ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/01478

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 125 del 13/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: SQUERI LUCA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 13/02/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 13/02/2019


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 13/02/2019
Stato iter:
20/02/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/02/2019
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 20/02/2019
Resoconto GALLI DARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 20/02/2019
Resoconto SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/02/2019

SVOLTO IL 20/02/2019

CONCLUSO IL 20/02/2019

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-01478
presentato da
SQUERI Luca
testo di
Mercoledì 13 febbraio 2019, seduta n. 125

   SQUERI e BARELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   dalla relazione del Gse del 20 luglio 2018 si rileva che la produzione da rinnovabili di energia elettrica nel 2017 è pari a 103,7 TW/h di cui 19,3 da biomassa, bioliquidi, biogas, cioè il 19 per cento della produzione da Fer. Nel settore delle bioenergie si rilevano 1.364 impianti a biogas, 468 a bioliquidi e 197 a biomasse solide. Rispetto alla potenza si registrano 1.132 Megawatt a biogas, 1.054 Megawatt a bioliquidi e 2.040 Megawatt biomasse solide;

   nel termico, nel 2017 sono stati consumati circa 11,2 Mtep di energia da Fer (il 20 per cento del totale del termico), di cui circa 10,3 Mtep in modo diretto (attraverso caldaie, stufe, pannelli solari, pompe di calore, impianti geotermici) e circa 0,9 Mtep di consumi di calore derivato (sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse). La fonte rinnovabile più utilizzata nel 2017 per i consumi termici è la biomassa solida (7,9 Mtep);

   il piano energia clima, inviato a Bruxelles prevede (pag. 44-46) «... una leggera flessione delle bioenergie, al netto dei bioliquidi di cui è attesa una graduale fuoriuscita a fine incentivo», da oltre 4.135 Megawatt del 2017 a 3.764 al 2030 (dal 19,4 al 15,7 per cento);

   il piano è sfavorevole alle bioenergie elettriche, osteggia l'utilizzo delle biomasse solide per usi termici e incentiva solo i biocarburanti avanzati. Né le bioenergie appaiono contemplate dal decreto Fer 1;

   la strategia proposta nel piano è incentrata sulla elettrificazione dei consumi con un'efficienza di 2,42 unità di energia primaria per unità prodotta contro la produzione termica diretta della biomassa (una unità di energia primaria per unità prodotta);

   si verifica il paradosso per cui elettrificando i consumi di riscaldamento e trasporti si aumenta la dipendenza dalla produzione fossile di energia (consumi finali di gas metano da 55.600 Ktep del 2020 a 56.416 Ktep al 2040 (pagina 185), e si riduce drasticamente l'efficienza energetica. L'uscita dalle fonti fossili al 2050 risulta del tutto impraticabile con i contenuti del piano;

   in particolare, le pompe di calore condensate ad aria risultano non idonee almeno per tutta l'area del nord Italia –:

   se non ritenga opportuno rivalutare la possibilità di incentivazioni per l'utilizzo delle biomasse a fini energetici, soprattutto termici, in considerazione dell'enorme disponibilità di scarti di attività di trasformazione alimentare e industriale, con contenuti energetici importanti, che oggi costituiscono un costo di smaltimento, oltre alla emissione di CO2 dovuta dalla loro fermentazione.
(5-01478)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 20 febbraio 2019
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-01478

  La problematica relativa alla proposta del Piano energia e clima, va esaminata sotto più profili.
  Un primo profilo, strettamente inerente la proposta medesima attiene all'esigenza che il piano sia coerente con altri obiettivi e pianificazioni, tra cui, di rilievo per il settore biomassa, il programma nazionale di controllo dell'inquinamento atmosferico, previsto dalla direttiva europea 2016/2284/UE. Il piano, in fase di preparazione, che deve essere trasmesso alla CE a breve, deve indicare le misure che devono essere adottate per garantire la riduzione delle emissioni, tra le quali quelle di polveri sottili. In particolare, in tema di polveri sottili, la Commissione europea ha avviato due procedure di infrazione nei riguardi dell'Italia per la non corretta applicazione della direttiva 2008/50/CE, in riferimento ai superamenti continui e di lungo periodo dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto sul territorio italiano. Inoltre il 13 ottobre 2018 è stato comunicato, mediante deposito presso la Corte di Giustizia Europea, il Ricorso contro l'Italia relativo al superamento dei valori limite del citato materiale (particolato PM10). Devo ricordare che una sentenza di condanna della Corte di Giustizia imporrebbe oneri economici di entità molto rilevante, nonché la possibile riduzione dei Fondi Strutturali per l'Italia. Per far fronte a tale problema, è in via di finalizzazione un programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell'aria, che coinvolge diversi Ministeri.
  Alla luce di questi elementi, già in fase di elaborazione del piano energia e clima, è stato effettuato un confronto con il Ministero dell'ambiente per una preliminare valutazione della compatibilità degli obiettivi del piano con quelli di qualità dell'aria, che ha condotto alle ipotesi di contenimento dell'uso delle biomasse per usi termici ai valori attuali: le biomasse, infatti, concorrono sensibilmente al problema polveri sottili.
  In questo senso, l'orientamento del piano energia e clima è quello di promuovere l'utilizzo di apparecchi per l'uso di biomasse per usi termici che siano più efficienti di quelli attualmente in uso.
  Va peraltro rammentato che sono vigenti diversi strumenti di sostegno all'uso termico delle biomasse (conto termico, detrazioni fiscali), che possono essere rivisti proprio per promuovere un uso sostenibile dal punto di vista ambientale delle biomasse e in previsione di impianti più efficienti, andando anche a favore dell'industria di settore che ha investito maggiormente in prodotti innovativi.
  Altri profili, attinenti in particolare al settore elettrico, chiamano in causa i principi dell'economia circolare e l'efficiente utilizzo delle risorse pubbliche per l'incentivazione della produzione da fonti rinnovabili.
  Riguardo all'economia circolare, è apparso opportuno destinare a scopi energetici le sole biomasse che non siano recuperabili per altri utilizzi: sotto questo profilo, il nostro Paese ha avviato un percorso (ritenuto virtuoso anche dalla Commissione europea in fase di valutazione del decreto 23 giugno 2016) che prevede l'incentivazione solo di scarti e sottoprodotti non riutilizzabili, ovvero di taluni prodotti non destinabili a scopi alimentari.
  Riguardo, infine, all'utilizzo efficiente delle risorse pubbliche per l'incentivazione della produzione da fonti rinnovabili, vorrei sottolineare che le biomasse hanno richiesto, finora, tariffe incentivanti particolarmente elevate: nel decreto del 2016 sono comprese tra 115 e 246 euro /MWh.
  In questo quadro, la mancata considerazione delle biomasse nel DM Fer1 discende dal fatto che si è inteso, con tale decreto, promuovere le sole fonti più mature e vicine alla competitività. Si è ritenuto rinviare a un secondo e specifico decreto, in fase di completamento, la valutazione del sostegno alle fonti più innovative e costose, tra le quali, appunto le biomasse classificabili come scarti e sottoprodotti.
  Sotto questo aspetto, potranno essere presi in considerazione gli impianti con dimensioni e caratteristiche funzionali alle esigenze delle aziende del settore agroindustriale e forestale, e con tariffe che considerino quanto si è inteso segnalare, in considerazione che il mancato uso energetico degli scarti e sottoprodotti costituisce per le aziende un costo, da valutarsi in fase di dimensionamento delle tariffe incentivanti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

energia rinnovabile

bioenergia

consumo d'energia