ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00078

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 15/07/2020
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00515
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CABRAS PINO MOVIMENTO 5 STELLE 15/07/2020
MIGLIORE GENNARO ITALIA VIVA 15/07/2020
PALAZZOTTO ERASMO LIBERI E UGUALI 15/07/2020


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
15/07/2020
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 15/07/2020

APPROVATO IL 15/07/2020

CONCLUSO IL 15/07/2020

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00078
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 15 luglio 2020 in Commissione III (Affari esteri)

Risoluzione n. 7-00515 Quartapelle Procopio: Sulla crisi tra la Repubblica Popolare Cinese e la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong.

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

  La III Commissione,
   premesso che:
    la Dichiarazione congiunta sino-britannica del 1984 e la Legge fondamentale del 1990 della Regione Amministrativa Speciale (RAS) di Hong Kong stabiliscono che Hong Kong manterrà l'autonomia e l'indipendenza del potere esecutivo, legislativo e giudiziario, nonché i diritti e le libertà fondamentali, tra cui la libertà di espressione, di riunione, di associazione e di stampa, per cinquanta anni dopo il trasferimento della sovranità;
    la Legge fondamentale della RAS di Hong Kong prevede disposizioni che garantiscono la sua autonomia per quanto riguarda il mantenimento della sicurezza e dell'ordine e la promulgazione di leggi su qualsiasi atto di tradimento, secessione, sedizione, sovversione contro il governo popolare centrale;
    sia la dichiarazione congiunta sia la Legge fondamentale sanciscono il principio «un Paese, due sistemi» concordato tra la Cina e il Regno Unito;
    tra il 2019 e il 2020 a Hong Kong si sono svolte numerose manifestazioni di massa con grande partecipazione di ampie fasce della popolazione, intese a esercitare il diritto di riunione e di protesta per difendere l'autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong; sono seguiti diversi cicli di repressione che hanno comportato l'arresto di centinaia di attivisti ed esponenti dei gruppi di opposizione;
    nel corso di una marcata ripresa delle manifestazioni, il 28 maggio 2020 l'Assemblea nazionale del popolo cinese (ANP) ha adottato una risoluzione che autorizza il Comitato permanente dell'ANP ad adottare leggi contro il separatismo, la sovversione del potere dello Stato, il terrorismo e le ingerenze straniere a Hong Kong e che cita anche altre misure da adottare, tra cui l'educazione alla sicurezza nazionale, l'istituzione di organi di sicurezza nazionale del governo popolare centrale (GPC) a Hong Kong e la rendicontazione periodica da parte del capo dell'esecutivo al GPC sui risultati ottenuti da Hong Kong riguardo al suo dovere di garantire la sicurezza nazionale
    il 30 giugno 2020 il Comitato permanente dell'Assemblea nazionale della Repubblica popolare cinese ha approvato in via definitiva la legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong che mira a «impedire, fermare e punire ogni atto o attività che metta in pericolo la sicurezza nazionale, come separatismo, sovversione del potere dello Stato, terrorismo o attività di forze straniere che interferiscono negli affari di Hong Kong»;
    a poche ore dall'approvazione della legge l'attivista di Hong Kong, Joshua Wong e altri attivisti come Nathan Law e Agnes Chow si sono dimessi dal partito Demosisto, fondato come movimento politico pro-democrazia dai leader della «Rivoluzione degli ombrelli» nell'aprile 2016;
    il 1o luglio migliaia di manifestanti sono scesi in piazza a Hong Kong per celebrare il 23esimo anniversario della fine del colonialismo britannico, sfidando le forze di polizia e la nuova legge sulla sicurezza nazionale, entrata in vigore ieri dopo l'approvazione da parte del Parlamento cinese. Almeno 70 manifestanti sono stati arrestati in mattinata, due dei quali con l'accusa di avere violato la nuova normativa;
    La presidente della Commissione europea ha definito la Cina un «competitore sistemico» con cui avere relazioni sulla base dei valori su cui è fondata l'Unione europea;
    in esito al 22o vertice UE-Cina del 22 giugno 2020, in una dichiarazione congiunta, il Presidente del Consiglio europeo, Michel, e la Presidente della Commissione europea, von der Leyen, pur rimarcando che per l'Europa, senza la Cina, sarebbe difficile affrontare molte delle grandi sfide globali su cui è chiamata a confrontarsi a partire dal cambiamento climatico e dalle sfide legate allo sviluppo del continente africano, hanno ribadito le gravi preoccupazioni dell'UE per le misure adottate da Pechino per imporre la legislazione sulla sicurezza nazionale;
    posizioni analoghe erano già state espresse in una dichiarazione congiunta del 17 giugno scorso dei Ministri degli Esteri dei Paesi del G7 e dell'Alto Rappresentante per la politica estera dell'UE, Borrell, che hanno invitato il governo cinese a riconsiderare la propria decisione;
    in una dichiarazione ufficiale del 1o luglio l'Alto Rappresentante Borrell, a nome dell'Unione europea, ha ribadito le gravi preoccupazioni per l'introduzione della legge, adottata senza alcuna consultazione preventiva significativa del Consiglio legislativo e della società civile di Hong Kong; nella dichiarazione si sottolinea che l'Unione europea ritiene essenziale che i diritti e le libertà esistenti dei residenti di Hong Kong siano pienamente tutelati e che la legge rischia di compromettere gravemente l'elevato grado di autonomia di Hong Kong e di avere un effetto dannoso sull'indipendenza della magistratura e sullo Stato di diritto; in tale contesto, l'Unione europea continuerà a seguire da vicino gli sviluppi, anche nel contesto delle imminenti elezioni del Consiglio legislativo di Hong Kong, previste per il 6 settembre, che devono procedere come previsto e in un ambiente favorevole all'esercizio dei diritti e delle libertà democratici sanciti dalla Legge fondamentale;
    gli avvenimenti sopra citati si inseriscono in un quadro più teso di relazioni internazionali nel quadrante asiatico: il Giappone ha annunciato ricadute significative sui piani per una visita di Stato del presidente cinese Xi Jinping a Tokyo, con probabile negativa ripercussione sul rilancio delle relazioni bilaterali tra Tokyo e Pechino, che sarebbe dovuto avvenire con la firma di una dichiarazione congiunta proprio in occasione della visita di Xi;
    si moltiplicano nel Mar Cinese Meridionale massicce esercitazioni militari sia cinesi che statunitensi, come quelle di cinque giorni iniziate il 1o luglio dai cinesi al largo delle isole Paracelso, cui segue l'annuncio che la Marina degli Stati Uniti invierà nella regione le portaerei a propulsione nucleare USS Nimitz e USS Ronald Reagan nonché altre navi da guerra;
    il Regno Unito ha già annunciato di volere porre la questione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;
    nel rispetto della politica di «un'unica Cina», la protezione e la promozione dei diritti umani rappresentano per l'Italia una priorità consolidata e, soprattutto, un'azione costante in ogni ambito della politica estera, con un approccio fondato su universalità, indivisibilità, inalienabilità e interdipendenza dei diritti umani, che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti gli esseri umani, senza distinzioni;
    richiamata la risoluzione approvata il 3 dicembre 2019 che impegnava il Governo italiano, tra l'altro, ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dal Parlamento europeo con risoluzione del 18 luglio 2019 e a sostenere, nelle sedi internazionali opportune, l'avvio di una immediata indagine conoscitiva per verificare la violazione dei diritti umani commessi durante il periodo delle manifestazioni e ad assumere iniziative volte a sostenere, insieme alla comunità europea, la richiesta di rilascio dei manifestanti arrestati durante le proteste;
    richiamata altresì la risoluzione del Parlamento europeo sulla situazione ad Hong Kong, approvata a larghissima maggioranza (565 voti favore, 34 contrari, 52 astensioni), con l'unanimità degli europarlamentari italiani, il 19 giugno 2020,

impegna il Governo:
   ad assumere le iniziative necessarie per dare attuazione alla risoluzione del Parlamento europeo del 19 giugno 2020;
   ad assumere iniziative per aderire all'impegno preso dall'Alto Rappresentante per la politica estera e la sicurezza comune dell'Unione europea in riferimento al rispetto degli accordi internazionali che garantiscono l'autonomia della Regione amministrativa speciale di Hong Kong in forza del principio condiviso di «un Paese, due sistemi»;
   ad adoperarsi in sede europea affinché si adotti una posizione più ferma a sostegno del mantenimento dell'autonomia giuridica di Hong Kong e del rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali per i suoi cittadini e la sua società civile, in particolare in occasione del negoziato per un accordo di investimenti UE-Cina;
   a collaborare con le istituzioni e con i partner dell'UE per garantire che i rapporti con la Repubblica popolare cinese siano, improntati ai principi e ai valori fondanti sanciti dall'articolo 21 del Trattato sull'Unione europea, che stabilisce che l'azione dell'Unione sulla scena internazionale si fonda sui princìpi di democrazia, Stato di diritto, universalità e indivisibilità dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, rispetto della dignità umana, principi di uguaglianza e di solidarietà e rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale;
   a valutare la possibilità di promuovere la designazione, in ambito Consiglio Diritti Umani, di un relatore speciale sulla situazione dei diritti umani a Hong Kong;
   a considerare l'attuale situazione politica di Hong Kong nella valutazione delle domande di protezione internazionale presentate in Italia da quei cittadini;
   a sollevare con le autorità cinesi, sia attraverso il canale bilaterale sia attraverso l'apposito canale del Dialogo UE-Cina sui Diritti Umani, i temi della tutela delle libertà di espressione e dei diritti civili e politici, in conformità con le norme e gli impegni internazionali in materia di diritti umani, che costituiscono un pilastro della nostra politica estera.
(8-00078) «Quartapelle Procopio, Cabras, Migliore, Palazzotto».