ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/03983

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 341 del 15/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: VISCOMI ANTONIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/05/2020
Stato iter:
10/06/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/06/2020
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 10/06/2020
Resoconto VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 15/05/2020

DISCUSSIONE IL 10/06/2020

SVOLTO IL 10/06/2020

CONCLUSO IL 10/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-03983
presentato da
VISCOMI Antonio
testo di
Venerdì 15 maggio 2020, seduta n. 341

   VISCOMI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 febbraio 2020, n. 5, si introducono misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento;

   in particolare, il citato decreto dispone il potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (Mcc) fino a un massimo di 900 milioni di euro, per consentire alla stessa di operare quale banca di investimento che possa accompagnare la crescita e la competitività delle imprese italiane;

   nell'ambito e in linea con la suddetta missione, viene disposto un aumento di capitale che consente a Mcc insieme con il Fondo interbancario di tutela dei depositi, (Fitd) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca popolare di Bari (Bpb), sottoposta, nel mese di dicembre 2019; alla procedura di amministrazione straordinaria da parte della Banca d'Italia, confermando così la determinazione del Governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie, e le imprese supportate dalla Bpb;

   da prime notizie apprese dalle Organizzazioni sindacali territoriali e pubblicate sul nuovo modello di business 2020-2024 della Banca Bpb, sul piano della riorganizzazione, i commissari, subentrati al vecchio management;, avrebbero inserito, su indicazione della Banca d'Italia, la chiusura in Calabria di 6 filiali su 7: Amantea, Casali del Manco, Rende, Scalea, Trebisacce e Lamezia Terme;

   nonostante il titolo del citato decreto-legge n. 142 del 2019 faccia espressamente richiamo alla creazione di una banca di investimento per la valorizzazione territoriale del Mezzogiorno, il piano di ristrutturazione sembrerebbe invece proseguire il processo di «desertificazione» bancaria messo in atto dalle aziende creditizie che, nell'ottica ormai prevalente del taglio dei costi, procedono alla chiusura ed all'accorpamento delle filiali;

   in Italia vi sono evidenti segnali di una divaricazione tra aree del Paese e fasce della popolazione che stanno entrando nell'era digitale ed altre che invece hanno avuto un avvio rallentato verso l'innovazione; secondo una recente ricerca Istat, la percentuale di famiglie senza computer supera il 41 per cento nel Mezzogiorno, con Calabria e Sicilia in testa (rispettivamente 46 per cento e 44,4 per cento);

   lo sviluppo da parte della Banca Bpb di servizi bancari che consentono al cliente di effettuare operazioni a distanza (Internet banking), seppur abbia una connotazione positiva, potrebbe tuttavia penalizzare un territorio come la Calabria proprio per la forte connotazione del digital divide;

   in un momento così delicato per il Paese e per il Sud, le esternalizzazioni e la chiusura di filiali potrebbero danneggiare ulteriormente la necessità di liquidità e la ripresa economica del tessuto produttivo nel Mezzogiorno –:

  quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, per la piena applicazione delle disposizioni del citato decreto-legge che prevedono in particolare l'istituzione di una banca del Mezzogiorno, radicata sul territorio, che favorisca gli investimenti, evitando così il processo di desertificazione di intere regioni del Sud, come in particolare la Calabria, anche al fine di avviare, in conseguenza dell'emergenza epidemiologica, una rapida ripresa economica del tessuto produttivo, che necessita dell'imprescindibile sostegno finanziario per gli investimenti e la liquidità immediata.
(5-03983)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 10 giugno 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-03983

  Come premesso dall'Onorevole Parlamentare il decreto-legge 16 dicembre 2019, n. 142, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 febbraio 2020, n. 5, ha quale oggetto l'introduzione di misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del Mezzogiorno. Fra queste misure vi rientra il rafforzamento di Banca del Mezzogiorno – Mediocredito Centrale nell'ottica di consentirle di svolgere pienamente il ruolo che lo stesso nome suggerisce.
  Al riguardo, è in via di finalizzazione una complessa operazione di ricapitalizzazione della Popolare di Bari, contestualmente alla sua trasformazione in società per azioni. Il rafforzamento patrimoniale prevede la copertura delle perdite pregresse da parte del FITD (Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi) e il coinvolgimento, a condizioni di mercato, del Mediocredito Centrale, quale azionista di riferimento a regime.
  La piena realizzazione dell'operazione è suscettibile di configurare un soggetto bancario di riferimento per l'economia del Mezzogiorno, che potrà costituire un volano per la realizzazione di altre operazioni e costituire quindi una premessa significativa per un'opera più ampia di rilancio del sistema bancario ed economico del Sud Italia.
  Per quanto riguarda inoltre il paventato processo di «desertificazione» bancaria in talune aree del Mezzogiorno, la Banca d'Italia, richiamata nell'interrogazione e quindi sentita nel merito, ha precisato di non aver dato alcuna indicazione circa l'individuazione delle filiali della Banca Popolare di Bari da chiudere. La definizione delle politiche distributive, ivi compresi il dimensionamento, la localizzazione e quindi anche l'eventuale chiusura d'iniziativa di succursali, sono rimesse alla autonomia imprenditoriale degli intermediari e la Banca d'Italia non ha poteri di intervento in materia.
  In merito alla riduzione degli organici e alla chiusura di filiali, infatti, – continua la Banca d'Italia – la Banca Popolare di Bari – nel fare presente che sono tuttora in corso le interlocuzioni con i sindacati – ha precisato che queste si inseriscono «in un più ampio progetto di riorganizzazione e di efficientamento delle strutture della Direzione Generale e della Rete Commerciale».