ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 08/11/2018
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00007
Firmatari
Primo firmatario: GALLO LUIGI
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 08/11/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARBONARO ALESSANDRA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
ACUNZO NICOLA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
AZZOLINA LUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
BELLA MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
CASA VITTORIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
FRATE FLORA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
LATTANZIO PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
MARIANI FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
MELICCHIO ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
NITTI MICHELE MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
TESTAMENTO ROSA ALBA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
TORTO DANIELA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
TUZI MANUEL MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 08/11/2018


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Stato iter:
08/11/2018
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 08/11/2018

APPROVATO IL 08/11/2018

CONCLUSO IL 08/11/2018

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00006
presentato da
GALLO Luigi
testo di
Giovedì 8 novembre 2018 in Commissione VII (Cultura)

7-00007 Gallo: Sulla valorizzazione dell'area culturale circostante il sito di Pompei.

RISOLUZIONE APPROVATA

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione),
   premesso che:
    nel 1997 il Comitato Unesco decide l'iscrizione di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata nella lista del patrimonio mondiale dell'umanità grazie al riconoscimento delle caratteristiche intrinseche di integrità, autenticità e unicità da mantenersi mediante un piano di gestione secondo quanto stabilito dalle linee guida operative dell'Unesco per l'applicazione della convenzione sul patrimonio mondiale;
    la caratteristica principale è data dalla creazione di una zona tampone («buffer zone») ovvero di «un'area che deve garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell'umanità»;
    con la sottoscrizione dei protocolli d'intesa del 25 novembre 2013 e del 23 dicembre 2013, il tavolo di concertazione del piano di gestione del sito Unesco, costituito da organi del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dalla regione Campania, dalla provincia di Napoli e dai comuni territorialmente interessati, è pervenuto alla condivisione e approvazione del nuovo piano di gestione e alla perimetrazione di una nuova buffer zone, che comprende quasi integralmente i territori comunali di Portici, Ercolano, Torre del Greco, Trecase, Boscotrecase, Boscoreale, Torre Annunziata, Pompei e Castellammare di Stabia;
    il nuovo piano di gestione mira ad individuare ed indirizzare un organico ed unitario sistema di turismo sostenibile per l'area vesuviana compresa appunto nella suddetta area, attraverso l'individuazione di percorsi tematici intorno ai quali organizzare un sistema turistico territoriale;
    come si evince dal documento di orientamento – prime indicazioni operative, «tale tipo di fruizione prevede l'organizzazione di percorsi tematici, da prenotare attraverso i siti internet della Soprintendenza e del Centro di comunicazione del sito Unesco, nelle aree archeologiche e nel territorio, offerti secondo una logica di programmazione e turnazione, ad esempio annuale, da affiancare alla visita libera delle aree stesse e del territorio»;
     tale «metodo turistico», che prevede una rotazione programmata dei percorsi tematici, associata ad una turnazione annuale delle aree di visita, dunque, si sostanzierebbe in «sottosistemi», che raccordano i beni che si concentrano intorno ad Ercolano, Pompei e Castellammare di Stabia attraverso «itinerari tematici» capaci di collegarli tra loro, e presenterebbe significativi risvolti positivi in termini di: efficacia didattica, che risulta accresciuta per effetto della minore congestione dei siti e della visita indirizzata verso i siti e le attrazioni «minori»; crescita del numero di visitatori, per effetto non solo della crescita delle visite nei siti minori e della «spalmatura» delle visite lungo tutta la giornata e in tutti i 12 periodi dell'anno, ma anche delle politiche di marketing che la gestione dei percorsi consentirà di attivare; crescita della tutela, come conseguenza diretta della possibilità di potere effettuare, per tutti i percorsi, una «manutenzione programmata»;
    come si evince dal registro ufficiale (n. U0150383 del 7 settembre 2017) della città metropolitana di Napoli, i comuni interessati (ai sensi dell'articolo 1, comma 4, della legge 112 del 2013), pongono in essere un tavolo tecnico di condivisione con tutti i rappresentanti regionali e ministeriali, ove emerge l'esigenza del rilancio economico, sociale e la riqualificazione urbanistica della buffer zone, operando una sintesi dei progetti presentati dai singoli comuni che manifestano la necessità di una riconversione urbana e recupero del paesaggio;
     il decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, e successivamente modificato dalla legge 29 luglio 2014, n. 106, individua il «piano strategico» per il rilancio socio-economico dell'area comprendente l'insieme dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco, ovvero della cosiddetta buffer zone, quale strumento per la definizione di una strategia unitaria finalizzata:
    al miglioramento delle vie di accesso e interconnessioni ai siti archeologici;
     al recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse;
     alla riqualificazione e rigenerazione urbana, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero;
     alla promozione di forme di partenariato pubblico-privato, nonché di coinvolgimento di organizzazioni no profit impegnate nella valorizzazione del patrimonio culturale;
     al fine di consentire il rilancio economico-sociale e la riqualificazione ambientale e urbanistica dei comuni interessati dal piano di gestione del sito Unesco «Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata», nonché di potenziare l'attrattività turistica dell'intera area, la normativa di cui sopra istituisce, inoltre, la governance del Grande Progetto Pompei, GPP, di cui all'articolo 2 del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, e alla decisione comunitaria 29 marzo 2012, esplicitando le funzioni: del direttore generale di progetto (DGP, coadiuvato da una struttura di supporto formata da venti unità nonché da un gruppo di cinque esperti in materia giuridica, economica, architettonica, urbanistica e infrastrutturale); dell'unità grande Pompei (UGP, legalmente rappresentato dal DGP) con il compito di curare progettazione, realizzazione e gestione degli interventi; del comitato di gestione insediatosi il 7 gennaio 2015 che ha, inter alia, il compito di approvare il piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco di cui sopra predisposto dall'UGP (come da regolamento approvato in data 10 febbraio 2015);
    nella circostanza dell'insediamento del comitato di gestione, in data 7 gennaio 2015, il direttore generale di progetto ha presentato l'atto organizzativo del comitato stesso, proponendone l'approvazione nella successiva seduta, e il documento di orientamento – parte I per la definizione del piano strategico;
    nella seduta del 10 febbraio 2015 è stato presentato il succitato documento di orientamento – prime indicazioni operative, prodotto dall'UGP al fine di orientare il successivo lavoro da svolgere; il comitato di gestione ha approvato l'atto organizzativo e l'avvio dei tavoli tecnici volti a definire i contenuti del piano strategico; come dimostrato dalla sintesi delle riunioni dei tavoli tecnici di cui sopra presente nell'allegato A al verbale del comitato di gestione del 22 settembre 2015, si è manifestata una oggettiva difficoltà degli enti locali a produrre adeguate proposte progettuali, anche a causa di mancanze a livello finanziario e di competenze (non previste dalla normativa), i quali si sono focalizzati, tout court, sulle esigenze meramente locali, con scarsa aderenza ai contenuti specifici del documento di orientamento che invece postula una visione di insieme del territorio interessato, conformemente al contenuto della legge 7 ottobre 2013, n. 112; si è inoltre manifestato un «limitato livello di approfondimento progettuale delle proposte, pervenute nella forma di elenchi, relazioni, a volte studi di fattibilità, e prive di indicazioni sul rispetto dei vigenti strumenti urbanistici e vincoli ambientali-paesistici»;
     a seguito della pubblicazione di un apposito avviso, con nota del DGP n. 194 del 25 febbraio 2015, sarebbero pervenuti contributi da parte di soggetti privati, in forma di iniziativa singola o di associazione, anche in questo caso con un «limitato contributo propositivo»;
     contestualmente, l'UGP ha avviato una serie di incontri con enti, istituzioni, associazioni, società, a vario titolo interessati allo sviluppo dell'area della buffer zone (autorità di bacino, Agenzia del demanio, Trenitalia Rfi, EAV ex Circumvesuviana, capitaneria di porto di Torre del Greco, associazioni industriali – Acen);
    in data 12 maggio 2015 si è tenuto presso la regione Campania un incontro preliminare, con esito sospeso, volto ad avviare un rapporto collaborativo con le competenti direzioni, a seguito di quanto emerso dai tavoli tecnici con i comuni;
    in data 3 settembre 2015 si è tenuto un incontro con rappresentanti della città metropolitana di Napoli, al fine di chiarire aspetti connessi alla definizione del piano strategico, anche alla luce del protocollo d'intesa recentemente sottoscritto tra i comuni di Napoli, Pompei, Ercolano e Torre Annunziata;
    in data 22 settembre 2015, infine, il Comitato di gestione per il piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco ha preso atto del conseguito accordo sulla proposta, avanzata da Ferrovie dello Stato italiane (FS) e dall'Ente autonomo Volturno (EAV, ex Circumvesuviana) per mezzo dell'amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane Ing. Michele Mario Elia, relativa ad un «collegamento Porto di Napoli-Pompei Scavi, nonché alla realizzazione di un nodo integrato FS-EAV tramite un hub nella stazione dismessa di Pompei Scavi della rete FS»;
     nel verbale della seduta del 22 settembre 2015 di cui sopra si evidenzia come tale hub Ferroviario «localizzato in agro di Pompei, all'altezza dell'intersezione ivi esistente tra la linea FS Napoli-Salerno e la linea della circumvesuviana Napoli-Sorrento», «costituisca l'elemento invariante del più ampio progetto esposto e presentato al Ministro» e avrebbe la funzione di: «snodo di smistamento e indirizzamento a piedi del flusso turistico verso il sito archeologico; interscambio con la linea Circumvesuviana Napoli-Sorrento dell'EAV e con le altre modalità di trasporto via terra; accesso diretto da tutta la rete nazionale con possibilità di collegamenti dalle principali città italiane anche con treni AV sino al nuovo hub»;
     il nuovo hub di Pompei Scavi (al chilometro 23+070 circa della linea tradizionale Napoli-Salerno), la cui struttura è concepita su due livelli per una superficie complessiva di circa 1500 metri quadrati e il cui collaudo finale è previsto 18 mesi dopo la data di inizio dei lavori, è realizzato in corrispondenza dell'intersezione della linee Ferrovia dello Stato italiane Napoli-Salerno con la linea circumvesuviana Napoli-Sorrento e prevede un parcheggio di interscambio modale di circa 200 posti dal costo stimato di 10.000.000 di euro e una «piastra» collegata direttamente agli scavi di Pompei tramite un percorso pedonale attrezzato («passerella di collegamento con ingresso diretto nel sito»), svolgendo, quindi, la funzione di nodo di smistamento e indirizzamento del flusso turistico verso il sito archeologico;
     tutte le aspettative di cui al nuovo piano di gestione della buffer zone circa una strategia volta ad un turismo sostenibile diviso in percorsi tematici omogenei risultano tradite da un piano strategico, approvato dal comitato di gestione e dal Governo, che è teso ad accentrare e far confluire in un hub ferroviario i flussi turistici esclusivamente verso il sito archeologico di Pompei, scavalcando così la stessa città di Pompei, oltreché tutti gli altri siti dei comuni della buffer zone, e alimentando un turismo del tipo «mordi e fuggi»;
     si ritiene che la soluzione del nuovo hub di Pompei Scavi approvata dal comitato di gestione, ancorché estremamente onerosa, non rispetti le finalità preposte dal piano strategico per l'intera buffer zone Unesco né i princìpi ispiratori stessi della legge 7 ottobre 2013, n. 112, tra cui: rilancio economico-sociale e potenziamento dell'attrattività del territorio dell'area archeologica vesuviana della buffer zone Unesco;
    si concorda con la necessità di puntare al: ricongiungimento delle «aree interesse» insistenti sul territorio, principalmente costituite dal patrimonio culturale, dalle risorse ambientali, naturali e paesaggistiche; miglioramento delle vie di accesso e interconnessioni ai siti archeologici; recupero ambientale dei paesaggi degradati e compromessi, prioritariamente mediante il recupero e il riuso di aree industriali dismesse, riqualificazione e rigenerazione urbana, nel rispetto del principio del minor consumo di territorio e della priorità del recupero;
     tali intenti sono stati relazionati dal direttore generale del grande progetto Pompei, generale Curatoli, nell'audizione del 26 ottobre 2017 in VII Commissione permanente (Cultura, scienza e istruzione) dove in riferimento alle istanze pervenute delle realtà locali, sono emerse alcune ipotesi di intervento come: definire un «percorso integrato» Scavi di Pompei/Santuario della Beata Vergine del Rosario, tramite linea EAV Napoli-Poggiomarino e stazione di Pompei, il quale permetterebbe di combinare un'unica escursione, oppure rendere il «treno archeologico», già in servizio, un collegamento da Napoli fino agli scavi di Castellammare; aumentare il numero delle corse dei treni delle Ferrovie dello Stato Italiane e supportare economicamente il rilancio del trasporto pubblico locale per prevedere corse dedicate ai percorsi tematici dei turisti con un apposito fondo statale da assegnare alla regione Campania, mettendo fine all'opera di ridimensionamento tecnico degli ultimi anni che ha portato all'attuale saturazione dei convogli nelle ore di punta e garantendo la sicurezza necessaria sui convogli medesimi;
    l'attività dell'Unità Grande Pompei è stata ridotta con l'introduzione del C.I.S (Contratti istituzionali di Sviluppo) ai sensi dell'articolo 1, comma 308, della legge 205 del 27 dicembre 2017, attraverso cui si garantisce l'esecuzione di interventi con gli organi previsti da tale organismo e con modalità successivamente stabilite all'interno dell'apposito documento contrattuale;
    le aree circostanti i siti archeologici sono soggette a massicci flussi di traffico, che minacciano costantemente i siti archeologici;
    il Piano Strategico prevede interventi volti alla creazione di aree di sosta, alcune delle quali in prossimità dei siti archeologici, altri collegati ai singoli progetti del Piano;
    è indispensabile, invece, definire una strategia relativa al sistema dei trasporti, prevedendo la redazione di un Piano di Mobilità sovra-comunale ovvero distrettuale, volto a garantire un regolare accesso ai siti culturali ed a limitare l'impatto negativo conseguente alla viabilità di massa ed all'inquinamento. Il suddetto Piano favorirebbe l'utilizzo delle diverse tipologie di mezzi disponibili (Navette elettriche, Circumvesuviana, Ferrovie dello Stato, Metrò del Mare) e la creazione di percorsi maggiormente rispondenti alle esigenze di spostamento dei cittadini e dei visitatori;
    è necessario definire uno studio per la quantificazione e la gestione dei flussi di traffico, prevedendo, altresì, l'individuazione delle aree di sosta e di interscambio a servizio della mobilità di distretto ed eventualmente in zone periferiche delle città, distanti dai siti archeologici e dai centri urbani, escludendo l'utilizzo di veicoli privati nelle aree circostanti i siti;
    le citate aree potrebbero invero fungere da veri e propri snodi, intesi come sistema intermodale ecosostenibile di navette elettriche, bike sharing, car sharing, percorsi pedonali e ciclabili, con funzione di collegamento tra i siti culturali ed i centri urbani;
    al fine di favorire il collegamento via mare dell'area Vesuviana con i punti di approdo turisticamente di maggior rilievo, è necessario potenziare e riqualificare i vari porti, prevedendo la riattivazione e l'estensione dei servizi marittimi di trasporto che collegano i maggiori porti delle coste campane. Ciò permetterebbe un miglioramento dei raccordi con il sistema di mobilità più volte citato, favorendo un sempre più ampio ed efficace collegamento tra i siti culturali e le aree della buffer zone;
    a supporto di tutti gli interventi relativi al trasporto ivi proposti ed alla conseguente creazione di reti di connessione tra i vari siti, è necessario prevedere delle strutture di accoglienza ed informazione per i viaggiatori (infopoint, biglietterie), al fine di rendere maggiormente efficiente ed efficace la fruibilità dei servizi offerti;
    non vi è dubbio che il trasporto ferroviario sia strategicamente rilevante. In tal senso è, dunque, essenziale prevedere, in prima istanza, una riqualificazione delle stazioni esistenti e dei piazzali attigui, prevedendo che siano collegate, per mezzo di navette elettriche, alle aree di snodo ed ai siti di interesse culturale della buffer zone. L'area che costituisce la buffer zone è servita da tre linee ferroviarie, diramate in tutte le città del distretto UNESCO. L'importanza della valorizzazione di tale alternativa alla mobilità su gomma garantisce ai viaggiatori spostamenti efficienti ed a basso impatto ambientale;
    i siti archeologici ricadenti nella buffer zone rispetto ai quali è indispensabile un'opera di valorizzazione e conservazione, sono il risultato, come noto, degli scavi che ebbero inizio nel 1738, durante il regno di Carlo di Borbone, Re delle Due Sicilie, con l'intento prevalente di conferire prestigio alla casa reale;
    l'attività di esplorazione continuò in modo discontinuo e in punti diversi dell'area di intervento, portando alla luce il sito che, soltanto successivamente, fu riconosciuto come Pompei, senza, inoltre, la definizione di un piano sistematico. Furono, così, rinvenute parti della necropoli fuori porta Ercolano, il tempio di Iside, parte del quartiere dei teatri;
    le ricerche, proseguite con lunghi periodi di interruzione, sono state caratterizzate da intense attività subito dopo l'Unità d'Italia, fino al lungo periodo tra il 1924 ed il 1961, caratterizzato dallo storico contributo di Amedeo Maiuri, il quale con la sua intensa attività, giunse alla scoperta di edifici di grande prestigio, come Villa dei Misteri e diede avvio ai nuovi scavi di Ercolano, durante i quali venne restaurata ed aperta al pubblico la gran parte dell'area che costituisce il parco archeologico;
    ulteriori siti archeologici rinvenuti in quest'epoca sono gli scavi di Oplontis, situati al centro della moderna città di Torre Annunziata (Villa di Poppea); Boscoreale, caratterizzata da numerose ville romane e da antiche terme; la Stabiae romana, situata nella città di Castellammare di Stabia ed in cui sorgono numerose villae in posizione panoramica, concepite prevalentemente a fini residenziali, con vasti quartieri abitativi, strutture termali, portici e ninfei splendidamente decorati. Le principali evidenze riguardano tre ville: Villa S. Marco, Villa Arianna ed il «secondo complesso» del Varano;
    un itinerario d'arte la cui conservazione e valorizzazione è da ritenersi prioritario nel Piano strategico è altresì caratterizzato dal «Miglio d'oro» delle ville vesuviane, anch'esse rivenute nel 1700 su iniziativa di Re Carlo di Borbone;
    sono di prioritaria importanza interventi di riqualificazione ricadenti nei siti sopra citati e, in questa direzione, il Piano Strategico prevede la riqualificazione architettonica e funzionale dell'itinerario turistico e culturale denominato «Da Reggia a Reggia», ovvero dalla residenza reale di Portici a quella di Castellammare di Stabia, oltre che la riqualificazione di aree archeologiche risalenti al medesimo periodo, quale ad esempio Villa Sora di Torre del Greco. Tali siti beneficerebbero degli interventi proposti in questa sede, favorendone la fruizione e la valorizzazione attraverso l'implementazione del Piano di Mobilità e del collegamento tra le aree di snodo e l'intero sistema coordinato di trasporto;
    la redazione di un «Piano del Colore» intercomunale, previsto dal Piano Strategico e finalizzato alla valorizzazione del percorso delle ville borboniche e delle ville stesse, e altresì interventi di arredo urbano, se implementati su tutta l'area della buffer zone, sono da considerarsi quale primo passo per la creazione di una serie di percorsi da offrire ai visitatori, al fine di poter esplorare tutte le aree di interesse;
    è condivisibile quanto previsto dal Piano Strategico in riferimento alle «azioni immateriali», essendo di rilevante utilità l'adozione di Open Data per il Sistema Turistico Culturale integrato per le aree comprese nella buffer zone;
    al fine di ridurre le visite che si concludono il giorno stesso dell'arrivo in città e favorire, d'altro canto, la visita dei siti, non è sufficiente prevedere interventi volti ad incidere esclusivamente sulle infrastrutture. L'area della buffer zone non può più essere considerata come un semplice contenitore di siti archeologici, visitabili in meno di otto ore. È necessario che vi siano una serie di eventi previsti tutto l'anno, capaci di caratterizzare il territorio, così come i siti citati, da un punto di vista culturale. Prevedere mostre, spettacoli teatrali, concerti, favorirebbe la scelta di un soggiorno prolungato da parte del visitatore. L'incremento di eventi di respiro internazionale in luoghi unici al mondo come il Teatro Grande e l'Anfiteatro romano di Pompei e la possibilità di utilizzare siti incantevoli come, ad esempio, la Reggia di Portici quale luogo in cui poter organizzare mostre ed esposizioni anch'esse rivolte ai visitatori di tutto il mondo, incentiverebbe la curiosità e l'interesse di scoprire le meraviglie dei distretti culturali ricadenti nella buffer zone;
    vi è una forte esigenza di completare i lavori in corso, avviare gli interventi già previsti e valutare le ulteriori opere utili al completamento dello schema fognario di tutti i comuni interessati;
    la riqualificazione della costa ed il completamento dello schema fognario non possono in alcun modo prescindere dalla preoccupante necessità di risolvere le criticità presenti a causa delle gravi condizioni ambientali del Fiume Sarno, le cui foci sono presenti sulla costa dei comuni di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia;
    la presenza nelle suddette aree di attività economiche ad elevato impatto ambientale di due grandi poli industriali (conciario ed agroalimentare) ed un'alta densità della popolazione, ha generato uno stato di gravissimo degrado ambientale, il quale richiede profondi e strutturali interventi di riqualificazione;
    per contrastare le criticità ivi esposte, a dover svolgere un ruolo strategico per migliorare le aspettative dell'intero bacino idrografico è il Parco Regionale del fiume Sarno, il quale può mettere in atto le prime azioni volte alla riqualificazione ambientale dell'area in discorso;
    gli interventi suggeriti sono attuabili nel pieno rispetto dello sviluppo del piano strategico, sia in termini di riqualificazione e ripristino ambientale, sia al fine di creare un network tra i parchi regionali e nazionali le cui competenze ricadono nell'area di interesse della buffer zone;
    il Parco Nazionale del Vesuvio, di grande interesse biologico, geologico e storico, rappresenta un considerevole attrattore turistico, la cui conservazione è messa a dura prova a fronte di un eccessivo flusso di veicoli di trasporto ad alto impatto ambientale e di aree fortemente inquinate e soggette a continui incendi, spesso dolosi,

impegna il Governo:
   a proporre un piano strategico per lo sviluppo delle aree comprese nel piano di gestione del sito Unesco mediante il quale realizzare un piano di sviluppo chiamato distretto Grande Bellezza Pompei che punti alla creazione di percorsi tematici distribuiti nell'intera buffer zone all'interno dei quali organizzare un sistema turistico territoriale con lo scopo di trattenere il turista nell'area e di permettergli di conoscere tutte le bellezze culturali, artistiche, archeologiche, paesaggistiche, naturali e della tradizione eno-gastronomica. Tale iniziativa potrebbe essere intrapresa valutando il ricorso al Programma Operativo Nazionale PON Cultura e Sviluppo;
   a valutare il ripensamento del progetto di realizzazione di un hub ferroviario, anche considerando il possibile ritiro del progetto stesso, e, comunque, ad adoperarsi affinché sia subordinata all'attuazione degli altri punti indicati nella presente risoluzione;
   ad assumere iniziative volte a definire una strategia relativa al sistema dei trasporti, prevedendo la redazione di un Piano di Mobilità sovra-comunale ovvero distrettuale, volto a garantire un regolare accesso ai siti culturali e limitare l'impatto negativo conseguenti alla viabilità di massa ed all'inquinamento, avviando uno studio per la quantificazione e la gestione dei flussi di traffico; e a prevedere, altresì, l'individuazione delle aree di sosta e di interscambio a servizio della mobilità del distretto ed eventualmente in zone periferiche della città, distanti dai siti archeologici;
   a prevedere, in prima istanza, una riqualificazione delle stazioni ferroviarie esistenti e dei piazzali attigui, facendo in modo che siano collegate, per mezzo di navette elettriche, alle aree di snodo, alle aree di sosta ed ai siti di interesse culturale della buffer zone;
   a promuovere un accordo tra Stato, regione, EAV ex-Circumvesuviana, Rete ferroviaria italiana, Parco Archeologico di Pompei e Soprintendenze interessate per la creazione di un biglietto unico che integri trasporto e ingresso ai beni culturali della buffer zone, anche di tipo digitale, a prezzi agevolati per turisti, mediante collaborazioni con partner pubblici (Reggia di Caserta e altri) o privati (aziende di carpooling, carsharing, bikesharing ed altro);
   ad approntare un piano di digitalizzazione di tutti i beni culturali, artistici, archeologici e paesaggistici presenti nella buffer zone atto a promuovere gli stessi nel mondo, anche con la realizzazione di un apposito open data utile per la nascita e lo sviluppo di imprese culturali;
    a realizzare un «portale trasparenza» unico per i beni culturali della buffer zone che renda conoscibile ogni iniziativa intrapresa nell'ambito del Grande Progetto Pompei e del piano di gestione Unesco;
   a predisporre un sistema di segnaletica (tradizionali, digitali quali display e touch-screen), a partire dalle diverse stazioni ferroviarie, snodi ed aree di sosta, in grado di indirizzare gli utenti verso le destinazioni di interesse quali, oltre ai siti archeologici, possono essere percorsi enogastronomici o naturalistici, artistici e culturali;
   a prevedere la creazione di un'unica piattaforma utilizzabile attraverso i propri dispositivi mobili, al fine di poter consultare gli orari dei trasporti pubblici, verificare la disponibilità di sosta veicolo nelle aree predisposte, effettuare prenotazioni online per la visita dei siti culturali e per la partecipazione ad eventi;
    a promuovere un intervento di riqualificazione con l'obiettivo di tutelare e poi rendere fruibile al sistema integrato di percorsi tematici distribuiti nell'intera buffer zone, da parte del Parco Archeologico di Pompei, almeno un bene per ogni comune, la cui valorizzazione e promozione sia affidata mediante un concorso di idee con progetti presentati al comitato di gestione del Grande Progetto Pompei;
   a incentivare in maniera efficace l'individuazione di percorsi tematici di mobilità «dolce» di percorsi costieri e con vettori del mare distribuiti nell'intera buffer zone all'interno dei quali valorizzare l'attrattività dei beni culturali;
   a intervenire per recuperare, ristrutturare e valorizzare il sistema delle ville di epoca romana e borbonica nella buffer zone attraverso la definizione di un piano pluriennale;
   a prevedere che vi siano una serie di eventi internazionali di carattere culturale previsti durante tutto l'anno, capaci di attrarre visitatori provenienti da tutto il mondo, favorendo la scelta di un soggiorno prolungato e sfruttando le potenzialità dei siti archeologici presenti nell'area, ciò rispettando la conservazione e il decoro di questi ultimi. Gli eventi organizzati nei siti devono rispettare delle linee guida, preventivamente definite dal Comitato di Gestione;
   a risolvere le criticità presenti a causa delle gravi condizioni ambientali del Fiume Sarno, il quale, come noto, sfocia sulla costa di alcuni comuni della buffer zone, con particolare interessamento delle città di Torre Annunziata e Castellammare di Stabia;
   a valutare la possibilità di una riformulazione del Grande Progetto Sarno, attribuendo maggiore importanza strategica al Parco del fiume Sarno, al fine di adottare azioni di recupero ecosostenibile, e prevede il ripristino delle funzioni idrauliche, fortemente limitata da una spregiudicata cementificazione degli argini e puntare alla ricostituzione delle componenti naturali e paesaggistiche;
   a prevedere che il Nucleo tecnico, incaricato di fornire al RUC e al Comitato di Gestione il supporto conoscitivo tecnico, sia scelto sulla base di una selezione pubblica;
   ad agire al fine di favorire il collegamento via mare dell'area Vesuviana con i punti di approdo turisticamente di maggior rilievo, potenziando e riqualificando i vari porti e prevedendo la riattivazione e l'ampliamento dell'offerta dei servizi marittimi di trasporto che collegano i maggiori porti delle coste campane; a valutare altresì la possibilità di realizzare una piattaforma di ormeggio per i collegamenti marittimi con Napoli al fine di permettere l'approdo direttamente presso le ville del mare sotto la tutela della soprintendenza;
   ad intervenire al fine di realizzare un «percorso naturalistico» nel parco nazionale del Vesuvio mediante l'adozione dei decreti attuativi necessari per la corretta fruibilità del parco, nonché un corretto sviluppo di micro o piccole imprese ecosostenibili anche con finalità turistiche;
   a mettere in atto azioni volte a ridurre l'eccessivo flusso dei veicoli di trasporto ad alto impatto ambientale, prevedendo, inoltre, l'individuazione delle aree di sosta e di snodo a valle del Parco;
   a non dare seguito al progetto presente nel Piano strategico relativo alla trasformazione della linea ferroviaria FS RFI da Portici a Torre Annunziata/Pompei in una linea area (monorail).
(8-00006) «Gallo, Carbonaro, Acunzo, Azzolina, Bella, Casa, Frate, Lattanzio, Mariani, Marzana, Melicchio, Nitti, Testamento, Torto, Tuzi, Villani».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sito storico

archeologia

Unesco