ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/02827

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 232 del 04/10/2019
Abbinamenti
Atto 5/02831 abbinato in data 08/10/2019
Firmatari
Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 04/10/2019


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
  • MINISTERO PER GLI AFFARI EUROPEI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 04/10/2019
Stato iter:
08/10/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 08/10/2019
Resoconto DI STEFANO MANLIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 08/10/2019
Resoconto DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 04/10/2019

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 08/10/2019

DISCUSSIONE IL 08/10/2019

SVOLTO IL 08/10/2019

CONCLUSO IL 08/10/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02827
presentato da
DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea
testo di
Venerdì 4 ottobre 2019, seduta n. 232

   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro per gli affari europei. — Per sapere – premesso che:

   nel marzo del 2015 l'allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni ha sottoscritto l'infausto Accordo di Caen tra Italia e Francia con il quale si sarebbero apportate significative modifiche ai confini marittimi italiani;

   secondo il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale l'accordo, ad avviso dell'interrogante scellerato, sarebbe stato necessario per «definire i confini marittimi alla luce delle norme della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982, che supera la Convenzione per la delimitazione delle zone di pesca nella baia di Mentone del 18 giugno del 1982, convenzione che ha valore consuetudinario, in quanto applicata e mai ratificata, ai fini di colmare un vuoto giuridico»;

   con il predetto trattato l'Italia avrebbe rinunciato a porzioni di sovranità nel mare ligure e nel tratto compreso tra il nord della Sardegna e l'arcipelago toscano;

   prima ancora che venisse ratificato dal Parlamento il predetto accordo, la Gendarmerie francese già inibiva le predette acque a pescherecci italiani sino a fermare il peschereccio Mina e multarlo per aver pescato in «acque francesi»;

   il tema della territorializzazione dell'alto mare da parte degli Stati riviareschi è di fondamentale importanza per l'Italia sia per il riverbero economico evidente sia per la difesa da eventuali sfruttamenti indiscriminati;

   in particolare, fra le zone marittime che l'Accordo di Caen avrebbe ceduto alla Francia non vi sarebbero solo state zone decisamente pescose (fra cui la Fossa del Cimitero), ma anche riserve di gas (si stima 1,4 trilioni di metri cubi di gas) e di petrolio (si stima 0,42 miliardi di barili di petrolio);

   improvvidamente in data 24 settembre 2019 nel corso della sua prima audizione in Parlamento il nuovo Ministro per gli affari europei Vincenzo Amendola ha dichiarato, interpellato specificamente sul punto, che l'Accordo di Caen «è un negoziato ancora aperto» –:

   se il Governo ritenga il dossier ancora aperto e se quindi si intenda procedere, sulla traccia dell'accordo di Caen, a cessioni e nuove delimitazioni dei confini marittimi italiani.
(5-02827)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 8 ottobre 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-02827

  Gli oltre 800 chilometri di aree marittime contigue o frontiste italiane e francesi nel Mar Ligure, nell'alto Tirreno (tra Corsica e arcipelago toscano), nel medio Tirreno e nel Mare di Sardegna non sono definiti da un accordo di delimitazione, salvo che per il segmento relativo alla delimitazione delle acque territoriali delle Bocche di Bonifacio (tra Sardegna e Corsica) che è oggetto di un Accordo bilaterale del 1986. In merito al confine delle acque territoriali tra Mentone e Ventimiglia, risale al 1892 un progetto di convenzione – mai tuttavia perfezionata – di definizione di zone di pesca nella Baia di Mentone. Prima dell'avvio, nel 2009, dei negoziati che hanno portato alla firma del Trattato di Caen, Parigi e Roma avevano proclamato in via unilaterale, rispettivamente una Zona Economica Esclusiva (che deriva da una precedente Zona di Protezione Ecologica) e una Zona di Protezione Ecologica, i cui limiti esterni tengono conto della linea di equidistanza tra coste opposte e coste adiacenti.
  L'istituzione di dette zone da parte francese ed italiana non ha mai dato adito a reciproche proteste od opposizioni.
  L'Accordo di Caen, firmato nel 2015, aveva pertanto l'obiettivo di riempire la lacuna normativa esistente, delimitando gli oltre 800 chilometri di spazi marini contigui e frontisti tra Italia e Francia, ricomprendendo anche l'accordo sulle Bocche di Bonifacio del 1986, nonché adeguando ed estendendo fino alle 12 miglia la linea inizialmente ipotizzata per la definizione delle zone di pesca nella Baia di Mentone (di cui al progetto del 1892) in conformità con i principi previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Durante il negoziato la controparte francese aveva tentato, senza successo, di mettere in discussione le linee di base adottate dall'Italia nel 1977 per collegare i punti cospicui esterni all'arcipelago toscano (assimilato ad acque interne). L'accettazione della posizione italiana – a termine di un prolungato dibattito – comportava un vantaggio per l'Italia nel calcolo della mediana tra Italia e Corsica.
  L'Accordo di Caen si limitava di fatto a trasporre nel Mediterraneo le disposizioni della UNCLOS e appariva, per la delimitazione tra Arcipelago toscano e Corsica, vantaggioso per l'Italia. In base ad esso, il confine marittimo – conforme quindi alla UNCLOS – avrebbe tuttavia determinato una deviazione di 178o, a vantaggio della Francia, della linea tradizionale relativa alle preesistenti zone di pesca tra Ventimiglia e Mentone, con assegnazione alla Francia di una porzione di mare territoriale particolarmente adatta alla pesca del gambero.
  Ad ogni modo, l'Accordo di Caen non è stato ratificato dall'Italia e non è mai entrato in vigore. Parigi ne ha quindi riconosciuto l'inapplicabilità in assenza di ratifica da parte italiana.
  Tanto premesso, il Governo non ha avviato l’iter di ratifica dell'Accordo di Caen.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

contrattazione collettiva

inquinamento marino

prevenzione dell'inquinamento