ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03907

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 334 del 05/05/2020
Firmatari
Primo firmatario: BIANCHI MATTEO LUIGI
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 05/05/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GIGLIO VIGNA ALESSANDRO LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020
BAZZARO ALEX LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020
CRIPPA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020
FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020
MAGGIONI MARCO LEGA - SALVINI PREMIER 05/05/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI delegato in data 05/05/2020
Stato iter:
06/05/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/05/2020
Resoconto BIANCHI MATTEO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 06/05/2020
Resoconto AGEA LAURA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 06/05/2020
Resoconto BIANCHI MATTEO LUIGI LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/05/2020

SVOLTO IL 06/05/2020

CONCLUSO IL 06/05/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03907
presentato da
BIANCHI Matteo Luigi
testo di
Martedì 5 maggio 2020, seduta n. 334

   BIANCHI, GIGLIO VIGNA, BAZZARO, COIN, ANDREA CRIPPA, LORENZO FONTANA e MAGGIONI. — Al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea presenterà una nuova bozza di accordo Mff (Multiannual financial framework) a fine mese, per provare ad avere un accordo al Consiglio europeo di giugno 2020. Qualora non venga raggiunto, sarebbe auspicabile l'estensione di un anno dell'attuale quadro finanziario pluriennale (Qpf) sino ad accordo raggiunto, secondo le normali procedure previste dai trattati, e, in subordine, pervenire a una formula di estensione annuale con cambiamenti rispetto alla ripartizione attuale per affrontare l'emergenza;

   la crisi da coronavirus coincide, quindi, con il momento di transizione tra la programmazione 2014-2020 e quella 2021-2027. È facile prevedere che la situazione che si sta vivendo amplificherà ulteriormente la crisi del sistema che storicamente caratterizza la fase di passaggio tra un programma da concludere e uno che va a iniziare. Di conseguenza, le amministrazioni non potranno preparare il nuovo periodo di programmazione, dovendosi già concentrare sul recupero del tempo perduto, anche a fronte di proroghe. Nel corso del 2020, e ragionevolmente anche del 2021, le autorità di gestione saranno peraltro impegnate nel finanziamento dei progetti straordinari dedicati alla risposta all'emergenza;

   la crisi dovuta al coronavirus porterà a una recessione economica che colpirà, in particolar modo, molti dei territori marginali o periferici dell'Unione europea che si erano ripresi solo in parte dalla crisi finanziaria del 2007-2008: bisogna dunque pensare a come rilanciare gli investimenti e sostenere la ripresa, in particolare in chiave di sviluppo sostenibile. Al di là delle disposizioni emergenziali, le iniezioni di risorse e liquidità rischiano di raggiungere in maniera asimmetrica i territori: è molto probabile che tali risorse raggiungano solo in minor misura le autorità regionali e locali, le piccole imprese e gli attori del terzo settore e ciò non potrà non impattare sulla coesione economica e sociale dell'intera Unione;

   soprattutto sarebbe opportuno cogliere l'opportunità della proposta di regolamento presentata dalla Commissione, volta a modificare i regolamenti (Ue) n. 1303 del 2013 e (Ue) n. 1301 del 2013, per quanto riguarda misure specifiche atte a offrire flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta alla pandemia di Covid-19 (COM(2020) 138 final) –:

   se non intenda adottare iniziative, nelle competenti sedi europee, affinché si provveda al semplice prolungamento dell'attuale periodo di programmazione con il rifinanziamento degli attuali programmi e la riprogrammazione degli stessi per adeguarli all'emergenza, evitando il rallentamento degli investimenti supportati dai fondi strutturali che si realizza puntualmente nella fase di transizione tra i cicli di programmazione, che così aggiornati potrebbero continuare a utilizzare tutti i dispositivi amministrativi esistenti in materia di fondi strutturali e di investimento europei (Sie), sfruttando le strutture di governance e gestione già esistenti.
(5-03907)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 6 maggio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XIV (Unione europea)
5-03907

  Ringrazio gli Onorevoli interroganti per avermi dato l'opportunità di confrontarmi con voi su una questione così dirimente in questo complesso momento storico, quale la possibile esigenza di prolungamento del ciclo di programmazione dei Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020 e contestuale rifinanziamento e revisione degli attuali programmi, per adeguarli a rispondere all'emergenza sanitaria in corso.
  In primo luogo occorre evidenziare come nell'attuale contesto di emergenza sanitaria innescata dalla pandemia COVID-19, i Fondi strutturali e di investimenti europei sono stati chiamati a dare un importante contributo per fronteggiare le ripercussioni che l'emergenza sta producendo sui sistemi economico e sociali delle regioni europee e per contribuire al rilevante fabbisogno di spesa nel settore sanitario.
  In questo ambito, il Governo è intervenuto con un'azione di costante raccordo con le Istituzioni dell'Unione europea per contribuire con proprie proposte all'elaborazione delle modifiche regolamentari, che hanno condotto all'adozione di iniziative legislative in ambito UE volte a rendere l'azione dei fondi più efficace e tempestiva, recependo diverse istanze avanzate da parte italiana.
  In particolare, con i regolamenti recentemente adottati per dare attuazione all'iniziativa d'investimento in risposta al Coronavirus (Coronavirus response investment initiative – c.d. regolamenti CRII e CRII PLUS), che modificano il regolamento recante disposizioni comuni sull'uso dei fondi della coesione (Reg. UE n. 1303/2013) e il regolamento relativo al Fondo FESR (Reg. UE 1301/2013), è stata riconosciuta maggiore flessibilità nell'uso delle risorse della politica di coesione ed è stata messa a disposizione degli Stati membri liquidità aggiuntiva con la quale fronteggiare sin da subito gli effetti della crisi sanitaria. I fiondi non ancora utilizzati potranno, in tal modo, essere prontamente reindirizzati sui crescenti fabbisogni del settore sanitario e sul sostegno al tessuto produttivo e sociale. Al contempo, si sta provvedendo anche ad una generale riprogrammazione delle risorse potenzialmente disponibili nell'ambito della programmazione 2014-2020 affinché queste possano essere massimamente efficaci nel fronteggiare l'emergenza in atto e nel minimizzare le conseguenze socio economiche della crisi da Covid-19.
  Pur esprimendo apprezzamento per le nuove disposizioni regolamentari e per la tempestività della loro predisposizione, il Governo ha, altresì, rappresentato, nelle sedi competenti delle Istituzioni europee, la necessità di predisporre ulteriori ed ancora più incisive misure in considerazione della portata dell'attuale emergenza e degli effetti negativi attesi nel medio-lungo termine. Tali misure aggiuntive potrebbero trovare accoglimento proprio nell'ambito del negoziato in corso sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, che pertanto riveste una importanza notevole e sul quale il Governo sta concentrando i proprio sforzi costanti.
  Al riguardo, è noto che su richiesta del Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Lyen, ha confermato che una risposta appropriata alla crisi sanitaria potrà avvenire soltanto mobilitando il prossimo Bilancio dell'Unione europea, quale base riconosciuta di intervento diretto da collegare ad ulteriori strumenti di finanziamento. Al riguardo il Governo promuoverà ogni azione utile a livello europeo affinché il negoziato sul pacchetto legislativo coesione sia completato rapidamente per consentirne l'avvio dal 1o gennaio 2021 e al contempo affinché l'accordo sul Bilancio sia coraggioso e consenta una programmazione incisiva.
  Pertanto, fermo restando l'impegno del Governo perché il Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 sia all'altezza della sfida in atto, potrebbe altresì trovare spazio di discussione l'ipotesi di prolungamento della programmazione 2014-2020 e di rifinanziamento degli attuali programmi per adeguarli all'emergenza in corso al fine di consentire continuità e di fornire il massimo supporto possibile. Tale ipotesi verrebbe incontro alle difficoltà attuative rappresentate da diverse autorità di gestione dei programmi cofinanziati dai fondi della politica di coesione e consentirebbe di specializzare l'attuale programmazione, nella sua fase finale, nel mettere a disposizione di imprese e cittadini forme di aiuto urgenti volte ad immettere liquidità nel sistema in funzione delle esigenze più immediate derivanti dal rallentamento dell'economia. Una tale ipotesi potrebbe beneficiare delle iniziative della Commissione europea CRII e CRII Plus, che hanno consentito di adeguare opportunamente gli strumenti esistenti.
  Il Governo esprimerà, dunque, la propria priorità per strumenti complementari ed esterni al prossimo Bilancio UE, che consentano di prolungare le annualità della vigente programmazione attraverso l'erogazione di sovvenzioni da indirizzare sulle misure per i settori più colpiti dalla crisi quali, in primo luogo, sanità, PMI, mercato del lavoro. La chiave di riparto di tali risorse addizionali dovrà, inoltre, essere definita in modo tale da privilegiare i Paesi più colpiti dalla pandemia.
  Accanto all'obiettivo del superamento dell'emergenza, sarà, infatti, indispensabile garantire la ripresa delle attività economiche nel medio-lungo termine. In Italia il rallentamento dell'economia rischia di accentuare le debolezze strutturali del Paese e i divari regionali se non adeguatamente affrontata. L'azione della politica di coesione 2021-2027 potrà consentire di fronteggiare tali effetti, promuovendo uno sviluppo delle economie regionali in chiave sostenibile, concorrendo al contempo ad affrontare altre rilevanti sfide, quali quella della trasformazione digitale, resasi sempre più prioritaria in seguito all'emergenza.