ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01535

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 130 del 20/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: CECCONI ANDREA
Gruppo: MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Data firma: 20/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BENEDETTI SILVIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 20/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/02/2019
Stato iter:
21/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/02/2019
Resoconto CECCONI ANDREA MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
 
RISPOSTA GOVERNO 21/02/2019
Resoconto COLETTO LUCA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 21/02/2019
Resoconto CECCONI ANDREA MISTO-MAIE - MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/02/2019

SVOLTO IL 21/02/2019

CONCLUSO IL 21/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01535
presentato da
CECCONI Andrea
testo di
Mercoledì 20 febbraio 2019, seduta n. 130

   CECCONI e BENEDETTI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   il radon è un gas nobile ed è «considerato il contaminante radioattivo più pericoloso negli ambienti chiusi»;

   gli studi epidemiologici compiuti negli ultimi decenni hanno dimostrato che l'esposizione a concentrazioni elevate di radon aumenta il rischio di tumori polmonari e ne costituisce la seconda causa di questa malattia dopo il fumo di sigaretta;

   la direttiva 2013/59 EU, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, all'articolo 54, comma 1, fissa il livello di riferimento per la media annua della concentrazione di attività aerea del radon nei luoghi di lavoro, decretando che non deve essere superiore a 300 Bq/m3, «a meno che un livello superiore non sia giustificato dalle circostanze esistenti a livello nazionale»;

   la stessa direttiva, all'articolo 106, stabilisce che «gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 6 febbraio 2018»;

   tale direttiva non è ancora stata recepita dall'ordinamento italiano, che vede attualmente in vigore il decreto legislativo n. 241 del 2000, titolato «Attuazione della direttiva 96/29/EURATOM in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti», che prevede che, con una concentrazione di radon media annua in un ambiente inferiore a 400 Bq/m3 non vi sia alcun obbligo per il datore di lavoro, mentre con una concentrazione media annua superiore a 500 Bq/m3 il datore di lavoro debba provvedere al risanamento degli ambienti;

   il mancato recepimento cui si intende rimediare con il disegno di legge S. 944, articolo 19, ha comportato l'avvio, da parte della Commissione europea, della procedura d'infrazione n. 2018/2044 in data 17 maggio 2018. Lo stesso articolo reca i principi ed i criteri direttivi di delega per il recepimento della direttiva 2013/59/EURATOM –:

   quali siano stati finora gli impedimenti al recepimento della nuova direttiva 2013/59 EU che fissa nuovi limiti derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti e, conseguentemente, quali iniziative urgenti il Ministro interrogato per quanto di competenza, intenda adottare sia per evitare la procedura d'infrazione di cui in premessa sia per garantire la tutela della salute pubblica.
(5-01535)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 febbraio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-01535

  Come ricordato nell'atto ispettivo in esame, la Direttiva 2013/59/EURATOM stabilisce norme di sicurezza per la protezione dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, includendo prescrizioni per la protezione dal radon sia nei luoghi di lavoro sia – e questa è una importante novità – nelle abitazioni.
  Dico subito che i lavori finalizzati al recepimento della Direttiva in questione sono iniziati nel giugno 2014 presso il Ministero dello sviluppo economico, che ha costituito un apposito Tavolo, con la partecipazione, tra gli altri, di rappresentanti tecnici dei numerosi Ministeri interessati (ricordo, oltre al Mise ed alla Salute, anche i Ministeri dell'Ambiente, dell'interno, dell'istruzione e della ricerca scientifica, della giustizia, nonché le Regioni e Province Autonome e, infine, il Dipartimento della Protezione civile e l'INAIL).
  Durante i lavori svolti dal Tavolo tecnico sono emersi significativi elementi di criticità tra le tante Amministrazioni coinvolte, che non hanno consentito il conseguimento di un testo pienamente condiviso, e ciò malgrado i successivi sforzi compiuti dal Ministero della salute che, dal mese di ottobre 2017, aveva assunto il coordinamento dei lavori.
  Non potendo entrare in questa sede nel merito delle ragioni, estremamente tecniche, che hanno ostacolato, finora, l'auspicato recepimento, mi limito a dire che esse hanno riguardato l'individuazione delle «autorità competenti», nonché la definizione del sistema sanzionatorio e l'assicurazione, da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze, della effettiva assenza di oneri in relazione alle nuove disposizioni.
  Pur nel protrarsi della cennata situazione di stasi, l'istituto Superiore di Sanità ritiene, comunque, che le iniziative già assunte in ambito nazionale al fine di contrastare i rischi derivanti dal radon pongano l'esperienza italiana tra le migliori in ambito internazionale.
  Fin dall'emanazione del decreto legislativo n. 241 del 2000, che conteneva norme sul radon riscontrato nei soli luoghi di lavoro, infatti, il Ministero della salute ha promosso l'elaborazione del Piano Nazionale Radon (PNR), che solo 10 anni dopo, proprio con la direttiva di cui si discute, è divenuto un obbligo per tutti i Paesi membri dell'Unione Europea.
  Il PNR, peraltro, aveva già l'obiettivo di estendere la protezione dal radon anche alle abitazioni, e di promuovere un adeguato coordinamento di tutte le diverse strutture, nazionali e locali, potenzialmente coinvolte nella protezione dal radon nelle abitazioni e nei luoghi di lavoro.
  Inoltre, è stato attivato il Gruppo di Coordinamento Nazionale Radon, che si avvale dei rappresentanti di tutte le Regioni, e l'Archivio Nazionale Radon, gestito dall'istituto Superiore di Sanità.
  Infine, l'istituto Superiore di Sanità ha contribuito e sta contribuendo, in piena collaborazione col Ministero della salute, alle stesse attività internazionali sulla protezione dai rischi derivanti dall'esposizione al radon.
  Tra queste, cito solo la partecipazione al più grande studio epidemiologico europeo (pubblicato nel 2005) che ha permesso di valutare in modo affidabile il rischio di tumore polmonare dovuto al radon nelle abitazioni, ed il supporto offerto alla realizzazione di iniziative in vari Paesi per la promozione della protezione dal radon (incluso l'elaborazione dei Piani Nazionali Radon).
  Pur con le cennate rassicurazioni fomite dall'istituto in merito alla validità delle iniziative già intraprese, il Ministero della salute è comunque consapevole che debba giungere, al più presto, il recepimento della Direttiva 2013/59/EURATOM, il quale, tuttavia, potrà conseguire solo in esito ad un pieno accordo da parte delle numerose amministrazioni coinvolte.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sanita' del lavoro

sicurezza del lavoro

rischio sanitario