ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/05192

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 442 del 17/12/2020
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/05612
Firmatari
Primo firmatario: SIRACUSANO MATILDE
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 17/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 17/12/2020
Stato iter:
22/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/12/2020
Resoconto FERRARESI VITTORIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 22/12/2020
Resoconto SIRACUSANO MATILDE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/12/2020

DISCUSSIONE IL 22/12/2020

SVOLTO IL 22/12/2020

CONCLUSO IL 22/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05192
presentato da
SIRACUSANO Matilde
testo di
Giovedì 17 dicembre 2020, seduta n. 442

   SIRACUSANO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il carcere di Messina Gazzi è un istituto penitenziario di primaria importanza per la Sicilia e per l'intero Mezzogiorno;

   il personale dell'istituto penitenziario, seppur con grandi difficoltà e con un sottodimensionamento di circa 50 unità, sta svolgendo il proprio lavoro in modo eccellente, al fine di garantire ai detenuti la possibilità di scontare la pena senza incorrere nel sovraffollamento che, purtroppo, contraddistingue molte carceri italiane;

   la direzione dell'istituto penitenziario si è attrezzata per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, tanto che è stato allestito un reparto dedicato da utilizzare in caso di contagi per il completo isolamento dei detenuti ed esternamente è stata collocata una tenda pre-triage dedicata ai nuovi ingressi dei detenuti, al fine di accertarne accuratamente le condizioni cliniche;

   nell'istituto penitenziario vi è un reparto di chirurgia che dal 2016 è stato dismesso e l'area nella quale insisteva è rimasta del tutto inutilizzata;

   il reparto in questione possiede ancora i requisiti strutturali e tecnici per poter svolgere la sua funzione originaria;

   attualmente, per sottoporre i detenuti ad interventi di chirurgia, l'istituto penitenziario di Messina Gazzi si avvale dei presidi dell'azienda ospedaliera Papardo, che dista circa 20 chilometri dal carcere, con un conseguente aggravio di risorse economiche e di personale occorrenti alla traduzione dei detenuti al di fuori della casa di detenzione e alla loro sorveglianza;

   le recenti vicende relative alla scarcerazione di detenuti, alcuni dei quali reclusi in regime di 41-bis, dovrebbero suggerire al Ministro della giustizia di provvedere tempestivamente alla realizzazione di reparti clinici e di cura all'interno degli istituti penitenziari per poter bilanciare adeguatamente il principio del diritto alla salute con quello della sicurezza pubblica, garantendo l'assistenza all'interno delle carceri –:

   se il Governo non ritenga necessario prevedere, per il carcere di Gazzi a Messina, iniziative urgenti per:

    a) dotare l'organico della polizia penitenziaria delle 50 unità di personale mancanti;

    b) riattivare tempestivamente il reparto di chirurgia già funzionante e clamorosamente dismesso dal 2016
(5-05192)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 22 dicembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-05192

  Con l'interrogazione in esame l'onorevole Siracusano chiede al Ministro della Giustizia e al Ministro della Salute «... se il Governo non ritenga necessario prevedere per il carcere di Gazzi a Messina iniziative urgenti per: dotare l'organico della Polizia Penitenziaria delle 50 unità di personale mancanti; riattivare tempestivamente il reparto di chirurgia già funzionante e clamorosamente dismesso dal 2016...».
  In proposito si segnala quanto segue.

Organici del Corpo.

  Nella casa circondariale di Messina, alla data del 17 dicembre 2020, sono effettivamente presenti complessive 213 unità su 247 previste in organico, con un divario pari a 23 unità.
  Giova evidenziare, altresì, che l'organico della sede in esame è stato incrementato in occasione del piano di mobilità elaborato a seguito delle ultime assegnazioni del 175°, 176° e 177° corso per la nomina in ruolo degli agenti/assistenti, per un'aliquota complessiva pari a 16 unità (di cui 6 uomini e 10 donne).
  Relativamente, invece, alle procedure concorsuali in atto o in procinto di essere avviate, si evidenzia che è stato già bandito il concorso interno, per titoli, a complessivi 691 posti (606 uomini e 85 donne) per la nomina alla qualifica iniziale del ruolo maschile e femminile degli ispettori del Corpo di polizia penitenziaria.
  Per quanto riguarda il ruolo dei sovrintendenti, è già stato espletato il concorso interno a complessivi 2.851 posti per la nomina alla qualifica di vice sovrintendente del ruolo maschile e femminile, ai sensi del decreto legislativo 29 maggio 2017 n. 95. I corsi di formazione tecnico professionale sono stati suddivisi, in relazione alla decorrenza della nomina, in tre periodi. L'ultimo corso, il cui inizio era fissato per il mese di novembre 2020, in considerazione dell'evolversi della situazione epidemiologica da COVID-19 nonché dell'incremento dei casi sul territorio nazionale si svolgerà in modalità e-learning.
  Relativamente al ruolo degli agenti/assistenti, invece, si stanno ultimando le procedure del concorso pubblico per il reclutamento di complessivi 754 posti di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria (elevati a 938), indetto con P.D.G. 11 febbraio 2019, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – IV Serie speciale – n. 18 del 5 marzo 2019. Con P.D.G. 2 dicembre 2020 è stata approvata la graduatoria finale definitiva, pubblicata sul sito www.giustizia.it in data 3 dicembre 2020. L'assunzione formale degli allievi agenti avverrà il 30 dicembre 2020, mentre le attività didattiche saranno avviate in due tranche successive: la prima l'11 gennaio e la seconda il 25 gennaio 2021.
  Inoltre, ai sensi dell'articolo 259-bis del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 recante «Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19» convertito con modificazioni nella legge 17 luglio 2020 n. 77, è prevista l'assunzione di 650 allievi agenti del Corpo di polizia penitenziaria (488 uomini e 162 donne), in via prioritaria, mediante scorrimento della graduatoria degli idonei del concorso pubblico a 302 posti, elevati a 376, di allievo agente del Corpo di polizia penitenziaria maschile e femminile, indetto con P.D.G. 11 febbraio 2019 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale n. 18 del 5 marzo 2019, e, per la parte residua, mediante scorrimento della graduatoria della prova scritta del medesimo concorso.
  È in fase di definizione, altresì, il bando del concorso pubblico per circa 970 allievi agenti, riservato ai sensi dell'articolo 703 comma 1 lettera d) del codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010 n. 66, a valere sulle cessazioni (turnover) anno 2019 e sulle assunzioni straordinarie autorizzate ai sensi dell'articolo 1, comma 236, lettera c), della legge n. 205/2017 e dell'articolo 1, comma 381, lettera b), della legge n. 145 del 2018.
  L'articolo 259 del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 introduce peraltro una serie di misure in materia di procedure concorsuali per la funzionalità delle forze armate e di polizia, con la possibilità di disporre, anche in deroga alla normativa di settore, modalità semplificate di svolgimento delle procedure in considerazione della situazione di emergenza epidemiologica. La stessa norma autorizza, inoltre, il rinvio delle assunzioni previste per l'anno 2020 entro il 31 dicembre 2021.

Ria ttivazione del reparto chirurgia del C.D.T. annesso all'istituto.

  In via preliminare, occorre osservare che, prima dell'emanazione del decreto legislativo 15 dicembre 2015 n. 222 recante «Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione siciliana per il trasferimento delle funzioni in materia di sanità penitenziaria», nella casa circondariale di Messina era attivo e funzionante un C.D.T. (Centro diagnostico terapeutico) con circa 50 posti letto, di cui 16 destinati al reparto di chirurgia. In tale reparto era ed è presente una sala operatoria, recentemente ristrutturata, che risponde ai requisiti strutturali e tecnologici previsti dall'accreditamento istituzionale (D.A. 890/2002), in cui venivano eseguiti interventi chirurgici in elezione di media e bassa complessità, anche con tecnica laparoscopica. Fino all'anno 2016 era in essere una convenzione con il locale Policlinico universitario, in virtù della quale il Direttore, lo staff chirurgico e l'anestesista della Prima Clinica chirurgica prestavano il proprio operato all'interno della casa circondariale di Messina per l'esecuzione in elezione degli interventi chirurgici selezionati. A seguito dell'emanazione del suddetto decreto legislativo 15 dicembre 2015 n. 222 anche nella regione Sicilia sono state trasferite al Servizio sanitario regionale tutte le funzioni sanitarie fino a quel momento svolte dal Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria. All'erogazione delle prestazioni sanitarie deve provvedere l'Azienda sanitaria locale (oggi A.S.P. – Azienda sanitaria provinciale), mentre l'Amministrazione penitenziaria deve garantire la sicurezza dei detenuti e degli internati.
  Con l'emanazione del successivo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° aprile 2008 recante «Modalità e criteri per il trasferimento al SSN delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie, delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità penitenziaria», tale trasferimento ha trovato piena attuazione, anche in Sicilia.
  Alla Regione vengono attribuiti compiti di programmazione, coordinamento e indirizzo, mentre alle AA.SS.PP. i compiti di organizzazione e di erogazione dei servizi.
  Il principale obiettivo è quello di assicurare alla popolazione detenuta la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione previste dai livelli essenziali e uniformi di assistenza, attraverso prestazioni analoghe a quelle erogate ai cittadini in stato di libertà.
  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con la Conferenza Unificata del 22 gennaio 2015, ha previsto che le Aziende sanitarie, attraverso una specifica programmazione, garantiscano, all'interno del territorio di rispettiva competenza, cure adeguate ai detenuti con patologie croniche e/o disabilità nonché ai detenuti con disagio e/o disturbo mentale che necessitino di un regime particolarmente assistito, attraverso l'attivazione di sezioni specializzate dedicate extra ospedaliere. Tra le sezioni specializzate, particolare riguardo riveste quella di assistenza intensiva (S.A.I.) – già Centro diagnostico terapeutico (C.D.T.) –, che rappresenta l'entità organizzativa di maggiore complessità e vocazione sanitaria all'interno delle strutture penitenziarie. Detto servizio risponde ai bisogni di assistenza sanitaria specialistica continuativa, assicurando prestazioni sanitarie assistenziali di tipo estensivo e intensivo extra ospedaliere, che non possono essere garantite nei servizi a minore complessità organizzativa.
  Nel S.A.I. vengono infatti trasferiti e trattati detenuti non autosufficienti o affetti da patologie croniche, che non possono essere assistiti in un istituto penitenziario ordinario. Tali centri garantiscono assistenza medica, infermieristica diurna e notturna e assistenza specialistica più ampia rispetto alla sezione ordinaria, ma non di livello ospedaliero.
  Come indicato, le fonti normative definiscono le «modalità e criteri per il trasferimento al SSN delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse finanziarie, delle attrezzature e dei beni strumentali in materia di sanità penitenziaria» (decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1° aprile 2008 e decreto legislativo n. 222 del 2015) nonché le «Linee guida in materia di modalità di erogazione dell'assistenza sanitaria negli istituti penitenziari per adulti» (Conferenza Unificata Stato Regioni del 22 gennaio 2015), individuando il target assistenziale e la tipologia di utenza delle sezioni sanitarie specializzate penitenziarie, ma non chiariscono i modelli organizzativi dell'assistenza sanitaria propri del servizio sanitario regionale a cui fare riferimento nel programmare le prestazioni delle sezioni specializzate. In effetti, l'articolo 2 comma 7 della Conferenza Unificata Stato Regioni, Accordo del 22 gennaio 2015, chiarisce esplicitamente che nelle sezioni specializzate (quale è, appunto, il S.A.I.) «si utilizzano i termini di trasferimento e permanenza», mentre si parla di «ricovero e degenza» solo per gli specifici reparti ospedalieri di medicina penitenziaria (già medicina protetta). Trova, quindi, conferma l'assunto secondo il quale i servizi sanitari erogati all'interno di S.A.I. sono esclusivamente di tipo extra ospedaliero. Orbene, mentre per ciò che riguarda il reparto di medicina del S.A.I. il modello operativo tracciato dal legislatore (struttura extra ospedaliera) trova applicazione organizzativa, prevedendo un archetipo del modello residenza sanitaria ad elevata assistenza polispecialistica di carattere prevalentemente medico, altrettanto non si può dire per il reparto di chirurgia, poiché non è ipotizzabile programmare ed eseguire interventi chirurgici in assenza di specifico ricovero e degenza. Infatti, per detta tipologia di prestazioni, è stato individuato l'ospedale Papardo che, nella rete ospedaliera regionale, dispone di quattro posti letto di medicina penitenziaria.
  Pertanto, sebbene la sala operatoria del reparto di chirurgia del S.A.I. annesso alla casa circondariale di Messina possegga caratteristiche tecnologiche adeguate, in assenza di specifiche indicazioni normative non è possibile utilizzarla per effettuare interventi chirurgici in elezione bensì, esclusivamente, interventi classificabili come chirurgia ambulatoriale che non necessitano di ricovero.
  Pertanto non essendo ipotizzabile, allo stato, la riattivazione del reparto chirurgia con annessa sala operatoria, la direzione della casa circondariale di Messina ha avanzato la proposta di destinare tale reparto alla degenza di ristretti di sesso femminile, trovando condivisione presso la locale Azienda sanitaria provinciale.
  Conclusi nel mese di settembre dell'anno 2020 i programmati interventi di manutenzione ordinaria che hanno interessato il secondo piano della sezione SAI della casa circondariale di Messina, a far data dai primi di ottobre l'ex reparto di chirurgia è stato destinato alla degenza di ristretti di sesso femminile. Il reparto risulta attivo ma, allo stato, non utilizzato per assenza di ricoverate.
  Da tutto quanto sinora esposto (dovendosi ricordare che in data 18 dicembre 2020 il Ministero della salute comunicava «... in esito alla istruttoria espletata ...» di non disporre «... di elementi di diretta conoscenza rispetto alla situazione segnalata presso il carcere Gazzi di Messina ...») emerge con assoluta evidenza il costante impegno del Ministro della giustizia al fine di assicurare la copertura dei posti scoperti nell'organico della Polizia Penitenziaria della casa circondariale di Messina e, nel mutato assetto normativo, di destinare l'ex reparto di chirurgia di tale struttura alla degenza di ristretti di sesso femminile.