ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05397

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 462 del 24/02/2021
Firmatari
Primo firmatario: SANI LUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/02/2021


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23/02/2021
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 02/03/2021
Stato iter:
24/03/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/03/2021
Resoconto TODDE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 24/03/2021
Resoconto SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/02/2021

DISCUSSIONE IL 24/03/2021

SVOLTO IL 24/03/2021

CONCLUSO IL 24/03/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05397
presentato da
SANI Luca
testo di
Mercoledì 24 febbraio 2021, seduta n. 462

   SANI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nella prima fase dell'epidemia la reperibilità nel nostro Paese di dispositivi medici e di protezione individuale è risultata molto difficoltosa a causa della improvvisa discrepanza fra domanda ed offerta, con prezzi elevatissimi incrementati notevolmente rispetto alle settimane precedenti;

   con il decreto-legge n. 18 del 2020 (cosiddetto «Cura Italia») sono stati introdotti una serie di incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica;

   in particolare, Invitalia ha predisposto, con risorse previste nel «Cura Italia», un fondo di 50 milioni di euro destinato alla riconversione industriale finalizzata alla produzione di dispositivi medici o dispositivi di protezione individuale;

   sono state 102 le imprese in totale ammesse agli incentivi, 65 progetti sono pervenuti da imprese che hanno deciso di riconvertire gli stabilimenti e 37 prevedevano ampliamenti dei siti produttivi;

   con la ripresa delle importazioni dalla Cina e dai Paesi orientali, da cui provengono dispositivi medici e di protezione individuale a basso prezzo, molte delle imprese italiane che si erano riconvertite con successo hanno cominciato ad avere gravi problemi economici;

   tra queste, la Dive System di Massa Marittima (provincia di Grosseto) che, da azienda di pregiate mute da sub, ha iniziato a produrre lo scorso anno tute produttive per medici e infermieri. L'impresa ha però recentemente dovuto licenziare tutte le 38 operaie assunte nella prima fase dell'epidemia: si tratta di donne, con una media di età di 45 anni, che erano riuscite a trovare comunque un lavoro in una difficile fase per l'occupazione. «I prezzi del mercato sono diventati aggressivi, le tute adesso arrivano dall'estero, non siamo più stati in grado di reggere il confronto. Per noi è un dispiacere enorme perché siamo consapevoli che quello che produciamo era di alta qualità: medici che hanno usato le nostre tute ci hanno detto più volte che erano le migliori»: ha dichiarato il proprietario dell'azienda;

   appare quindi paradossale che imprese italiane riconvertite grazie ad incentivi statali per produrre dispositivi medici e di protezione individuale di qualità siano costrette, oggi, a licenziare dipendenti a causa della concorrenza spesso sleale di prodotti di importazione a basso costo e con caratteristiche tecniche non adeguate;

   sono sempre infatti frequenti i casi di cronaca riferiti a sequestri di dispositivi medici e di protezione individuale non conformi. Secondo quanto riportato recentemente dai media in Italia, sono state sdoganate fino ad oggi 553 milioni di mascherine; secondo una stima, il 10 per cento potrebbe però aver avuto certificazioni fasulle ed, in merito, sono state aperte inchieste in tutta Italia;

   in questo contesto va poi aggiunto che la struttura commissariale ha annullato almeno tre contratti di fornitura: si tratta di dispositivi difettosi oppure di certificazioni non idonee; molte di queste mascherine sarebbero però ancora sul mercato;

   alcune delle mascherine autorizzate sono inoltre risultate non idonee: lo sostiene una società di controllo che ha effettuato le analisi sui dispositivi oggetto della maxi inchiesta aperta recentemente dalla procura di Roma;

   in base a quanto esposto fino ad ora, parrebbe evidente che, dopo il significativo sforzo logistico ed economico per assicurare una produzione nazionale di questi prodotti, il Governo si debba oggi adoperare in modo organico per tutelare sia le imprese del comparto, sia gli altri soggetti operanti sul mercato nazionale nel medesimo ambito; anche per tutelare la salute pubblica –:

   se il Governo non ritenga opportuno adottare iniziative di competenza, concrete e rapide, nel rispetto delle norme nazionali e comunitarie sulla concorrenza, al fine di sostenere la continuità produttiva ed occupazionale delle aziende italiane produttrici di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale che hanno investito sul territorio italiano e garantire conseguentemente la salute e la sicurezza pubblica.
(5-05397)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 marzo 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-05397

  Come ricorda l'Onorevole interrogante, con il decreto-legge n. 18 del 2020 (cosiddetto «Cura Italia») sono stati introdotti una serie di incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici e di protezione individuale per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica. A tal fine, l'art. 5 del citato Decreto, recante «Incentivi per la produzione e la fornitura di dispositivi medici» ha autorizzato la spesa di 50 milioni di euro per l'anno 2020, per contributi a fondo perduto e per finanziamenti agevolati alle imprese produttrici di tali dispositivi.
  Lo sportello per la presentazione delle domande è stato aperto il 26 marzo 2020 ed è stato chiuso il 15 luglio 2020.
  L'Onorevole interrogante denuncia la situazione paradossale che imprese italiane riconvertite grazie ad incentivi statali per rispondere alle esigenze sanitarie del Paese siano poi costrette a licenziare dipendenti a causa della concorrenza sleale di prodotti di importazione a basso costo e con caratteristiche tecniche non adeguate. Per fare fronte a questa situazione, l'Onorevole interrogante chiede iniziative a sostegno della continuità produttiva ed occupazionale delle imprese italiane in parola.
  Ebbene, le misure messe in campo per far fronte a questa situazione sono di duplice natura: da un lato, si portano avanti tutte le azioni, in sede amministrativa e giudiziaria, di contrasto agli illeciti e alle iniziative distorsive del mercato, ivi compreso il sequestro di dispositivi medici e di protezione individuale non conformi e le conseguenti disposizioni sanzionatorie; dall'altro lato, si mettono in campo interventi sia destinati a sostenere il mercato, sia a proteggerlo da episodi di concorrenza sleale conseguenti a immissione di prodotti di importazione a basso costo e con caratteristiche tecniche non conformi.
  In questa direzione si muove il decreto-legge «Sostegni» il quale prevede lo stanziamento di diverse risorse per l'acquisto di dispositivi di protezione individuale e altri beni sanitari inerenti all'emergenza pandemica.
  A questi interventi, destinati ad incentivare il mercato dei dispositivi in parola, si aggiungono le misure trasversali a sostegno delle imprese e dell'occupazione. A titolo esemplificativo e non esaustivo, si richiamano: la proroga del periodo di sospensione delle attività dell'agente della riscossione, l'annullamento dei carichi ed ulteriori interventi fiscali di agevolazione e razionalizzazione; la riduzione degli oneri delle bollette elettriche; disposizioni in materia di trattamenti di integrazione salariale; disposizioni in materia di reddito di emergenza; misure a sostegno dei lavoratori in condizione di fragilità.
  In un'ottica più generale, va considerato anche lo strumento agevolativo dei Contratti di sviluppo, mezzo idoneo a fornire un adeguato sostegno finanziario al tessuto imprenditoriale nella realizzazione di programmi di investimento, in grado di dotare il sistema Paese di adeguate capacità di risposta alla pandemia in corso e ad altre possibili crisi di carattere sanitario che dovessero sopraggiungere in futuro.
  Resta ferma la trasversalità della materia e la competenza di diversi attori istituzionali, quali in primis Ministero della Salute a Autorità di controllo alle dogane, con cui occorre lavorare in sinergia per tutelare le imprese ed il mercato.
  Come noto, intendo assicurare l'impegno del Governo a sostenere la continuità produttiva ed occupazionale delle aziende italiane produttrici di mascherine chirurgiche e dispositivi di protezione individuale; nonché a valutare con favore, ove ne sussistano le condizioni, ogni iniziativa idonea a far fronte alle esigenze rappresentate con l'atto in discussione.