ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06837

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 576 del 13/10/2021
Firmatari
Primo firmatario: LICATINI CATERINA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 13/10/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARAIA GENEROSO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
GALIZIA FRANCESCA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
DEIANA PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
D'IPPOLITO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
DI LAURO CARMEN MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
TRAVERSI ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
VARRICA ADRIANO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 13/10/2021


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA delegato in data 13/10/2021
Stato iter:
14/10/2021
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 14/10/2021
Resoconto LICATINI CATERINA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 14/10/2021
Resoconto GAVA VANNIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (TRANSIZIONE ECOLOGICA)
 
REPLICA 14/10/2021
Resoconto LICATINI CATERINA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 14/10/2021

SVOLTO IL 14/10/2021

CONCLUSO IL 14/10/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06837
presentato da
LICATINI Caterina
testo di
Mercoledì 13 ottobre 2021, seduta n. 576

   LICATINI, MARAIA, DAGA, GALIZIA, DEIANA, D'IPPOLITO, DI LAURO, MICILLO, TERZONI, TRAVERSI, VARRICA, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   la regione Sicilia è coinvolta in quattro procedure di infrazione e ne rischia una quinta per la mancata depurazione delle acque in 50 comuni che si aggiungono ai 243 per i quali l'Unione europea ha già sanzionato l'isola; la Sicilia risulta, pertanto, la principale destinataria delle procedure di infrazione nel settore depurativo e quindi la maggiore artefice delle violazioni perpetrate a danno dell'ambiente;

   due delle quattro procedure d'infrazione si sono già concluse con una condanna, prevedendo, peraltro che, per ogni semestre di ritardo, la sanzione aumenti di 30 milioni di euro;

   con delibera Cipe n. 60 del 2012 è stato stanziato più di un miliardo di euro per la Sicilia, ma poco è stato fatto rispetto all'elevato numero di interventi da compiere; grazie al lavoro svolto dalla struttura commissariale in materia di depurazione, sono state impegnate ulteriori risorse al fine di ridurre il numero di agglomerati non conformi, ma ancora molti sono gli interventi necessari per porre fine a questa vera e propria emergenza;

   l'amministrazione centrale ha manifestato ufficialmente l'intenzione di esercitare il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti di regioni o di altri enti pubblici responsabili di violazioni del diritto dell'Unione europea (ai sensi della legge di stabilità 2016);

   delle 217 istruttorie relative a casi di danno ambientale distribuiti su tutto il territorio nazionale, in Sicilia ne risultano aperte complessivamente 38, tra le quali anche quelle relative agli scarichi idrici, pari a circa il 5 per cento del totale;

   dall'assessorato regionale ai servizi di pubblica utilità è stato riferito che le sanzioni comunitarie per la mancata depurazione costano alle casse regionali, dato il diritto di rivalsa esercitato dallo Stato, 97 mila euro al giorno dal 2012;

   la realizzazione degli interventi necessari a garantire l'economicità, efficienza ed efficacia del servizio idrico integrato e, al contempo, salvaguardare valori primari e costituzionalmente tutelati, quali la salute pubblica e l'ambiente, impone all'amministrazione regionale, nella qualità di ente vigilante e al contempo soggetto finanziatore, ogni sforzo idoneo a superare le criticità che ad oggi derivano dai forti ritardi accumulati nel tempo sia a livello gestionale che, successivamente, di adeguamento alla normativa comunitaria –:

   se e con quali tempistiche e modalità il Governo intenda esercitare il diritto di rivalsa nei confronti delle regioni che hanno commesso violazioni in materia di depurazione delle acque reflue, accertate con procedure di infrazione.
(5-06837)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 ottobre 2021
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-06837

  Con riferimento alle questioni poste dagli Onn.li interroganti occorre rilevare che le criticità dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque reflue ancora presenti sul territorio nazionale hanno determinato, a partire dal 2004, l'avvio, da parte della Commissione europea, di quattro procedure di infrazione, tutte oggetto di sentenza di condanna da parte della Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Nel 2017 è stato inoltre notificato all'Italia un parere motivato – relativo alla violazione della Direttiva 91/271/CEE, in materia di acque reflue urbane –. Le procedure in questione ad oggi interessano, complessivamente, oltre 900 agglomerati relativi ad un carico generato di poco più di 29 milioni di abitanti equivalenti.
  La Regione maggiormente coinvolta, per numero di agglomerati e di abitanti equivalenti, è la Regione Sicilia con 246 agglomerati per quasi 7 milioni di abitanti equivalenti.
  Per la Causa C-251/17 la sentenza della Corte emessa a maggio 2018, ai sensi dell'articolo 260 del Trattato di Roma, ha condannato l'Italia al pagamento di sanzioni pecuniarie, ovvero una penalità forfettaria unica pari a venticinque milioni di euro e una penalità di mora semestrale iniziale di circa oltre trenta mila euro fino a completa esecuzione della sentenza stessa.
  Tale sanzione ha carattere degressivo in funzione del numero degli abitanti equivalenti resi progressivamente conformi.
  La sentenza in argomento ha interessato, inizialmente, 74 agglomerati, con un carico generato complessivo pari a oltre cinque milioni di abitanti equivalenti; il contributo della Regione Sicilia è stato di 48 agglomerati con un carico generato complessivo pari a circa tre milioni e mezzo di abitanti equivalenti.
  Con cadenza semestrale questo Ministero predispone, sulla base degli aggiornamenti trasmessi, per quanto di competenza, dalle Regioni e dal Commissario unico per la depurazione, un Report per informare la Commissione sullo stato di attuazione della sentenza e, conseguentemente, permettere alla stessa la quantificazione della penalità semestrale.
  In ottemperanza alla già menzionata sentenza, ai sensi dell'art. 43 della Legge 234/2012, il Ministero dell'economia e delle finanze ha provveduto al pagamento di complessivi di euro 120,16 milioni di euro distribuiti in quattro rate semestrali da giugno 2018 a maggio 2020.
  In particolare, con la I rata semestrale (giugno/novembre 2018) la Commissione ha riconosciuto circa 428 mila abitanti equivalenti come «conformi» ed applicato una penalità di mora pari a circa 27,96 milioni di euro.
  Nei semestri successivi si è registrato un apprezzabile miglioramento della situazione italiana.
  In particolare, con al IV rata semestrale (dicembre 2019/maggio 2020), la Commissione ha riconosciuto complessivi 233 mila abitanti equivalenti come «conformi» ed applicato una penalità di mora pari a circa 19,06 milioni di euro.
  È bene precisare che nessun agglomerato, o quota parte di agglomerato, della Regione Sicilia è risultato conforme, ma la Commissione ha accolto, a seguito del riesame condotto dalle autorità italiane, la revisione del carico generato dell'agglomerato di Palermo con una, conseguente, riduzione di 58 mila abitanti equivalenti del carico inquinante come «non conforme».
  La penalità di mora su indicata, pari a circa 19,06 milioni di euro deriva dalla parziale rinuncia da parte della Commissione al recupero a causa l'emergenza sanitaria in atto nel periodo in questione, a partire dall'8 marzo 2020, che ha rallentato/sospeso molte delle attività in essere.
  Si informa, infine, che il diritto di rivalsa nei confronti delle Regioni, è esercitato unicamente dal Ministero dell'economia e delle finanze quale organismo centrale deputato ad avviare l'istruttoria propedeutica all'esercizio dell'azione dedicata prevista dall'articolo 43, comma 7, della Legge n. 243/2012 (cosiddetta legge Moavero Milanesi).

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione del consumatore

diritto alla salute

politica comunitaria dell'ambiente