ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04313

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 368 del 08/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: NOVELLI ROBERTO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 08/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VERSACE GIUSEPPINA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2020
BAGNASCO ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2020
BOND DARIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2020
MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2020
BRAMBILLA MICHELA VITTORIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 08/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 08/07/2020
Stato iter:
09/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/07/2020
Resoconto NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 09/07/2020
Resoconto PUGLISI FRANCESCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 09/07/2020
Resoconto NOVELLI ROBERTO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/07/2020

SVOLTO IL 09/07/2020

CONCLUSO IL 09/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04313
presentato da
NOVELLI Roberto
testo di
Mercoledì 8 luglio 2020, seduta n. 368

   NOVELLI, VERSACE, BAGNASCO, BOND, MUGNAI e BRAMBILLA. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   la Corte costituzionale, nella camera di consiglio svoltasi il 23 giugno 2020, esaminando una questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d'appello di Torino ha stabilito che i 285,66 euro mensili, previsti dalla legge per le persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, non sono sufficienti a soddisfare i bisogni primari della vita, violando il diritto al mantenimento che la Costituzione (articolo 38) garantisce agli inabili;

   secondo quanto affermato da un comunicato dell'ufficio stampa della Corte, in attesa del deposito delle motivazioni della sentenza, agli invalidi civili totali di cui parla l'articolo 12, primo comma, della legge n. 118 del 1971, deve essere riconosciuto il cosiddetto «incremento al milione» (pari a 516,46 euro) senza attendere il raggiungimento del sessantesimo anno di età, attualmente previsto dalla legge;

   la pronuncia non ha effetto retroattivo, ma l'incremento dovrà essere erogato, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale, a tutti gli invalidi civili totali che abbiano compiuto i 18 anni e che non godano di redditi su base annua pari o superiori a 6.713,98 euro –:

   a quanto ammonti la spesa annua che lo Stato dovrà sostenere per far fronte alla citata sentenza della Corte costituzionale e, conseguentemente, quanto costerebbe aumentare a 516,46 euro le prestazioni assistenziali connesse alla inabilità lavorativa, attualmente erogate per un importo inferiore.
(5-04313)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 luglio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04313

  Con il presente atto parlamentare, gli Onorevoli interroganti, pongono l'attenzione sulla recente pronuncia della Corte costituzionale che ha incrementato l'importo dell'assegno per la pensione in favore delle persone totalmente inabili al lavoro per effetto di gravi disabilità, dichiarando illegittime, per violazione dell'articolo 38 della Costituzione, le disposizioni normative che attualmente stabiliscono l'importo della pensione e chiedono, al contempo, a quanto ammonta la spesa annua che lo Stato dovrà sostenere in esecuzione di detta sentenza.
  Come è noto la pensione di invalidità civile è una prestazione assistenziale concessa agli inabili al lavoro privi di altri mezzi di sostentamento (reddito inferiore a circa 17.000 euro annui in caso di invalidità totale) del valore di circa 285 euro per 13 mensilità. Viene concessa agli individui che non hanno ancora raggiunto l'età per la concessione dell'assegno sociale, prestazione nella quale si trasforma automaticamente al raggiungimento dell'età prescritta per beneficiarne (67 anni). Occorre in questa sede precisare che dopo i 60 anni i beneficiari invalidi godono comunque dell'integrazione al «milione al mese» (originariamente 516 euro mensili e, correntemente, a seguito di indicizzazione, circa 650 euro).
  Come evidenziato dagli interroganti, lo stesso Ufficio Stampa della Consulta ha reso noto che «La Corte ha stabilito che la propria pronuncia non avrà effetto retroattivo e dovrà applicarsi soltanto per il futuro, a partire dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale».
  Pertanto, in risposta al quesito posto dagli interroganti, posso riferire che ad oggi, per l'anno 2020, secondo i dati riportati sul proprio sito istituzionale l'INPS dichiara che gli invalidi totali beneficiari della sola pensione di invalidità civile – e non anche dell'indennità di accompagnamento, spesso erogata congiuntamente in caso di necessità di costante assistenza – sono circa 220.000 per un valore medio mensile di 295 euro.
  Ad ogni buon conto, per una stima aggiornata e puntuale della determinazione degli oneri per l'incremento dell'assegno si dovrà attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della sentenza. Posso rassicurare gli interroganti sul fatto che il Governo sta già lavorando ad un testo normativo, che potrà essere implementato e definito solo a seguito della pubblicazione della menzionata sentenza e, quindi, dopo aver preso atto degli elementi valutati dalla Corte.
  Per quanto attiene all'eventuale spesa da affrontare per adeguare l'importo delle pensioni riconosciute in favore degli inabili ai lavoro, è noto che nella conversione del Decreto Rilancio sono già stati stanziati 46 milioni di euro per l'anno 2020, mediante l'istituzione di un fondo nello stato di previsione del Ministero del lavoro, che potranno concorrere in parte ad ottemperare a quanto statuito dalla Consulta. Appare chiaro che si tratta di un primo finanziamento al quale dovrà far seguito un'implementazione ulteriore al fine di dare piena attuazione ai parametri sanciti dalla Corte costituzionale.
  È chiaro che questo è un tema molto delicato che ha ricadute economiche importanti e, pertanto, non può non riconoscersi che il percorso di adeguamento a quanto definito con la sentenza della Corte dovrà trovare la massima condivisione.