ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/02057

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 170 del 07/05/2019
Firmatari
Primo firmatario: VIVIANI LORENZO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 07/05/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019
LO MONTE CARMELO LEGA - SALVINI PREMIER 07/05/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO delegato in data 07/05/2019
Stato iter:
08/05/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 08/05/2019
Resoconto COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER
 
RISPOSTA GOVERNO 08/05/2019
Resoconto PESCE ALESSANDRA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO)
 
REPLICA 08/05/2019
Resoconto COIN DIMITRI LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 08/05/2019

SVOLTO IL 08/05/2019

CONCLUSO IL 08/05/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-02057
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Martedì 7 maggio 2019, seduta n. 170

   VIVIANI, COIN, BUBISUTTI, GASTALDI, GOLINELLI, LIUNI, LOLINI e LO MONTE. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   la sindrome nota come «moria del kiwi» si è manifestata a partire dal 2012 in Veneto, soprattutto nell'area nord-ovest della provincia di Verona, portando ad un disseccamento di circa 1.200 ettari di coltivazioni. Da allora ha iniziato a manifestarsi anche in altri areali produttivi della Pianura Padana e nel Centro Italia. Dal 2015 è comparsa in Piemonte (Torino ed Alessandria), nel 2016 a Cuneo, determinando nelle ultime due annate una perdita del 30 per cento di superficie coltivata a kiwi e del 40 per cento di produzione potenziale, e nel 2017 è comparsa anche in Friuli (Pordenone) e nel Lazio (Latina);

   si tratta di un fenomeno molto complesso e di difficile interpretazione, ma che sta arrecando comunque gravissimi danni alle coltivazioni, in quanto le piante di kiwi colpite manifestano un iniziale blocco dello sviluppo, cui segue un progressivo disseccamento, arrivando in breve tempo, circa 3-4 settimane, alla morte delle stesse;

   l'Italia è il secondo produttore mondiale di kiwi e il fenomeno della moria ha causato danni per alcune decine di milioni di euro;

   il fenomeno sta notevolmente preoccupando i frutticoltori in quanto, essendo tale malattia riscontrata anche sulle piante nuove messe a dimora, inficia anche la produzione e il reddito delle aziende agricole negli anni a venire, mettendo a rischio la tenuta economica di questo comparto agricolo;

   la moria dei kiwi comporta danni sia a livello economico che ambientale in quanto si riscontra un notevole calo di produzione e vi è il fondato rischio di un ulteriore allargamento delle aree colpite, associato anche alla forte diffusione della cimice asiatica;

   risulta agli interroganti che la manifestazione dei fenomeni potrebbe essere legata a una serie di concause, tra cui le caratteristiche agronomiche del terreno e le condizioni meteorologiche degli ultimi anni, con innalzamento delle temperature medie e dell'indice di piovosità, essendo la pianta del kiwi particolarmente sensibile a tali fattori, che, insieme, concorrono ad alterare la vitalità degli apparati radicali fino a comprometterne la funzionalità;

   è necessario identificare possibili rimedi che possono contribuire al miglioramento delle condizioni di coltivazione e alla conseguente regressione dei sintomi, ed è inoltre indispensabile continuare nelle attività di ricerca –:

   quali iniziative intenda adottare al fine di sostenere le aziende agricole che si trovano a dover affrontare il fenomeno della moria dei kiwi, nonché per identificare le cause dei disseccamenti e definire una strategia per il contrasto del fenomeno.
(5-02057)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 8 maggio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-02057

  Come rilevato dall'interrogante, la sindrome nota come «moria del kiwi» si è manifestata dal 2012 nell'area del basso veronese, uno dei territori regionali maggiormente vocati, ed è subito apparsa problematica a causa delle numerose casistiche riscontrate.
  Per identificarne le cause, la Regione Veneto ha avviato tempestivamente una serie di ricerche (sia di carattere parassitario che di tipo agronomico) rivolte a analizzare la presenza di possibili inquinanti nelle acque di irrigazione e/o nel terreno, le condizioni meteorologiche dal 2012 in poi, la conduzione agronomica del frutteto, le caratteristiche del terreno nelle zone colpite, la modalità di irrigazione e nutrizione delle piante, la presenza di patogeni.
  I controlli non hanno rilevato la presenza di inquinanti né di organismi nocivi di nuova introduzione negli impianti colpiti, ma solo la presenza di alcuni funghi già noti per essere agenti patogeni dell'apparato radicale.
  Occorre tuttavia sottolineare che le caratteristiche agronomiche del terreno, in associazione con l'elevata piovosità degli ultimi anni, l'innalzamento delle temperature medie e dell'indice di umidità, possono aver avuto un ruolo determinante nella manifestazione dei fenomeni, provocando una condizione di anossia per periodi prolungati, inducendo un notevole stress radicale.
  Infatti, la pianta del kiwi è particolarmente sensibile al ristagno idrico soprattutto nei casi di sommersione del terreno, anche per tempi limitati a pochi giorni, con sofferenze dovute a costipazione e presenza di anossia del terreno, tipicamente ascrivibili, per altre specie, a condizioni di saturazione prolungate. Le esperienze confermano che un danno radicale occorso nella stagione invernale è in grado di compromettere la ripartenza vegetativa della pianta con limitazione delle capacità di assorbimento per sopperire alle esigenze nutrizionali e idriche, con conseguenti rapidi appassimenti e disseccamenti tipici della sindrome.
  Dall'esito degli studi finora condotti, il fenomeno della moria appare la conseguenza di più cause che, insieme, concorrono ad alterare la vitalità degli apparati radicali fino a comprometterne la funzionalità. Pertanto, l'adozione di nuove pratiche di coltivazione, come ad esempio sistemi di irrigazione a goccia, uso di portinnesti specifici e particolari lavorazioni dei terreni per favorire il deflusso delle acque superficiali, risultano utili ai fini della regressione dei sintomi.
  In ogni caso, è indispensabile continuare nelle attività di ricerca al fine di identificare, con certezza, le cause dei disseccamenti e per definire una strategia di contrasto del fenomeno.
  Rilevo al riguardo che la Regione Veneto, a prosecuzione delle attività di sperimentazione iniziate nel 2014, con decreto n. 41 del 3 maggio 2018 ha approvato e finanziato un progetto di durata quadriennale la cui attuazione è stata affidata, mediante rapporto convenzionale, all'Agenzia Veneta per l'innovazione nel Settore Primario.
  I risultati delle sperimentazioni condotte verranno periodicamente valutati in sede di Comitato fitosanitario nazionale al fine di monitorare costantemente l'evoluzione della problematica e attivare le misure fitosanitarie che si rendessero necessarie.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terreno agricolo

coltivatore

reddito dell'azienda agricola