ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/03571

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 303 del 12/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: MURELLI ELENA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 12/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DURIGON CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
CAFFARATTO GUALTIERO LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
CAPARVI VIRGINIO LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
LEGNAIOLI DONATELLA LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
LORENZONI EVA LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
MINARDO ANTONINO LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020
MOSCHIONI DANIELE LEGA - SALVINI PREMIER 12/02/2020


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 12/02/2020
Stato iter:
13/02/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/02/2020
Resoconto DURIGON CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 13/02/2020
Resoconto DI PIAZZA STANISLAO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 13/02/2020
Resoconto DURIGON CLAUDIO LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/02/2020

SVOLTO IL 13/02/2020

CONCLUSO IL 13/02/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-03571
presentato da
MURELLI Elena
testo di
Mercoledì 12 febbraio 2020, seduta n. 303

   MURELLI, DURIGON, CAFFARATTO, CAPARVI, LEGNAIOLI, EVA LORENZONI, MINARDO e MOSCHIONI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   un susseguirsi di voci di una riforma delle pensioni 2020 e di tagli agli importi si stanno rincorrendo in questi giorni;

   secondo notizie riportate a mezzo stampa, le proposte dei sindacati vertono sulla richiesta di maggiore flessibilità in uscita, strutturale e di lungo periodo, con conseguente superamento della cosiddetta «Quota 100»;

   l'Ugl, diversamente, propone una «Quota 100 libera», con il superamento del doppio paletto vigente al momento, e la «Quota 41», vale a dire il pensionamento con 41 anni di contributi;

   il Governo dal canto suo, propone come soluzione per rendere sostenibile l'uscita flessibile dal mercato del lavoro una consistente riduzione degli assegni per coloro che optano per un accesso anticipato alla pensione;

   l'ipotesi attualmente al vaglio è addirittura una riduzione dell'importo del 6 per cento con tre anni di anticipo;

   per il Governo si tratterebbe di una «giusta penalizzazione» da affiancare alla misura di flessibilità scelta per sostituire la cosiddetta «Quota 100»;

   a parere degli interroganti si tratterebbe, invero, di un taglio per disincentivare il pensionamento anticipato, così da ottenere il duplice risultato, da un lato, di poter mediaticamente e strumentalmente vendere il risultato di una riforma delle pensioni che consenta un'uscita flessibile dal lavoro, e, dall'altro, l'effetto di ottenere un blocco ai pensionamenti;

   tutto questo «chiacchiericcio» sta generando negli aventi diritto forti preoccupazioni e allarmismi che sembrerebbero porsi al pari dell'effetto coronavirus –:

   se il Ministro non ritenga doveroso dimostrando senso di responsabilità chiarire le reali intenzioni del Governo sui futuri interventi, anche normativi, in materia pensionistica.
(5-03571)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 febbraio 2020
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-03571

  Con il presente atto parlamentare, l'Onorevole interrogante chiede chiarimenti sull'eventuale sostituzione della misura della quota 100, nonché informazioni sui futuri interventi in materia pensionistica.
  Con riguardo al tema della cosiddetta «Quota 100» con particolare riferimento alle misure che potrebbero essere approvate in sostituzione della stessa, mi preme innanzitutto evidenziare che il Ministero che rappresento è consapevole che la «Quota 100» è una misura sperimentale che rappresenta comunque per i lavoratori una via d'uscita potenziale e facoltativa seppur per un periodo di tempo limitato e con parametri stringenti di accesso.
  Con riferimento, invece, alla riforma delle pensioni è indubbio che il tema è complesso e particolarmente attenzionato dal Ministero che rappresento, tanto che già nella Legge di bilancio per l'anno 2020 sono contenute diverse misure volte a segnalare la centralità del tema nell'agenda di governo.
  Penso tra tutte alla istituzione delle due Commissioni di lavoro l'una incaricata di studiare la gravosità delle occupazioni con il compito specifico di acquisire elementi conoscitivi a supporto delle valutazioni delle politiche statali in materia previdenziale, l'altra dedicata alla classificazione e comparazione, anche a livello europeo, della spesa pubblica nazionale per finalità previdenziali e assistenziali. Nelle commissioni hanno trovato posto, come è noto, le parti sociali, in primis i sindacati, nonché gli esperti del settore appartenenti a tutte le Istituzioni dello Stato competenti sulla materia.
  Le due Commissioni sono in fase avanzata di composizione e prestissimo inizieranno i lavori con un calendario che il Ministero che rappresento scandirà a ritmi serrati con richiesta di riscontri sistematici sul progress delle attività.
  Contestualmente da gennaio sono stati avviati tavoli di consultazione con le parti sociali per la revisione del sistema pensionistico italiano al fine di ascoltare con impegno le istanze di tutti per mettere in atto riforme meditate e strutturate.
  Gli incontri finora svolti dai tavoli hanno evidenziato l'urgenza di rimettersi a lavoro su temi quali la pensione di garanzia per i giovani, la rivalutazione delle pensioni in essere e la flessibilità in uscita. Il prossimo incontro fissato per il 19 febbraio avrà ad oggetto la previdenza complementare.
  L'obiettivo primario è sicuramente quello di mettere in atto una riforma strutturale e definitiva, individuando, al contempo, un metodo condiviso che tenga conto di un'analisi dettagliata dei dati e che non tralasci i molteplici aspetti da vagliare al fine di mettere in campo uno strumento che possa avere un orizzonte quantomeno decennale e quindi strutturale.
  Tanto premesso va mantenuto fermo come detto che la misura cosiddetta «quota 100» non sarà rivisitata fino al termine della sperimentazione.