Legislatura: 18Seduta di annuncio: 133 del 26/02/2019
Primo firmatario: GRIBAUDO CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 26/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SERRACCHIANI DEBORA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 LACARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 MURA ROMINA PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 VISCOMI ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019 ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 26/02/2019
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 26/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 27/02/2019 Resoconto GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 27/02/2019 Resoconto DURIGON CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI) REPLICA 27/02/2019 Resoconto GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 27/02/2019
SVOLTO IL 27/02/2019
CONCLUSO IL 27/02/2019
GRIBAUDO, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, LACARRA, LEPRI, MURA, VISCOMI e ZAN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
Abet Laminati è una storica azienda di Bra, in provincia di Cuneo, nata nel 1957 a seguito della conversione della produzione della precedente Abet (Anonima braidese estratti tannici) in direzione dei laminati plastici;
Abet Laminati è oggi una tra le più importanti realtà produttrici di laminati plastici decorativi; ha collaborato negli anni con numerosi designer di rilevanza internazionale ed occupa attualmente oltre 600 dipendenti;
nel pomeriggio del 21 gennaio 2019, l'Abet ha comunicato alle rappresentanze sindacali l'apertura della procedura di esubero per 112 dipendenti fra la sede di Bra e le filiali commerciali di Reggio Emilia e Roma, che verranno chiuse, nonché la cessazione dei contratti per oltre 50 lavoratori in somministrazione, a causa di una «accresciuta competitività internazionale» nel settore e di «nuovi concorrenti operanti in Paesi a basso costo produttivo»;
in un incontro con il sindaco di Bra, Bruna Sibille, l'azienda ha indicato la volontà di investire nella sostituzione di alcuni macchinari dello stabilimento braidese, confermando altresì la necessità di rivedere l'organizzazione aziendale a partire dal personale;
da circa due anni, l'azienda ha iniziato la riduzione dell'organico di dipendenza diretta con l'esternalizzazione dei servizi di portineria;
a fronte degli investimenti annunciati, non è stato presentato alcun piano industriale per il rilancio dell'azienda;
il 29 gennaio 2019 le assemblee dei lavoratori hanno deliberato una giornata di sciopero per il 31 gennaio, con presidio davanti ai cancelli della fabbrica dalle ore 5 alle ore 18;
appare opportuno, a fronte della riorganizzazione e del rilancio aziendale auspicati da Abet, lasciare aperta la possibilità di un futuro impiego della manodopera oggi considerata in esubero, attraverso l'attivazione di ammortizzatori sociali dedicati –:
quali iniziative intenda adottare per la salvaguardia del perimetro occupazionale della Abet Laminati di Bra, evitando il licenziamento di 112 lavoratori diretti e di oltre 50 lavoratori somministrati.
(5-01571)
La ABET LAMINATI nasce a Bra (Cuneo) alla fine degli anni 50 e rappresenta, con le sue 6 filiali sparse per l'Italia, una delle più importanti realtà produttrici di laminati plastici.
Come già noto agli onorevoli interroganti, in data 21 gennaio 2019, la Società ha aperto una procedura di licenziamento collettivo, ai sensi degli articoli 4 e 24 della legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero pari a n. 112 lavoratori, occupati presso la sede di Bra e le filiali commerciali di Reggio Emilia e Roma.
ABET ha motivato che la dichiarazione di esubero, nonché la relativa necessità di riorganizzazione e riduzione dei costi aziendali, sia da ricondurre all'accresciuta competitività internazionale e alla presenza di nuovi concorrenti operanti in Paesi a basso costo produttivo.
Ad oggi, il termine di 45 giorni di durata della consultazione in sede sindacale non è ancora scaduto, né la Società ha comunicato a questo Ministero l'eventuale esito negativo della stessa.
La regione Piemonte, inoltre, ha comunicato che l'azienda si è resa disponibile ad attivare tutti gli strumenti utili per limitare l'impatto sociale e trovare soluzioni non traumatiche per il personale coinvolto. Risulta, infatti, alla Regione stessa che l'azienda e le organizzazioni sindacali, al fine di individuare una possibile soluzione condivisa, abbiano intensificato gli incontri.
Tuttavia, laddove la Società comunichi il mancato raggiungimento di un accordo al termine della fase sindacale, saranno convocate le Parti per valutare ogni possibile soluzione alternativa ai licenziamenti, anche mediante l'eventuale ricorso, in base alle disposizioni previste dalla legge, agli ammortizzatori sociali.
Anche la regione Piemonte, nei limiti delle proprie competenze, si è resa disponibile, qualora ce ne fosse la necessità, a mettere in campo ogni utile strumento che possa essere di supporto alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Inoltre, ricordo che l'articolo 44 del Decreto Genova, approvato da questo Governo, prevede la possibilità di autorizzare, fino al 31 dicembre 2020, all'interno di un limite temporale di 12 mesi, un intervento di cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale anche in deroga ai limiti generali di durata vigenti, nei casi in cui l'azienda cessi o abbia cessato l'attività produttiva e sussista una delle seguenti ipotesi:
concrete prospettive di cessione dell'attività, con conseguente riassorbimento occupazionale;
possibilità di realizzare interventi di reindustrializzazione del sito produttivo;
specifici percorsi di politica attiva del lavoro, posti in essere dalla regione interessata e relativi ai lavoratori dell'azienda in oggetto.
Questo governo, infatti, sta intervenendo sulle modifiche apportate dal Jobs Act sia nell'ottica di tutelare i lavoratori, che per primi subiscono le conseguenze di queste crisi aziendali, sia nel tentativo di sostenere il tessuto sociale ed economico nel quale queste aziende si collocano.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):soppressione di posti di lavoro
licenziamento collettivo
contratto di lavoro