ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/04016

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 343 del 20/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: PANIZZUT MASSIMILIANO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 20/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DARA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
LOCATELLI ALESSANDRA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
LUCCHINI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
MAGGIONI MARCO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
BOLDI ROSSANA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
DE MARTINI GUIDO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
FOSCOLO SARA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
LAZZARINI ARIANNA LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
SUTTO MAURO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
TIRAMANI PAOLO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
ZIELLO EDOARDO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020
FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 20/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/05/2020
Stato iter:
21/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/05/2020
Resoconto DARA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 21/05/2020
Resoconto ZAMPA SANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 21/05/2020
Resoconto DARA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/05/2020

SVOLTO IL 21/05/2020

CONCLUSO IL 21/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-04016
presentato da
PANIZZUT Massimiliano
testo di
Mercoledì 20 maggio 2020, seduta n. 343

   PANIZZUT, DARA, LOCATELLI, LUCCHINI, MAGGIONI, BOLDI, DE MARTINI, FOSCOLO, LAZZARINI, SUTTO, TIRAMANI, ZIELLO e LORENZO FONTANA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   già con precedente atto di sindacato ispettivo n. 3-01509, gli interroganti richiamavano l'attenzione del Governo sull'opportunità di ampliare su scala nazionale la sperimentazione che ha valutato l'efficacia della sieroterapia nel trattamento del pazienti COVID-19, alla luce dei risultati ottenuti presso il policlinico San Matteo di Pavia e l'ospedale Carlo Poma di Mantova, riconosciuti come pionieri di detta sperimentazione;

   dopo una iniziale impasse, la sperimentazione in esame è stata autorizzata con il parere del Comitato etico dell'istituto Spallanzani;

   tuttavia, secondo il comunicato pubblicato il 15 maggio 2020, lo studio che risulta indicato come capofila non è quello, come poteva sembra ovvio, messo a punto dalle suddette strutture lombarde, bensì il protocollo toscano denominato Tsunami;

   lungi dagli interroganti mettere in dubbio la qualità della ricerca scientifica toscana, non si comprendono comunque le ragioni per le quali fra i componenti del comitato scientifico con compiti di supervisione non vi sia menzione dei medici dell'Ospedale di Mantova che hanno applicato per primi la tecnica del plasma; c'è, invero, una citazione al Policlinico San Matteo di Pavia, ma a quanto consta dagli articoli di stampa il ruolo ad esso assegnato sarebbe secondario rispetto a quello dell'altro principal Investigator;

   proprio in relazione a tale selezione, peraltro, il Giornale ha recentemente pubblicato un'inchiesta, facendo notare che le regioni che hanno aderito al protocollo Tsunami siano tutte guidate da uno dei partiti della maggioranza e che il fratello di un esponente di detto partito è l'amministratore di un'azienda che, nel corso di un'audizione al Senato, ha persino dichiarato di avere interessi collegati alla sperimentazione con il plasma nazionale;

   sorge, quindi, naturale l'esigenza di fare chiarezza sui criteri della selezione in questione, atteso che, nell'ambito di un'emergenza sanitaria, in cui i tempi sono un fattore dirimente, anche in vista di una potenziale seconda ondata di contagi, sarebbe opportuno assegnare un ruolo di prim'ordine alle strutture e al professionisti che hanno acquisito una maggiore esperienza sul campo e che possono vantare un maggior numero di casi trattati con successo attraverso la tecnica di cui si discute –:

   sulla base di quali criteri, anche alla luce delle notizie di stampa, sia avvenuta la selezione dello studio scientifico di riferimento della sperimentazione nazionale con il plasma, nonché della struttura capofila e dei componenti del comitato di supervisione.
(5-04016)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 maggio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-04016

  L'impiego del plasma da convalescente, o di immunoglobuline iperimmuni, si basa sull'ipotesi che un incremento dell'immunità passiva sia una strategia efficace nella terapia dell'infezione da SARS-CoV-2.
  In passato, tale strategia è stata impiegata per il trattamento della malattia da Ebola, nella MERS, e nell'influenza A H1N1. Potenziali rischi connessi alla procedura sono i comuni effetti collaterali associati a trasfusione (febbre, brivido, sudorazione), ma anche shock anafilattico, sovraccarico circolatorio associato a trasfusione (TACO) e il danno polmonare acuto associato a trasfusione (TRALI).
  La selezione dello studio scientifico di riferimento con il plasma da convalescente è avvenuta in considerazione del fatto che il protocollo dello studio TSUNAMI (acronimo per TranSfUsion of coNvalescent plAsma for the early treatment of pneuMonia due to SARS-CoV2), originariamente predisposto presso l'Università di Pisa, era l'unico protocollo italiano attivato con un disegno di studio randomizzato controllato, multicentrico, che potesse consentire, con opportuno rigore metodologico, di valutare l'efficacia e la sicurezza della terapia con plasma da convalescente rispetto al trattamento di riferimento (cosiddetto standard-of-care).
  Queste caratteristiche offrono l'opportunità di poter disporre di uno studio randomizzato già operativo da estendere a livello nazionale in tempi rapidi, consentendo così di ottenere evidenze scientifiche solide sul ruolo di questa strategia terapeutica.
  Proprio al fine di garantire la rappresentatività nazionale, lo studio è stato convertito in uno studio nazionale, i cui promotori sono enti istituzionali quali ISS e AIFA, che agiscono al solo fine di assicurare il buon esito delle ricerca e delle terapie sperimentali secondo princìpi di buon andamento ed imparzialità.
  Si precisa, peraltro, che il plasma ottenuto da aferesi è un prodotto trasfusionale e non un farmaco, pertanto il ruolo svolto dall'AIFA è di esclusiva garanzia ad un approccio unico e standardizzato alla terapia, ancorato a criteri rigorosamente scientifici.
  In merito alla rappresentatività sul territorio nazionale, si specifica che ad oggi hanno aderito allo studio 12 regioni (Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche, Campania, Puglia, Sicilia), con un'ampia copertura rispetto alla distribuzione della popolazione sul territorio nazionale e una buona rappresentatività delle diverse aree geografiche del Paese (nord, centro e sud).
  Da ultimo, si precisa che lo studio è aperto all'inclusione di altre Regioni o altri centri che ne facciano specifica richiesta (come peraltro già avvenuto in questi giorni).
  Per quanto riguarda i criteri per individuare la struttura capofila, si osserva che l'ISS è il massimo organo tecnico scientifico del SSN e quindi ha pieno titolo per ricoprire tale ruolo.
  Infine, in merito al Comitato Scientifico di supervisione dello studio, si rappresenta che i componenti sono stati individuati coinvolgendo i massimi responsabili delle istituzioni del SSN, quali il Direttore generale dell'AIFA, il Presidente dell'ISS, il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, il Direttore scientifico dell'Istituto Spallanzani nonché il Direttore del Centro nazionale sangue. Inoltre, fanno parte del Comitato scientifico i due Principal Investigator (PI) dello studio, la coordinatrice dello studio, nonché il Prof. De Donno, Direttore della S.C. Pneumologia e UTIR dell'ASST Mantova – Ospedale Carlo Poma; quest'ultimo, su specifico invito del Direttore Generale dell'AIFA.
  Da quanto sopra riassunto, emerge che lo studio clinico in esame ha una solida base metodologica ed è stato promosso in un contesto condiviso di collaborazione e di partnership tra le Istituzioni, le strutture e i centri di ricerca, nell'esclusivo interesse della tutela della salute pubblica.