Legislatura: 18Seduta di annuncio: 629 del 18/01/2022
Primo firmatario: MAZZETTI ERICA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 18/01/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/01/2022 CORTELAZZO PIERGIORGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/01/2022 POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/01/2022 D'ATTIS MAURO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/01/2022 TORROMINO SERGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 18/01/2022
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 18/01/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 11/02/2022 Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE RISPOSTA GOVERNO 11/02/2022 Resoconto SASSO ROSSANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE) REPLICA 11/02/2022 Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 11/02/2022
SVOLTO IL 11/02/2022
CONCLUSO IL 11/02/2022
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della transizione ecologica, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
il Green Deal europeo ha l'obiettivo di decarbonizzare il settore energetico. A tal fine, le azioni da intraprendere dovranno portare al 2030 ad un 70 per cento dei consumi elettrici lordi che dovrà essere soddisfatto da energie rinnovabili rispetto all'attuale quota del 38 per cento;
se entro il 2030 il 70 per cento dei consumi elettrici italiani dovrà essere coperto da energie pulite, va comunque ricordato che le energie rinnovabili non saranno sufficienti per i prossimi anni, in quanto potranno contare solamente per il 20-30 per cento del mix energetico;
sotto questo aspetto il gas naturale è la risorsa-ponte tra mondo dei combustibili fossili ed energia pulita, e va sfruttata in forma sostenuta, in quanto può avere un ruolo importante nella fase della transizione energetica verso un'economia più sostenibile;
il gas in Europa copre la maggior parte della domanda di energia, e nella prospettiva della transizione energetica al 2050 rappresenterà comunque il 20 per cento dei consumi energetici, assicurando flessibilità al sistema a fronte di una domanda molto variabile a seconda delle stagioni;
i forti rincari dell'energia di questi mesi stanno colpendo fortemente le famiglie e le attività produttive e le imprese del nostro Paese. Queste ultime vedono conseguentemente indebolita la propria competitività sui mercati esteri, e questo aumento dei prezzi delle materie prime energetiche rischia seriamente di frenare la ripresa economica in atto;
a partire dai giorni immediatamente successivi a Natale scorso, l'Italia sta esportando gas naturale, sia verso la Francia sia in direzione dell'Olanda;
non è la prima volta che il nostro Paese esporta gas verso i Paesi vicini, ma mai in queste proporzioni. I casi di esportazione di gas in questi anni erano stati finora sostanzialmente limitati;
nel frattempo, si moltiplicano gli appelli al Governo da parte del nostro sistema delle imprese per predisporre nuovi interventi volti a limitare l'impatto dei rincari delle bollette, oltre agli 8 miliardi stanziati negli ultimi sei mesi. Gli interventi messi in campo dall'Esecutivo non hanno però toccato il 70 per cento delle imprese;
Confindustria ha chiesto di riattivare le riserve strategiche e di consentire lo sfruttamento dei giacimenti di gas al momento inutilizzati, così come è necessario mettere in campo interventi congiunturali immediati e strutturali di medio termine;
per Anima Confindustria, l'aumento delle bollette sta provocando un «pesante rallentamento» della produzione e delle vendite, frenando la ripresa. Le aziende si sono viste raddoppiare i costi;
nel 2000 il nostro Paese produceva 20 miliardi di metri cubi di gas, oggi se ne producono solo 4,5, a fronte di un consumo pari a 72 miliardi di metri cubi. Questo significa, che l'Italia è più vulnerabile perché importa quasi tutto;
in previsione di nuovi picchi al rialzo che potrebbero avvenire tra fine gennaio e febbraio 2022, è indispensabile farsi trovare pronti. Sotto questo aspetto è necessario potenziare l'accesso e la distribuzione del gas. Il gas, come indicato dall'Europa, è essenziale per la transizione ecologica e anche per questo andrebbero sfruttati maggiormente i giacimenti italiani;
la stessa recente Relazione del Copasir sulla sicurezza energetica, ha segnalato un allarme relativo agli approvvigionamenti e come l'Italia si trovi «in una situazione di vulnerabilità». La tempesta dei prezzi energetici che da mesi scuote i mercati europei può colpire con particolare violenza il comparto italiano e avere ripercussioni sulla sicurezza;
sempre il Copasir, ha sottolineato come l'Italia debba dotarsi di un «Piano di sicurezza energetica nazionale» che «riconosca le sue specificità e tenda al decremento della dipendenza energetica del Paese e all'incremento della sua competitività in questo ambito». Dall'altra, l'invito è a puntare sulle proprie risorse per navigare la crisi energetica e mettere al sicuro la filiera. A partire dal gas naturale, che «grazie alla flessibilità degli stoccaggi può garantire continuità nella produzione di energia elettrica»;
risulta necessario evitare di commettere ancora gli errori del passato, ovvero la mancata o non completa diversificazione delle fonti di energia, investendo e incentivando anche altre risorse e tecnologie, geotermia, bioenergia, termovalorizzatori che producono energia da una frazione dei rifiuti e che possono essere sbloccati con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) così come è importante investire sui nucleare di nuova generazione e idrogeno, la cui ricerca è da sostenere –:
quali iniziative congiunturali e strutturali urgenti si intendano mettere in atto per dare un sostegno alle tante filiere industriati e alle tante imprese a rischio in conseguenza dei forti e crescenti rincari energetici;
se non si ritenga necessario aprire un tavolo di confronto con il mondo imprenditoriale e quei settori produttivi maggiormente colpiti dai rincari dell'energia;
quali iniziative urgenti si intendano avviare al fine di ridurre la dipendenza energetica del nostro Paese;
se non si reputi necessario autorizzare un incremento della produzione nazionale di gas naturale negli impianti di estrazione esistenti, sino alla quota massima consentita dalle misure di sicurezza relative a ciascun impianto, garantendo l'immissione del prodotto al consumo nazionale sino al termine dell'emergenza relativa agli approvvigionamenti;
se non si ritenga di metter in campo tutte le iniziative utili ad aumentare la produzione italiana di gas, anche prevedendo a tal fine di sfruttare maggiormente e riattivare i pozzi offshore, per l'estrazione del gas medesimo;
se non si reputi necessario adottare iniziative per favorire una rapida sostituzione del carbone con il gas, aumentare i gassificatori e comunque completare le infrastrutture strategiche per gli approvvigionamenti dall'estero, che hanno una sempre crescente rilevanza geostrategica;
quali iniziative si intendano adottare per incrementare la diversificazione delle fonti di energia, investendo e incentivando anche altre risorse e tecnologie, geotermia, bioenergia, termovalorizzatori che producono energia da una frazione dei rifiuti e che possono essere sbloccati con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);
se non si intendano adottare iniziative per aumentare le risorse per la ricerca investendo con maggiore determinazione sul nucleare di nuova generazione e sull'idrogeno.
(2-01405) «Mazzetti, Squeri, Cortelazzo, Polidori, D'Attis, Torromino».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):gas naturale
produzione d'energia
esportazione comunitaria