ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06101

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 515 del 25/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: VIVIANI LORENZO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 25/05/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
GERMANA' ANTONINO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
LOSS MARTINA LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021
TARANTINO LEONARDO LEGA - SALVINI PREMIER 25/05/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 25/05/2021
Stato iter:
26/05/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 26/05/2021
Resoconto VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 26/05/2021
Resoconto BATTISTONI FRANCESCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
REPLICA 26/05/2021
Resoconto VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 26/05/2021

SVOLTO IL 26/05/2021

CONCLUSO IL 26/05/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06101
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Martedì 25 maggio 2021, seduta n. 515

   VIVIANI, BUBISUTTI, GASTALDI, GERMANÀ, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI, LOSS, MANZATO e TARANTINO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea, con regolamenti europei, è intervenuta al ribasso circa la possibilità di pesca per il Mediterraneo occidentale, riducendo l'attività per la pesca a strascico;

   per i pescatori questi provvedimenti di riduzione dello sforzo di pesca si traducono, soprattutto per le piccole barche a strascico, in più ore in mare e in un danno irrecuperabile al settore, in termini di fatturato e occupazione;

   prima di adottare ulteriori provvedimenti, sarebbe necessaria un'opportuna valutazione scientifica degli impatti prodotti dalle misure già attive; non si può imputare lo stato degli stock ittici del Mediterraneo interamente alle attività di cattura senza considerare tutte le altre fonti di impatto e i cambiamenti climatici;

   per la tutela della risorsa ittica, i nostri pescherecci hanno già ridotto lo sforzo di pesca, come previsto dai regolamenti europei; infatti, negli ultimi 3 anni, l'Italia ha diminuito del 20 per cento lo sforzo di pesca – alcuni segmenti sono già sotto i giorni sufficienti per avere un minimo di redditività –, e rispettano le chiusure spazio temporali, come previsto dall'attuale piano di gestione;

   con questi provvedimenti si continua a prestare attenzione solo all'aspetto ambientale, tralasciando quello economico e mettendo a rischio la sopravvivenza di alcune marinerie;

   inoltre, ad incidere sul settore ci sono anche le norme nazionali, come ad esempio, il decreto ministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali 16 febbraio 2017, il quale prevede che alle imprese di pesca abilitate all'impiego del sistema palangaro e/o dell'attrezzo palangaro derivante non è consentito il passaggio a categoria e/o tipo di pesca professionale superiore a quella autorizzata in licenza;

   questo divieto comporta per i pescatori italiani una limitazione alla possibilità di essere autorizzati a pescare anche oltre le miglia marine previste per la categoria di pesca prevista dalla licenza, il che vuol dire meno possibilità di lavorare;

   è necessario tutelare la domanda nazionale di pesce, che non deve essere soddisfatta dalle importazioni, per non cancellare storia, tradizione e cultura della pesca in mare, per chiudere i nostri mercati ittici, e salvare migliaia di imprese e posti di lavoro di, chi ogni giorno, porta pesce fresco italiano sulle nostre tavole –:

   quali iniziative intenda adottare per il settore della pesca, a partire dal promuovere un maggiore confronto in sede europea per pervenire ad una semplificazione e modifica delle norme nazionali al fine di tutelare il reddito e la competitività, difendere le specificità della pesca italiana, nonché accrescere lo sviluppo delle imprese ittiche nazionali.
(5-06101)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 maggio 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-06101

  Signor Presidente, Onorevoli deputati,
  la tutela del settore ittico è una priorità che il Ministero intende perseguire, in linea con la normativa europea e sovranazionale sulle tematiche relative alla conservazione, gestione e sfruttamento delle risorse acquatiche e dell'acquacoltura, con l'intento di garantire la gestione razionale e l'utilizzo ottimale delle risorse marine.
  In quest'ottica, le diverse fasi di implementazione della nuova Politica Comune della Pesca (PCP) e del Fondo europeo per gli affari marittimi e della pesca (FEAMP) sono costantemente monitorate dal Ministero, a garanzia dello sviluppo sostenibile del settore, tenendo conto degli aspetti ambientali, economici e sociali.
  Detto questo, mi preme rilevare che l'Amministrazione italiana, in occasione delle discussioni sul Regolamento per il periodo di programmazione 2021-2027 per il settore pesca avvenute nell'ambito del Consiglio dell'Unione europea, ha più volte rappresentato che la riduzione costante delle giornate di pesca risulta incoerente con la redditività delle singole imprese, soprattutto in questo momento storico in cui le nostre flotte sono state colpite duramente dall'emergenza COVID-19.
  Al riguardo ricordo che il nostro Paese, con l'intento di una progressiva riduzione dello sforzo di pesca, ha adottato da tempo dei Piani di gestione nazionale (per tutte le GSA - aree geografiche in cui operano i nostri pescherecci) diretti alla gestione degli stock-obiettivo della pesca demersale che consentirebbero di raggiungere, comunque, la riduzione di sforzo proposta dalla Commissione europea.
  Con riferimento alle misure adottate per il settore, un primo intervento è stato operato con il cosiddetto Decreto sostegni bis, che ha riconosciuto un'indennità di 950 euro per il mese di maggio in favore dei pescatori autonomi, compresi i soci delle cooperative, che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari.
  Ulteriori misure verranno assegnate in favore della pesca e dell'acquacoltura sostenibile in sede di riparto del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere, previsto dalla Legge di bilancio 2021.
  Ciò posto, con particolare riferimento alle altre questioni sollevate dagli interroganti, tengo a precisare che l'articolo 5 del decreto ministeriale 16 febbraio 2017 stabilisce che «alle imprese di pesca abilitate all'impiego del sistema palangaro (LL) e/o dell'attrezzo palangaro derivante (LLD), non è consentito il passaggio a categoria e/o tipo di pesca professionale superiore a quella autorizzata in licenza».
  Si tratta, quindi, di un riordino della disciplina nazionale afferente alle procedure per l'ottenimento del cambio di categoria o tipo di pesca professionale, mediante l'introduzione di specifiche limitazioni per le imprese di pesca autorizzate all'utilizzo del sistema palangaro (LL) o dell'attrezzo palangaro derivante (LLD).
  Pertanto, considerato l'elevato numero di imbarcazioni della flotta da pesca italiana autorizzate, in licenza, all'utilizzo dei predetti sistemi di pesca, la norma in questione interviene sulla necessità e l'urgenza di adottare misure ulteriori che favoriscano il passaggio ad una pesca sostenibile, più selettiva e meno dannosa per gli ecosistemi marini.
  Il divieto riguarda quindi soltanto gli operatori autorizzati alla pesca con il palangaro derivante e non tutta la flotta italiana. Occorre infatti tener presente che la citata norma tende proprio a ridurre il sovrasfruttamento delle tipiche specie bersaglio di tale attrezzo, nelle aree marine in cui è più probabile la loro concentrazione.
  Preciso infine che qualora le barche interessate fossero anche autorizzate ad attrezzi trainati, avrebbero in ogni caso difficoltà nel passaggio di categoria, proprio in relazione alla recente suddivisione dello sforzo di pesca per aree geografiche, che appare più compatibile con la pesca costiera locale che con la pesca costiera ravvicinata.