ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04340

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 370 del 13/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: SURIANO SIMONA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2020
CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 13/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 13/07/2020
Stato iter:
01/10/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/10/2020
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 01/10/2020
Resoconto SURIANO SIMONA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 13/07/2020

DISCUSSIONE IL 01/10/2020

SVOLTO IL 01/10/2020

CONCLUSO IL 01/10/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04340
presentato da
SURIANO Simona
testo di
Lunedì 13 luglio 2020, seduta n. 370

   SURIANO, MARZANA e CABRAS. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   in data 30 giugno 2020 la Repubblica democratica del Congo (Rdc) ha registrato 60 anni d'indipendenza dal Belgio. Dopo ben 60 anni il Paese, a causa di una precedente politica coloniale oppressiva, vive ancora in un clima di instabilità politica e di precarietà economica e sociale, con un impoverimento strutturale del Paese;

   tra il 1998 e 2003 la Rdc è stata teatro della seconda guerra del Congo, la più grande guerra della storia contemporanea dell'Africa, con ben 8 nazioni africane coinvolte e circa 25 gruppi armati. Secondo varie fonti, a tutto il 2008 il conflitto ha causato la morte di circa 5,4 milioni di persone, soprattutto a causa di malattie e carenza di cibo;

   il 10 luglio 1999 la Repubblica democratica del Congo firma un accordo di cessate il fuoco a Lusaka (Zambia) con le controparti della Namibia, Angola, Ruanda, Uganda e Zimbabwe. Lo scopo dell'accordo è la cessazione di tutte le ostilità nel territorio congolese. Tra i vari punti dell'accordo c'era anche quello di istituire una Joint Military Commission sotto la Presidenza dell'Organizzazione dell'unità africana (Oau) e una costituzione di una missione Onu in collaborazione con l'Oau;

   le Nazioni Unite, con risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 1258 del 6 agosto 1999, istituiscono la missione di peacekeeping denominata Monuc e successivamente, con risoluzione n. 1925 del 28 maggio 2010, viene rinominata Monusco per sottolineare una nuova fase di mantenimento della stabilità del Paese. Dal 24 febbraio 2000 il quartier generale della missione si trova nella capitale Kinshasa;

   i combattimenti tra il Governo centrale e le milizie locali (alcune anche con basi in Stati limitrofi) sono ripresi a fasi alterne nel corso degli anni fino ai giorni nostri, soprattutto nel nord-est del Paese;

   secondo fonti Unhcr e Msf, nelle province di Ituri, del Sud Kivu e del Nord Kivu si sono registrate continue escalation di violenza e negli ultimi sei mesi oltre un milione di persone hanno abbandonato le proprie abitazioni (la Rdc è, secondo Msf, il secondo Paese al mondo dopo la Siria per sfollati interni);

   secondo gli stessi report, gruppi armati compiono con sistematicità omicidi, mutilazioni, saccheggi e violenze di natura sessuale nei confronti di donne e bambini. Fonti giornalistiche riportano che tali violenze avvengono nell'indifferenza e, a volte, grazie alla complicità e corruttibilità del contingente delle nazioni Unite impegnate nella missione Monusco;

   l'Alto rappresentante dell'Unione europea, Josep Borrell, ha più volte invitato le autorità di Kinshasa affinché provvedano a garantire con risolutezza la sicurezza delle provincie coinvolte negli scontri, collaborando maggiormente con l'Onu. L'auspicio di Bruxelles è che il Governo locale si adoperi per un dialogo con i Paesi limitrofi al fine di raggiungere un lungo e prospero periodo di pace nell'intera area e che questo possa servire per riuscire ad aumentare le condizioni di vita di tutta la popolazione congolese;

   diverse fonti indicano le multinazionali come maggiori responsabili del clima di instabilità in Congo, che spingono i Governi limitrofi e le milizie alla guerra e al clima di incertezza per riuscire a estrarre indisturbatamente risorse minerarie di cui la Rdc è la maggiore riserva al mondo, come oro, nichel, cobalto, diamanti e coltan –:

   quali iniziative intenda intraprendere il Governo per sensibilizzare maggiormente la comunità internazionale affinché vi sia un reale processo di risoluzione del conflitto interno nella Repubblica democratica del Congo e l'Onu intervenga con tutta la sua rete diplomatica per efficientare il ruolo di garanzia della missione Monusco e per fornire assistenza sanitaria e approvvigionamenti alimentari alla popolazione congolese in difficoltà;

   quali siano i progetti di cooperazione allo sviluppo in corso in questa fase e quali possano essere le iniziative future nella Repubblica democratica del Congo.
(5-04340)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 1 ottobre 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-04340

  Da decenni la Repubblica Democratica del Congo sta affrontando una delle più lunghe e gravi crisi umanitarie in Africa. Secondo le fonti dell'UNICEF e dell'Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, nel Paese si registrano oltre 12,8 milioni di persone con necessità di assistenza umanitaria, di cui 4,5 milioni di sfollati e 2 milioni di bambini a rischio di malnutrizione.
  Il Governo italiano continua a coordinarsi sul posto con Nazioni Unite e Unione europea. Gli sforzi del Presidente Tshisekedi per il rappacificamento del Paese non hanno finora conseguito risultati significativi. Soprattutto nell'est, dove violenze e miseria, dovute a scontri inter-etnici e lotte tra gruppi armati per l'accaparramento delle ingenti risorse naturali, proseguono senza sosta.
  Si contano al momento oltre 120 gruppi armati attivi nel Congo orientale. Qui il percepibile vuoto del Governo di Kinshasa, incapace di garantire sicurezza e stabilità nell'immenso territorio della Repubblica Democratica del Congo, viene colmato da autorità para-militari e gruppi ribelli, spesso con la complicità di Paesi limitrofi.
  Tenuto conto della complessità del quadro generale, l'impegno italiano è volto a favorire soluzioni condivise che permettano il ritorno della stabilità nel Paese e favoriscano la modernizzazione dell'amministrazione congolese. Solo queste due pre-condizioni potranno rafforzare una gestione della cosa pubblica democratica e promotrice del rispetto dei diritti umani.
  Recentemente l'Italia ha appoggiato la dichiarazione del 20 maggio da parte dell'Alto rappresentante dell'Unione europea Borrell sull’escalation delle violenze nella regione dell'Ituri. Insieme ai partner UE, abbiamo invitato le autorità di Kinshasa ad adoperarsi con risolutezza per garantire la sicurezza nell'area, avvalendosi anche del supporto della Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione nella Repubblica Democratica del Congo, Monusco. A questo riguardo, per conto della missione ONU l'azienda italiana Leonardo coordina e gestisce un'importante attività di pattugliamento aereo delle zone di confine del Paese, realizzato grazie ai droni di fabbricazione italiana.
  L'Unione europea, che rimane un partner privilegiato di Kinshasa in considerazione dell'ingente contributo al consolidamento politico ed economico del Paese nel quadro degli Accordi di Cotonou, ha incoraggiato il Governo della Repubblica Democratica del Congo a dialogare in modo costruttivo con i Paesi limitrofi, in modo da raggiungere al più presto una pace duratura e condivisa.
  La Commissione europea è uno dei principali donatori, in termini di aiuti allo sviluppo e umanitari. Per il 2020 sono stati infatti stanziati 20 milioni, con progetti di sviluppo concentrati sul sostegno alla società civile, alla democrazia e ai diritti umani.
  La Repubblica Democratica del Congo, Paese attualmente non prioritario per la Cooperazione italiana, è stata beneficiaria di nostri interventi a partire dal 1982, soprattutto nei settori dell'agricoltura, dei trasporti, della sanità e dell'approvvigionamento idrico. Dal 1998 ad oggi, la strategia della Cooperazione italiana rimane rivolta prevalentemente alla fornitura di aiuti umanitari sul canale bilaterale e multilaterale.
  L'ultimo progetto realizzato dalla Cooperazione italiana nel Paese è stato lo «Sviluppo della zona sanitaria di Matadi», svoltosi dal 2007 al 2014 con un finanziamento complessivo di 3,4 milioni di euro. L'obiettivo dell'iniziativa è stato il miglioramento del livello di copertura sanitaria e della qualità delle cure erogate alla popolazione del basso Congo.
  Sul versante delle iniziative di emergenza, nel 2019 la Cooperazione italiana ha finanziato attività di emergenza nella Repubblica Democratica del Congo per un totale di 800 mila euro, così ripartiti: 500 mila euro alla Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa in risposta all'aggravarsi dell'epidemia di ebola; 300 mila euro all'Organizzazione Mondiale della Sanità per il contrasto alla diffusione del virus ebola nelle regioni nord-orientali del Paese, con particolare attenzione alla campagna di vaccinazione, all'azione di team sanitari mobili e alla realizzazione di sepolture «sanitizzate».
  Nel 2020 la nostra Cooperazione prevede di erogare un contributo di un milione di euro al Programma Alimentare Mondiale.
  La regione Abruzzo ha lanciato nel 2018 l'iniziativa «Efficienza agropastorale e sicurezza alimentare nel territorio di Miabi», con un ammontare di 383 mila euro sul bando 2017 dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo per i contributi a iniziative presentate da enti territoriali. Il progetto si inserisce nell'ambito del rafforzamento delle attività agro-pastorali e dell'autosufficienza alimentare. Ha l'obiettivo di rendere gli agricoltori dell'area attori dello sviluppo rurale locale, accompagnandoli in un iter di professionalizzazione sull'agro-ecologia, con attenzione particolare ai giovani e alle donne.
  La regione Abruzzo è responsabile della gestione del progetto e del coordinamento dei molti partner nazionali e internazionali.
  Sono infine molte le organizzazioni non governative italiane attive nella Repubblica Democratica del Congo. Il loro sforzo, in termini economici e non solo, è ragguardevole. Anche loro contribuiscono dunque all'impegno che l'Italia, da sempre, profonde di fronte alle complesse dinamiche in corso a Kinshasa.