ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02076

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 171 del 08/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: SCERRA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERTI FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
BRUNO RAFFAELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
DE CARLO SABRINA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
DE GIORGI ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
GIORDANO CONNY MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
IANARO ANGELA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
PAPIRO ANTONELLA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
PENNA LEONARDO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 08/05/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 08/05/2019
Stato iter:
09/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/05/2019
Resoconto SCERRA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 09/05/2019
Resoconto VALENTE SIMONE SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 09/05/2019
Resoconto GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/05/2019

SVOLTO IL 09/05/2019

CONCLUSO IL 09/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02076
presentato da
SCERRA Filippo
testo di
Mercoledì 8 maggio 2019, seduta n. 171

   SCERRA, BERTI, BRUNO, SABRINA DE CARLO, DE GIORGI, DI LAURO, GALIZIA, GIORDANO, IANARO, OLGIATI, PAPIRO, PENNA, SPADONI e TORTO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   nell'ambito del Vertice di Sibiu del 9 maggio 2019 verrà affrontata la definizione della prossima agenda strategica dell'Unione europea 2019-2024, nonché le sfide e le priorità dell'Unione europea i prossimi anni;

   tra i temi decisivi per il futuro dell'Europa per i prossimi anni c'è quello dell'occupazione, della crescita e della competitività, orientato alla realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali e alla salvaguardia dell'equità del mercato del lavoro;

   l'Italia è uno dei pochi Paesi d'Europa privo di un salario minimo di fonte legale, oggi esistente in 22 Stati membri dell'Unione europea;

   secondo Eurofound, le remunerazioni mensili fissate dal salario minimo nei Paesi europei vedono in testa il Lussemburgo (1.998,59 euro), seguito da Irlanda (1.614 euro), Olanda (1.578 euro), Belgio (1.562,6 euro) e Francia (1.498,5 euro); in fondo alla classifica troviamo Romania (407,3 euro), Lituania (400 euro) e Bulgaria (260,8 euro);

   come rilevato dal rapporto Eurostat «In work poverty in the EU» del 2018, in Italia, a quasi il 12 per cento dei lavoratori dipendenti viene corrisposto un salario inferiore ai minimi contrattuali, ben al di sopra della media dell'Unione europea del 9,6 per cento;

   sebbene il Trattato sul funzionamento dell'Unione europea non conferisca all'Unione europea competenze in materia di salari e retribuzioni, i princìpi del pilastro europeo dei diritti sociali riconoscono ai lavoratori il diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso;

   il salario minimo europeo non serve solo per contrastare la povertà ma anche per combattere il fenomeno del dumping sociale: salari più bassi possono creare la tentazione per alcune imprese di delocalizzare la propria attività trasferendola dove il lavoro costa meno. Un salario minimo europeo, rispettoso delle differenze nazionali, aiuterebbe anche le imprese italiane a competere in maniera equa nel mercato europeo;

   occorre intraprendere, nelle opportune sedi europee, iniziative concrete affinché il tema dell'occupazione e in particolare quello dell'introduzione del salario minimo europeo, quale strumento per contrastare il dumping salariale e disincentivare le delocalizzazioni, rientrino nella definizione della prossima agenda strategica dell'Unione europea, in coerenza con i principi del pilastro europeo dei diritti sociali –:

   quali priorità il Governo intenda indicare per la definizione dell'Agenda strategica dell'Unione europea per il periodo 2019-2024 a partire dalla riunione di Sibiu e nei prossimi Consigli europei.
(5-02076)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 maggio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XIV (Unione europea)
5-02076

  Signor presidente, colleghi deputati,
  in riferimento alla richiesta formulata dai colleghi interroganti, preciso, sulla base delle informazioni ricevute dai competenti Uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che uno degli aspetti sociali che questo Governo ha preso immediatamente in considerazione è quello delle tutele del mercato del lavoro.
  La realtà quotidiana testimonia che ancora oggi migliaia di lavoratori sono senza tutele e con limitati diritti. Negli ultimi anni in Italia si è arrivati al paradosso per cui pur di lavorare si rinuncia anche ad una paga dignitosa e questo genera ansia sulle prospettive future di vita e di lavoro.
  Questo è un sistema al quale occorre mettere la parola «fine» in un Paese che ha l'ambizione di porsi tra le nazioni più avanzate dal punto di vista economico.
  Per aumentare il sistema di tutele dei lavoratori occorre credibilità e la credibilità è data dai provvedimenti normativi che, concretamente, una forza politica è capace di realizzare.
  È in questa prospettiva che voglio ricordare il nostro primo provvedimento, il «decreto dignità», con il quale abbiamo dichiarato guerra al precariato disincentivando il ricorso ai contratti a tempo determinato, attraverso la riduzione del numero delle proroghe.
  Dopo il «decreto dignità» è stata la volta del Reddito di cittadinanza grazie al quale si facilita l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro per aumentare l'occupazione e contrastare la povertà e le disuguaglianze.
  Il sistema di misure fin ora messe in atto sta generando i risultati sperati e ce lo conferma l'Istat, i cui dati certificano una crescita dei contratti a tempo indeterminato.
  Adesso è la volta del salario minimo orario, il cui disegno di legge sta svolgendo il suo iter in Senato per approdare a breve alla Camera.
  L'Italia è uno tra i pochi Paesi europei privi di questo strumento e questo spiega come mai nel nostro Paese ci siano migliaia di lavoratori che pur avendo un lavoro non riescono ad arrivare alla fine del mese.
  Secondo il rapporto Eurostat In-work poverty in the EU (marzo 2018), quasi il 12 per cento dei lavoratori dipendenti riceve un salario inferiore ai minimi contrattuali contro una media Ue del 9,6 per cento. Ci sono province dove il reddito medio mensile di un lavoratore dipendente è di 520 euro, al di sotto della soglia di povertà.
  La legge sul salario minimo sarà la nostra risposta a questo fenomeno, quella stessa risposta che vogliamo dare all'Europa, affinché si possa arrivare all'istituzione di un salario minimo europeo capace di scoraggiare quegli episodi di delocalizzazione, da parte di certe imprese, che decidono di spostare i loro stabilimenti verso quei Paesi dove i salari sono più bassi ed il sistema di tutele meno efficace, provocando, altresì, fenomeni di concorrenza sleale a quelle imprese che, con coraggio e tenacia, continuano a mantenere la loro produzione sul territorio.
  Su quest'ultimo aspetto voglio ricordare come già questo Governo è intervenuto, in occasione del «decreto dignità», prevedendo un dettagliato quadro di divieti e sanzioni per arginare il fenomeno della delocalizzazione delle imprese che abbiano avuto dallo Stato aiuti per costituire, ampliare e sostenere le proprie attività economiche.
  Per questo motivo la legge sul salario minimo garantito produrrà effetti positivi sui nostri imprenditori, sui lavoratori che potranno beneficiare dell'aumento del proprio potere d'acquisto e, soprattutto, sull'economia reale dei Paesi in quanto aumenteranno i consumi da parte delle famiglie.
  Quello del salario minimo è un tema complesso ed articolato ma non per questo possiamo permetterci di ignorarlo.
  Occorre invertire la tendenza del lavoro sottopagato per restituire alle lavoratrici ed ai lavoratori la possibilità di percepire una retribuzione dignitosa in ossequio ai princìpi della nostra Costituzione.
  Tuttavia, per attuare anche il principio della retribuzione sufficiente è necessario fissare ex lege un importo minimo orario tabellare sotto al quale la contrattazione non può scendere, e che rappresenta il punto di partenza per ulteriori incrementi.
  Il nostro obiettivo non è quello di comprimere la libertà sindacale, così come sostenuto dai detrattori del disegno di legge, bensì di incentivarla e di indirizzarla verso una contrattazione al rialzo in sede di rinnovo dei contratti collettivi nazionali.
  Per questi motivi il disegno di legge in oggetto assume carattere prioritario per l'agenda di Governo: il nostro obiettivo è quello di portare questo dibattito in Europa affinché possa aumentare la sensibilità dei Paesi membri su questo tema.
  Per farlo è, tuttavia, necessario che sia in primo luogo l'Italia a dare il giusto esempio in modo da recuperare il gap che ci separa dalle altre democrazie europee.
  Per questo confido in un dialogo costruttivo con l'opposizione, al fine di arrivare in tempi quanto più celeri all'approvazione di una legge italiana che riconosca un salario minimo garantito.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

retribuzione del lavoro

salario minimo

diritti sociali