ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/04212

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 360 del 23/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PADOAN PIETRO CARLO PARTITO DEMOCRATICO 23/06/2020


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 23/06/2020
Stato iter:
23/07/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/07/2020
Resoconto TODDE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 23/07/2020
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/06/2020

DISCUSSIONE IL 23/07/2020

SVOLTO IL 23/07/2020

CONCLUSO IL 23/07/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-04212
presentato da
CENNI Susanna
testo di
Martedì 23 giugno 2020, seduta n. 360

   CENNI e PADOAN. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il settore orafo-argentiero rappresenta, con oltre 8500 aziende e 32000 addetti, uno dei comparti manifatturieri d'eccellenza del Made in Italy;

   i principali distretti produttivi nazionali sono localizzati nelle province di Arezzo, Vicenza e Alessandria: in questi poli sono infatti concentrati quasi un terzo delle imprese nazionali e la metà degli addetti;

   le esportazioni complessive si attestano a oltre 7 miliardi di euro di contro valore, con una incidenza sul totale dell'export nazionale pari all'1,5 per cento;

   in particolare, il distretto produttivo orafo di Arezzo è il più importante del settore a livello nazionale per imprese, addetti ed export (1.202 aziende, 7.964 addetti e 4 miliardi di export);

   quello orafo-argentiero rappresenta quindi un comparto trainante per l'economia aretina e toscana ed un volano prezioso per promuovere le opportunità offerte dall'economia circolare;

   il settore orafo-argentiero è stato fortemente colpito dalla crisi innescata dal COVID-19, che ha inficiato non solo l'organizzazione produttiva e la struttura finanziaria delle aziende, ma ha prodotto effetti dirompenti sull'offerta, sulla fiducia tra gli operatori economici e sulla domanda;

   il lockdown deciso per contrastare l'emergenza sanitaria sta quindi creando notevoli difficoltà al settore orafo-argentiero in tutta Italia e conseguentemente anche nel distretto aretino;

   le stime di Federorafi-Centro italiano della moda sugli effetti della pandemia sul comparto orafo aretino parlano, infatti, di un dimezzamento del fatturato nel primo trimestre 2020, nonostante le buone performance registrate fino a metà febbraio 2020;

   previsioni maggiormente negative sono però attese con la fase 2 della pandemia, a causa soprattutto della mancanza di ordini soprattutto esteri e delle prospettive sfavorevoli di breve e medio termine anche in relazione a possibili nuovi ondate di contagi a livello internazionale;

   si aggiungono a tali criticità le problematiche legate alle oscillazioni del prezzo dell'oro, che creano incertezza nei grandi acquirenti, inducendoli ad aspettare prima di comprare, in attesa di valutazioni più convenienti;

   alla data del 7 giugno 2020 sono 8.113 le domande di cassa integrazione in deroga per COVID-19 presentate nella provincia di Arezzo;

   Federorafi e la Consulta provinciale orafa di Arezzo hanno espresso la necessità di garantire alle imprese del settore la liquidità indispensabile per sostenere la continuità produttiva ed occupazionale, anche attraverso provvedimenti ad hoc che prevedano la notevole incidenza del costo della materia prima nei fatturati delle imprese;

   il 5 settembre 2018 il nostro Paese è stato ammesso alla Convenzione sul Controllo e la Marchiatura degli oggetti in metalli preziosi («Convenzione di Vienna»): un trattato che ha lo scopo di «facilitare il commercio internazionale degli oggetti in metalli preziosi, garantendo, nel contempo, un'adeguata tutela del consumatore». Ad oggi, le nazioni che hanno aderito a tale trattato sono: Austria, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Israele, Lettonia, Lituania, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera e Ungheria;

   la Convenzione però, ad oggi, non è stata ancora ratificata dall'Italia. Questi ritardi non consentono, quindi, alle nostre aziende di poter utilizzare le agevolazioni previste: come ad esempio la libera circolazione di gioielli marchiati secondo le procedure della Convenzione stessa all'interno dei Paesi aderenti –:

   quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo al fine di sostenere le aziende e gli addetti del settore orafo-nazionale pesantemente colpito dall'emergenza sanitaria in atto;

   per quali motivi non sia stata ancora ratificata dall'Italia la convenzione di Vienna citata in premessa;

   se il Governo non ritenga utile attivare un tavolo nazionale di confronto per individuare le misure necessarie per rilanciare e tutelare l'attività di un settore strategico per numerosi territori e vanto del Made in Italy nel mondo.
(5-04212)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 luglio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-04212

  L'atto in discussione rimanda alla condizione del settore orafo-argentiero. In particolare, gli Onorevoli interroganti denunciano la situazione del distretto produttivo orafo di Arezzo, che è il più importante del settore a livello nazionale per imprese, addetti ed export.
  Occorre premettere che il Ministero dello sviluppo economico si è sempre impegnato nella ricerca di soluzioni alle problematiche rappresentate di volta in volta dalle associazioni di categoria e, in particolare, nella procedura di accesso dell'Italia alla Convenzione di Vienna sulla marchiatura e il controllo degli oggetti in metalli preziosi, sia partecipando ai lavori dello Standing Committee della Convenzione, sia collaborando con Unioncamere per l'adeguamento dei laboratori degli uffici del saggio che verranno notificati alla Convenzione una volta perfezionato l’iter di adesione.
  L'adesione alla Convenzione, infatti, faciliterà il commercio internazionale dei prodotti in metalli preziosi, che potranno essere esportati dalle imprese italiane, localizzate prevalentemente nei distretti orafi di Alessandria, Vicenza e Arezzo ma anche di Napoli e di altre piccole realtà locali, con i marchi riconosciuti dalla Convenzione e dai Paesi aderenti, e secondo le specifiche previste dalla Convenzione stessa, senza gli ulteriori passaggi ora attesi dagli organismi di controllo dei paesi di destinazione aderenti alla Convenzione o che la riconoscono e ne accettano il Marchio Comune di Controllo.
  Riguardo al ritardo lamentato dagli Onorevoli Interroganti nell’iter di ratifica di tale Convenzione, occorre far presente che, conclusosi il periodo di stand still, previsto dall'accordo a seguito dell'invito ufficiale ad aderire, il Ministero dello sviluppo economico da subito si è coordinato con i competenti Uffici del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per la predisposizione del disegno di legge di ratifica e delle relazioni di accompagnamento.
  Durante il citato iter di ratifica, invero, si è riscontrato un ritardo nel ricevere in via ufficiale i documenti da ratificare. Problematica, tuttavia, risolta grazie anche all'azione diplomatica e all'interessamento dell'Ambasciatore italiano in Svezia.
  Al fine di definire lo schema del citato Disegno di Legge di ratifica della Convenzione di Vienna, il MAECI ha, quindi, provveduto a richiedere il parere di competenza ai dicasteri coinvolti nel procedimento (MiSE, Ministero dell'economia e delle finanze e Ministero della Giustizia).
  Sentito nel merito, il MAECI ha riferito che l’iter di ratifica da parte dell'Italia della nominata Convenzione è stato avviato il 25 ottobre scorso, a seguito dell'invio della documentazione richiesta da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. In attesa dell'assenso del Ministero dell'Economia e delle Finanze, il concerto interministeriale è in fase di conclusione.
  Relativamente all'aspetto delle esportazioni di prodotti « Made in Italy» del comparto orafo-argentiero, dal 14 al 21 aprile scorso presso il MAECI sono stati avviati 12 tavoli settoriali virtuali, che hanno visto coinvolte oltre 150 associazioni di categoria. L'obiettivo è stato quello di recepire le istanze del settore produttivo in tema di internazionalizzazione e di promozione commerciale sui mercati esteri a fronte dell'emergenza sanitaria. Tra le altre associazioni, vi hanno preso parte gli enti rappresentativi degli artigiani e del comparto dell'oreficeria. L'importanza della comunicazione per una presenza più incisiva sui mercati esteri e la necessità di stringere nuove intese internazionali con le grandi piattaforme dell’e-commerce e con la grande distribuzione organizzata sono stati gli aspetti evidenziati dalle associazioni.
  Tali proposte sono confluite nel «Patto per l’export»: si tratta di una vera e propria strategia innovativa per il rilancio delle esportazioni di « Made in Italy» nella fase post-emergenza sanitaria attraverso il rafforzamento degli strumenti di sostegno all'internazionalizzazione e un'azione promozionale di ampio respiro. Il Patto consta di 6 pilastri, tra cui la comunicazione e il rafforzamento del commercio digitale, e può contare su circa 1,4 miliardi di euro stanziati dal Governo con una serie di provvedimenti adottati soprattutto durante l'emergenza Decreto «Cura Italia» (decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18); Decreto «Liquidità» (decreto-legge 23 dell'8 aprile 2020), Decreto «Rilancio» (decreto-legge 34 del 19 maggio 2020).
  Per quanto riguarda la comunicazione, la fase di consultazione di mercato per la campagna di « nation branding» è attualmente in corso. Sarà realizzata da ICE-Agenzia con l'obiettivo di rilanciare l'immagine dell'Italia e sostenere i settori economici più penalizzati dalla crisi COVID-19. Sempre ICE-Agenzia è impegnata nell'ampliamento del numero di accordi con le principali piattaforme di e-commerce internazionali e anche con piattaforme «minori» ma molto popolari in mercati prioritari. Grazie a tali accordi, i prodotti dell'oreficeria e della gioielleria « Made in Italy» potranno trovare maggiore spazio sui mercati internazionali.
  Oltre ai richiamati provvedimenti adottati pro emergenza COVID-19, è opportuno ricordare alcune delle misure predisposte dal Ministero dello sviluppo economico per favorire gli investimenti da parte delle imprese e rilanciare il sistema produttivo del Paese:
   il Piano Transizione 4.0 approvato in legge di bilancio 2020, che ha operato una ridefinizione della disciplina degli incentivi fiscali collegati al «Piano nazionale Impresa 4.0», rimodulando le misure di sostegno agli investimenti in beni strumentali tecnologicamente avanzati. Il Piano, inoltre, ha introdotto un nuovo credito d'imposta per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo, in attività di innovazione tecnologica e in attività di design e innovazione estetica svolte dalle imprese operanti nei settori tessile e moda, calzaturiero, occhialeria, orafo, mobile e arredo e della ceramica. Il tutto per valorizzare ulteriormente le produzioni del nostro Made in Italy. La misura è diventata pienamente operativa con la recente emanazione del decreto attuativo a cura del MiSE;
   il Decreto legge 8 aprile 2020 n. 23 «Decreto Liquidità», che ha potenziato il Fondo di garanzia per le PMI, semplificandone le procedure di accesso e prevedendo un incremento delle coperture della garanzia. Il medesimo decreto, inoltre, ha introdotto un nuovo strumento straordinario per sostenere, attraverso la garanzia di SACE e la controgaranzia dello Stato, la concessione di finanziamenti alle attività economiche e d'impresa danneggiate dall'emergenza COVID-19.

  Infine, nello specifico dell'ultimo quesito posto, confermo la piena disponibilità del Ministero dello sviluppo economico a collaborare ad un tavolo di confronto, che veda coinvolti anche MAECI e ICE tra gli altri, finalizzato al rilancio del settore orafo-argentiero italiano. Rilancio che non può assolutamente prescindere dal consolidamento delle imprese del settore nei paesi esteri e l'acquisizione di nuovi mercati anche tramite azioni di promozione e potenziamento per l'appunto del digital export.
  A tal proposito, sarebbe utile mutuare le esperienze di altri settori del lusso favorendo la presenza di piccoli marchi accanto a quelli più noti in occasione delle principali fiere di settore, in Italia e all'estero.
  Nel merito, sostenere la promozione del marchio che identifica il Made in Italy del settore orafo-argentiero, «l'Italia Turrita» – nominato con il decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio 2002, n. 150 e successive modificazioni e integrazioni – e riconosciuto da alcuni paesi non aderenti alla Convenzione, favorirebbe, comunque, le piccole e micro imprese italiane che non possono competere con la capacità comunicativa dei grandi gruppi del lusso.
  In conclusione, dunque, ribadisco l'impegno del Ministero dello sviluppo economico per la tutela dell'intero settore orafo-argentiero, anche prevedendo ulteriori iniziative di sostegno, soprattutto in ragione dell'attuale situazione di «sofferenza» economica che le imprese e i lavoratori dei vari distretti produttivi, compreso quello di Arezzo, stanno vivendo su tutto il territorio.