ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02077

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 171 del 08/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MORETTO SARA PARTITO DEMOCRATICO 08/05/2019
MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO 08/05/2019


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 08/05/2019
Stato iter:
09/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/05/2019
Resoconto MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 09/05/2019
Resoconto CRIPPA DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 09/05/2019
Resoconto MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/05/2019

SVOLTO IL 09/05/2019

CONCLUSO IL 09/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02077
presentato da
BENAMATI Gianluca
testo di
Mercoledì 8 maggio 2019, seduta n. 171

   BENAMATI, MORETTO e GAVINO MANCA. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il settore calzaturiero italiano rappresenta uno dei pilastri del sistema moda italiano (con circa 4.500 imprese, 76.000 addetti, 190 milioni di paia prodotte annualmente con un fatturato di circa 14 miliardi di euro), e si configura come il primo produttore di calzature nell'Unione europea e il dodicesimo per numero di paia nel mondo;

   la primaria posizione nei mercati internazionali dell'industria calzaturiera italiana è dovuta ad una forte capacità competitiva ed è basata sulle superiori caratteristiche qualitative del prodotto. Il settore calzaturiero italiano esporta oltre l'87 per cento della propria produzione e, con un saldo commerciale da sempre attivo, pari a circa 4,45 miliardi di euro nel 2018, rappresenta una realtà di estrema rilevanza qualitativa e quantitativa nell'economia italiana;

   il mercato cinese, in questo contesto, rappresenta un'opportunità unica per le piccole e medie imprese calzaturiere italiane che possono anche essere ambasciatori del made in Italy nel mondo. Allo stato attuale, tuttavia, la mancata tutela del copyright da parte del Governo cinese e la debole tutela della proprietà intellettuale, fa sì che le imprese calzaturiere si trovino molto spesso ad affrontare una lotta impari, come ad esempio il caso che riguarda l'azienda Premiata srl che da circa 10 anni subisce in Cina pratiche sleali di usurpazione del marchio e di contraffazione di marchio, prodotto e di immagine aziendale, e che sta agendo legalmente a tutela dei propri diritti sostenendo costi ingenti e insostenibili per una piccola e media impresa;

   nel 2016 il valore del commercio mondiale di prodotti contraffatti che violano i marchi italiani è di 31,7 miliardi di euro, pari al 3,6 per cento delle vendite totali per il settore manifatturiero italiano. Il volume totale delle mancate vendite per le aziende italiane a causa della violazione dei propri diritti di proprietà intellettuale nel commercio mondiale ammonta a 24 miliardi di euro, pari al 3,2 per cento delle vendite totali registrate da tali aziende –:

   quali iniziative stia portando avanti il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per la difesa delle imprese italiane in Cina, sul riconoscimento della proprietà intellettuale in particolare nei settori manifatturieri con alto contenuto di creatività, sul riconoscimento dei diritti del copyright e più in generale sulla tutela della proprietà intellettuale, come avviene in molte realtà soprattutto in Europa, dove esiste un alto livello di tutela.
(5-02077)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 maggio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-02077

  Come affermato dagli onorevoli interroganti, l'Italia è di gran lunga il primo produttore di calzature nell'Unione Europea.
  È il settimo Paese esportatore a livello mondiale, il terzo in termini di valore (dati 2017, WorldFootwearYearbook).
  Conta circa 4.700 aziende e 76.600 addetti (dati anno 2017), un saldo commerciale da sempre attivo, con un fatturato annuo complessivo di 14,2 miliardi di euro. Il settore rappresenta, quindi, una realtà di estrema rilevanza quali-quantitativa nell'economia italiana.
  Il Ministero dello sviluppo economico, in questo quadro di grande importanza, non solo per lo specifico settore ma per tutto il made in Italy, non può che dare la massima attenzione alla tutela delle problematiche evidenziate, inerenti il diritto della proprietà intellettuale delle imprese italiane, anche di quelle insediate in Cina. Tale attività viene svolta con la fattiva collaborazione di altre Amministrazioni, quali il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dei Beni Culturali.
  L'argomento è, altresì, oggetto di discussione nel Comitato Intergovernativo Italia-Cina e dibattuto nelle riunioni della Commissione mista economico-commerciale presieduta dal Ministero dello sviluppo economico e per parte cinese dal MofCom. È inoltre oggetto di collaborazione in sede Ue, dove il Dialogo Ue Cina sulla proprietà intellettuale istituito nel 2004 è stato affiancato da uno specifico gruppo di lavoro Unione Europea-Cina sulla proprietà intellettuale che si riunisce due volte all'anno per pianificare azioni e scambi di informazioni.
  Vorrei evidenziare a riguardo che vengono organizzate riunioni periodiche con i competenti uffici cinesi, in particolare con il CNIPA (National Intellectual Property Administration of the P.R. China), ente cinese responsabile della registrazione e della formulazione delle strategie e delle politiche in materia di proprietà industriale, nonché della tutela dei diritti di proprietà industriale e cooperazione internazionale. L'ultima riunione si è svolta presso lo scorso gennaio. Proprio per portare all'attenzione dei massimi livelli istituzionali cinesi i casi critici, è stato consegnato al CNIPA un dossier dei contenziosi più urgenti che vedono come vittime le imprese italiane, compresa l'azienda PREMIATA citata nell'atto di cui stiamo discutendo.
  Quest'ultima è ben nota al Desk anticontraffazione presente presso l'ICE di Pechino in quanto sistematicamente assistita oltre che dal Ministero dello sviluppo economico anche dall'Ambasciata italiana a Pechino. I suoi marchi sono stati oggetto di usurpazione da parte di diverse entità. L'azienda ha avviato numerose azioni sia contro le registrazioni effettuate che contro quelle in fase di registrazione. I temi giuridici toccati sono relativi sia alla contraffazione di prodotto che alla usurpazione di marchio.
  Si vuole far presente, comunque, che il tema della tutela della proprietà intellettuale e del contrasto delle violazioni negli ultimi anni ha assunto connotazioni di urgenza anche da parte delle autorità cinesi. La Cina ha manifestato l'intenzione di diventare una nazione basata sulla ricerca e l'innovazione e per questo ha recentemente attuato alcune riforme legislative che vanno nella direzione di una rafforzata tutela.
  Cito in proposito la riforma della legge marchi, della legge brevetti e della legge sull’e-commerce.
  Ci auguriamo che quest'ultima, in particolare, possa facilitare la lotta a tale fenomeno sulle piattaforme online, non solo cinesi.
  Con riferimento all’enforcement dei diritti, inoltre, si è assistito ad un'evoluzione positiva in quanto negli ultimi due anni i tribunali cinesi hanno adottato un numero crescente di sentenze, specialmente in appello, che hanno visto vincitrici aziende straniere vittime di reati di contraffazione. In alcuni casi si tratta di aziende italiane titolari di rinomati brand.
  La creazione di ulteriori tribunali specializzati in proprietà intellettuale in Cina è un segnale della crescente attenzione che il citato Paese sembra voler riconoscere a questa materia.
  Con riferimento al dilagante fenomeno della contraffazione online, infine, il Ministero dello sviluppo economico ha avviato una collaborazione operativa con le piattaforme del gruppo cinese Alibaba, concentrando i propri sforzi a risolvere casi di violazione ed usurpazione dei diritti di proprietà industriale di aziende manifatturiere italiane in tutti i settori, non solo quello calzaturiero, e in tutti i mercati, non solo in quello cinese.
  L'importanza di assicurare la certezza del diritto e la rapida soluzione delle controversie in materia di proprietà intellettuale che vedono coinvolte le imprese italiane verrà ribadita dal Ministero dello sviluppo economico nel corso della prossima Commissione mista economico-commerciale prevista entro l'anno in Italia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria calzaturiera

traffico illecito

commercio internazionale