ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN ASSEMBLEA 3/02003

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 449 del 12/01/2021
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: LIBERI E UGUALI
Data firma: 12/01/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 12/01/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 12/01/2021
Stato iter:
13/01/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/01/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
 
RISPOSTA GOVERNO 13/01/2021
Resoconto LAMORGESE LUCIANA MINISTRO - (INTERNO)
 
REPLICA 13/01/2021
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/01/2021

SVOLTO IL 13/01/2021

CONCLUSO IL 13/01/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-02003
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo presentato
Martedì 12 gennaio 2021
modificato
Mercoledì 13 gennaio 2021, seduta n. 450

   PALAZZOTTO e FORNARO. — Al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   secondo i dati del Ministero dell'interno la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia, nel periodo che va da gennaio a metà novembre del 2020, ha respinto 1.240 migranti e richiedenti asilo, più del 420 per cento in più rispetto al 2019, quando furono «solo» 237;
   diversi migranti della cosiddetta «rotta balcanica» sono stati respinti a catena fino in Bosnia e in migliaia sono oggi abbandonati al gelo, nei boschi, senza cibo e acqua;
   sui respingimenti condotti al confine sloveno con sempre maggior intensità dalla primavera 2020 emergerebbero delle violazioni delle norme europee ed internazionali sul diritto d'asilo;
   secondo Altraeconomia da metà maggio 2020 le autorità italiane hanno intensificato le «riammissioni» in forza di precise direttive contenute in una circolare del Ministero dell'interno, per quanto consta agli interroganti, mai resa nota;
   anche i richiedenti asilo sarebbero oggetto dei rintracci e delle riammissioni in Slovenia, senza che venga offerta loro la possibilità di formalizzare la domanda di protezione internazionale;
   la normativa italiana ed europea vieta i respingimenti verso uno Stato dove le persone possono subire violenze e abusi o quando esista tale rischio attraverso il meccanismo del respingimento «a catena». È ormai ampiamente documentato come i poliziotti sloveni consegnino i migranti ai colleghi croati che li riportano – spesso utilizzando violenza – in Bosnia, fuori dal perimetro dell'Unione europea;
   quanti dei respinti dall'Italia si ritrovino oggi nei boschi bosniaci al gelo, tra la vita e la morte, è un dato difficile da ricostruire. Secondo l'organizzazione non governativa Ipsia sarebbero uno su dieci;
   dalla Bosnia in questi giorni arrivano immagini drammatiche: sono circa 3.000 i migranti – in fuga da guerra, persecuzioni e trattamenti inumani e a cui l'Europa dovrebbe garantire accoglienza e protezione – intrappolati nei boschi e sotto la neve per l'evidente incapacità dell'Unione europea di governare i flussi migratori;
   i racconti delle violenze subite da coloro che hanno tentato di varcare il confine con la Croazia sono agghiaccianti: picchiati e abbandonati da forze di polizia comunque appartenenti all'Unione europea –:
   se il Governo non intenda adottare le iniziative di competenza per sospendere le cosiddette «riammissioni informali» con la Slovenia prevedendo che eventuali riammissioni avvengano solo previo esame delle situazioni individuali, in osservanza delle norme in materia, tenuto conto dei trattamenti inumani e degradanti che subiscono i migranti a seguito dei «respingimenti a catena» tra Slovenia, Croazia e Bosnia-Erzegovina. (3-02003)