ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00609

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 660 del 18/03/2022
Abbinamenti
Atto 1/00627 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00629 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00630 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00631 abbinato in data 10/05/2022
Atto 1/00634 abbinato in data 10/05/2022
Firmatari
Primo firmatario: CILLIS LUCIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/03/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIVIANI LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 11/05/2022
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 11/05/2022
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/05/2022
GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA 11/05/2022
RIPANI ELISABETTA CORAGGIO ITALIA 11/05/2022
FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI 11/05/2022
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
MANCA ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
BILOTTI ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
PIGNATONE DEDALO COSIMO GAETANO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
CASSESE GIANPAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 18/03/2022 11/05/2022
Stato iter:
11/05/2022
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 19/04/2022
Resoconto L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 19/04/2022
Resoconto OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA
 
PARERE GOVERNO 11/05/2022
Resoconto PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
INTERVENTO GOVERNO 11/05/2022
Resoconto PATUANELLI STEFANO MINISTRO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI, FORESTALI)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/05/2022
Resoconto ANGIOLA NUNZIO MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Resoconto FORNARO FEDERICO LIBERI E UGUALI
Resoconto CARELLI EMILIO CORAGGIO ITALIA
Resoconto GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA
Resoconto CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA
Resoconto SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Resoconto CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto CILLIS LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CUNIAL SARA MISTO
Fasi iter:

ATTO MODIFICATO IL 13/04/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 19/04/2022

DISCUSSIONE IL 19/04/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 19/04/2022

ATTO MODIFICATO IL 10/05/2022

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 10/05/2022

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/05/2022

ACCOLTO IL 11/05/2022

PARERE GOVERNO IL 11/05/2022

DISCUSSIONE IL 11/05/2022

VOTATO PER PARTI IL 11/05/2022

APPROVATO IL 11/05/2022

CONCLUSO IL 11/05/2022

Atto Camera

Mozione 1-00609
presentato da
CILLIS Luciano
testo presentato
Venerdì 18 marzo 2022
modificato
Mercoledì 11 maggio 2022, seduta n. 692

   La Camera,

   premesso che:

    negli ultimi anni, l'evolversi di un'economia sempre più interconnessa ha stimolato la crescita esponenziale di un mercato globalizzato, contribuendo a rendere l'Italia un Paese trasformatore oltre che produttore, con la necessità di importare – soprattutto dall'Oriente – le materie prime da lavorare e che costituiscono una risorsa imprescindibile per le fabbriche e le aziende operanti nel Paese;

    a seguito dell'avvento della pandemia COVID-19 e dell'arresto subito dall'intero pianeta, l'approvvigionamento di materie prime è divenuto sempre più complesso, e soprattutto oneroso, e la conseguenza è quella evidente dell'aumento dei prezzi dei prodotti finiti;

    ciò interessa tutti i settori merceologici, ma in maniera ancora più diretta il comparto agroalimentare, poiché le conseguenze dei rincari colpiscono direttamente i cittadini, oltre alle imprese, trattandosi il più delle volte di prodotti di prima necessità;

    nelle ultime settimane, a questa già complessa situazione si è affiancato il dramma della guerra e dell'aggressione russa in Ucraina tra Ucraina, che, oltre all'indicibile tragedia umanitaria, sta avendo strascichi commerciali ed economici, sia diretti che indiretti, per la difficoltà di reperimento di alcune materie prime agricole provenienti da quei territori (per l'Italia, soprattutto, mais, olio di semi e grano tenero) o per l'aggravarsi delle difficoltà di importazione da altri Paesi (si veda la situazione del grano duro importato dal Canada, il cui blocco commerciale ha già portato ad un rialzo massimo del prezzo del grano nel dicembre del 2021);

    in relazione all'approvvigionamento di grano duro, secondo Ismea l'instabilità del mercato deriva soprattutto dal vuoto d'offerta determinato dal calo della produzione mondiale, nel 2021, del 9,1 per cento rispetto al 2020 e dall'assottigliamento delle scorte globali (-24,5 per cento). All'origine della riduzione produttiva è stato il crollo del 59,6 per cento dei raccolti in Canada, principale esportatore mondiale, a causa dell'eccezionale siccità che ha colpito una vasta area del Paese;

    relativamente al mais, ad esempio, i listini hanno registrato una decisa tendenza al rialzo a partire da ottobre 2020, raggiungendo il picco nelle prime tre settimane di febbraio 2022, con valori mai rilevati nelle fasi più acute delle crisi dei prezzi tra il 2007 e il 2008; si tratta di una situazione che suscita qualche preoccupazione, vista la consistente riduzione della produzione interna di mais (-30 per cento negli ultimi 10 anni) e l'ormai strutturale dipendenza delle imprese zootecniche dal prodotto di provenienza estera (tasso di autoapprovvigionamento italiano pari al 53 per cento contro il 79 per cento nel 2011);

    i prezzi dei prodotti agricoli hanno registrato aumenti insostenibili per le filiere produttive, pari al 32,9 per cento per il grano tenero, del 41 per cento per il mais, del 39,8 per cento per sorgo e orzo e dell'11,3 per cento per la soia; in particolare, la carenza di mais rischia di mandare in rovina gli allevatori italiani; per questo appare indispensabile dare aiuti alle aziende per sostenere gli aumenti dei prezzi dei mangimi;

    i rincari stanno colpendo la redditività delle imprese dell'intera filiera agroalimentare, portandola a livelli al di sotto della sostenibilità economica, considerato che il 30 per cento delle aziende agricole ha un bilancio in negativo. Si stima un aumento medio di un terzo dei costi di produzione dell'agricoltura a livello nazionale, per un esborso di circa 8 miliardi di euro su base annua rispetto al 2021;

    il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) ha stimato che un'impresa agricola su dieci non riesce a far fronte alle spese; si stima che ogni azienda agricola perderà in media 15.700 euro e dovrà fare i conti con aumenti dei costi pari al 54 per cento;

    tra gli effetti indiretti del conflitto russo-ucraino si segnala che dal 5 marzo 2022 l'Ungheria aveva deciso di bloccare le esportazioni dei cereali, proprio per il timore del Governo locale che il conflitto tra Russia e Ucraina potesse causare carenze significative nell'approvvigionamento nazionale e una conseguente impennata dei prezzi a livello mondiale; ciò sarebbe gravissimo per il nostro Paese, in quanto è un grande importatore di grano tenero, mais e semi di girasole proprio dall'Ungheria;

    nel dettaglio tra i nostri fornitori, l'Ucraina, nel 2021, ha fornito il 3 per cento delle importazioni di frumento tenero e il 13 per cento di mais, mentre la quota dell'Ungheria è, rispettivamente, del 23 per cento e del 32 per cento;

    anche la filiera lattiero-casearia, una tra le filiere fondamentali dei nostri sistemi produttivi primari, è in forte preoccupazione per la tenuta delle sue aziende, perché sconta una situazione macroeconomica relativa ad un aumento dei costi di produzione fuori controllo, causato dal continuo e inarrestabile aumento dei costi delle materie prime per l'alimentazione degli animali, dell'energia elettrica, del gasolio agricolo, nonché dei prezzi degli imballaggi, come le confezioni di latte;

    ad aumentare sono anche i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare; a tal proposito, l'Ucraina ha bloccato le esportazioni di concimi e, dopo il blocco della Russia e della Bielorussia, il nostro Paese ha perso il 15 per cento delle importazioni totali di fertilizzante;

    per il futuro appare necessario attuare politiche tendenti alla diversificazione dei mercati di approvvigionamento, cercando ulteriori sinergie con i sistemi produttivi agricoli dei Paesi dell'Unione europea per raggiungere l'autosufficienza alimentare, nonché promuovere l'incremento delle capacità di stoccaggio sia a livello nazionale che europeo;

    per affrontare la situazione di crisi, con la decisione di esecuzione (UE) 2022/484 della Commissione europea del 23 marzo 2022, l'Unione europea ha temporaneamente superato gli obblighi di «inverdimento» posti in capo alle aziende agricole. In Italia, con il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali dell'8 aprile 2022, n. 163483, sono state recepite le deroghe in materia di gestione dei terreni a riposo che interessano sia quelli dichiarati per soddisfare il requisito della diversificazione colturale, sia quelli utilizzati come aree di interesse ecologico, consentendo la messa a coltura anche dei terreni attualmente non coltivati;

    appare, inoltre, necessario adeguare i piani strategici nazionali alle nuove condizioni di mercato venutesi a creare, chiedendo la sospensione dell'entrata in vigore dei nuovi regolamenti della politica agricola comune alla fine del 2023;

    nel settore del florovivaismo i costi sono aumentati anche del 30 per cento, con i vivai che sono oggi costretti a produrre praticamente in perdita; si tratta di un settore cardine per l'economia agricola nazionale, che vale oltre 2,57 miliardi di euro, generati da 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia, con un indotto complessivo di 200.000 occupati;

    l'emergenza energetica si riversa non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche sui carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Nelle serre si spende dal 50 per cento in più, per il gasolio e l'elettricità, al 400 per cento in più per concimi e metano, mentre i prezzi degli imballaggi in plastica sono triplicati;

    il settore ittico, già provato duramente dagli effetti della pandemia, si trova oggi a dover fare i conti con questo nuovo ostacolo, l'aumento del gasolio agricolo; la voce «carburante», che prima incideva per il 40 per cento, ora supera il 70 per cento; in media, un pieno di gasolio di un peschereccio è passato da circa 700 euro a oltre 1.300 euro, a fronte di entrate economiche sempre più esigue; con i costi superiori ai ricavi si va incontro a un danno irrecuperabile per il settore ittico, con 8 imprese su 10 che rischiano la chiusura della loro attività;

    anche la filiera della trasformazione agroalimentare risulta fortemente colpita, con particolare riferimento alle imprese legate a processi produttivi che necessitano di elevati impegni di energia, come la pastorizzazione, la quarta gamma o l'industria conserviera. In tal senso risulta fondamentale, all'interno delle misure governative di sostegno, superare la catalogazione per codici Ateco e parametrare gli aiuti alla percentuale dei costi energetici rispetto ai costi totali di produzione;

    a ciò si somma una crisi energetica generale importante, aggravata dalla pandemia prima e successivamente dalle conseguenze del conflitto in Ucraina, che sta evidenziando quanto sia necessario investire sulla produzione energetica nazionale e sulla diversificazione degli approvvigionamenti; per tale scopo è necessario rimuovere gli ostacoli burocratici e amministrativi alla realizzazione di impianti, con particolare riferimento alle fonti di energia rinnovabile, e favorire una filiera integrata di produzione per ciò che attiene alla componentistica di tali impianti, rispetto alla quale l'Italia è completamente dipendente dall'estero (Russia, Cina e altri Paesi);

    gli effetti della crisi energetica si stanno riverberando su tutto il settore agroalimentare, paralizzando sviluppo e competitività, in uno scenario in cui i costi elevati di produzione sostenuti dalle imprese sono tali da minare la sussistenza e limitare gli investimenti;

    tale «pandemia energetica» si sta riverberando su tutto il settore agroalimentare, paralizzando la spinta verso il futuro, bloccando lo sviluppo e spesso paralizzando la produzione, in un'ottica in cui le spese sostenute da imprese e aziende sono necessarie quasi esclusivamente per poter fronteggiare la normale produzione e non certo per implementarla;

    le imprese italiane si trovano, quindi, ad affrontare esborsi cospicui per l'acquisto delle materie prime necessarie, aggravati dall'aumento del loro prezzo, del costo di produzione e dell'onerosità del loro trasporto (si veda anche il «caro carburante», anche esso inasprito dal recente cambiamento della situazione geopolitica europea) e inoltre dai costi connessi alla transizione green, energetica e digitale attualmente in atto nel sistema produttivo italiano;

    un tale contesto sta portando ad un rialzo notevole dei prezzi dei prodotti finiti, con particolare riferimento ai beni di prima necessità, e ad un lento ma inesorabile rallentamento dei consumi che, in questa fase di ripresa economica post pandemica, il nostro Paese non può permettersi;

    in una fase particolare come quella attuale si possono, altresì, verificare speculazioni all'interno della filiera, con prezzi del prodotto finito che possono superare anche 13 volte il prezzo della materia prima, e tutto ciò è sufficiente a delineare un quadro generale molto complesso che rende ancora più evidente – più di quanto già valutato nel pieno della pandemia da COVID-19 – quanto sia importante per il nostro Paese raggiungere una maggiore autonomia produttiva da un punto di vista agricolo, agroalimentare ed energetico;

    relativamente alla questione dei terreni incolti, che potrebbero essere utilizzati per aumentare l'autosufficienza del nostro Paese, esiste il problema della ricomposizione fondiaria che riveste una particolare rilevanza, specialmente nelle zone montane, a causa dei gravi limiti strutturali presenti nel comparto agricolo dovuti ai fenomeni di polverizzazione accompagnati da quelli di frammentazione e dispersione fondiaria delle aziende agricole, organizzate in genere su più corpi fondiari, spesso distanti fra di loro, riferibili ad un unico proprietario e intervallati da terreni appartenenti ad altri soggetti;

    la frammentazione fondiaria, inoltre, porta ad avere delle zone rurali abbandonate, perché la coltivazione o il mantenimento dei fondi risulta difficile e non redditizio; questo anche a causa delle ridotte dimensioni dei lotti, che si configurano spesso come delle strisce di terreno lunghe e strette, e delle caratteristiche orografiche che mal si prestano alle lavorazioni agrarie; la frammentazione della proprietà fondiaria è un fattore negativo che incide fortemente sui costi di produzione delle colture, sulla competitività del sistema e sull'innalzamento dei livelli qualitativi ed è, altresì, una grande limitazione alla manutenzione dei terreni montani;

    in questo momento essere quanto più possibile autonomi nella produzione agricola e agroalimentare è fondamentale per garantire la sopravvivenza di un settore che si è rivelato fondamentale nel nostro Paese nei giorni più complessi della pandemia, non facendo mai mancare, nonostante le difficoltà, i beni di prima necessità alle famiglie;

    per avviare questo percorso di resilienza è necessario intervenire su molti aspetti dell'attuale politica agricola nazionale e delle restrizioni, spesso burocratiche, al fine di garantire nuovi orizzonti agli agricoltori, ai pescatori e all'intera filiera agroalimentare;

    appare necessario, ad esempio, ricorrere alle nuove tecnologie genetiche dedicate alle piante per aumentarne, in sicurezza, la produttività. Ci si riferisce, in particolare, alle tea – tecnologie di evoluzione assistita – che riproducono i risultati dell'evoluzione biologica naturale per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti e ne aumentano la produttività, velocizzando i processi che avvengono comunque in modo naturale. L'Unione europea le ha inserite tra gli strumenti per raggiungere gli obiettivi del Green deal entro il 2030, ma necessitano di un chiaro e certo quadro normativo di riferimento. Il loro sviluppo, tuttavia, è ostacolato dalla legislazione europea sugli organismi geneticamente modificati (direttiva 2001/18/CE). Nell'aprile 2021 la direzione generale agricoltura della Commissione europea ha pubblicato uno studio sulle new genomic techniques (che comprendono le tecnologie di evoluzione assistita), nel quale si evidenzia che l'attuale legislazione deve essere adattata alle conoscenze scientifiche e tecnologiche sviluppate negli ultimi anni, prendendo una posizione netta sulla distinzione tra organismi geneticamente modificati e nuove biotecnologie;

    il problema del consumo del suolo agricolo, inoltre, pone la necessità di regolamentare più chiaramente la realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra, tenendo conto – come previsto dall'articolo 20, comma 3, del decreto legislativo n. 199 del 2021 – delle «esigenze di tutela delle aree agricole (...) verificando l'idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili» e allo scopo di attuare opportunamente quella transizione energetica che consentirà di affrancarci dall'eccessiva dipendenza dalle fonti energetiche fossili;

    i rincari, la burocrazia amministrativa, l'incertezza legislativa sull'utilizzo di reflui e sottoprodotti di produzione e i complessi iter autorizzativi non hanno risparmiato neanche quanti da anni avevano già iniziato ad investire nelle fonti energetiche verdi, come le biomasse, il biogas e il biometano anche in ottica di economia circolare; nonostante molte aziende agricole stiano avviando un percorso «green» di sviluppo sostenibile e transizione, investendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili, tale quota non riesce ancora a soddisfare il fabbisogno energetico e il ricorso al mercato è ancora indispensabile per garantire la continuità dell'attività agricola. L'agrisolare, sul quale c'è una destinazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di 1,5 miliardi di euro, sarà un grande supporto alle aziende agricole per abbassare i costi dell'energia e integrare il reddito. Per le aziende agricole va anche valorizzato l'utilizzo di centrali a biomasse, soprattutto per le aziende che hanno molti residui verdi di lavorazione, basti pensare al florovivaismo e all'allevamento;

    alla luce di tutto quanto sopra esposto, è necessario garantire una sempre maggiore autonomia al sistema produttivo agricolo e alimentare italiano, sia in funzione dell'attuale emergenza sia in modo strutturale,

impegna il Governo:

1) a proseguire nelle iniziative di competenza per incentivare il percorso di rivalutazione dell'impostazione della politica agricola comune, tenendo conto dell'esigenza di orientare in maniera diversa e più efficace gli strumenti a disposizione per sostenere le produzioni più strategiche, in particolare:

   a) valutare la necessità di adoperarsi presso le competenti istituzioni europee per posticipare l'entrata in vigore delle misure introdotte nella politica agricola comune 2023-2027 e aggiornare alcuni contenuti, con particolare riferimento alla limitazione della produzione e agli adempimenti previsti quali gli obblighi di semina, di rotazione delle colture e altro, nonché consentire l'utilizzo a fini produttivi, compatibilmente con gli indirizzi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, delle aree ecologiche oggi non coltivabili, delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea;

   b) promuovere interventi a livello europeo al fine di adottare le misure necessarie a limitare la volatilità dei prezzi, fenomeno particolarmente presente nei mercati agricoli, mediante l'adozione di forme di stoccaggio comune di energie e delle materie prime agricole, per disporre di adeguate riserve necessarie per fronteggiare casi di scarsità improvvisa di prodotti e stabilizzare i prezzi;

   c) incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l'Unione europea non è autosufficiente, come, ad esempio, proteine vegetali, cereali e altro;

   d) introdurre un contributo per tutte le superfici agricole utilizzate, per ammortizzare l'incremento dei costi di produzione;

   e) rimuovere il vincolo del non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare;

   f) prevedere forme di incentivo per le nuove messe a coltura;

2) ad adottare iniziative per prevedere misure di semplificazione dei pagamenti da parte di Agea, ad esempio permettendo la possibilità di ricevere l'erogazione di aiuti, benefici e contributi finanziari a carico delle risorse pubbliche, rinviando l'adempimento delle disposizioni di cui ai commi 1-quater e 1-quinquies dell'articolo 78 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27;

3) a promuovere la diversificazione dei mercati di approvvigionamento delle materie prime agricole, tra cui frumento tenero, mais, olio di girasole, ma anche dei concimi, sui quali il nostro Paese negli ultimi anni ha rafforzato la dipendenza dall'estero, ma anche, al contempo, ad adottare iniziative per prevedere la possibilità di uno stoccaggio agevolato per alcuni prodotti in relazione alle esportazioni, nonché a promuovere lo sviluppo di nuove infrastrutture per lo stoccaggio ed effettuare con Ismea una valutazione immediata delle materie prime;

4) nei limiti consentiti dalle norme dell'Unione europea, a promuovere, anche nelle competenti sedi comunitarie, iniziative di competenza volte all'adozione di un piano strategico europeo per l'autosufficienza alimentare;

5) ad adottare iniziative per prevedere immediati interventi in ambito nazionale a sostegno del settore agroalimentare, quali il potenziamento degli strumenti di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, anche attraverso una deroga alle norme sugli aiuti di Stato, la garanzia di una moratoria alle scadenze dei termini relativi all'indebitamento in essere con istituti di credito o altri operatori, l'adozione di misure per sostenere la domanda all'interno del mercato agroalimentare e il finanziamento di specifiche misure di sostegno alle filiere più esposte alla crisi (zootecnia, florovivaismo e altro), anche attraverso la sospensione degli oneri previdenziali a carico dei datori di lavoro;

6) al fine di favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, agroalimentari, dell'acquacoltura e della pesca, ad adottare iniziative volte a prorogare le agevolazioni contributive, anche intervenendo nelle competenti sedi unionali, affinché sia prolungata la validità delle misure «Tf COVID» ovvero siano introdotte misure di portata analoga anche in termini di massimali per le imprese;

7) a promuovere la ricerca di nuovi mercati per l'approvvigionamento di prodotti fertilizzanti utili alla concimazione e alla lavorazione del terreno da preparare alle semine e, al tempo stesso, ad adottare iniziative per garantire contributi per l'acquisto di fertilizzanti e di mangimi mediante un credito d'imposta, oltre a promuovere lo sviluppo dell'uso di fertilizzanti organici prodotti localmente, al fine di limitare la dipendenza dall'azoto;

8) ad adottare idonee iniziative per ripristinare il credito d'imposta per beni strumentali «Transizione 4.0» destinato agli investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 nel settore primario;

9) a valutare la possibilità di adottare iniziative per calmierare ulteriormente il prezzo del combustibile agevolato, anche prevedendo la proroga, oltre il primo trimestre 2022, del contributo previsto sotto forma di credito di imposta per l'acquisto di gasolio e benzina necessari per la trazione dei mezzi utilizzati, estendendo l'ambito di applicazione a tutti gli usi necessari per lo svolgimento dell'attività imprenditoriale;

10) ad adottare iniziative per sostenere la filiera della pesca e dell'acquacoltura a seguito dell'aumento dei costi del carburante e delle materie prime; ad adottare iniziative per incentivare interventi per favorire l'ammodernamento, attraverso la combinazione di incentivi a fondo perduto e agevolazioni di carattere fiscale, la sostituzione e il rinnovo delle imbarcazioni adibite alla pesca e all'acquacoltura, agevolando il passaggio a motori tecnologicamente più avanzati che garantiscano un minor impatto ambientale e minori emissioni in atmosfera; ad adottare iniziative per accelerare, altresì, l'avvio dello strumento Cisoa per i lavoratori della pesca o comunque a prevedere forme di cassa integrazione in deroga a tutela degli operatori del comparto della pesca, anche alla luce del fatto che molti armatori stanno impropriamente, ma inevitabilmente, ricorrendo allo strumento del fermo pesca al fine di salvaguardare i propri dipendenti;

11) ad adottare iniziative per assicurare una maggiore efficienza dei sistemi irrigui del nostro Paese, anche attraverso la realizzazione di piccole strutture di accumulo necessarie al sostegno della capacità produttiva delle aziende agricole che operano in condizioni climatiche difficili;

12) ad adottare iniziative per sostenere le filiere più strategiche, in particolare quelle cerealicole, proteiche e oleaginose, favorendo progetti che prevedano forme di maggiore integrazione tra agricoltura e industria di trasformazione;

13) ad adottare nel medio e lungo periodo iniziative volte a tutelare la redditività delle aziende agricole, in particolare per il comparto lattiero-caseario, partendo dall'attuazione completa degli accordi conclusi al Tavolo nazionale sulla filiera;

14) ad adottare iniziative per sviluppare, promuovere e incentivare tecnologie di coltivazione fuori suolo, nonché nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, consentendo la ricerca in pieno campo a sostegno dello sviluppo futuro del settore agricolo e agroalimentare e, dunque, a promuovere iniziative normative che consentano il pieno sviluppo delle tecnologie di evoluzione assistita, anche con il coinvolgimento degli istituti di ricerca nazionali e delle istituzioni universitarie;

15) ad assumere iniziative per attuare un incisivo intervento che favorisca la ricomposizione dei fondi agricoli e il riordino delle proprietà polverizzate, al fine di superare l'annosa questione della frammentazione e della polverizzazione fondiaria, prevedendo una revisione dell'attuale normativa che contempli, tra le altre cose, una procedura semplificata in caso di eventuali comproprietari non più rintracciabili, residenti in altri Stati o impossibilitati a partecipare all'atto di compravendita di fondi agricoli ubicati in territori agroforestali montani, in modo da sostenere gli interventi volti a integrare, ove possibile, le superfici e a contribuire alla rettificazione dei confini dei fondi agricoli;

16) ad adottare iniziative di competenza per rafforzare i meccanismi di monitoraggio e controllo dei prezzi agroalimentari, ai fini dell'immediata salvaguardia del potere d'acquisto delle famiglie, soprattutto in ordine ai consumi alimentari delle fasce di popolazione più deboli sul piano sociale ed economico, e ad adottare iniziative per prevedere aiuti alle famiglie con redditi bassi attraverso la creazione di un fondo alimentare per le famiglie che favorisca l'acquisto di beni alimentari essenziali;

17) ad adottare iniziative per incrementare la dotazione del fondo per gli aiuti alimentari agli indigenti, consentendo in tal modo il sostegno a comparti agricoli e agroalimentari in difficoltà e agli operatori del terzo settore impegnati nel contrasto alla povertà e agli sprechi alimentari;

18) ove tecnicamente possibile, ad adottare iniziative per prevedere, nelle misure di sostegno governative, il superamento dell'utilizzo dei codici Ateco in favore della parametrazione degli aiuti sulla percentuale dei costi energetici e dei costi di produzione sostenuti;

19) ad adottare le iniziative di competenza finalizzate a garantire una maggiore formazione destinata ai giovani agricoltori e l'aggiornamento costante dei lavoratori attivi, relativamente all'utilizzo dei mezzi strumentali necessari all'agricoltura 4.0, per garantire l'impiego ottimale dei moderni mezzi agromeccanici, tecnologicamente avanzati, necessari per lo sviluppo dell'agricoltura e per il contenimento del consumo di suolo, nel rispetto degli ecosistemi, incrementando la produttività agricola;

20) ad adottare iniziative volte a garantire il rispetto dei contenuti dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 199 del 2021, nonché dei contenuti dell'allegato 3 annesso al decreto del Ministro dello sviluppo economico del 10 settembre 2010, in materia di individuazione delle «aree idonee» all'installazione di impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile, al fine di preservare i terreni agricoli migliori, anche con riferimento ai requisiti di fertilità, irrigabilità, attualità di coltura, destinando alla produzione energetica i terreni agricoli marginali o inutilizzati in quanto non idonei all'attività agricola o quelli dove prioritariamente siano stati installati impianti solari fotovoltaici su tetti o su superfici sopraelevate, qualora esistenti;

21) ad adottare iniziative per favorire l'utilizzo delle biomasse come fonte energetica rinnovabile, utilizzando a tale fine gli scarti delle lavorazioni della filiera agricola, forestale e del legno, consentendo l'installazione di nuovi impianti a biomasse al servizio delle aziende agricole e forestali, anche al fine di garantire la resilienza e lo sviluppo delle aree rurali e di montagna;

22) a promuovere iniziative volte a programmare, attraverso un accordo fra tutti i Ministeri competenti, nonché con i soggetti che operano nel settore della cooperazione internazionale, un'organica iniziativa di sostegno alla ripresa e allo sviluppo del settore agricolo in Ucraina, nel quadro di azioni promosse dall'Unione europea in conseguenza delle distruzioni subite dall'aggressione bellica della Russia, avviando misure di sostegno atte a consentire la ripresa e la continuità della piena capacità di produzione agricola dell'Ucraina.
(1-00609) (Ulteriore nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Cillis, Viviani, Incerti, Spena, Gadda, Ripani, Fornaro, Gagnarli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

organismo geneticamente modificato

aumento dei prezzi