ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/05105

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 436 del 01/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: MAZZETTI ERICA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 01/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CORTELAZZO PIERGIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020
CASINO MICHELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020
LABRIOLA VINCENZA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020
RUFFINO DANIELA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020
CAPPELLACCI UGO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 01/12/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/12/2020
Stato iter:
02/12/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/12/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 02/12/2020
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 02/12/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 02/12/2020
Resoconto MORASSUT ROBERTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
DICHIARAZIONE INTERROGANTE 02/12/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 02/12/2020
Resoconto ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/12/2020

SVOLTO IL 02/12/2020

CONCLUSO IL 02/12/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-05105
presentato da
MAZZETTI Erica
testo di
Martedì 1 dicembre 2020, seduta n. 436

   MAZZETTI, CORTELAZZO, CASINO, LABRIOLA, GELMINI, RUFFINO e CAPPELLACCI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:

   i nubifragi che hanno interessato nei giorni scorsi la Sardegna hanno ancora una volta ricordato la drammatica fragilità del territorio regionale e più in generale del territorio di gran parte del nostro Paese. Eventi calamitosi che sempre più spesso interessano i nostri territori, con gravi conseguenze in termini di perdite di vite umane, e di danni economici;

   a fronte di ingenti risorse stanziate per fronteggiare ogni volta i danni prodotti, è evidente l'assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione. L'eccessivo consumo di suolo, la cementificazione degli alvei e il disboscamento dei versanti collinari e montuosi contribuiscono, infatti, maniera determinante a sconvolgere l'assetto idraulico del territorio, determinando un'amplificazione del rischio che interessa praticamente tutto il territorio nazionale;

   la maggior parte dei fiumi è stata oggetto in questi anni di un'aggressione che ne ha modificato radicalmente assetti e dinamiche. I corsi d'acqua sono stati molti casi trasformati in canali, ignorando che si tratti di ecosistemi naturali regolati non solo dalle leggi dell'idraulica. Ci si è, così, adoperati a «canalizzare» i fiumi con l'idea di poter contenere le acque in alvei sempre più stretti e consentire un rapido deflusso delle acque verso valle nei periodi di piena;

   a causa di una sempre più spinta «impermeabilizzazione» e della perdita di capacità di ritenzione del territorio, l'acqua meteorica raggiunge sempre più velocemente i corsi d'acqua principali che registrano altrettanto velocemente colmi di piena pericolosi. Se a questo si aggiunge l'escavazione selvaggia che si è avuta fino agli anni '70, gli sbarramenti trasversali, la riduzione delle aree di esondazione naturale, la distruzione degli ambienti ripariali, l'inquinamento delle acque, ci si rende conto dell'urgenza di affrontare seriamente questi problemi;

   alla luce di tale, ormai continua, emergenza, risulta sempre più urgente un aggiornamento degli strumenti di governo, da quelli a scala territoriale, piani di bacino o piani di assetto idrogeologico per esempio, fino al livello locale, piani regolatori generali e regolamenti edilizi, innescando interventi puntuali nelle aree più vulnerabili, da realizzare in tempi brevi tenendo conto della nuova geografia del rischio –:

   con quali strumenti e con quali/quante risorse di cassa il Ministro interrogato, nell'ambito delle proprie competenze, intenda intervenire e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di accelerare le procedure per attuare le misure necessarie alla messa in sicurezza del territorio, e favorire la delocalizzazione di immobili insistenti in siti ad alto rischio idrogeologico, programmando la revisione di strumenti di pianificazione ambientale ed urbanistica.
(5-05105)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 2 dicembre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-05105

  Con riferimento alle questioni poste, inerenti la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico sul territorio nazionale, si rappresenta che sono state previste, nel recente periodo e per quanto di competenza del Ministero dell'ambiente, una serie di attività. Al riguardo, si segnala, innanzitutto, l'articolo 55 del cosiddetto Collegato Ambientale che ha istituito, presso il Ministero il «Fondo progettazione», diretto a favorire l'efficace avanzamento delle attività progettuali delle opere di mitigazione del rischio idrogeologico e provvedere a rendere le stesse immediatamente cantierabili. Nel Fondo, come previsto dall'articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 14 luglio 2016, affluiscono 100 milioni di euro assegnati dal CIPE con delibera n. 32/2015, al fine di garantire l'avanzamento della progettazione fino al livello esecutivo di interventi contro il dissesto.
  Si ricorda, inoltre, il Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico, il Ripristino e la Tutela della Risorsa Ambientale, adottato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2019. L'articolo 2, comma 1, di detto decreto del Presidente del Consiglio dei ministri prevede che, ai fini di un tempestivo avvio ed elevazione di livello di operatività, le competenti amministrazioni predispongono e sottopongono alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Cabina di Regia Strategia Italia anche in coordinamento con la Struttura di missione Investitalia, ed al CIPE, un Piano stralcio 2019 recante elenchi settoriali di progetti e interventi immediatamente eseguibili già nel 2019, aventi carattere di urgenza e indifferibilità.
  A ciò si aggiunga che, in applicazione dell'articolo 54, comma 2, del decreto-legge n. 76 del 2020, convertito con legge n. 120 del 2020, è in corso la definizione del Piano stralcio 2020 degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico rapidamente attivabili, a valere su risorse di bilancio del Ministero dell'ambiente.
  Si ricorda, infine, con specifico riferimento alle iniziative normative finalizzate alla semplificazione delle procedure per velocizzare l'attuazione dei programmi di intervento, che nel «decreto semplificazioni» è stata introdotta una norma apposita diretta ad estendere ai Commissari per il dissesto le modalità e le deroghe già previste per i Commissari straordinari, per gli interventi infrastrutturali di particolare complessità progettuale o difficoltà attuativa, nonché la possibilità di avvalersi di assistenza tecnica, con oneri ricompresi nel quadro economico dell'opera. Con il medesimo decreto, si è esteso il ricorso alle Conferenze dei servizi anche alla programmazione 2020 delle risorse per il dissesto. Inoltre, come già noto, nella proposta di Collegato ambientale è stato incluso un Capo dedicato a delineare il quadro normativo in tema di tutela del suolo anche al fine di porre termini certi per le attività endoprocedimentali dirette alla formazione dei Piani per il dissesto, nonché ulteriori misure acceleratorie e di rafforzamento delle Strutture Commissariali.
  Si rappresenta, altresì, che il Ministero dell'ambiente è attualmente impegnato, di concerto con il Ministero delle infrastrutture, nell'aggiornamento del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 28 maggio 2015, concernente l'individuazione dei criteri e delle modalità per stabilire le priorità di attribuzione delle risorse agli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Da tale attività di revisione normativa scaturiranno ulteriori semplificazioni procedurali che contribuiranno a velocizzare l'attuazione dei programmi d'intervento.
  Da ultimo, per quanto attiene alle risorse che potranno essere rese disponibili tramite il Recovery Fund, il Ministero dell'ambiente si è prontamente attivato redigendo, nell'ambito del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR), delle proposte preliminari di interventi per la messa in sicurezza degli abitati e dei bacini idrografici esposti a dissesto idrogeologico e di contrasto al cambiamento climatico, che prevedono il finanziamento di opere ricadenti in tutto il territorio nazionale. Complessivamente, la proposta avanzata, ora al vaglio della Cabina di regia nazionale, ammonta a circa 12 miliardi di euro.
  Al contempo stiamo predisponendo come Ministero dell'Ambiente un decreto-legge sul dissesto che approderà in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni dopo il concerto con gli altri ministeri cointeressati.
  Si prenda l'ultimo tragico evento avvenuto nel comune di Bitti in Sardegna sul quale ho chiesto di avviare un chiarimento in sede ministeriale a fronte del fatto che dall'ottobre 2017, sono trascorsi oltre due anni dalla sottoscrizione di una Convenzione tra il Commissario per gli interventi della Regione Sardegna e la società di Servizi Sogesid per arrivare alla pubblicazione del bando di gara per la progettazione di interventi pari a venticinque milioni di Euro finanziati dal Ministero per l'Ambiente e dalla Regione Sardegna.
  Bitti ci richiama ad una drammatica realtà. È un'ulteriore conferma delle lentezze di un sistema operativo troppo dilatato. Per questo serve un decreto-legge che agisce in tre direzioni: netto sfoltimento delle procedure amministrative per varare gli interventi, semplificazione e chiarezza delle responsabilità, potenziamento delle strutture tecnico-operative del Ministero, degli Enti locali e delle Autorità Distrettuali. La lotta al dissesto non si fa discutendo all'infinito di modelli organizzativi. Non può essere materia di visibilità politica di questo o quel partito. Occorre invece rendere veloce ed efficiente il sistema operativo.
  Mi auguro che il Parlamento accompagni attivamente l'indirizzo del Governo e si arrivi ad approvare presto misure urgenti di lotta al dissesto che innovino rispetto a quelle esistenti.