ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00044

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 16 del 18/06/2018
Firmatari
Primo firmatario: CARNEVALI ELENA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 18/06/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 10/10/2018


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/06/2018
Stato iter:
10/10/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 10/10/2018
Resoconto BARTOLAZZI ARMANDO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 10/10/2018
Resoconto DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 18/06/2018

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 10/10/2018

DISCUSSIONE IL 10/10/2018

SVOLTO IL 10/10/2018

CONCLUSO IL 10/10/2018

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00044
presentato da
CARNEVALI Elena
testo presentato
Lunedì 18 giugno 2018
modificato
Mercoledì 10 ottobre 2018, seduta n. 60

   CARNEVALI, DE FILIPPO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   l'accordo tra Governo, regioni ed enti locali del 16 dicembre 2010 relativo alle «Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita» ha disposto la chiusura dei punti nascita con parti inferiori alle 500 unità l'anno;

   al fine di dare completa attuazione a quanto previsto dall'accordo del 16 dicembre 2010 è stato istituito, con decreto ministeriale 12 aprile 2011 e successivamente rinnovato con decreto ministeriale 19 aprile 2014 e con decreto ministeriale 11 novembre 2015, il Comitato percorso nascita nazionale (Cpnn), con l'obbiettivo di supportare tutte le regioni e province autonome nell'attuare le migliori strategie di riorganizzazione dei punti nascita;

   in particolare, con il decreto ministeriale dell'11 novembre 2015, è stato introdotto un nuovo criterio, in base al quale lo standard per il mantenimento dei punti nascita non è più legato al numero dei parti per singolo plesso ospedaliero, ma è affidato alla formazione e all'elevata casistica delle équipe mediche ed infermieristiche che svolgono il servizio, nonché in base al quale è stato stabilito che siano le singole regioni ad avanzare la richiesta al Ministero della salute per il mantenimento dei punti nascita sotto i 500 parti, affidando poi al Comitato percorso nascita nazionale il compito di esprimere un motivato parere su tali richieste;

   sulla base di tale normativa il presidente della regione Lombardia ha inviato in data 29 febbraio 2016 al Ministro della salute una richiesta di deroga per i punti nascita a rischio di chiusura tra cui il punto nascita di Piario nell'alta Val Seriana;

   come riportato in questi giorni da alcuni organi di stampa locale l'assessore al welfare della regione Lombardia, Gallera ha dichiarato, al momento della presentazione del programma regionale di sviluppo della legislatura alla commissione sanità che, visto il diniego alla deroga, da parte del Cpnn, pervenuto alla regione Lombardia nell'autunno 2017, come da lui stesso ammesso, si deve procedere alla chiusura di quattro reparti maternità lombardi tra cui quello di Piario nell'alta Val Seriana;

   nel 2016 sono nati presso l'ospedale di Piario 365 bambini, mentre nel 2017 le nascite sono state 363, dati che si collocano in un trend ormai decrescente che ha visto il 2017 registrare il minor numero di nascite in Italia con solo 464 mila parti;

   tale diminuzione, in un territorio montano come la Val Seriana, è ancora più accentuata per la carenza di lavoro, di servizi e quindi di famiglie giovani; proprio per questo, il punto nascite non è solo un servizio da difendere, ma il simbolo di una montagna che non si arrende allo spopolamento –:

   alla luce dei criteri posti dal decreto ministeriale dell'11 novembre 2015 e dell'esigenza di salvaguardia degli standard di sicurezza del nascituro e della partoriente, quale piano operativo e con quali soluzioni organizzative e professionali la regione Lombardia abbia presentato al Comitato percorso nascita al fine di mantenere il funzionamento del punto nascita di Piario;

   quali siano, sulla base della richiesta avanzata dalla regione Lombardia, le motivazioni che hanno spinto il Ministero della salute e il Comitato percorso nascita nazionale a negare la deroga alla chiusura del punto nascita di Piario, vista anche la sua ubicazione montana.
(5-00044)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 10 ottobre 2018
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-00044

  Con l'interrogazione in esame è stato chiesto di conoscere le motivazioni per le quali non si è resa possibile autorizzare la deroga alla permanenza del punto nascita di Piario: la puntualità del quesito ha richiesto a questo Ministero di acquisire, in aggiunta agli elementi di propria competenza, anche le informazioni in merito alle valutazioni autonomamente effettuate dalla Regione Lombardia, che mi accingo ad illustrare.
  Con la Delibera di Giunta Regionale n. 267 del 28 giugno 2018 «Rete Regionale per l'assistenza materno-neonatale. Intervento di riorganizzazione dei punti nascita», è stato disposto di avviare il percorso per la cessazione dell'attività del Punto Nascita dell'Ospedale «M.O.A. Locatelli» di Piario-Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Bergamo Est, poiché nel triennio ha presentato costantemente un numero di parti inferiori ai 500/anno, con un «trend» progressivamente negativo, e per il quale non è stata concessa la deroga del Ministero della salute.
  Inoltre, è stato disposto di dare mandato all'Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo – in raccordo con la Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e le Strutture sanitarie interessate – di portare a compimento, entro il termine massimo del 31 dicembre 2018, il percorso per la cessazione dell'attività del Punto Nascita, attraverso un'attenta valutazione della riorganizzazione della rete d'offerta, al fine di garantire, nell'ambito del proprio territorio di competenza, continuità assistenziale, sicurezza, appropriatezza e qualità dell'intero percorso nascita, accompagnato, inoltre, da una contestuale valutazione dell'impatto economico.
  Con particolare riferimento alle deroghe dei Punti Nascita lombardi, la Regione Lombardia, con la Delibera di Giunta Regionale n. X/4873 del 29 febbraio 2016, aveva espresso la volontà di richiedere al Ministero della salute la deroga alla chiusura di 7 Punti Nascita con meno di 500 parti/anno (Sondalo, Chiavenna, Gravedona, Angera, Broni-Stradella, Oglio Po, Piario).
  Il Comitato Percorso Nascita nazionale, nella seduta del 21 novembre 2016, accoglieva la deroga limitatamente al Punto Nascita di Sondalo e ad un altro Punto Nascita da individuare tra quelli di Chiavenna e Gravedona.
  Successivamente, nell'ambito dei lavori del Comitato Percorso Nascita regionale, veniva messo a punto un Progetto sperimentale che consentiva il superamento della valutazione sulla qualità e sulla sicurezza, basata unicamente sul numero dei nati, assicurando in tal modo l'operatività dei Punti Nascita anche con meno di 500 parti all'anno.
  Contestualmente veniva sviluppata una piattaforma informatica con flussi correnti di indicatori di percorso, processo e «outcome» (Cruscotto Indicatori di Area Materno Infantile).
  Nel febbraio 2017 il progetto veniva presentato al Comitato Percorso Nascita nazionale che, con comunicazione del 16 ottobre 2017, pur apprezzando l'iniziativa, confermava il parere precedentemente espresso relativamente alle richieste di deroga.
  Per il mantenimento dell'attività dei Punti Nascita in deroga è, infatti, vincolante il rispetto dei criteri inerenti agli elementi di sicurezza richiesti dall'Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 (guardia attiva presso i Presidi h.24 di Anestesista, Ginecologo, Ostetrica, Pediatra/Neonatologo), oltre che il rispetto dei requisiti previsti dal Ministero della salute sulla presenza di attrezzature specifiche, la possibilità di attivare un taglio cesareo in 30’, la disponibilità di esami radiologici, di laboratorio e di emoderivati in 60’.
  Preso atto della non concessione della deroga sul Punto Nascita dell'Ospedale «M.O.A. Locatelli» di Piario, in relazione al «trend» del numero di parti, la Regione Lombardia ha precisato che, nell'anno 2014, sono stati registrati 437 parti, 438 nel 2015, 383 nel 2016 e 381 nel 2017.
  Il tasso di fidelizzazione in molti Comuni del bacino è basso, ed evidenzia che molte donne hanno già scelto Punti Nascita alternativi.
  Non sussistono neppure le condizioni di disagio orografico, poiché le distanze e i tempi di percorrenza verso Punti Nascita alternativi non aumentano in modo significativo: infatti, ai sensi del decreto ministeriale n. 70/2015, il disagio orografico contempla una percorrenza superiore ad un'ora.
  Per la stessa Regione Lombardia, in rapporto agli elementi sopra riportati, non sussistono, dunque, criteri per la concessione di deroga.
  In riferimento agli «standard» operativi, di sicurezza e tecnologici definiti nell'Accordo Stato/Regioni del 2010, va sottolineato che essi rappresentano un prerequisito per il proseguimento dell'attività anche per i Punti Nascita oggetto di deroga.
  Attualmente il Punto Nascita di Piario non ottempera a tali requisiti (ad esempio la guardia pediatrica h.24) né è realisticamente ipotizzabile che esso possa raggiungere tale «standard», in rapporto alla generalizzata carenza di specialisti (pediatri/neonatologi e ostetrici/ginecologi) e al conseguente flusso dei professionisti verso Centri con numerosità e tipologia di casistica tali da consentire una progressione delle competenze e una maggior sicurezza operativa.
  Ciò detto in merito al quesito posto dall'atto ispettivo in esame, voglio tuttavia precisare che la tematica generale dei Punti Nascita formerà oggetto di specifico approfondimento da parte di questo Ministero, che è consapevole della necessità di trovare un migliore punto di equilibrio tra la necessaria salvaguardia della salute delle partorienti e dei nascituri e l'esigenza di garantire la fruizione di importanti prestazioni — quali quelle in parola — su tutto il territorio nazionale.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

piano di sviluppo

programma d'azione