ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02410

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 201 del 02/07/2019
Firmatari
Primo firmatario: BARATTO RAFFAELE
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 02/07/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARTINO ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019
GIACOMONI SESTINO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019
BIGNAMI GALEAZZO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019
BENIGNI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019
CATTANEO ALESSANDRO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019
ANGELUCCI ANTONIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 02/07/2019


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 02/07/2019
Stato iter:
03/07/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/07/2019
Resoconto BARATTO RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/07/2019
Resoconto VALENTE SIMONE SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 03/07/2019
Resoconto BARATTO RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/07/2019

SVOLTO IL 03/07/2019

CONCLUSO IL 03/07/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02410
presentato da
BARATTO Raffaele
testo di
Martedì 2 luglio 2019, seduta n. 201

   BARATTO, MARTINO, GIACOMONI, BIGNAMI, BENIGNI, CATTANEO e ANGELUCCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   nel corso degli ultimi cinque anni diverse inchieste degli organi di polizia giudiziaria ed, in particolare, del Corpo della guardia di finanza hanno portato alla luce un complesso sistema criminale di matrice cinese, volto alla sottrazione al fisco di ingentissime risorse (oltre 4,5 miliardi di euro circa) attraverso la tecnologia del money transfer;

   da allora, l'impegno delle forze dell'ordine è stato costante portando alla luce decine di casi di evasione fiscale da parte di cittadini di nazionalità cinese;

   negli ultimi anni, all'aumento e alla diffusione capillare di attività imprenditoriali cinesi, anche in settori strategici per la manifattura italiana, non è corrisposto un aumento del gettito fiscale relativo;

   gli ultimi dati dell'Istat (2018) sulle rimesse all'estero hanno plasticamente confermato il trend in atto dal 2015, evidenziando la drastica riduzione delle rimesse dichiarate verso il Paese asiatico. Da primo Paese remittente, infatti, la Cina, oggi non figura più nemmeno tra i primi 15 Paesi, superata anche dalla Romania;

   gli ultimi dati disponibili (Associazioni contribuenti italiani) pongono l'Italia al primo posto per imposte evase da parte di attività e cittadini cinesi;

   il fenomeno elusivo in questione è parte integrante e fondante del ben noto fenomeno di concorrenza sleale, cui soprattutto la piccola e media impresa italiana è esposta;

   pertanto, anche a fronte del recente accordo di partenariato sottoscritto dal Governo italiano sulla così detta «via della seta», appare essenziale frenare un fenomeno elusivo che costituisce un danno sensibile per il fisco italiano e le cui dimensioni non sono, ancora, pienamente identificabili –:

   quali iniziative, anche normative e urgenti, il Governo intenda adottare al fine di contrastare il fenomeno evidenziato in premessa, anche nell'ambito dell'accordo di partenariato citato recentemente sottoscritto.
(5-02410)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 3 luglio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-02410

  Con il documento in esame, l'Onorevole interrogante premesso che negli ultimi anni dalle inchieste condotte dagli organi di polizia giudiziaria è emerso un complesso sistema elusivo di matrice cinese che attraverso l'utilizzo del money transfer sottrae al Fisco ingenti risorse, chiede, anche alla luce del recente accordo di partenariato sottoscritto dal Governo italiano sulla cosiddetta via della seta, quali misure il Governo stesso intenda adottare per contrastare il suddetto fenomeno.
  Al riguardo, sentiti i competenti Uffici dell'Amministrazione finanziaria, si rappresenta quanto segue.
  L'obiettivo della lotta alla frode e all'evasione fiscale internazionale rappresenta una priorità. Con il passare degli anni, gli schemi fraudolenti hanno assunto sempre più una dimensione internazionale favorita dall'avvento di sofisticati strumenti elettronici e, più di recente, delle monete virtuali. Unità speciali della Guardia di Finanza e dell'Agenzia delle entrate operano costantemente al fine di intercettare comportamenti dannosi e preservare l'integrità del sistema.
  L'attenzione verso questa tematica è manifestata, tra l'altro, dalla sempre più intensa attività di monitoraggio dei capitali detenuti all'estero che ha generato l'invio, da parte dell'Agenzia delle entrate, delle lettere di compliance.
  Inoltre, l'Italia ha supportato costantemente le iniziative a livello internazionale, volte a promuovere lo scambio automatico di informazioni tra gli Stati.
  In tal senso, assumono valore strategico gli accordi con gli altri Paesi per lo scambio automatico di informazioni, con particolare riferimento a quelli che riguardano il trasferimento delle informazioni di natura finanziaria (protocolli FATCA e Common Reporting Standard). I primi dati a disposizione sono stati scambiati nel 2018 e riguardano i periodi 2016 e 2017. Tra i Paesi con i quali è operativo l'accordo vi è anche la Repubblica Popolare Cinese.
  Sempre in tema di scambio di informazioni, si segnala l'articolo 26 della Convenzione contro le doppie imposizioni, stipulata tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica Popolare cinese, che consente ai due Paesi di scambiare informazioni necessarie per l'applicazione delle imposte richiamate dall'accordo e prevenire l'evasione delle stesse.
  A rafforzare il sistema di monitoraggio e controllo sull'attività dei money transfer, è intervenuto il decreto legislativo n. 90/2017 («Attuazione della direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi di attività criminose e di finanziamento del terrorismo e recante modifica delle direttive 2005/60/CE e 2006/70/CE e attuazione del regolamento (UE) n. 2015/847 riguardante i dati informativi che accompagnano i trasferimenti di fondi e che abroga il regolamento») che ha apportato importanti modifiche all'impianto normativo sul contrasto e la prevenzione dei fenomeni di riciclaggio (decreto legislativo n. 231/2007) e alla disciplina sul monitoraggio fiscale (decreto-legge n. 167/1990, convertito in legge n. 227 del 4 agosto 1990). Il richiamo da parte del Legislatore – operato con l'articolo 1 del decreto-legge n. 167/1990 – dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 231/2007, è volto ad ampliare la platea dei soggetti, intermediari finanziari e altri operatori, obbligati alla segnalazione all'Agenzia delle entrate dei trasferimenti di capitale da e verso l'estero.
  Per quanto di competenza il Comando Generale della Guardia di Finanza fa presente che con riguardo al rischio di utilizzo del circuito dei money transfer per finalità illecite, ha avviato, sin dal 2016, specifiche campagne di controlli, dapprima nel quadro delle iniziative intraprese dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo e, successivamente, nell'ambito del più ampio piano d'intensificazione dell'azione di contrasto all'economia illegale e sommersa.
  In esito al menzionato decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 90, con il quale è stata recepita la «IV Direttiva antiriciclaggio», che ha potenziato, tra l'altro, le funzioni della Guardia di finanza, il Comando Generale del Corpo ha emanato apposite direttive volte ad accrescere la qualità dell'azione delle unità operative nello specifico settore, stimolando l'approccio basato sul rischio.
  Inoltre, il Corpo ha svolto numerose indagini di polizia giudiziaria nei confronti della criminalità di matrice cinese, all'esito delle quali è stato possibile appurare la commissione di illeciti di varia natura, quali, tra l'altro, reati di associazione per delinquere, anche di carattere transnazionale, abusivismo finanziario, riciclaggio, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento lavorativo, produzione e traffico di prodotti commerciali contraffatti e frodi fiscali.
  In tale ambito, è emerso che il riciclaggio dei capitali illeciti avveniva trasferendo denaro contante verso la madrepatria, anche facendolo transitare dapprima in Inghilterra e successivamente su rapporti bancari ubicati in Cina, mediante connazionali, titolari di agenzie di money transfer o utilizzati quali «trasportatori» di valuta (i cosiddetti «spalloni»).
  Più in dettaglio, la Guardia di finanza ha svolto, complessivamente, dal 2016 al 31 maggio 2019, n. 19.350 controlli nei confronti di agenzie money transfer, eseguito, nel periodo dal 1o gennaio 2017 al 31 maggio 2019, n. 2.938 verifiche e controlli fiscali nei confronti di persone fisiche e ditte individuali di nazionalità cinese, che hanno permesso di constatare, tra l'altro, elementi positivi di reddito non dichiarati pari a 792.116.896 euro, elementi negativi di reddito non deducibili pari a 115.134.172 euro, IVA dovuta pari a 203.921.153 euro e IVA non versata pari a 20.286.594 euro, nonché di rilevare l'impiego di manodopera in nero (563 soggetti) e irregolare (641 lavoratori).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

concorrenza

piccole e medie imprese

piccole e medie industrie