ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00235

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 32 del 24/07/2018
Firmatari
Primo firmatario: NARDI MARTINA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/07/2018


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 24/07/2018
Stato iter:
18/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/10/2018
Resoconto COMINARDI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
REPLICA 18/10/2018
Resoconto NARDI MARTINA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 24/07/2018

DISCUSSIONE IL 18/10/2018

SVOLTO IL 18/10/2018

CONCLUSO IL 18/10/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00235
presentato da
NARDI Martina
testo di
Martedì 24 luglio 2018, seduta n. 32

   NARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   le Cave di Marmo delle Alpi Apuane continuano ad essere luoghi di incidenti sul lavoro: a fronte di una diminuzione degli infortuni (dai 174 del 2006 ai 61 del 2016), quelli mortali sono invece purtroppo aumentati. Dal 2006 al 2016 nella cave si sono registrati 9 infortuni mortali: uno nel 2006, uno nel 2007, uno nel 2010, uno nel 2012, due nel 2015 e tre nel 2016. Nel 2017 non si sono registrati infortuni mortali in cava, mentre, dall'inizio del 2018 sono già due gli uomini deceduti;

   l'ultimo in ordine di tempo è un lavoratore di 37 anni (con un contratto di 6 giorni) che ha perso la vita in un incidente l'11 luglio 2018;

   alcune associazioni sindacali hanno denunciato, a mezzo stampa, che tali tragici episodi sarebbero spesso causati dallo sfruttamento dei lavoratori: aziende ricorrerebbero infatti al lavoro a cottimo facendo dipendere le retribuzioni dal numero di lastre di marmo stoccate;

   sempre secondo i sindacati, a fianco dei lavoratori regolari, vi sarebbero numerosi operai non specializzati e non correttamente formati, assunti temporaneamente, e quindi non in grado di utilizzare correttamente i macchinari tecnologici presenti nelle cave. Ogni piccolo errore, trattandosi di lastre di marmo del peso di alcune tonnellate, potrebbe quindi causare incidenti gravissimi;

   le associazioni sindacali hanno inoltre annunciato l'istituzione di un numero verde che consenta di denunciare situazioni anomale, sia in materia di contratto che di sicurezza, garantendo a coloro che denunciano di essere protetti dall'anonimato e che è possibile sporgere denuncia per sfruttamento dei lavoratori in base alle norme vigenti contro il caporalato ed il lavoro nero;

   gli incidenti sul lavoro nelle cave continuano a verificarsi, nonostante l'apposita task force della regione Toscana. Dal 1° giugno 2016 al 31 dicembre 2017 sono stati fatti 1.309 i controlli in 170 cave (che dunque sono state controllate più volte) e 540 controlli nei laboratori per la lavorazione del marmo dell'area apuana e versiliese. L'assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi ha parlato di «interventi concreti» messi in campo ma ha ammesso che «evidentemente tutto questo non è ancora sufficiente». «Per migliorare la sicurezza nelle cave e nel settore del marmo – ha aggiunto – è necessaria una stretta collaborazione tra lavoratori e datori di lavoro, una vera alleanza tra tutte le figure dell'impresa. E i controlli devono essere assidui e costanti»;

   la legge 29 ottobre 2016, numero 199, recante «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo», ha introdotto norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto, con significative modifiche al quadro vigente, prevedendo la repressione penale del caporalato, la tutela delle vittime e dei lavoratori –:

   se i Ministri interrogati dispongano di ulteriori elementi relativamente ai recenti incidenti sul lavoro che si sono verificati nelle cave di marmo delle Alpi Apuane; se siano a conoscenza della presenza di fenomeni riconducibili al caporalato ed al lavoro nero e quali iniziative urgenti intendano assumere, per quanto di competenza, per tutelare i diritti e promuovere la sicurezza dei lavoratori.
(5-00235)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 18 ottobre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XI (Lavoro)
5-00235

  Innanzitutto desidero esprimere profondo cordoglio e vicinanza alle famiglie dei lavoratori deceduti negli incidenti verificatisi nella Provincia di Massa Carrara nei mesi di maggio e luglio, fatti sui quali sono in corso le indagini della magistratura alla quale spetta accertare l'esatta dinamica dei fatti e le responsabilità connesse. Per quanto di competenza, voglio preliminarmente ribadire l'impegno del Governo a proseguire nelle attività necessarie ad assicurare la legalità nei luoghi di lavoro.
  Dagli accertamenti esperiti dalle sedi territoriali dell'Inail è emerso che l'infortunio occorso al signor Pampana l'11 maggio 2018 è avvenuto nello svolgimento di lavori in cava, mentre l'infortunio mortale occorso l'11 luglio 2018 al signor Savio Luca è avvenuto in un deposito marmi.
  Entrambi i casi sono stati presi tempestivamente in carico dagli uffici territoriali dell'istituto e, ad oggi, risultano già costituite le rendite spettanti ai rispettivi superstiti dei lavoratori deceduti ed erogati gli assegni funerari previsti dall'articolo 85 del decreto del Presidente della Repubblica dei 30 giugno 1965, n. 1124.
  Inoltre, per i predetti casi l'Inail provvedere all'erogazione del beneficio una tantum a carico del Fondo per le vittime di gravi incidenti sul lavoro.
  Per quanto riguarda l'infortunio occorso al signor Savio, l'Inail ha precisato che il lavoratore, dal 9 luglio 2018, era alle dipendenze della società F.C. Autogrù s.r.l. con contratto a tempo pieno determinato come operaio. Detta società, con sede legale in Castelnuovo Magra, svolge come attività prevalente il noleggio di gru ed altre attrezzature con operatore per l'attività di costruzione, demolizione e, a decorrere dal 10 gennaio 2017, deposito marmi conto terzi nel locale di viale Zaccagna a Marina di Carrara.
  Anche per questo evento sono ancora in corso le indagini da parte delle autorità competenti per accertare la reale dinamica dell'evento.
  Per entrambi i casi, in base ai risultati delle indagini in corso l'Inail valuterà la possibilità di agire in via di rivalsa contro il datore di lavoro o eventuali responsabili civili.
  Per quanto concerne l'attività di vigilanza di competenza dell'Ispettorato nazionale del lavoro (INL) nel settore lapideo, tale Ispettorato ha precisato che la propria attività ha come oggetto la verifica del rispetto della normativa in materia di lavoro e di legislazione sociale, mentre la vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è limitata alle attività elencate nell'articolo 13, comma 2, del decreto legislativo n. 81 del 2008, tra le quali non rientra il settore in parola. Tengo a precisare, infatti, che la vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro viene svolta prioritariamente dai servizi ispettivi delle ASL competenti per territorio.
  Nell'ambito delle proprie competenze, a decorrere dal 2015, oltre all'ordinaria attività di vigilanza nel settore, l'INL ha effettuato nella provincia di Massa Catara alcune vigilanze speciali in tale settore; alcune si sono svolte principalmente nei bacini marmiferi mentre altre si sono svolte nel settore della lavorazione del marmo (laboratori e segherie) nei comuni di Massa, Carrara e Montignoso.
  Nell'ambito di tali accertamenti è stata eseguita la verifica dell'eventuale superamento delle 48 ore lavorative settimanali con il sistema multi periodale nel periodo di riferimento previsto sui quattro mesi (CCNL lapideo industria estrattiva). Pur non avendo riscontrato violazioni circa il superamento dell'orario di lavoro, le aziende hanno comunque manifestato un trend lavorativo borderline. In altri termini le aziende si sono mantenute al di sotto della citata media settimanale pur avendo spesso superato le 40 ore di lavoro settimanali. La verifica circa il rispetto della normativa sull'orario di lavoro ha tuttavia evidenziato casi di superamento del limite massimo di lavoro straordinario fissato, dall'articolo 5 del decreto legislativo n. 66 del 2003, in 250 ore ad anno.
  L'azione di contrasto così organizzata ha consentito il raggiungimento di significativi obiettivi. Le irregolarità rilevate, in particolare, hanno riguardato fattispecie di intermediazione di manodopera, la violazione dell'articolo 4 legge n. 300 del 1970 (installazione non autorizzata di impianto di videosorveglianza nel piazzale ove operavano i lavoratori), nonché l'utilizzo di personale in nero – in misura superiore al 20 per cento – con conseguente provvedimento di sospensione dell'attività imprenditoriale.
  Quanto alle iniziative del Governo, in tema di prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, evidenzio l'estrema centralità nell'azione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dell'Inail, tanto sui piano della tutela di diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici quanto su quello della necessità che le imprese comprendano e condividono l'importanza di approcciare in modo diverso da come è stato fino ad ora il tema sicurezza e prevenzione.
  Sul piano giuridico, una disciplina fondamentale in materia è rappresentata dal decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (cosiddetto Testo Unico in materia di salate e sicurezza sul lavoro) attraverso il quale è stato realizzato un riordino complessivo della normativa al fine di semplificare, coordinare e razionalizzare le disposizioni esistenti in un unico testo.
  Occorre tuttavia considerare che molteplici fattori, spesso connessi tra loro, hanno determinato, nel corso del tempo, un mutamento delle condizioni di lavoro e l'insorgere di nuovi rischi; basti pensare, ad esempio, all'innovazione tecnologica, al progressivo invecchiamento della popolazione attiva e alla difficoltà, per le piccole e medie imprese, di valutare le situazioni di rischio e di adottare strategie appropriate per mettere in sicurezza i propri lavoratori.
  Tale nuovo contesto richiede un'attenzione costante da parte di tutti gli attori coinvolti, che non può esaurirsi nel necessario aggiornamento del quadro normativo ma che deve riguardare anche il rafforzamento del sistema istituzionale e l'accrescimento della cultura e della sensibilità sui temi della prevenzione.
  In tale prospettiva ricordo che nel 2019 è previsto, da parte del settore ricerca dell'INAIL, uno studio a carattere nazionale sui fattori di rischio infortunistico del settore estrattivo e delle cave.
  È chiaro che nella materia della sicurezza del lavoro occorra porre sempre la massima attenzione e seguire l'evoluzione tecnico scientifica nei vari rami in cui il Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81) è organizzato.
  Il Governo infatti ha in programma una serie di miglioramenti normativi con particolare attenzione al Testo Unico sul lavoro in quanto materia di primaria importanza per l'attuale Governo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

infortunio sul lavoro

sicurezza del lavoro

lavoro nero