ATTO CAMERA

INTERPELLANZA URGENTE 2/00701

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 321 del 31/03/2020
Firmatari
Primo firmatario: MAZZETTI ERICA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 31/03/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GELMINI MARIASTELLA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 31/03/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 31/03/2020
Stato iter:
02/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/04/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 02/04/2020
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 02/04/2020
Resoconto MAZZETTI ERICA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/04/2020

SVOLTO IL 02/04/2020

CONCLUSO IL 02/04/2020

Atto Camera

Interpellanza urgente 2-00701
presentato da
MAZZETTI Erica
testo presentato
Martedì 31 marzo 2020
modificato
Giovedì 2 aprile 2020, seduta n. 323

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   l'emergenza Coronavirus, come apparso sulla stampa nazionale, porta alle aziende nuovi rischi industriali, come quello di dover chiudere l'intero stabilimento, o alcuni reparti di esso, perché un lavoratore si ammala di COVID-19, perdendo la commessa a vantaggio di aziende concorrenti. La conseguenza potrebbe essere drammatica: vedersi «soffiare» quel cliente per sempre, mettendo in forte crisi chi è costretto a sospendere l'attività a causa del virus. E dunque rischiando di perdere un «pezzo» della filiera produttiva italiana;
   come dichiarato da Confartigianato Imprese, «l'Italia è il primo produttore di moda del lusso al mondo e il primo produttore di moda in Europa ed in questo scenario l'eccellenza artigiana ne è protagonista che, tuttavia, sta soffocando a causa della chiusura dei mercati». «Si può affermare, a buon diritto, che tale settore è sicuramente tra i maggiormente danneggiati dall'emergenza dell'epidemia COVID-19. Per resistere a tutto ciò, salvaguardando il fulcro portante del made in Italy in termini di prodotto e di maestranze, è fondamentale evitare il default delle aziende»;
   Confindustria Moda è una federazione che rappresenta oltre 65 mila aziende del tessile, pelle, pelletteria, abbigliamento, calzature e dei settori collegati, un'industria questa da oltre 90 miliardi di euro di fatturato e che dà lavoro, direttamente, a più di 620 mila persone e da molti anni è trainata dall’export, che nel 2019 è cresciuto del 6,2 per cento raggiungendo 71,5 miliardi di euro;
   da un mese ormai arrivano le disdette di ordini dall'estero verso le aziende italiane e la maggior parte delle imprese della filiera sono piccole o medie; possono, quindi, reggere con le loro forze un paio di mesi, poi diventerà necessario, per farle sopravvivere, un intervento pubblico urgente;
   si tratta di un settore, quello tessile, in profonda crisi; secondo in Italia, con sessantaseimila imprese e ricavi per 95 miliardi di euro. Nel giro di pochi mesi dallo scoppio della pandemia COVID-19, sembra una discesa vorticosa negli inferi. Si teme il collasso. Come registrato dai dati diramati da Camera nazionale della moda italiana, in soli due mesi dall'inizio del 2020 si sono registrate perdite per l'1,8 per cento;
   il presidente di Confindustria Moda e Pitti Immagine Claudio Marenzi, in un'intervista sulla stampa nazionale, dichiarava apertamente «Questo ramo dell'industria italiana – il secondo per produttività, va detto – si trova in un momento storico di profonda crisi che non si registrava dal 2009». Marenzi, inoltre, parla di una lunga filiera, dislocata in tutto il territorio nazionale, in grave pericolo nel caso in cui non si riesca a mettere in campo misure idonee e tempestive in grado di arginare la crisi;
   un'altra tegola è caduta inesorabilmente sulla produttività italiana, quale il blocco dell’import cinese causato da una cessata, seppur temporanea, chiusura delle attività produttive in atto nel «Regno di mezzo» –:
   se i Ministri interpellati non ritengano opportuno adottare iniziative per prevedere il blocco dei pagamenti di tutte le scadenze nei confronti della pubblica amministrazione fino ai due mesi successivi alla dichiarazione della fine dello stato di emergenza e la possibilità di rateizzare tali scadenze in due anni;
   se i Ministri interpellati non ritengano utile adottare iniziative di competenza per la sospensione totale del pagamento delle rate per mutui e finanziamenti per almeno 12 mesi dalla dichiarazione della fine dello stato di emergenza con piani di rientro estensibili di almeno 24 mesi, senza comportare alcuna penalizzazione sugli indici di valutazione aziendali da parte del sistema creditizio (rating);
   se non ravvisino l'utilità di adottare iniziative di competenza volte ad attivare nuove misure per fornire liquidità a tutte le imprese, che siano esse in attività, in sospensione volontaria o sospese tassativamente per effetto dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, per rispondere ad ogni tipo di esigenza (pagamento di dipendenti, pagamento di materie prime, pagamento di subfornitura, pagamento di scadenze e altro) con modalità semplificate e accelerate, con tassi agevolati e con piani di rientro a lungo termine, definendo in pratica un programma straordinario per fornire liquidità alle imprese con controgaranzia dello Stato (Cassa depositi e prestiti), al fine di sostenere i pagamenti delle forniture direttamente necessarie legate al prodotto e alla produzione, comprese riparazioni e manutenzione ordinaria di macchinari.
(2-00701) «Mazzetti, Gelmini».