ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00743

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 64 del 16/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: DEL SESTO MARGHERITA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/10/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CILLIS LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
CASSESE GIANPAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
LOMBARDO ANTONIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
CUNIAL SARA MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
CIMINO ROSALBA MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/10/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E DEL TURISMO delegato in data 16/10/2018
Stato iter:
17/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 17/10/2018
Resoconto DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 17/10/2018
Resoconto MANZATO FRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI E TURISMO)
 
REPLICA 17/10/2018
Resoconto DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 17/10/2018

SVOLTO IL 17/10/2018

CONCLUSO IL 17/10/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00743
presentato da
DEL SESTO Margherita
testo di
Martedì 16 ottobre 2018, seduta n. 64

   DEL SESTO, CILLIS, GAGNARLI, MAGLIONE, L'ABBATE, CASSESE, LOMBARDO, CADEDDU, CUNIAL, GALLINELLA, PARENTELA, CIMINO e MARZANA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   fino ad una decina di anni fa, la Campania vantava oltre il 50 per cento della produzione nazionale di castagne. Dal suo territorio proveniva il 10 per cento di quella mondiale e il 20 per cento del prodotto trasformato dall'industria alimentare;

   la filiera castanicola dell'alto Casertano – e dell'areale vulcanico di Roccamonfina, in particolare – ha rappresentato una delle realtà più importanti del distretto castanicolo europeo per volumi prodotti, per qualità e per fatturato in rapporto all'estensione territoriale. In questo areale venivano raccolti circa 120 mila quintali di castagne con una produzione lorda vendibile pari a circa 20 milioni di euro;

   dal 2008, è iniziato un netto calo della produzione, a causa della massiccia infestazione delle superfici da parte del cinipide galligeno del castagno, contro il quale è stata messa in campo una lotta biologica attraverso l'utilizzo di un antagonista naturale;

   ciò nonostante, per le annate 2012, 2014 e 2016, a causa di un calo medio del 90 per cento è stato, infatti, dichiarato per tre volte lo stato di calamità naturale. Anche il calo previsto per il 2018 appare superiore al 90 per cento;

   il cinipide, infatti, ha determinato danni irreversibili, con perdite rilevanti per quanto riguarda la produzione dei frutti e agli accrescimenti legnosi, a seguito del forte depauperamento delle strutture vegetative della pianta, oltre a ingenerare uno stato di stress che ha predisposto il castagno all'attacco di altre malattie endemiche e non (mal dell'inchiostro, cancro corticale, cydia intermedia e precoce, marciume delle castagne e altro);

   inoltre, condizioni climatiche avverse e sempre più frequenti – come gelate tardive primaverili ed abbondanti piogge durante la fioritura – hanno spesso causato notevoli riduzioni del raccolto;

   al danno socio-economico rischia di aggiungersi, nei prossimi anni, anche quello ambientale ed idrogeologico;

   le numerose aziende agricole stanno subendo un considerevole danno economico, che potrebbero non superare se le condizioni complessive della filiera non miglioreranno e se non vi saranno interventi strutturali e organici di sostegno –:

   di quali ulteriori elementi disponga il Governo in relazione ai fatti esposti in premessa e quali iniziative intenda adottare al fine di sostenere e agevolare la ripresa del settore castanicolo nazionale, e della regione Campania in particolare, indispensabile per la sopravvivenza delle aziende impegnate nella produzione e dei numerosi addetti dell'indotto.
(5-00743)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 17 ottobre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XIII (Agricoltura)
5-00743

  Il ritrovamento sul territorio dell'Unione dei primi focolai del Cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) ha sollevato, fin da subito, preoccupazioni per le conseguenti ricadute sull'ambiente e sul comparto produttivo.
  Per cercare di arginare tale problematica, con la Decisione della Commissione 2006/464/CE, recepita nel nostro Ordinamento con il decreto ministeriale 30 ottobre 2007, l'organismo nocivo in parola è stato oggetto di misure d'emergenza temporanee volte ad impedirne l'introduzione e la diffusione.
  A distanza di oltre dieci anni dall'ingresso del Cinipide del castagno in Europa, preso atto dell'ormai ampia diffusione in gran parte del territorio dell'Unione, il Comitato Fitosanitario Permanente UE ha ritenuto non più efficaci e necessarie le misure introdotte con la predetta disposizione europea, poi abrogata con la Decisione 2014/690/UE del 30 settembre 2014.
  A partire da tale data, il Dryocosmus kuriphilus non rientra più tra gli organismi nocivi considerati da quarantena.
  Ciò premesso rilevo che il Ministero, per far fronte alla crisi in cui versa il settore castanicolo nazionale, nel 2010 ha istituito il «Tavolo del settore castanicolo», nonché una sezione dedicata nell'ambito del «Tavolo di filiera della frutta in guscio».
  In tale contesto il «Tavolo del settore castanicolo» ha predisposto un Piano di settore, condiviso a livello nazionale, che prevede specifici interventi di lotta biologica al Dryocosmus kuriphilus mediante l'introduzione del Torymus sinensis, un antagonista naturale dell'organismo nocivo in parola.
  L'impiego di tale metodo di contrasto, nonostante i lunghi tempi necessari per l'attuazione e l'efficacia, ha già dimostrato una rilevante diminuzione dell'infestazione.
  Del resto, anche la regione Campania, interpellata informalmente sulla situazione, ha confermato che la forte riduzione produttiva è dovuta, non tanto all'infestazione del cinipide (che risulta molto regredita e, in alcune aree, del tutto scomparsa), quanto all'infezione del cosiddetto «marciume nero» provocata dal fungo Gnomoniopsis pascoe.
  Trattandosi pertanto di patogeno non soggetto a lotta obbligatoria o ad obblighi di quarantena, non è possibile attivare gli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale.
  Nel sistema castagneto si è tuttavia constatata, soprattutto a causa dell'infestazione di cinipide, una forte recrudescenza di vecchie malattie come il Mal dell'Inchiostro e nuovi danni da cancro corticale. Pertanto, dopo l'infestazione del cinipide ci troviamo di fronte ad una castanicoltura indebolita in tutti i suoi aspetti. Dovendo intervenire in emergenza contro il cinipide con sistemi di lotta biologica, ci si è trovati nella condizione di non riuscire a tenere sotto controllo, per un periodo piuttosto lungo, tutti gli altri aspetti della castanicoltura e della difesa, e a dover concentrare le risorse finanziarie (1.400.000 euro del MiPAAF in due progetti a livello nazionale (LOBIOCIN e BIOINFOCAST)) solo ed esclusivamente sul cinipide.
  I danni da insetti «tradizionali» nemici del castagno sono ancora ingenti, e il rischio aumenta in assenza di una copertura integrale del territorio con reti di monitoraggio che possano almeno dare indicazioni sul rischio di infestazione annuale. È quindi opportuno investire nelle reti di monitoraggio per la difesa che, in taluni recenti progetti regionali, si sono dimostrate efficaci e poco costose.
  Rilevo inoltre che la revisione del Piano di settore castanicolo, scaduto a dicembre 2013, è quasi terminata; in tale contesto è scaturita dalla necessità di fare il punto della situazione sugli aspetti ritenuti all'epoca più rilevanti, verificare la possibilità di aggiornare lo stato dell'arte, riconsiderare la validità delle azioni proposte, molte delle quali scarsamente applicate sul territorio nazionale eccezion fatta per la lotta al cinipide nei castagneti da frutto.
  Dopo l'approvazione del Piano di settore castanicolo, appare quindi prioritario predisporre una programmazione a medio e lungo termine con investimenti mirati nella ricerca, sotto una regia nazionale – Tavolo di filiera castanicolo – attraverso progettualità operative sui territori castanicoli nazionali che forniscano le risposte tecniche richieste per il rilancio del settore.
  Faccio inoltre presente che la riforma della PAC, le misure o i sottoprogrammi specifici per la castanicoltura da frutto che dovranno essere previsti nei Programmi di Sviluppo Rurale delle regioni, costituiscono concrete opportunità di sostegno per il settore.
  Rilevo infine che la regione Campania, nell'ambito del proprio Programma di sviluppo rurale, può attivare la misura del ripristino del potenziale produttivo, con la quale finanziare interventi finalizzati al risanamento ed alla ripresa produttiva dei castagneti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

frutticoltura

conseguenza economica

produzione agricola