ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/00304

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 36 del 01/08/2018
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/08/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 02/08/2018


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/08/2018
Stato iter:
02/08/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/08/2018
Resoconto SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2018
Resoconto MERLO RICARDO ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INT.)
 
REPLICA 02/08/2018
Resoconto SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL

DISCUSSIONE IL 02/08/2018

SVOLTO IL 02/08/2018

CONCLUSO IL 02/08/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00304
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 1 agosto 2018, seduta n. 36

   QUARTAPELLE PROCOPIO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   la Libia versa in uno stato di caos da quando la guerra, iniziata il 17 febbraio 2011, ha rovesciato il regime del colonnello Muammar Gheddafi, che governava la Libia dal 1969. In seguito alla sua uccisione, avvenuta il 20 ottobre 2011, il Paese vive una guerra civile che non si è ancora conclusa;

   attualmente, si contendono il controllo due Governi rivali. Il primo si trova a Tripoli ed è nato a seguito degli accordi di Skhirat del 17 dicembre 2015 con il riconoscimento dell'Onu ed è sostenuto anche dall'Italia, il secondo ha sede a Tobruk;

   il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato nel 2016 la risoluzione n. 2292, poi estesa anche nel 2017 e nel 2018 con le risoluzioni n. 2357 e n. 2420 nel giugno 2018, riguardanti la rigorosa applicazione dell'embargo sulle armi in alto mare al largo delle coste libiche;

   tra i temi degli incontri tra il vice-premier libico Ahmed Maitig, in visita a Roma nel luglio 2018, ed esponenti del nuovo Governo italiano, c'è stata la possibilità della revoca dell'embargo Onu sulle armi al Governo di Tripoli, rilanciata anche dal Vice premier Salvini che in conferenza stampa ha dichiarato: «chiediamo la revoca dell'embargo Onu sulle armi al governo di Tripoli, il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite»;

   da parte sua Maitig ha sottolineato che nella lotta all'immigrazione clandestina, per la Libia il problema è che al momento «non riusciamo a garantire la sicurezza marittima perché la Libia è vittima di embargo»;

   è fatto notorio che in territorio libico siano già presenti milioni di armi disperse tra le milizie e la popolazione e, secondo gli esperti delle Nazioni Unite in Libia, la sospensione dell'embargo potrebbe rivelarsi fatale per il processo democratico del Paese;

   proprio mentre il Vice premier libico sosteneva la richiesta di sospendere l'embargo per necessità di maggiori armi, con il sostegno del Vice premier italiano, il Ministero dell'interno del Governo di accordo nazionale emetteva una nota in cui ha affermato che il fenomeno della proliferazione delle armi in Libia rappresenta una grande minaccia per lo svolgimento pacifico della vita civile, alla luce degli scontri tra milizie che si ripetono di volta in volta e porta ad un deterioramento della situazione di sicurezza, trascinando il Paese verso l'instabilità –:

   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato sulla possibilità del superamento dell'embargo sulle armi delle Nazioni Unite alla Libia.
(5-00304)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 agosto 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-00304

  Come correttamente riportato dall'On. interrogante, sulla Libia è in vigore un embargo sulle armi, rinnovato con cadenza annuale dal Consiglio di Sicurezza con una articolata serie di risoluzioni che vengono regolarmente approvate all'unanimità.
  La questione della diffusione in Libia delle armi accumulate dal regime di Gheddafi è certamente di rilievo primario, ed è stata sollevata a più riprese dal Rappresentante Speciale Ghassan Salamè in Consiglio di Sicurezza. L'Italia, in prima linea nel sostegno all'azione del Rappresentante Speciale Salamè, si conforma pienamente alla lettera e alla sostanza della decisione del Consiglio di Sicurezza di imporre l'embargo sulle armi.
  Questo non esclude che ci si possa interrogare sulla perdurante validità del quadro sanzionatorio, ben sapendo, peraltro, che qualunque decisione sull'eventuale revisione o rimozione dello stesso ricade esclusivamente nella competenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da cui, fino a questo momento, non è giunto alcun segnale di apertura in proposito.
  La questione che si pone, quindi, è come rafforzare le Istituzioni libiche, operando in linea con le previsioni del Consiglio di Sicurezza e con i termini del mandato delle Nazioni Unite in Libia. Questo in un contesto in cui – come lamentato a più riprese dai vertici istituzionali libici, da ultimo il Vice Premier Maitig – quelle stesse Istituzioni legittime faticano a dotarsi, proprio per le restrizioni esistenti, degli strumenti necessari per il mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico nel Paese.
  D'altra parte, va tenuto conto che altri soggetti potrebbero procurarsi un'arma, con potenziali gravi conseguenze nella lotta contro il terrorismo, avvantaggiandosi proprio della difficoltà nel controllo del territorio e in particolare dei lunghissimi confini terrestri desertici. Evidentemente, il problema si pone anche per quanto riguarda il tema del contrasto ai trafficanti di esseri umani che, come noto, fanno parte di network criminali spesso transnazionali molto rilevanti e dotati di grandi mezzi, anche militari.
  L'Italia è in prima linea per contrastare tali traffici, anche attraverso gli strumenti della Cooperazione allo Sviluppo e in stretto raccordo con l'Unione europea, e con il pieno sostegno delle Nazioni Unite.
  Portiamo avanti iniziative di rafforzamento delle capacità istituzionali a favore delle competenti autorità libiche per una più efficace gestione integrata delle frontiere.
  Sosteniamo anche le comunità più colpite dal fenomeno, con programmi mirati a generare opportunità di reddito legale, iniziative di emergenza e capacity building a sostegno delle municipalità. Lo facciamo attraverso numerosi e articolati programmi destinati a portare assistenza nei campi attraverso le Organizzazioni non Governative, mediante l'azione per favorire la sempre più capillare presenza sul terreno di UNHCR e OIM.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

restrizione agli scambi

sicurezza marittima

ONU