Legislatura: 18Seduta di annuncio: 288 del 14/01/2020
Primo firmatario: ANDREUZZA GIORGIA
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 14/01/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma BINELLI DIEGO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 COLLA JARI LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 DARA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 GALLI DARIO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 GUIDESI GUIDO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 PETTAZZI LINO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 PIASTRA CARLO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 CAVANDOLI LAURA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 CESTARI EMANUELE LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 MORRONE JACOPO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 RAFFAELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 TOMASI MAURA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 TOMBOLATO GIOVANNI BATTISTA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 TONELLI GIANNI LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 VINCI GIANLUCA LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020 ZOFFILI EUGENIO LEGA - SALVINI PREMIER 14/01/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 14/01/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 15/01/2020 Resoconto ANDREUZZA GIORGIA LEGA - SALVINI PREMIER RISPOSTA GOVERNO 15/01/2020 Resoconto LIUZZI MIRELLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 15/01/2020 Resoconto ANDREUZZA GIORGIA LEGA - SALVINI PREMIER
DISCUSSIONE IL 15/01/2020
SVOLTO IL 15/01/2020
CONCLUSO IL 15/01/2020
ANDREUZZA, BINELLI, COLLA, DARA, GALLI, GUIDESI, PETTAZZI, PIASTRA, CAVANDOLI, CESTARI, GOLINELLI, MORRONE, MURELLI, RAFFAELLI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, VINCI e ZOFFILI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
l'Italia è il secondo maggior produttore dopo la Germania dei prodotti packaging, con 12 miliardi di euro di fatturato l'anno e 3 mila aziende che operano nel settore;
l'area «Lover» – Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna – da sola vale quasi il 60 per cento dell'industria nazionale della trasformazione di plastica. Se si aggiunge il Piemonte ci si avvicina al 70 per cento della produzione italiana: significa che il 70 per cento della «plastic tax» graverà sempre sulle solite quattro regioni industriali, quelle che tenacemente trainano il prodotto interno lordo del Paese;
la via Emilia, in particolare, è da anni ribattezzata la culla della Packaging valley, in quanto ospita il maggior numero di aziende del comparto in Italia, precisamente 230 e un fatturato annuo di 5 miliardi di euro, pari al 63 per cento del giro di affari nazionale;
l'introduzione della «plastic tax» mette oggi a repentaglio duemila piccole e medie aziende, con un aumento del 60 per cento del costo di approvvigionamento della plastica e, come stimato da Federconsumatori, un inevitabile aumento della spesa delle famiglie di ben 140 euro all'anno;
molte aziende hanno espresso forti preoccupazioni per la nuova imposta che unitamente ad altre misure sfavorevoli – si pensi alla «sugar tax» – approvate nella scorsa sessione di bilancio ha indotto diversi colossi della produzione industriale a correre ai ripari: Coca Cola Italia, ad esempio, ha già annunciato un piano di intervento che prevede un aumento dei prezzi delle bibite e un blocco degli investimenti nel nostro Paese per il prossimo anno. La «plastic tax» preoccupa pure il Gruppo San Pellegrino, già pronto a bloccare gli investimenti in Italia e a rivedere l'organizzazione dei propri stabilimenti. L'azienda ha stimato un calo della produzione pari al 7 per cento per quanto riguarda l'acqua minerale e del 14 per cento sulle bibite. Anche la San Benedetto di Scorzè, primo gruppo nazionale del beverage, ha calcolato l'impatto delle nuove imposte che potrebbe determinare costi aggiuntivi per 100 milioni di euro e una contrazione dei consumi fino al 20 per cento –:
se il Ministro interrogato abbia già effettuato un monitoraggio sulle conseguenze in termini produttivi dell'applicazione delle citate disposizioni e quali iniziative intenda adottare per supportare le aziende italiane del packaging e riattivare gli investimenti delle più grandi realtà industriali operanti sul territorio nazionale.
(5-03379)
Come ricordato dagli Onorevoli interroganti, con Legge di Bilancio 2020 (articolo 1, commi 634-658) è stata introdotta la cosiddetta « Plastic tax», ossia l'imposta sul consumo dei manufatti con singolo impiego («MACSI») fissata nella misura di 0,45 euro per chilogrammo di plastica.
L’iter che ha portato all'approvazione della « Plastic tax» è stato lungo e impegnativo, svolto anche attraverso le riunioni del tavolo tecnico istituito presso il Ministero dell'economia e delle finanze, alla presenza delle altre Amministrazioni interessate (tra cui il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente), dei principali rappresentanti del sistema produttivo e delle organizzazioni sindacali.
La ratio della nuova imposta è, in aderenza agli obiettivi della Direttiva europea n. 2019/904/UE, quella di ridurre l'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente nonché di arginare la crescente produzione di imballaggi e contenitori monouso di plastica e ridurre, conseguentemente, la dispersione degli stessi nell'ambiente.
Per quanto riguarda la filiera interessata dalla « Plastic tax», il Registro delle imprese delle CCIAA, Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, (II e III trimestre 2019) conta 1.301 imprese produttrici di imballaggi in plastica con 28.333 addetti, nonché 892 imprese di fabbricazione di macchinari per imballaggi, con 25.768 addetti (di cui circa la metà in Emilia Romagna).
Le filiere della plastica sono le filiere produttive da cui si ottengono centinaia di prodotti, impiegati in numerosi settori industriali e classificabili in tre famiglie: gli stampati in plastica, i film per imballaggio e le fibre sintetiche. Tutti i materiali plastici utilizzati in ciascuno dei prodotti appartenenti a queste tre famiglie provengono dalla petrolchimica, che è perciò un settore abilitante e di importanza strategica per la competitività dell'intero sistema industriale.
In termini produttivi, gli input necessari a produrre imballaggi sono polimeri provenienti dalla petrolchimica, che in Italia vengono ottenuti prevalentemente nei poli chimici di Marghera, Ferrara, Brindisi, Priolo, Ragusa e Mantova. La principale impresa chimica italiana ha un fatturato di 3,9 miliardi di euro e 4.143 addetti. Il commercio all'ingrosso di imballaggi conta in Italia 3.989 imprese che occupano 59.533 addetti.
Peraltro, per quello che attiene l'aumento della spesa per le famiglie, occorre sottolineare che la stima delle maggiori entrate complessive, ripartita sul numero complessivo di famiglie italiane indicato nei dati dell'ISTAT, risulta di gran lunga inferiore ai 140 euro/anno richiamati dagli Onorevoli.
Alla luce della finalità dell'imposta, inoltre, nel corso delle riunioni del tavolo tecnico sopra richiamato, si è convenuto di escludere dall'applicazione dell'imposta, oltre a quei contenitori monouso che non potrebbero essere realizzati se non con materiali plastici (dispositivi medici o i contenitori dei preparati medicinali), anche tutti i contenitori monouso realizzati con materiali plastici «compostabili».
Tenuto conto degli elementi caratteristici dell'imposta e dell'entità della stessa, si evidenzia inoltre che, attraverso il meccanismo della traslazione economica, i soggetti produttori di contenitori monouso non rimarranno incisi dall'imposta stessa che avrà invece la funzione di indirizzare i consumatori verso comportamenti maggiormente rispettosi dell'ambiente.
Il processo di trasformazione della plastica svolge un ruolo importante e strategico nell'economia nazionale e garantirà che i necessari interventi a tutela dell'ambiente e della salute umana non si traducano in una discriminazione al contrario per l'industria italiana.
Sarà pertanto un impegno del Ministero che rappresento soffermarsi sulle misure a favore della filiera legata al ciclo della produzione e della trasformazione della plastica.
Come affermato dal Ministro Patuanelli la « sugar tax e plastic tax sono elementi giusti che vanno contemperati con la capacità e la possibilità che dobbiamo dare alle imprese di transitare verso una produzione diversa che non abbia più al centro la plastica o beni inquinanti» e che «la transizione verso produzioni compatibili con l'ambiente deve essere fatta in accordo con le imprese e dando loro giusto tempo e spazio per adeguarsi alle nuove tendenze imprenditoriali».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):applicazione della legge
consumo delle famiglie
produzione industriale