ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00056

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 04/12/2019
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00243
Firmatari
Primo firmatario: ROSSINI ROBERTO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 04/12/2019
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 04/12/2019


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Stato iter:
04/12/2019
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 04/12/2019

APPROVATO IL 04/12/2019

CONCLUSO IL 04/12/2019

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00056
presentato da
ROSSINI Roberto
testo di
Mercoledì 4 dicembre 2019 in Commissione IV (Difesa)

Risoluzione n. 7-00243 Roberto Rossini: Su iniziative volte ad assicurare supporto psicologico al personale militare.

TESTO APPROVATO

  La IV Commissione – Difesa –
   premesso che:
    si rende necessario assicurare la presenza di un supporto psicologico al personale militare appartenente alle Forze armate e garantire, specie in un contesto così sensibile, un adeguato supporto morale con l'intento di pervenire, attraverso la conoscenza dei fenomeni, all'attuazione di procedure che permettano una conoscenza e una gestione efficace di eventi critici che, come è noto, sono ad alto impatto emotivo;
    il Ministro della Difesa, onorevole Lorenzo Guerini, intervenendo in risposta ad alcune sollecitazioni provenienti dai parlamentari delle Commissioni Difesa durante la discussione sulle linee programmatiche del suo dicastero, in tema di suicidi ha dichiarato: « è in corso, da parte dei competenti organi della Difesa, l'implementazione delle attività individuate dal tavolo tecnico a cui accennava l'onorevole Del Monaco, tra i quali mi preme evidenziare: il potenziamento della rete di monitoraggio del personale presso i reparti e le unità delle Forze armate, anche attraverso la ricerca di possibili collaborazioni con gli organi della sanità «civile» presenti sul territorio; la definizione di nuove e più efficaci procedure di intervento nell'individuazione, nella prevenzione e nella risoluzione delle situazioni di possibile rischio, sia sistemico che individuale. Desidero inoltre assicurare la particolare attenzione del Governo nella valutazione delle eventuali iniziative parlamentari che saranno presentate al riguardo»;
    è innegabile l'attenzione che la Difesa esprime per il mantenimento dello stato di benessere psico-fisico del proprio personale, in particolare di coloro che si trovano impiegati in operazioni fuori dal territorio nazionale e pertanto esposti con maggiori probabilità a situazioni catalizzatrici di esperienze disorganizzanti dell'equilibrio psico-emotivo;
    le osservazioni psicologiche effettuate sui reduci delle guerre del XX e XXI secolo hanno condotto alla formulazione del cosiddetto disturbo post-traumatico da stress (d'ora in avanti Dpts) ed allo sviluppo degli attuali criteri diagnostici;
    nella codificazione internazionale dei disturbi mentali, al Dpts è associata inderogabilmente la presenza di un evento rilevante quale causa di stress nel 2013, in Italia, stando ai dati della Difesa, si erano già registrati almeno una trentina di casi (agli atti dell'Osservatorio epidemiologico della difesa sono presenti 16 casi, di cui 3 nel 2007, 9 nel 2008, 1 nel 2010 e 3 nel 2011 a cui si aggiungerebbero altri 16 casi risultati estrapolati dai ricoveri (post-sgombero da teatro operativo estero presso il Celio);
    il dato relativo ai suicidi avvenuti nel 2017, pubblicato sulla «Relazione sullo stato della disciplina militare e dell'organizzazione delle Forze armate» registra un aumento rispetto agli anni precedenti (24 nel 2017, 23 nel 2016 e 17 casi nel 2015);
    nell'ambito delle Forze armate si verificherebbe la tendenza da parte del personale a occultare/dissimulare il disturbo, al fine di evitare provvedimenti medico-legali;
    valutato il convincimento pressoché unanime del Comitato tecnico-scientifico per lo studio dei disturbi mentali nel personale militare che, nonostante trauma e stress non siano sinonimi e non appartengano al medesimo dominio di eventi psichici, la fenomenologia clinica li associa rispetto all'assunto che esiste una soglia di tolleranza agli stimoli, oltre la quale le esperienze sono in grado di provocare ferite profonde all'individuo e che il trauma è un'esperienza che mette in difficoltà il sistema di protezione difensivo dell'individuo e potrebbe esporlo a sentimenti di impotenza e di perdita di controllo;
    preso atto che il servizio militare presenta diverse fonti di stress, quali il contenuto e il contesto in cui il lavoro si svolge e che lo stesso, in un certo senso è parte delle «regole di ingaggio» del militare, mentre invece il trauma non è declinabile in termini operativi perché è l'esito di un processo psico-patogenetico che incastra in un'implosione eventi e mondo interno come fallimento di ogni strategia che colloca la persona nell'area della sofferenza psichica;
    l'articolo 9, comma 4, della legge 11 gennaio 2018, n. 3 (Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute), ha disposto che all'articolo 1 della legge 18 febbraio 1989, n. 56 (ordinamento della professione di psicologo), sia premesso l'articolo 01 (categoria professionale degli psicologi) che prevede che: «La professione di psicologo di cui alla presente legge è ricompresa tra le professioni sanitarie di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, ratificato dalla legge 17 aprile 1956, n. 561»;
    va inoltre considerato il decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell'ordinamento militare), che al titolo V (sanità militare), capo I (disposizioni generali), articolo 183 reca norme relative ai rapporti con il servizio sanitario nazionale; si rilevano inoltre al capo IV (personale addetto alla sanità militare) nella sezione I (personale del servizio sanitario militare), gli articoli 208, 209 e 210 e nella sezione II (esercizio delle professioni sanitarie), gli articoli 211 e 212 e l'articolo 821, comma 2, lettera c, relativo all'Arma dei Carabinieri, concernente ruoli del personale in servizio permanente, dove è ricompreso espressamente il comparto sanitario e psicologico nel ruolo tecnico degli ufficiali in servizio permanente e l'articolo 847 concernente l'equiparazione degli ufficiali del ruolo tecnico agli ufficiali dei ruoli normali delle Forze armate costituiti per l'assolvimento di analoghe mansioni;
    ai sensi del comma 3 dell'articolo 183 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 il Ministero della difesa può stipulare convenzioni con laureati in medicina, psicologia, estranei all'Amministrazione dello Stato; il rapporto di lavoro tra l'amministrazione e questi è regolato dagli accordi collettivi nazionali stipulati ai sensi dell'articolo 48 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, e del comma 8 dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 502 del 1992, così come modificato dal decreto legislativo n. 517 del 1993 e dal decreto legislativo n. 229 del 1999;
    il 20 Settembre 2018, il Ministro della Difesa ha inaugurato il Centro Veterani della Difesa, collocato all'interno del Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare, con l'intento di diventare unico punto di riferimento, con connotazione interforze, per l'accoglienza e l'assistenza per il personale della Difesa che, nell'adempimento del dovere nei più diversi contesti addestrati ed operativi, abbia subito traumi fisici o psichici;
    preso atto del fatto che la possibile origine del Dpts, risiede nelle transazioni fra il soggetto e la realtà, nel rapporto fra caratteristiche dell'evento e caratteristiche soggettive (si pensi al concetto di resilienza, ossia alla capacità di fronteggiare efficacemente gli eventi avversi e di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà), è auspicabile costruire una rete di intervento ampia ed integrata che coinvolga i diversi attori afferenti alla individuazione e presa in carico delle problematiche psicologiche. Nello specifico, individuare team di pari con competenze tecniche tali da rilevare le problematiche con funzioni di coadiutore socio-assistenziale specifico; team supervisionato da una figura professionale con una formazione in ambito psicologico clinico, individuata tra il personale civile ed esterno alle Forze armate;
    il personale militare, afferente al Pst (peer support team) assumerebbe il ruolo di referente al supporto e all'orientamento (Rso) e al suo interno un membro del gruppo di lavoro farà riferimento, attraverso il coordinamento e il supervisore, nelle varie unità, a un team superiore composto da esperti a più livelli individuati nella realtà civile e militare. Essa quindi, a seguito di un adeguato momento di formazione ad opera delle stesse Forze armate, e in sinergia con le associazioni accreditate presenti sul territorio, effettuerà un intervento di supporto morale, e di orientamento al fine di sviluppare le strategie volte alla risoluzione delle problematiche inerenti;
    la nuova figura potrebbe così fungere da ponte tra due tipologie di supporto: da un lato il supporto morale, mantenendo il senso di appartenenza e il senso di identità, dall'altro l'orientamento al supporto psicologico clinico, destinato al militare e alla sua famiglia;
    il punto di forza di tale progetto è quello di proporre l'inserimento di una nuova figura che, piuttosto che allontanare dalle Forze armate il militare in difficoltà, creerebbe uno spazio neutro e un ponte verso azioni di intervento integrate gestite da associazioni professionali specializzate e/o presidi ospedalieri, in grado quindi di coniugare interventi psicologici specifici e azioni finalizzate al mantenimento del senso di appartenenza alle Forze armate. Tale progetto, avrebbe inoltre il pregio di impedire prolungati tempi di attesa «in stato di malattia»,

impegna il Governo:

   a istituire presso il Centro veterani della Difesa una struttura operativa in grado di gestire le richieste di presa in carico provenienti da personale traumatizzato sia a livello fisico che psicologico (veterani);
   ad individuare dei referenti presso le unità organizzative periferiche già costituite (consultori/servizi di psicologia/associazioni-personale convenzionato), a livello di Forza armata/Arma dei carabinieri, a cui inviare il personale richiedente supporto psicologico per la gestione del caso preso in carico a livello centrale dal Centro Veterani della Difesa; tali referenti avranno dipendenza, per gli aspetti tecnico professionali, dagli uffici centrali di psicologia militare di Forza armata/Arma dei carabinieri;
   a valutare la possibilità di creare sul territorio «équipe operative» coordinate da ufficiali con formazione specialistica in psicoterapia ed esperienza nel settore e altresì di istituire «team di supporto alla pari», composti da professionisti in forza presso il Ministero della difesa aventi compito di referenti al Supporto e all'Orientamento del personale militare impiegato nell'area assegnata, allo scopo di rilevare preventivamente eventuali problematiche afferenti alla sfera psicologica. Gli ufficiali coordinatori potranno ricorrere, qualora ritenuto necessario, anche a specialisti civili presenti in apposite convenzioni stipulate con l'Amministrazione della difesa;
   ad aggiornare le Linee Guida emanante dall'Ispettorato Generale della Sanità militare (IGESAN), secondo i riferimenti teorico/scientifici del Ministero della Salute e le indicazioni Committee of Chiefs of Military Medical Services (COMEDS) NATO, con la finalità di potenziare la politica del «peer support» e la politica di supporto morale e psicologico, demandando a IGESAN, struttura organizzativa di sanità a livello interforze, la realizzazione delle stesse, nonché l'istituzione di idonei percorsi di formazione professionale per il personale militare e civile designato dalle Forze armate/Arma dei carabinieri quale coadiutore socio-assistenziale o affini;
   a stipulare, secondo le previsioni legislative vigenti, convenzioni con associazioni/specialisti civili – qualora le esigenze della Sanità militare non possano essere soddisfatte con il personale medico militare o con quello delle unità sanitarie locali – che prevedano un'attenta valutazione dei requisiti oggettivi da definire nelle Linee Guida di IGESAN e il mantenimento nel tempo degli stessi. Prevedere che tali convenzioni vengano pubblicate su apposita pagina web, nel massimo rispetto del principio della trasparenza. Proseguire, altresì, lo sviluppo delle applicazioni informatiche citate in premessa, approfondendone gli ambiti e gli eventuali ulteriori servizi, anche ricorrendo al confronto con il mondo accademico e/o alle buone pratiche esistenti in materia;
   ad assegnare all'esistente Comitato Tecnico Scientifico di Psichiatria e Psicologia la definizione dei dettagli operativi e la stesura delle linee guida necessarie a implementare gli impegni sopra adottati, prevedendo la collaborazione del Centro Veterani della Difesa e delle associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale.
(8-00056) Roberto Rossini, Galantino, Rizzo.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

professione sanitaria

contratto collettivo

personale militare