranti, prodotte ai sensi dell'articolo 16, comma 2, del citato decreto-legge n. 18 del 2020, prevedono che le mascherine «di comunità», ovvero destinate al personale non sanitario, siano riutilizzabili.
  Il requisito di riutilizzabilità sarà obbligatorio per tutte le forniture pubbliche di mascherine di comunità ai sensi dell'articolo 34 del decreto legislativo n. 50 del 2016 («Codice dei contratti pubblici»).
  Considerando che le mascherine riutilizzabili possono essere adoperate in media 50 volte, senza arrecare alcun limite alla sicurezza dei lavoratori, risulta evidente che si registrerà un consistente riduzione del volume dei rifiuti derivante dall'utilizzo di questi prodotti.
  Allo stato attuale lo schema di decreto di definizione dei CAM ha già acquisito il parere del Ministero della salute ed è in fase di perfezionamento per la successiva emanazione.