ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04567

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 393 del 04/09/2020
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/09/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 01/10/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/09/2020
Stato iter:
01/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/10/2020
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 01/10/2020
Resoconto BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/09/2020

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 02/10/2020

DISCUSSIONE IL 01/10/2020

SVOLTO IL 01/10/2020

CONCLUSO IL 01/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04567
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo presentato
Venerdì 4 settembre 2020
modificato
Venerdì 2 ottobre 2020, seduta n. 402

   QUARTAPELLE PROCOPIO, BRUNO BOSSIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   Paul Rusesabagina, leader ruandese in esilio del Movimento ruandese per il cambiamento democratico (Mrcd) – divenuto celebre per aver salvato centinaia di persone dal genocidio in Rwanda e aver ispirato il protagonista del film «Hotel Rwanda» e premiato, tra l'altro, con la medaglia presidenziale della libertà degli Stati Uniti nel 2005 – è stato arrestato con l'accusa di essere fondatore, leader e sponsor di diversi «gruppi terroristici» attivi in Ruanda e all'estero. Il fermo è avvenuto in un Paese straniero, dove viveva in esilio, in seguito a un mandato d'arresto internazionale ed è stato estradato nella capitale Kigali;

   l'ufficio investigativo del Ruanda ha dichiarato che l'uomo è stato fermato per aver formato e guidato «movimenti terroristici» operanti nella regione e che era ricercato a livello internazionale per presunto terrorismo, incendio doloso, rapimento e omicidio, crimini che sarebbero stati perpetrati contro civili in territorio ruandese;

   non sono stati forniti dettagli sul luogo nel quale è stato arrestato e l'accusa solleva più di qualche perplessità tra i critici del presidente ruandese Paul Kagame; questi stessi lo accusano di non tollerare alcun tipo di opposizione;

   Kagame è stato designato presidente nel 2000, è stato riconfermato alle elezioni presidenziali del 2003, a quelle del 2010 e a quelle del 2017. Il suo ultimo mandato doveva concludersi nel 2017, ma un emendamento costituzionale approvato nel 2015 potrebbe consentirgli di rimanere in carica fino al 2034. Nel 2017 è stato rieletto al terzo mandato con il 98 per cento dei voti;

   secondo attivisti per i diritti umani e oppositori, nel Paese l'opposizione viene punita in maniera spietata. Inoltre, nonostante la retorica di Kagame riguardo lo sviluppo del Paese, la realtà è ben più triste: la crescita economica non va a vantaggio di tutta la popolazione, ma soprattutto della nuova classe media che abita nella capitale. La maggior parte degli abitanti delle aree rurali sopravvive ancora con grandi difficoltà. L'ultimo rapporto del Global Multidimensional Poverty Index ha mostrato che il 55,5 per cento della popolazione vive sotto la soglia di povertà stabilita a livello mondiale dalle agenzie Onu (1,90 dollari a parità di potere di acquisto). Infatti, in media un cittadino del Ruanda sopravvive con meno di 1,50 dollari al giorno. Sebbene le libertà di parola ed espressione vengano legalmente tutelate, de facto il sistema le limita indirettamente. Il report annuale di Reporters sans Frontières ha collocato il Ruanda al 155° posto su 180 Paesi per libertà di stampa. Anche la libertà di espressione politica ne esce sconfitta: già le elezioni presidenziali del 2010, vinte da Kagame con 93 per cento dei consensi, secondo gli osservatori del Commonwealth e di Human Rights Watch, non si sono svolte in modo trasparente e hanno visto l'esclusione dalla competizione elettorale di parte dell'opposizione. Difatti, sia la candidata del 2010, Victoire Ingabire, che quella del 2017, Diane Rwigara, sono state arrestate poco prima della tornata elettorale –:

   quali notizie abbia il Ministro interrogato in merito all'arresto di Paul Rusesabagina e quali iniziative bilaterali e internazionali intenda mettere in campo per fare luce sulla questione.
(5-04567)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04567

  Il Governo italiano segue con attenzione le vicende che vedono coinvolto Paul Rusesabagina. Dopo anni trascorsi all'estero, Rusesabagina è stato arrestato lo scorso mese in circostanze non ancora del tutto chiare. Rimane oscura la ragione che lo abbia spinto a prendere un volo da San Antonio, in Texas, per raggiungere Dubai e da lì proseguire per quella che è stata descritta da più parti come una «visita ad esponenti religiosi» a Bujumbura. Risulta infatti che l'aeroporto della capitale del Burundi dovrebbe riaprire solo il 5-6 ottobre.
  Rusesabagina si trova ora in carcere a Kigali per rispondere alle 13 imputazioni di cui è accusato, tra le quali figurano: terrorismo e finanziamento al terrorismo, omicidio, incitazione alla violenza, reclutamento di bambini-soldato, rapimento e incendio doloso.
  Dagli Stati Uniti, la famiglia accusa il Governo del Presidente Paul Kagame di aver rapito Rusesabagina all'estero. Le autorità giudiziarie ruandesi sostengono invece che l'arresto sia avvenuto all'aeroporto internazionale di Kigali, sebbene una precedente versione delle autorità di polizia riportasse dell'arresto in Belgio grazie alla «cooperazione internazionale».
  In alcune dichiarazioni pubbliche Rusesabagina non ha negato di aver co-fondato il « Rwandan Movement for Democratic Change» e il suo braccio armato, il «National Liberation Front». Quest'ultimo si sarebbe reso responsabile di azioni paramilitari, provocando morti e feriti a Nyungwe, al confine con il Burundi. Rusesabagina ha comunque cercato di chiarire la sua posizione in tribunale, contestando il suo diretto coinvolgimento in attività criminose.
  L'ambasciata d'Italia a Kampala, competente anche per il Ruanda, rimane in costante e stretto raccordo con la Delegazione dell'Unione europea e con l'ambasciata del Belgio a Kigali. Dopo sollecitazione degli Stati Membri, tra cui l'Italia, il Capo Missione UE ha ottenuto due incontri con il Ministro degli esteri ruandese Biruta e il presidente Kagame. In entrambe le occasioni è stata sottolineata l'aspettativa del rispetto dello Stato di diritto e del principio del giusto processo a tutela dell'imputato.
  Tenuto conto del forte interesse della Comunità internazionale sul caso, il Governo ruandese sta dimostrando una soddisfacente collaborazione per avvalorare il buon funzionamento del sistema giudiziario nazionale. Rusesabagina non ha subìto alcun maltrattamento, oltre ad aver avuto cure mediche e libero accesso all'assistenza legale: ha designato due avvocati.
  L'ambasciata belga a Kigali ha effettuato due visite consolari a Rusesabagina, il quale possiede anche la cittadinanza belga, trovandolo in buone condizioni di salute e in una situazione dignitosa, tenuto conto degli standard carcerari del Paese. Le autorità ruandesi hanno ora garantito una visita consolare anche all'Ambasciata degli Stati Uniti. Rusesabagina, insignito nel 2014 della « Medal of Freedom» da parte del Presidente George W. Bush, è anche « Permanent Resident» negli Stati Uniti.
  La prima richiesta di libertà su cauzione è stata respinta dalla Corte. L'istanza verrà presa di nuovo in considerazione nell'udienza del 2 ottobre, in vista della quale la delegazione UE e l'Ambasciata statunitense a Kigali hanno ribadito l'aspettativa di un processo equo e trasparente.
  Sul caso proseguirà da parte del Governo tutta la dovuta attenzione, con particolare riferimento alle condizioni di detenzione e di salute di Paul Rusesabagina e al normale corso del processo giudiziario a suo carico.